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Scritto da beato Giuseppe Allamano
4 giugno 1911
Quad. VII, 14-
15
Dom. di Pentecoste
Nell'Epistola della Messa di ieri si
racconta che S. Paolo portatosi in Efeso... -Ai nostri tempi molti anche tra i cristiani non sanno che vi sia lo
Spirito Santo, od almeno non si curano di Lui. Ed i religiosi e missionarii, che lo dovranno fare
conoscere ai pagani, essi poi lo conoscono praticamente e si comportano con Lui come dovrebbero? Esaminiamoci.
Tre sono i nostri doveri verso lo Sp. S.: conoscerlo - amarlo - e seguirlo (ascoltarlo). 1.
Conoscerlo bene. Chi è lo Sp. S.; ce lo dice il Catechismo: la Terza Persona..., Dio come il Padre...,
eterno... (V. Simb. S. Atanasio). Tutto ciò noi crediamo per fede; ma tale teorica conoscenza la riduciamo
alla pratica? Prestiamo come al Padre ed al Divin Figlio il tributo dei nostri doverosi ossequii, come a
Dio...
E poi sappiamo che lo Sp. S. è l'amore
del Padre col Figlio; a Lui si attribuiscono i doni..., l'applicazione della grazia per salvarci e perfezionarci. ..
È Egli che illumina, scalda... Vedete gli Apostoli prima e dopo la Sua discesa. Egli che in tutti i tempi
formò i grandi Santi... Ecco la conoscenza che dobbiamo avere praticamente dello Sp. S.
2. Amarlo, è una conseguenza della nostra vera e pratica
conoscenza. Lo Sp. S. è tutto amore; e sotto il simbolo di fiamme discese sugli Apostoli; ignis,
ignem tui amoris... Egli ci ama, e per l'amore che ci porta desidera ardentemente di comunicarci se stesso ed i suoi
doni. Ora amore esige amore; desiderio, desiderio. Ed oh! come ben esprimono questi sospiri amorosi tutte le parole
del Veni S. Sp., del Veni Creator e del V.S. Sp. et emitte... Solo bisogna farle
nostre, dirle con tutta l'anima: Veni, Pater paup...
3. Seguirlo, nelle Sue ispirazioni con generosità e costanza. Quante anime in certi
momenti di fervore ascoltano i suoi inviti, ma presto si stancano e lasciano il bene e la propria santificazione a
metà; quindi in
loro lo Sp. S. non può operare le Sue
meraviglie. Anzitutto bisogna rimuovere gli ostacoli che si oppongono alle sue operazioni in noi, che sono i peccati
ed i difetti. Specialmente ostacola in noi l'opera dello Sp. S. l'attacco a certi nostri difetti abituali; ciò
che fa parte di quel peccato che si chiama impenitenza finale. Bisogna essere generosi nei tagli dei nostri difetti, e
cosi cooperare alla nuova creazione che lo Sp. S. vuol fare di noi: emitte ... et creabuntur... Felici coloro che
si danno tutti a discrezione degli impulsi dello Sp. S. e gli van dietro con coraggio. Egli ne farà degli eroi e
dei Santi, come gli Apostoli e S. Fr. Zaverio. In costoro e per essi Egli rinnoverà la faccia della terra:
ren. f.t.
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Creato: Mercoledì, 07 Giugno 2006 10:16
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Pubblicato: Martedì, 06 Giugno 2006 23:00