NOVENA DI NATALE - LO ZELO

15 dicembre 1912
Quad. VIII, 13- 15
Novena del SS. Natale
(15 Dic.)
Domani incomincia... La S. Chiesa già da due settimane ci va esor­tando... Regem venturum... Oggi poi per più scuoterci: Prope est jam D... - Si commemora in questa solennità la nascita di N.S. di duemila anni fa, e la nascita spir. in noi. A questo secondo intento sono dirette le parole della Chiesa. Per ben prepararsi a ricevere Gesù e le Sue gra­zie: 1) non peccati neppur piccoli deliberati: montes et colles. - 2) racco­glimento, fedeltà agli inviti della grazia di Dio, ed aspirazioni: Veni Dom... Gesù vuol essere desiderato, e verrà nelle nostre anime a pro­porzione dei nostri desideri...
(15 Dic.) ZELO
Lo zelo è effetto dell'amore; S. Ag.: zelus est effectus amoris. Ma d'un amore vivo, intenso: S.G. Gris.: ex magno amore nascitur zelus. Anzi lo zelo non si distingue dalla carità stessa; zelus charitas est: S. Agostino. Sicché chi non ha zelo è segno che non ha carità: qui non zelat non amat: S. Ag. Come doppioè l'oggetto del nostro amore: Dio e il prossimo, così di due sorta è lo zelo: l'onore e la gloria di Dio, e la salvezza delle anime. Parliamo prima dello zelo dell'onore di Dio. In tutto il creato c'è Dio colla sua immensa presenza; perciò dovunque de­ve essere da noi onorato. Ma Egli si scelse questi luoghi particolari in terra dove fosse specialmente venerato; e questi sono in antico il Tem­pio di Gerusalemme, e dopo le Chiese tutte cristiane.
in molte Gesù C. abita personalmente in corpo, sangue, anima e divini­tà. Perciò è dovuta loro maggior venerazione. Di esse veramente deve dirsi: locus iste sanctus est: Domum tuam decet sanctitudo: - Pavete ad Sanct. meum. Se nel tempio antico per rispetto solo poteva entrare nel Sancta Sum il Sommo Sacerdote e semel in anno e con molte abluzioni e sacrifìzi; quale dovrà essere più grande la nostra venerazione...
Se Gesù per due volte in principio ed in fine della Sua vita Apost. derogando alla Sua esterna mansuetudine, scacciò dal Tempio i profa­natori; che non farà con noi quando nelle nostre Chiese... Zelus D. t. comed. me.
Adunque venerazione nelle nostre Chiese e pulizia (V. De Molina). Sarebbe conveniente e dovuta a N.S. sontuosità nelle nostre Chiese, e bene si opera nei Santuari a spendere somme ingenti perché Dio abbia un trono meno indegno di Lui. Ma se ciò non si può fare dapertutto, specialmente in Missione, dove Gesù deve contentarsi di essere povero coi poveri missionari, dovunque nelle Cappelle e Chiese si può e deve esservi pulizia e ordine: ciò che non costa.
Sentite l'elogio che il Massimo Dottor S. Gerolamo faceva del gio­vane sacerdote Nepoziano, a Lui carissimo: erat sollicitus, si niteret Al­tare, si parietes absque foligine, si pavimenta tersa... si sacrarium mundum, si vasa luculenta, et in omnes ceremonias pia sollicitudo disposita. Non minus, non majus negligebat officium. Ubicumque eum quereres in Ecclesia invenires. (Ep. ad. Eliod.). Imitiamo questo santo sacer­dote, non in fare cose grandi, ma in queste che sono veramente grandi per l'onore di Dio; e così lodate dai Santi. Ci vorrebbe, scrive il Bollet­tino dei Sacerdoti Adoratori, 1912 anche un galateo Eucaristico, per ben insegnarci come dobbiamo parlare ed operare in Chiesa. Fatto del­la genuf. del Cardinale Mermillod e del Papa Pio IX, che curava da sé le lampade della sua Cappella privata.
Felici voi, se v'investirete di questo spirito dell'onore di Dio, zele­rete la sua gloria; in Missione nelle misere Cappellette terrete ordine, pulizia; e così sentirete continuamente in esse la presenza di Dio, e Dio verrà glorificato dalla gente: sanctificabor in iis, qui appropinquant ad me, et in conspectu omnis populi glorificabor.
 
P.P. Albertone, quad. V, 1-4
Domenica — 15-12-1912
a) Se l'amore è intenso allora si ha zelo. Zelus est effectus amoris, ergo qui non zelat non amat; di modo che chi ha zelo, ha amore, e chi ha amore ha zelo. Ex magno amore nascitur zelus, zelus charitas est. Si abbia amore, vero, intenso amore ed allora si zelerà. Il vero zelo,cerca l'onore della persona a cui porta amore. Lo zelo falso nasce da superbia o da invidia. Se non c'è zelo, non c'è amore. Lo zelo ha pure doppio oggetto come l'amore, cioè l'onore di Dio e la salute delle anime. E prima di tutto zelo per l'onore di Dio.
b) La Chiesa è il luogo ove vuole essere onorato. L'antica legge dimostra quanto Iddio volesse rispettato il luogo santo ove non vi era altro che l'arca. Iddio volle un sontuoso tempio tanto che sorpassasse in magnificenza tutti gli edifizi del suo tempo.
Nel Sancta Sanctorum poi entrava solo il Sommo Sacerdote ed ancora so­lo semel in anno, e dopo molte purificazioni. Là non c'era il Signore corporal­mente, ma qui c'è veramente lui: Locus iste sanctus est, pavete ad sanctuarium meum, Ego Dominus!
Gesù mitissimo, che aveva quasi sgridato i discepoli suoi che chiamavano il fuoco dal cielo sopra quella città: "nescitis cujus spiritus estis" e poi per due volte cacciò a frusta i venditori dal tempio. Dilexi decorem domus tuae. Domus mea, domus orationis vocabitur! Decet sanctitudo domum tuam. Zelus domus tuae comedit me. Il Signore da una grande importanza al luogo ov'egli è realmente presente.
c) Quando sarete in Africa, oh quanto è poi facile andare troppo alla buona, cioè senza fede viva. Bisogna avere fede vera. Non lasciar perdere la vivezza della fede. Non passar mai di corsa davanti all'altare, non fare mai quelle genuflessioni in fretta. Quando sarete in Africa non avrete più il lusso esterno, dovrete avere la divozione interiore. Ah, non perder mai la vivezza della fede. "Questo desidero che teniate bene a mente".
Il Signore non pretende il lusso. Se dovessimo dare al Signore quello che gli viene, non la basta. Dove si può, alla Consolata, niente è di troppo. D'altra parte il Signore si fa Missionario col Missionario e si contenta del poco che possiamo dare, quantunque nulla sia mai troppo. Come la Maddalena che versò quell'unguento prezioso sul capo di Lui, ed Egli ne la lodò per la buona azione. Ma se non possiamo, si fa quel che si può. S. Agostino prese i vasi sacri e li diede ai poveri nel bisogno.
Non lusso, ma pulitezza. Pulizia nei calici ma soprattutto nei corporali. Non metterne uno per borsa e poi cambiarli poi tutti assieme per il che avviene che il corporale che si usa di più, è sempre sporco. Non si esige stirato, ma al­meno di bucato.
Sentite l'elogio che S. Girolamo fa di Nepoziano: erat sollicitus si niteret altare, si parietes absque f uligine, si pavimenta tersa, si sacrarium mundum, si vasa luculenta, et in omnes ceremonias pia sollicitudo, non minus aut majus negligebat officium, ubicumque eum quaereres in Ecclesia invenires.
In campagna nei paesi si conosce subito se vi è un buon prete, vedete se è scopata la chiesa, se vi è polvere... Questo non tocca solo al sacrestano; (a lui in speciale maniera) che le tovaglie siano in ordine, la cotta, il camice ben pie­gato e ben messa... etc.
In Africa dovrete aver voi cura; vorrei far passare molti sacrestani per far pigliare questo spirito a tutti.
Il Papa Pio IX aveva 4 lampade nella sua cappella privata e sempre vole­va aggiustarle lui... quelli sono santi! I fiori finti vanno spolverati, i veri cam­biati a tempo debito. È una gloria scopare in chiesa, anche per un prete, anche per un parroco.
Insomma, decoro nella casa di Dio. (Fece leggere un pezzo di bollettino:
l’Emmanuele o sul Scintille eucaristiche al riguardo, intorno all'educazione eucaristica).
Avete veduto che ai nove di questo mese abbiamo data la benedizione (prima di pranzo) ed è per uno scopo speciale. Abbiamo pregato perché forse, non si sa niente di certo, non parlatene per ora, vi è una nuova Prefettura (Caffa). Ma son solito a credere solo ai decreti. Vedremo! Abbiamo pregato perché si faccia la volontà di Dio, solo la sua volontà.
giuseppeallamano.consolata.org