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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
8 agosto 1909
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sp; Quad. V, 15
8 Agosto 1909 Sulla Superbia
Esposto il Vangelo odierno (Dom. X) sulla parabola del Fariseo. Tutti siamo tentati di
superbia; questa cattiva radice, dice S. Francesco di Sales morirà solo con noi. Non bisogna
quindi troppo inquietarci per queste tentazioni e per la loro moltiplicità. La stessa pena che si prova di averle
è segno che di regola non acconsentiamo (Frassinetti - La Monaca in casa). - Siamo tentati in due modi: quando
ci succede qualche cosa di bene; e quando ci capita di peccare od altri inconvenienti non peccaminosi, che allora
c'inquietiamo e vorremo considerando pulirci della cattiva figura più che dell'offesa di Dio.
Per vincere la superbia ed acquistare l'umiltà: prima preghiamo
domandandola sempre al Signore, ma di cuore con voglia di usare i mezzi per ottenerla. Mezzi poi sono: riferire al Signore
ogni nostra azione, parole e pensieri al mattino e sovente nel giorno; e quando viene la tentazione senza star
lì a rompersi la testa, diciamo rivolti a Dio nel nostro cuore o nel SS. Sacramento: è roba tua. Dio
solo; et nunc quae expectatio mea ... nonne Dominus ... Folle che sarei... vade retro, satana; Gloria
Patri... Soli Deo honor et gloria; e ciò si fa in un batter d'occhio, anche senza dirlo, è già
inteso. Così si va avanti facendo anche meglio. Quanto poi alle cose andate male, bisogna non stare lì
ad esaminare, ma subito dire o pensare: bonum mihi quia humiliasti me; roba del mio orto, e poi avanti senza
inquietudine.
Cosi si vincerà la superbia e
s'acquisterà l'umiltà. S. Francesco di Sales desiderava di cuore di morire per mano del
carnefice e che tutti lo credessero colpevole. Il P. Fontana filippino fu calunniato ed il mondo ci credeva; ed egli
silenzio nel Signore...
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Pubblicato: Domenica, 04 Giugno 2006 23:00