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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
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7 novembre 1902
Quad. 1,15-18
1902
7 novembre - 1 Ven. del mese
Consecrazione dell’istituto al S.
Cuore di Gesù
(Fervorino dopo messa prima della preghiera)
Siamo qui
radunati per cons. il nostro piccolo istituto al S. Cuore di Gesù; e con noi in ispirito sono presenti i cari
fratelli che già sono in Africa e quanti verranno dopo all’ombra di questa Casa.
Consecrarsi al S.
Cuore di Gesù: sono parole di profondo significato. Consecrarsi vuol dire separarsi da un oggetto e dedicarsi ad un
altro. Si consacra un tempio, un calice. (V. Franco - II Clero e il S. C. di Gesù, p. 276).
È vero che
ogni cristiano, già consecrato al Signore nel S. Battesimo, deve rinnovare tale consecrazione pervenuto che sia
all’uso di ragione; ma quanto pochi ciò fanno! (Past. Mons. Galletti 1872). La nostra consecrazione al S.
Cuore è quindi la rinnovazione e ratificazione di quella fatta nel S. Battesimo: è la ricognizione dei
sacrosanti, inviolabili diritti che ha il Signore sopra di noi: è il culto di onore e di giustizia che dobbiamo per
mille titoli al nostro Creatore, nostro Redentore, nostro sommo Bene (ivi).
Ma questa non è che una
consecrazione individuale; che se più persone si unissero insieme a’ pie’ degli altari in questo scopo
comune, di consecrazione, quanto sarebbe più grata al Signore e più meritevole di bene tale consecrazione?
Tanto più se tutta una famiglia, un istituto, un paese, una diocesi, il mondo intero. ..E la consecrazione del
mondo intero al S. Cuore di Gesù venne raccomandata dal S. Padre pio nono con suo decreto 22 apr. 1875 (V. Acta S.
S. voi. 8, p. 404) a tutti i vescovi del mondo; e questi l’eseguirono consecrando le loro diocesi a questo Divin
Cuore con formula speciale mandata da Roma.
Noi l’abbiamo fatta questa consecrazione coi nostri vescovi; ma il
piccolo nostro istituto non esistendo ancora, come tale non vi concorse. È bene quindi che ancor noi, quali membri
dell’istituto della Consolata per le missioni veniamo a consecrarci al S. Cuore di Gesù, e compiamo
l’atto doveroso e che tanto bene produrrà all’istituto. - II P. Giovanni Roothaan Gen.le della Comp. di
Gesù il 4 luglio 1848 vedendo che la sua Compagnia in quel tempo burrascoso era travagliata, perseguitata e
dispersa, specialmente fra noi, con lettera a tutti i padri, li esortava a ricorrere al S. Cuore di Gesù,
ricordando le tante grazie che la Compagnia aveva da Esso ricevute in passato; al quale non si era mai ricorso invano; e
prescriveva speciali preghiere al culto del Divin Cuore e conchiudeva con S. Paulo: ""crescite in gratia et
cognitione Domini nostri et Salvatoris Jesu Christi. Ipsi gloria et nunc et in diem aeternita-tis. Amen"". E che
la fiducia di questo santo Religioso sia stata appagata, si scorge dalla straordinaria moltiplicazione di religiosi e di
opere buone in questa Compagnia... (v. lett.).
Noi che siamo come il granello di senapa, che a Dio piacendo
crescerà in albero e...; noi che abbiamo per iscopo una meta sì ardua e così ostile al demonio; noi
sì che abbiam bisogno di ricorrere al Divin Cuore, e di consecrarci in corpo con tutte le anime che Gesù
nella Sua bontà vorrà donarci per convenire a Lui; ridurre al suo ovile di buon Pastore ed accrescergli il
suo regno ""adveniat regnum tuum"". Da questa nostra consecrazione e dai doveri che con essa
c’imponiamo di fare di lui speciale professione, con onorarlo in noi e farlo conoscere ed amare da tante anime
infedeli, io aspetto ogni bene al nostro istituto; la venuta di degni confratelli, la santità nei medesimi e
l’arder di apostoli per le missioni...
La B. M. Margherita Alacoque scriveva che questa divozione era come un
albero (Vita Ab. Boulangé, p. 167).
Una cosa poi particolare per noi si è che questa divozione ebbe
principio tra le novizie (Ivi p. 140-1). Proprio come adesso tra voi che siete come novizi nell’istituto...
Raccogliamoci adunque con tutto l’ardore a’ piedi di questo divin
Cuore e più col cuore
che colla bocca ripetete ogni parola che vi leggerò. Al S. Cuore di Gesù, aperto dalla lancia, coronato di
spine, colla croce in cima si deve onore, adoraz. ed amore come a Cuore Divino, perché a Dio unito nella Divina
Persona, al Medesimo come simbolo di amore divino per noi che ci ama, con tutta l’anima consecriamoci (Mons. Gast.
past. 1875)... Promesse del S. Cuore alla Beata M.A.
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Pubblicato: Giovedì, 16 Marzo 2006 23:00