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Scritto da beato Giuseppe Allamano
21 luglio 1912
Quad. VII, 30
Sulla tiepidezza (20 luglio 1912)
P. Righini uno dei Predicatori degli Es. Sp. ai sacerdoti in S. Ignavo ha fatto una
predica sulla tiepidezza, che vi ripeto
sommariamente.
La
tiepidezza, come il fervore non si possono definire; meglio si capiscono
dai sintomi di essi. Della tiepidezza primo sintomo è il fare abitualmente peccati veniali deliberati. - Secondo
fare le preghiere d'obbligo come per mestiere, per necessità; quindi trovare scuse e le più larghe sentenze
di morale per lasciarle; es. il Breviario per la predicazione. -
Terzo trovare esagerazione nella vita dei nostri confratelli ferventi, e sparlarne. - Quarto, perdere la stima e
l'amore al nostro stato, quasi pentiti del passo fatto; quindi cercare godimenti nel mondo e nelle conversazioni coi
secolari, e negli interessi mondani.
Rimedii alla tiepidezza: 1) volere sinceramente e fortemente
scuotersi e darsi al fervore. 2) Ripigliare l'abitudine delle preghiere, specialmente della
meditazione ben fatta e quotidiana, prep. e ringr. della S.
Messa, del Breviario
ben detto, SS. Rosario e Visita al SS. 3) Divozione al S. Cuore di
Gesù con giaculatorie lungo il giorno e tutto indirizzando a Sua
consolazione.
P.U. Costa, quad. Il, 26-29
Domenica - 21 Luglio 1912
L'altro giorno (Martedì 16, appena ritornato dal Santuario di S. Ignazio)
vi avevo detto che vi avrei fatto il sunto d'una predica d'un bravo predicatore degli
Esercizi... su che cosa? Dì un po' tu (ad un giovanetto... e rimanendo quello incerto su che dire)... sulla
tiepidezza. Si quel Padre Gesuita (P. Righini) diceva:
Della
tiepidezza non si può dare una definizione, si può descriverla, come il fervore, di cui è
l'opposto. Vi sono vari segni per riconoscerla, e questi segni che dava il predicatore sono proprio giusti:
1°. Il commettere abitualmente peccati veniali deliberati. Notate dico
peccati veniali: non parliamo di mortali. Chi commette peccati mortali e se li tiene peccati mortali e se li tiene nel
cuore, non solo è tiepido, ma cattivo. E neanche quei peccati veniali che ci scappano, che non sono deliberati;
oppure il commettere qualche volta un peccato veniale deliberato, apposta;... dir una bugia sapendo proprio di dirla...
costui non può ancora dirsi tiepido, ma chi commette peccati veniali apposta abitualmente come bere un
bicchier d'acqua.
2°. La negligenza nel fare le preghiere solite:
evitar di farle quando si può, non prendersi cura di dirle quando si sono omesse, farle per abitudine, per
mestiere. Non parlo qui delle preghiere obbligatorie, come il Breviario pei sacerdoti, che ometterlo sarebbe
peccato mortale, ma delle nostre preghiere comuni, di ogni giorno.
3°. Il
tacciare di esagerato ciò che fanno i nostri confratelli fervorosi. P. es., quando uno in ricreazione mette su un
discorso spirituale il dire: oh, che esagerato!... mentre dovremmo far tutti così.
4°. Perder la stima al proprio stato - Voi (agli studenti) non l'avete ancora il vostro stato;
... diciamo la vostra condizione... Quando non vuole andar via... ma comincia a dire...: se non ci fossi ancora non
verrei... ecc...
Chi avesse questi segni, o anche uno solo di essi, dica pure:
io sono tiepido.
E dalla tiepidezza cosa ne viene? Ne viene quel che
narrava lo stesso predicatore di se stesso. Egli era entrato nel noviziato dei Gesuiti a Chieri con altri
giovani nobili come lui, i quali poco dopo uscirono (Come avviene in tutte le comunità: ce n'entra e ce ne esce).
Egli allora fu preso dalla melanconia pel timore d'aver a uscir anche lui dopo 1 anno, 2, 3, e far la bella figura d'un
Gesuita sgesuitato. Perciò si recò dal padre spirituale, un santo padre (P. Ciravegna) e gli disse:
"Non dovrò io un giorno far la stessa strada dei miei compagni?... Io sono contento di star qui, ma
vorrei esser sicuro di continuare sempre...". E quegli rispose: "Se vuoi essere sicuro di perseverare,
mantienti sempre nel fervore, non lasciarti cadere nella tiepidezza... solo la tiepidezza può farti
uscire..." Ed io, continuava il predicatore, ho procurato colla grazia di Dio di mantenermi mel fervore; ho
continuato a stare nella Compagnia, e fortunato che ci sono!...
Certamente che si può uscire per tanti altri motivi; per salute, mancanza del necessario
ingegno, a motivo dei parenti (l'anno scorso la madre d'un giovanetto venne a strapparlo via con tanti gesti...) per
mancanza di vocazione...
Ma quando
uno ha la vocazione (agli studenti: e per voi l'esser qui è già un segno di vocazione), e non vi
sono altri motivi, l'unica cosa che può farlo uscire da questo Istituto, come da qualunque altro, è la
tiepidezza.
E come fare per non
cadere nella tiepidezza, uscirne se si è già caduti? Quel bravo predicatore dava tre mezzi:
1° Volere fortemente e sinceramente -
Non quelle mezze volontà, quelle velleità.., di mezze volontà, dicono i santi, è pieno;
l'inferno. Volere risolutamente... è questione di volontà. Sapete quel che rispose S. Tommaso alle sue
sorelle che gli domandavano come fare a farsi sante... Si aspettavano forse un trattato, ed egli rispose; Basta
volerlo - voglio farmi santa, gran santa, presto santa.
2° Far bene le preghiere, specialmente la meditazione, la visita al SS.
Sacramento, e parlava a sacerdoti, la preparazione ed il ringraziamento alla S. Messa, noi diremo, alla S.
Comunione.
È una gran cosa la
nostra volontà, diceva il predicatore, ma non basta, ci vuole la grazia del Signore, e questa si ottiene colla
preghiera.
Pregar bene dunque (le
distrazioni involontarie che ci vengono non contano)... e non per abitudine, per mestiere...
3° La devozione al S. Cuore di
Gesù - L'ha promesso alla B. M. M. Alacoque: "Con questa divozione i peccatori si
convertiranno, le anime tiepide diventeranno fervorose".
P.G. Ricchetta, datt. 1
21 luglio 1912
Tiepidezza
Si conosce:
1) Dal fare nessun conto dei peccati veniali deliberati.
2) Dal fare le preghiere della Comunità senza porvi mente.
3) Dal trovare esagerata la pietà dei Confratelli.
4) Dal perdere la stima al proprio stato.Si ripara:
1)
Coll'avere una ferrea e costante volontà.
2) Col fare bene
le preghiere della Comunità.
3) Coll'avere una tenera
devozione al S. Cuore di Gesù.
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Pubblicato: Martedì, 06 Giugno 2006 23:00