PARTENZA DI MISSIONARI

14 febbraio 1912
Quad. VII, 22-23
(14 Febbr.)
Parole per la imposizione dei crocifissi
e della partenza dei coad. Bartolomeo e Giacomo
Carissimi figli inN.S.G.C., prima di partire per le missioni, voi de­siderate un mio ricordo. Ed io ve lo do con un pensiero da portare con voi e tenere vivo nella mente tutta la vita. Il pensiero è il fine per cui sie­te venuti all'istituto, il fine per cui siete qui stati per un certo tempo; ed il fine per cui ora partite. E perché tutto questo: prima per santificare voi stessi, ed in secondo luogo convertire gli infedeli. Ecco il pensiero che dovete sempre avere in mente: santificarvi e non solo come sono obbligati tutti i cristiani, coll'osservanza dei santi comandamenti, ma di più coll'osservanza dei consigli evangelici per essere degni seguaci ed apostoli di N. S. G. C.
Solamente facendo voi santi e grandi santi, potrete ottenere il se­condo fine, proprio del nostro Istituto: salvare, salvare molte anime in­fedeli. Voi ripeterete: sovente a voi medesimi l’ad quid venisti di S. Bernardo. E ciò rammenterete al mattino nella Meditazione e dopo la S. Comunione, e più volte al giorno, specialmente quando qualche pe­na vi assale: allora come faceva S. Bernardo vi scuoterete e prenderete nuovo coraggio. Ma non basta ricordare così il fine vostro; bisogna, come dice S. Ignavo, tutto dirigere e regolare conforme al consegui­mento del fine: ogni cosa sempre valutarla praticamente alla stregua del fine. Lavori, impieghi, salute ecc. sempre in riguardo a detti fini, in quanto vi ajutano e vi allontanano dal conseguimento di esso.
S. Vincenzo de' Paoli scrive che i coadiutori devono ajutare i sa­cerdoti missionari nei loro ministeri, facendo specialmente l'uffizio di Marta secondo i comandi dei superiori e particolarmente aiutandoli colle loro preghiere, sacrifici e col buon esempio.
Si, dovete pregare e pregare molto, oltre le preghiere comandate, prendete l'abito delle giaculatorie e comunioni spirituali in mezzo al la­voro, rivolgendo il pensiero a Gesù Sacr. che sta non lungi da voi in quella meschina Cappelletta della stazione. Sacrifizii, veramente scrisse pochi giorni sono il nostro caro coad. Carlino, non vi sono poi tanti s-crifìzi da fare; mangiare mangiamo, bere, beviamo almeno della buona acqua, abbiamo sempre un buon clima... ma c'è un sacrifìcio da fare, e si è di avere molta pazienza coi poveri neri: rozzi e cocciuti bisogna trat­tarli sempre bene; e guai che si scappasse la pazienza, sarebbero anime che si allontanerebbero e perderemo. Dunque pazienza e mansuetudi­ne...
In terzo luogo dovete dare buon esempio ai confratelli ed ai neri, i quali impareranno più dal vostro contegno che dalle vostre parole la stima e l'amore alla nostra S. Religione. Eccovi miei cari, i ricordi che vi do, teneteli a mente e praticateli, e sarete santi missionari.
Arrivati in Missione, baciate quella terra che dovrà essere cosparsa dei vostri sudori, ed offritevi vittime al Signore per l'adveniat Regnum tuum. Salutate Monsignore ed i confratelli. Dite loro che in Casa-Madre pensiamo a loro e preghiamo per loro. Dite che qui tutti anelano a raggiungerli, dai più anziani ai più piccoli studenti... Pax et benedictio Dei sit semper in cordibus vestris.
giuseppeallamano.consolata.org