ZELO DELLA SALUTE DELLE ANIME

 5 gennaio 1913
Quad. VIII, 15-16
5 Genn.1913
Della salute delle anime
L 'amor del prossimo ci deve spingere a salvarlo. È il nostro carat­tere. S. Francesco di Sales infiammato d'amore, domandava al Signore anime: da mihi animas. Vediamo l'eccellenza - la necessità per noi - e le qualità di questo zelo.
1. S. Dionigi Areop.: Divinorum divinissimum est cooperari Deo in salutem animarum. E S. Giov. Gris.; Nihil tam gratum Deo, ut animarum salus. La salvezza delle anime è l'impresa più degna, più amabi­le e più meritoria (F. Giord. Es. 412).
1) La salute delle anime è l'oggetto delle operazioni di Dio ad ex­tra; della Creazione, della Redenzione; Pro quibus Christus mortuus est. (S. Paolo) - e della Missione dello Sp.S.: omnia propter electos ut et ipsi salutem consequantur (S. Paol. II Tim. 11). Più dice S. Agost.:
justificatio impii, majus est opus, quam creare coelum et terram (Ib.). S. Paolo: impendar et super... p. an. vestris - E anathema p. f. meis.
2) L'esperienza dei sacerdoti zelanti, che faticano e cadono... Es. S. Ignazio, S. Franc. Zaverio, Ven. Cafasso (Ib.).
3) Charitas operit multitudinem peccatorum (S. Pietro I, 4). S. Bernardo: chiuderà l'occhio su qualche polvere (Ib. 415). S. Greg. M.:
Quot animas, tot coronas.Vedi fatti: La perf. Cr., p. 79; Dubois. Le pratiche. 26-29.
2. Sacerdos, alter Christus: Dei adjutores sumus (S.P. ad Corint.). Elegi vos ut eatis, et f. afferatis et fr. v. maneat. S. Agost.: quod christiani sumus, propter nos est, quod presbiteri propter alios.- S. Paolo:
Vae! si non evangelizzavero! (ad Cor.). S. G. Gris. dice che nessun sa­cerdote può salvarsi, se non lavora p. la salv. delle anime (La Perf. c.p. 78).
3. Qualità dello zelo. S. Bernardo: Zelum tuum inflammet charitas, in-formet scientia, firmet constantia.
1) Venga da Dio e vada a Dio, come principio e fine. Es. S. Bernar­do: Dio solo - Deus meus et omnia, quae expectatio mea? Nonne Dominus? Es. S. Tommaso. Quindi non motivi umani o cattivi. Charitas non est ambitiosa... - Nel modo dolcezza: charitas patiens est, benigna est.
Es. S. Franc. di Sales, secondo cui si prendono più mosche con un cucchiaio di miele, che con cento barili di aceto. Specialmente coi neri. (Rebaud. Eser. p. 375).
2) Procurarsi la scienza necessaria e non aspettare rinfusa; il no­stro studio sia considerato secondo i bisogni futuri. Guai se medice cu­ra teipsum. Più necessaria al missionario per ...
3) Non scoraggirci del poco frutto. S. Bernardo: curam Deus a te exigit, non curationem. S. Leonardo da P.M. (V. La perf. p. 89). Quindi non tiepidezza e noia, e preferire il riposo.
P.P. Albertone, quad. V, 7-9
Domenica - 5 Gennaio 1913
Domani è l'Epifania, è la nostra festa; la festa della conversione delle genti. Una volta non si faceva la festa di Natale, cioè si faceva insieme alla fe­sta dell'Epifania. La Chiesa la celebra con più solennità. Nell'ottava di Natale permette le celebrazioni dei Ss. Innocenti, S. Stefano, ed altri, nell'Epifania nessuna. Una sola commemorazione permette verso la fine...
b) Che cosa dobbiamo imparare da questa festa? E... la salvezza delle anime! E’ importante? Dobbiamo?
Certo dobbiamo non solo come cristiani, in obbligo generale, ma come fine dell'Istituto siamo obbligati a procurare la gloria di Dio colla salvezza delle anime. Dunque dobbiamo dirigere tutta la vita nostra a farci santi per santificare gli altri.
c) Eccellenza di questo ministero. Dice S. Dionisio Areopagita: Divinorum divinissimum est cooperari Deo in salutem animarum! Vedete! Divinorum divinissimum! Non poteva dir di più.
La salute delle anime è l'impresa più degna. Il Signore ci ha creati, reden­ti, ha sofferto per noi, e tutto a questo fine, di salvarci, dunque quest'opera è certo la più grande.
L'impresa più amabile: Sì perché facciamo felice il nostro prossimo per tutta l'eternità. Come diceva S. Agost.: Hai convertito un peccatore? - e noi possiamo dire: un indigeno? Hai salvato l'anima tua. Siamo sicuri di essere fe­lici noi per sempre.
Più meritoria certo ci è di gran merito: Quot animae, tot coronae, tante anime salveremo, tante corone avremo in Paradiso. Quale premio in Paradi­so! S. Ignazio domandò un giorno ad uno dei suoi Padri: se il Signore gli aves­se dato a scegliere il Paradiso subito, o il salvare ancora un'anima, pur stando in dubbio di salvare la sua, che cosa avrebbe scelto: e quegli disse: il Paradiso. Ma S. Ignazio rispose che finché vi era delle anime sarebbe rimasto qui. Per­ché col salvare le anime avrebbe cresciuto il suo amore verso Dio, e non avreb­be posto di vantaggio a repentaglio l'anima sua.
Quali sono le doti dello zelo del Missionario?
d) Zelum tuum inflammet charitas, informet scientia, firmet constantia. Inflammet charitas - Carità verso Dio, e verso il prossimo. Vero desiderio di far conoscere il Signore.- Informet scientia: Bisogna sapere, aver studiato. Un parroco mi scriveva: C'è qui un Chierico, non ha guari buona testa, ma per Missionario basta". Niente affatto. Per Missionario non basta. Se lo ten­ga pure. Ci vuole scienza... In Africa non si hanno più Superiori, compagni professori, senza libri per andare a consultare: bisogna saper dare una risposta subito: hic et nunc.
Firmet constantia - Tutti i giorni vincersi in quei piccoli difetti, vincersi nella passione dominante, combattere, progredire...
e) Dunque raccomandiamoci ai santi Magi che ci ottengano il vero zelo. Essi ritornati fecero da veri Apostoli, morirono poi martiri e se ne hanno le re­liquie, che prima erano a Milano, in Germania, ed il Vescovo di Milano ne ha mandato chiamare una reliquia, ed ora in parte ve n'è di nuovo a Milano. Dunque preghiamo questi SS. Magi per aver zelo, carità...
giuseppeallamano.consolata.org