- Dettagli
-
Scritto da Beato Giuseppe Allamano
3 novembre 1912
Quad. VIII, 6-7
Sulla speranza
(3 Nov. 912)
S. Agostino: Domus Dei... sperando erigitur. La casa della nostra perfezione si
erige colla speranza. E notate col Santo Dottore, la parte principale che tiene la speranza nel nostro progresso
nella perfezione:
quanto tutta la fabbrica della casa è di
più delle fondamenta e del coperto, tanto è necessaria la speranza. È un santo dottore
che parla. Non che non siano necessarie ed in certo modo di più le virtù della Fede e della
carità per essere cristiani, ma per arrivare alla perfezione la parte principale la speranza. Eppure
generalmente non si ha questa stima della speranza: si sente l'obbligo di credere e di amare, e non si ammettono
pensieri contro queste virtù: invece non solo dai cattivi, ma anche dai buoni e più da questi, si pensa di
avere troppa speranza e si ammettono scoraggiamenti, pene contrarie alla speranza, sotto la specie di bene e di timor di
Dio. Es. di Caino e Giuda, Nabucodonosor. Il Ven. Cottolengo fu l'uomo di Fede; il Ven. Cafasso della speranza; del primo
un Vescovo diceva: se a Torino mancasse la Fede, il Cottolengo ne avrebbe per tutti. La speranza e
confidenza in Dio fu la caratteristica di D. Cafasso. Basta leggere il capo della di lui vita sul Giansenismo.
1. Necessità che abbiamo noi della speranza. La
speranza esimia, più robusta si chiama fiducia, confidenza. In questo mondo tutti sperano: il mercante, il
soldato... (Pred. Sem.).
1) Per coprire la sproporzione
che passa tra il nostro nulla e l'altezza della nostra vocazione religiosa - sacerdotale ed
apostolica:
a) ai buoni per non scoraggirsi della chiamata di Dio. Es.
Chanel; ed alla corrispondenza per le frequenti ricadute nei difetti e peccati. Ven. La Colombiere. È
inutile... son sempre..., terra dedit...
b) ai tiepidi per scuotersi ed
infervorarsi: bonus Dominus animae quaerenti illum.
c) agli stessi
cattivi per sorgere dai loro vizi. Surgam. S. Agostino.
2) Per l'avvenire, in missione. Verranno tentazioni di scoraggia-menti per le nostre miserie, pel poco frutto,
per la solitudine... Qui confidit in Dom. sicut
mons Sion.
3) Per fare piacere a Dio stesso che
tutto accorda a chi confida. S. Caterina (V. Conf. P. Bruno).
2. Mezzi per averla viva e piena. 1) Spogliarci della confidenza nei mezzi umani, che sono in noi
(talento, virtù, cariche ecc.) e negli altri (stima...).
2) Riflettere sovente e praticamente alla potenza, sapienza e bontà di Dio a nostro speciale
riguardo (V. sopra - S. Caterina).
3) In tutto, anche
nelle cose minime sollevarsi a Dio e sperare in lui. In verbum tuum supersperavi...; quoniam singulariter in spe
constituisti me... in Te Domine speravi non... ed in tutta la S. Scrittura. Es. S. Filippo: son disperato. S. Vincenzo
(V. La perf. Cr.)
S. Franc. S. per la malattia della
Chantal (La perf. cristiana).
P.U. Costa, quad. II, 34-37
Domenica - 3 Novem. 1912
È questo il 1
° ritiro mensile che facciamo dopo gli esercizi spirituali ed ha perciò importanza specialissima. Dobbiamo
spolverare i nostri proponimenti:
se li abbiamo trascurati, rivederli e se non
li abbiamo osservati, riproporre. Dobbiamo guardarli tre volte al giorno negli esami di coscienza. Non cambiarli
ancora; perché in un mese non possiamo averci vinti in un difetto. Si omni anno unum vitium... E neppure
non cambiarli perché si cade di più e non dire che è meglio non proporre. Sempre avanti con coraggio
come appunto continuando il nostro argomento dell'altra domenica dopo la fede abbiamo la speranza: Domus Dei
sperando erigitur.
S. Agostino adunque diede la parte principale
della perfezione alla speranza, egli una testa così fina sapeva cosa dicesse.
La confidenza è la quintessenza della speranza. I Sacerdoti devono averne un magazzino per darne agli
altri come il Ven. Cafasso di cui si dice che la sua parola cambiava la disperazione nella più bella confidenza in
Dio.
Non dobbiamo scoraggirci per i peccati della vita passata. Ricordarli per
umiliarci sempre più, ma non sempre esserci sopra come se il Signore non ci avesse perdonati.
Fu un dì visto S. Filippo correre per le vie di Roma gridando: Son disperato! Son
disperato! - Alcuno gli disse: ma che fa Padre Filippo? - Si, rispose egli, son disperato di me, per confidar tutto in
Dio!
La speranza deve sempre guidare i nostri passi specialmente se ci vediamo
imperfetti, o se troviamo difficoltà o altro nella vocazione.
Si legge
del B. Chanel che destinato per le Missioni d'Oceania esitava partire vedendosi troppo imperfetto, per un sì
nobile e grande ufficio. Incoraggiato da una suora sua parente ad avere speranza in Dio partì e si fece santo
e fu martire della fede.
Non dobbiamo temere mai, nelle nostre cose, nel corso
degli avvenimenti,
S. Francesco da Paola visitando una casa della sua
congregazione in una città di Francia fu pregato dal prefetto di questa città di ottenergli un favore alla
corte (sì attaccata al santo) promettendo ch'egli avrebbe favorito sempre i suoi religiosi. "Il favore ve
l'otterrò, rispose il santo, in quanto poi alla vostra protezione, ne faccio senza poiché voglio che i miei
religiosi non pongano la loro speranza che in Dio solo.
La B. Chantal era stata
spedita dai medici. S. Francesco che in Lei aveva poste tante speranze per la fondazione del suo ordine, calmo, tranquillo
la preparò alla morte pensando: "È vero che aveva posto in lei tante speranze, ma se il Signore vuole
così, me ne darà un'altra".
Dunque aver fiducia in tutto. Vi
son certi tipi che temono sempre, hanno sempre paura; certe volte è timidità, ma non bisogna; andiamo avanti
nel Signore, diciamo col salmista in Verbum tuum supersperavi, non solo ho sperato, ma supersperavi. Dicono del
Ven. Cottolengo che aveva tanta fede che se in Torino fosse mancata la fede il Ven. Cottolengo ne avrebbe avuto da darne a
tutti. Così possiamo dire del Ven. Cafasso per la speranza e confidenza in Dio. Questa è la sua virtù
specialissima, la sua virtù eroica.
Rileggete quel capitolo ove parla
della sua confidenza in Dio, dategli uno sguardo.
Il Signore ci fa
piacere che noi meditiamo la sua bontà la sua sapienza e la sua potenza, meditiamoli adunque che come diceva il
Signore a S. Geltrude è come se lei stessa glieli avesse dati, e glieli desse quando li meditava.
Speriamo sempre ed il Signore ci farà santi.
Quando al Ven. Cafasso dicevano che la porta del Paradiso è stretta, rispondeva,
ebbene passeremo uno alla volta.
- Dettagli
-
Creato: Mercoledì, 07 Giugno 2006 10:47
-
Pubblicato: Martedì, 06 Giugno 2006 23:00