COMUNIONE EUCARISTICA

9 giugno 1912
Quad. VII, 27-29
1912.
Dom. infra Oct. Cor. Domini
Crederei di mancare se oggi non v'intrattenessi sul dolce argomen­to della SS. Eucaristia. La S. Chiesa si occupa di Gesù Sacramentato per tutta un 'ottava e colla maggior solennità possibile. Già sapete l'ori­gine di questa Festa, che nello spirito della Chiesa deve supplire a quan­to non si può fare nel giovedì Santo.
Gesù nella SS. Eucarestia è vittima, cibo ed amico; vittima nel S. Sacrificio della Messa; cibo nella S. Comunione; amico da visitare fre­quentemente.
Non posso stassera parlarvi di N.S. Gesù sotto i tre aspetti; mi li­miterò alla S. Comunione. Sarebbe da considerare il grande dono ch'essa è; ma bastino le parole di S. Agostino: Deus cum esset omnipotens (V. Pagani). Piuttosto veniamo alle disposizioni ed ai frutti della S. Comunione. S. Teresa, S. M. Maddalena de' Pazzi dissero che ba­stava una comunione ben fatta per farci santi. Ora come va che noi do­po tante Comunioni non siamo tali; ma sempre coi soliti difetti: super­bi, senza carità? Defectus non in cibo, sed in sumente.
Per accostarsi alla S. Mensa è necessario assolutamente di non ave­re sulla coscienza un peccato mortale certo. E voi sapete che per fare peccato mortale sono necessarie tre condizioni: materia grave, piena avvertenza e piena volontà nell'atto che si commette il peccato. Se man­ca una di queste condizioni il peccato non è più mortale, ma veniale ed anche non peccato. Quindi le tentazioni anche brutte, se non si accon­sentono, non impediscono la Comunione, tanto meno i sogni cattivi e quanto accade nel sonno: potremo uccidere qualcuno nel sonno e non facciamo peccato. - Dunque chi non sa di avere un peccato mortale sulla coscienza, può presentarsi alla Comunione; no chi sa di averlo prima di essersi ben confessato; e ciò fosse anche alla Domenica; la lascia anche tutta la settimana finché non si sia confessato.
Ma se ciò basta per non fare un sacrilegio, basterà per ottenere i frutti tutti della Comunione? No; Non basterebbe per piacere a Gesù e riceverne le grazie, il non averlo ucciso; rursum crucifigentes Filium Dei; senza badare a percuoterlo, ingiuriarlo ecc. ciò che si fa coi peccati veniali, specialmente deliberati. Quell'andare sovente alla Comunione ed essere sempre il medesimo superbo, invidioso, disubbidiente, pigro, goloso...; che piacere può fare a Gesù. Si, ne avremo sempre delle mise­rie; ma portiamo ogni volta a Gesù vero desiderio di emendarcene, ed anche ogni volta qualche sforzo fatto, qualche vittoria ottenuta, sulle nostre passioni. Allora il Signore gradendo quel poco, ci aiuterà colle Sue grazie a farne dei maggiori e più frequenti, e così c'incammineremo per la via della perfezione.
Ma per ciò fare non bisogna andare alla Comunione, come si an­drebbe a colazione; ma ben prepararci e ringraziare; e poi usciti di Chiesa continuare a ricordarci di Gesù, che è lì nel nostro cuore: Deus in medio tui, ipse dominatur tui.
Ecco la nostra preparazione ed il ringraziamento prossimi e remoti. È bene nel prepararci in Chiesa alla Comunione avere il libro colle preghiere per ciò; ma bisogna anche parlare a Gesù da noi. Con un pa­dre, un amico parlando non gli leggiamo libri; ma gli diciamo ciò che sentiamo nel cuore, così con Gesù; quindi in preparazione facciamo tre atti: di fede, di dolore, di amore; in ringraziamento cinque: di adora­zione, di ringraziamento, di offerta, di domanda e di consolazione (Spieg.) (V. Libro mio di preghiere). Per esaurire tali atti ci vuol tempo; facciamo quel che possiamo...
Quanto alla preparazione e ringraziamento remoti, dividiamo il giorno dalla sera (nella Visita) al mattino, servendoci dei sospiri dei Patriarchi e dei Profeti: veni Domine... Imitiamo quel ministro che invita­to a pranzo del re il domani, andava pien di gioja e desiderio dicendo cras cum rege pransurus sum. Andando a letto e svegliandoci di notte, un pensiero a Gesù che dal vicino tabernacolo ci aspetta ed anela che si suoni la levata perché veniamo a riceverlo; quindi al mattino figuriamo­ci di sentire: festinans descende, quia in d. t. oportet me manere; e così affrettiamo col desiderio l'ora di andare in Cappella. Entrati nel genuflettere uno sguardo al tabernacolo "adoramus..; e con Samuele: ecce quia vocasti me. Così le preghiere restano ordinate alla S. Com.
Il ringraziamento remoto può farsi dividendo tutta la giornata in cinque parti come gli atti pel ringr. prossimo: dalle 8-10 ecc. in unione cogli Angeli e Santi - i Giusti della terra -; gli animali - le piante - le pie­tre e minime creature, colle parole del Benedicite.
Prendete, cari, questa pia pratica; così le vostre Comunioni saran­no fervorose, vivrete di Gesù tutta la vita; tutto rivolgerete a Gesù e tut­to partirà da Lui; come il cuore, cui va il sangue per le vene e parte in tutto il corpo per le arterie.
Felici voi se così starete uniti a Gesù; Egli sarà la vostra felicità in vita ed il premio in Cielo "Mens impl. gr. et fut. gl."
giuseppeallamano.consolata.org