FEDE E SPIRITO DI FEDE

                  & nbsp;                   &nb sp;                    27 ottobre (e 31 ottobre) 1912
Quad. VIII, 4-6
Sulla Fede e lo spirito di Fede
(27 Ott.)
(31 Ott.)
Abbiamo l'ultima volta detto che le virtù sono mezzi per consegui­re la perfezione per tutti, anche i cristiani in grado più rimesso che i reli­giosi, i sacerdoti e missionari. Incominciamo dalle teologali. S. Agosti­no dice che la perfezione si fonda sulla Fede, s'inalza colla speranza e si compie colla carità. Prende la similitudine da una casa: domus Dei cre­dendo fundatur, sperando erigitur, diligendo perficitur. La Fede è il fondamento primario della perfezione. S. Tomm.: primus accessus ad Deum est per Fidem; - Quod est primum in acquisitione virtutum fundamento comparatur (La Perf. C. p. 10).
Quindi: 1) La fede è fondamento ed anche l'umiltà, ma in modo diverso, quello directe, per quod scilicet primum, ad Deum acceditur;
questa per modum removentis prehibens (S. Tomm. l.c.): quello positi­vo, questo negativo; cioè nelle fondamenta, questa scava e taglia, lo sterro e cioè la superbia..., quello pone le pietre fondamentali su cui si fonda fermo l'edifìcio.
2) La necessità della Fede per avere tutte le altre virtù, altrimenti sulla arena... 3) per salvarci: sine fide impossibile est piacere Deo... 4) per noi specialmente... S. Paolo a Tim.: Tu, o homo Dei, sectare fìdem.
Pratica: Credo, Domine, sed...; adauge nobis fidem. Sovente recit. il Credo.
Qui voi mi direte, che grazie a Dio la Fede l'avete, e la tenete ben cara; se talora il demonio vi suggerisce pensieri contrarii tosto li rigetta­te e disprezzate. Bene, voi avete la Fede teorica; ma possedete pure la pratica della Fede, vivete conforme ai dettati della Fede, modellate tutto voi stessi sulle norme che vi propone la Fede? Dice S. Giac. : Fides sine operibus mortua est. In una parola la vostra è una vita di Fede? Siete giusti che vivete di Fede: justus ex fide vivit? Questa vita di Fede «con­siste in un convincimento vivo e profondo, che chi l'ha, ne porta seco dovunque la salutare impressione» (Chaignon). La vita di Fede è come la vita dell'anima al nostro corpo: questo senza di quella è morta, (sic) senza vita, senza merito; con essa è vivificato, opera..., così della vita di Fede, nell’operare soprannaturale.
Veniamo alle applicazioni. La vita di Fede riguardo il nostro interiore e l'esteriore, cioè mente e cuore — i sensi. Vivere di Fede vuol dire modellare i nostri pensieri, giudizii ed affetti e desiderii continuamente e ovunque sulle norme della Fede (P. Bruno Conf. al Clero).
1) Pensieri; Dio solo -; quid hoc ad aeternitatem - Dio ti vede Es. S. M. Madd. de' Pazzi. S. Luigi. Solo Dio e peccato. S. Agostino:
omnia dicunt ut amem te.
2) Giudizii sulle cose della terra; onori, ingegno, roba... Es. S. Franc. Forgia. S. Gius. B. Labre.
3) Affetti ecc. S. Francesco di Sales: Se io... - S. Paolo: vivo ego... - S. Bernardo predicando.
Quanto all'esteriore con la lingua: si quis loquitur quasi sermones Dei; non umani, profani e carnali. - Due porte: labbra e denti. Cogli occhi. S. Franc. Borgia... S. Ignazio: quam sordet tellus, dum coelum aspicio; coll'udito. Lo Sp. S.: sepi aures tuas spinis; non curiosi, ma de­siderosi di udire le cose di Dio. S. Paolo di Gesù e S. Bernardo di Gesù. Col gusto, odorato e tatto: satiabor cum apparuerit gloria tua: torrente voluptatis tuae potabis eos. Tanti bocconi, tante Com. Sp.li. Fatto del monaco che mangia spine (Castelvetere). Con tutta la persona. Semper mortificationem Jesu in corpore nostro circunferentes, quindi mode­stia.
Fatti: Mons. Gastaldi sentissi chiamati al Chiericato dal vedere il Teol. Ignazio Vola a dir la S. Messa. - Quel Vescovo che diede del sacri­lego al parroco che in casa aveva tutto pulito, all'altare un corporale in­degno.
Beni che apporta la vita di Fede: 1) Oltre il premio in Paradiso, per cui tutte le sue opere anche più piccole sono oro; omnia cooperantur in bonum, e la pace in morte: tante consolazioni in vita; superabundo gaudio, cum ipso sum in tribulatione. S. Paolo e S. Franc. Zaverio; i santi tutti tranquilli... 2) Fecondità del sacro ministero. (Chaignon Sac. Sant.). Protegam eum, quoniam cognovit nomen meum. 3) Da tutte le virtù, specialmente zelo e sacrificio. S. Franc. di Sales ecc. 4) La stessa stima del mondo = Ven. Cottolengo, Cafasso, Bosco... Invece chi non l'ha: inettitudine al dovere, pene, peccati, induramento del cuore con impenitenza finale.
Conchiudendo consideriamo il missionario fedele alla vita di fede e quello che non vive di questa vita; felice quegli, infelice questi nel tempo e nell'eternità.
P.U. Costa, quad. II, 32-34
Domenica - 27 Ottobre 1912
1° Dicevamo adunque l'altra Domenica che la perfezione consiste nella carità e nella pratica delle virtù e dei consigli. E cominciando dalle virtù abbia­mo le teologali. E dapprima la fede: Dice S. Agostino: Domus Dei credendo fundatur, sperando erigitur, amando perficitur.
2° Dice S. Tommaso che due sono i fondamenti della perfezione: l'umiltà e la fede: con questa distinzione: che l'umiltà è il fondamento negativo che to­glie che sgombra, e la fede è il fondamento positivo ossia la base della cristia­na perfezione.
3° La fede è da esercitarsi nelle nostre azioni interne ed esterne ossia deve dirigere l'esterno e l'interno.
L'interno nei pensieri e nei giudizi:
a) nei pensieri col fare tutto con retta intenzione, anche le azioni più bas­se. Si narra che un padre andato a visitare il figlio frate vide che a tavola man­giava delle lunghe spine. Impressionato di questo gliene domandò spiegazio­ne, ed il figlio gli disse che durante la tavola pensava alla coronazione del Si­gnore. Iddio aveva premiate quelle sante meditazioni...
b) nei giudizi: Si legge nella vita del B. Labre che passando egli un dì tutto lacero e cencioso davanti ad un Signore, si sentì rivolgere questa esclamazione di compassione: "Povero disgraziato!" Il beato tutto giulivo si ferma e ri­sponde: "Oh no, Signore, non sono disgraziato, sono in grazia di Dio".
4° Deve regolare il nostro esterno specie nelle parole, nelle opere, nel por­tamento.
a) Nelle parole perché ex abundantia cordis os loquitur. Così moderare la lingua. Le nostre parole dovrebbero essere sempre piene di pietà, carità e pru­denza.
b) Nelle opere. Si narra che un vescovo visitando un suo parroco trovò che aveva i corporali sporchi mentre la sua lingeria era tutta pulita. Allora gli domandò se credeva: II parroco stupito non rispondeva ma il Vescovo l'incal­zava: "rispondetemi, credete?" - "Certo" rispose il Parroco. "Tanto peggio" se non credesse, sarebbe scusabile, ma poiché crede è un sacrilego".
Si vedono alle volte certi corporali... ah! se si credesse...! ! ma veniamo a noi.
e) Nel portamento: occhi: Si legge di S. Francesco Borgia che passando davanti alle vetrine della città soleva dire: "Tutte cose di cui io faccio senza", e passava oltre.
Gola -Non solo nel cibo che prendiamo, ma anche nel modo con cui lo prendiamo,... cercando di sollevarci un po' colla mente a Dio...
5° Cerchiamo dunque di ravvivarci nella fede ma nella fede viva, operati­va perché sapete che la fede sine operibus mortua est.
Alle volte recitiamo tante preghiere il Pater, l'Ave, recitiamo qualche vol­ta anche il Credo... mettiamo un'attenzione speciale anche in questo... Se tutti devono aver fede, quanto più i Sacerdoti...
giuseppeallamano.consolata.org