I VOTI RELIGIOSI

23 febbraio 1913
Quad. VIII, 24
23 Febbraio 1913
I Santi dicono che il religioso facendo i tre voti ha il merito del martirio e riceve un nuovo Battesimo (Rodr. l.c. capo 4).
Ogni religione ha i tre voti: di povertà, castità ed ubbidienza; espli­citamente per lo più, e talora i due primi compresi in quello dell'ubbi­dienza, come presso i Benedettini.
Secondo la diversa natura si hanno voti solenni o semplici; perpe­tui o temporanei, totali o parziali (dal lato della povertà e dell'ubbi­dienza). Vedremo la diversità ed i diversi effetti parlando di ciascuno. -In varie religioni a questi tre voti sono aggiunti altri p. es. del digiuno perpetuo pei Minimi di S. Franc. da Paola, delle Missioni pei Gesuiti. Di stabilità e di non accettare dignità fuori di Congr. come i Redentoristi.
Passando a discorrere dei tre voti in particolare, diciamo subito con S. Tom. che: inter omnia vota religionis votum obedientiae maxi­mum est, per quod Deo homo offert totam suam voluntatem quae omnibus corporis et fortunae bonis longe prestantior est (2.2. Qu. 186, art. VIII).
Si mettono in quest'ordine 1) perché così fece N.S. Gesù Cristo. 2) S. Tomm.: ad perfectionem charitatis acquirendam primum fundamentum est voluntaria paupertas (Iv.art.III)-S. Ambrogio la dice: generatrix et nutrix omnium virtutum; - S. Ignazio nelle Cost.: murus firmus.
L'eccellenza della povertà appare dalla stima, che ne fece N. S., di­mostrandola colla sua pratica e colle parole (V. Rodr. 1.3 tr. III, c.l.). Così gli Apostoli per sé e negli altri (Fatto di Anania e Saffira, che se­condo S. Gerolamo e S. Basilio fu voto).
Anche tutti i santi. S. Franc. d'Assisi la chiamava: sua signora.
Fatto di Fra Leone (V. Scaramelli II, p. 191).
P.P. Albertone, quad. V, 33-37
Domenica - 23 Febbraio 1913
Esordio (Ci annunzio in questi (circa) termini la morte dell'ingegnere Prinetti).
L'ingegnere Prinetti è morto ieri sera. Era un sant'uomo, benefattore no­stro: pregate per l'anima sua, farete anche la comunione per lui domani, ed andrà qualcuno a rappresentare l'istituto. Il mondo non era degno d'averlo. Non era troppo ben visto, s'intende, era fervente cattolico. Justi de medio tolluntur. Pregate pei nostri benefattori: Nostrae Congregationis fratres, propinquos et benefactores qui ex hoc saeculo transierunt.
a) L'ultima volta dicevamo adunque che non solo i comandamenti devo­no osservare i Religiosi, ma anche i consigli.
S. Tommaso dice: Sono tenuti i Religiosi ad osservare tutti i consigli evangelici?... tutti? I consigli evangelici sono tutti quei consigli che Egli ha da­to a tutti coloro che vogliono seguirlo e sono tanti: se ti percuoteranno in una guancia, praebe illi et alteram... etc. fate del bene a chi vi fa del male... "No, dice S. Tommaso, non a tutti siamo tenuti ma a quelli a cui ci stringe la regola.- Tuttavia gli altri non son da disprezzarsi - Non sunt contemnenda -cioè si obbligano solo a quelli che son conformi all'Istituto abbracciato.
b) I nostri adunque sono tre: - Materia del voto - Povertà - Castità - Ubbi­dienza.
I voti possono essere solenni o semplici - perpetui o temporali - totali e parziali.
Solenni si distinguono dai semplici secondo questo la decisione della Chiesa. I solenni sono quelli che fanno i veri Ordini antichi; le Istituzioni e Congregazioni hanno solo i semplici, ossia solenni sono quelli fatti con solen­nità dalla Chiesa ed hanno obblighi speciali.
Perpetui se durano tutta la vita.
Temporali un dato tempo.
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Totali se obbligano in tutto.
Parziali se in parte.
c) Fra tutti i tre voti qual'è il principale? Potissimum?
Per omnia vota potissimum et maximum est obedientia quia offert totam voluntatem.
La Povertà invece offre i beni temporali e la Castità quei del corpo.
Qualche Istituto ha solo quei di Obbedienza, come: Benedettini, perché l'Obbedienza comanda la Castità e la Povertà in conformità agli istituti, cioè comprende implicitamente anche gli altri due. Non c'è ordine senza castità, ma l'Ubbidienza la comanda.
Ma tuttavia sebbene "potissimum" si usa cominciare dalla Povertà.
d) Dice S. Tommaso: Ad perfectionem voluntatis primum fundamentum est paupertas voluntatis.
Il Signore ha detto a quel giovane: Si vis... vade, vende quae habes et da pauperibus...". Dunque è la prima cosa prescritta dal Signore.
Dice S. Ambrogio: Paupertas generatrix et nutrix omnium virtutum. S. Ignazio la chiama: Murus firmus Religionis; e tutti i Santi la dicono: Custos et Magistra virtutum.
e) Importanza di questo fondamento. L'eccellenza ce la mostra il Signore coll'esempio e colle parole. Nato da Madre povera in una stalla. Il primo esempio che ha voluto dare.- Sempre visse nella povertà tutta la vita.- In mor­te non aveva che uno straccio per coprirsi.- Quale grande esempio. Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli dell'aria i loro nidi, ma il Figliuol dell'Uomo non ha una pietra ove posare il capo. Per pagare il tributo ha dovuto fare un miracolo.- Per discepoli ha voluti dei poveri pescatori che per togliersi la fame dovevano mangiar le spighe dei campi. S. Giuseppe e la Madonna ambedue si guadagnavano il pane col sudore della loro fronte ed alcuni giungono a dire che in Egitto dovevano andare elemosinando. Basterebbero questi esempi!...
O In quanto poi ai detti del Signore intorno a questa virtù, Egli comincia il suo discorso sul Monte con quelle parole celebri: Beati pauperes spiritus (sic), quoniam ipsorum est regnum coelorum! S'interpreta anche dell'umiltà, ma per lo più della povertà, distacco del cuore. E dice: quoniam ipsorum est, et non erit; Porta già con sé il Paradiso, e ci ha diritto fin d'ora. Est, est! È co­me uno che ha comperato una cosa e non gliel'hanno portata ancora, ma è già sua, deve solo aspettare, ma est.
Tutti i Santi se ne mostrarono entusiasti: S. Francesco d'Assisi la chiama­va la mia signora e ne diede grande esempio collo svestirsi di tutto e darlo al padre suo, e ricopertosi di una rozza tunica andò avanti così.
Tutti i Santi l'hanno amata e noi dobbiamo amarla e domandarla al Signore. Mentre S. Francesco si stava ammalato si racconta che fra Leone ebbe una visione, e questo sempliciotto non ne diceva nulla. Ma venutolo a sapere S. Francesco per luce interiore gli fé manifestare tutto. Egli aveva veduto molti frati che dovevano passare un impetuoso fiume. Alcuni avevano un far­dello sulle spalle e quindi in mezzo al fiume la forza della corrente li travolge­va. Altri non avevano nulla e passavano liberamente. Allora S. Francesco gli disse: Quelli che hanno voluto passare col fardello sono quelli non fedeli alla povertà, e questi attacchi li hanno sommersi; gli altri invece staccati da tutto sono arrivati felicemente.
Questo fatto insegna a prendere la cosa sul serio. Purtroppo, non si piglia sul serio. Si può facilissimamente mancare. Poveretti quei religiosi che hanno lasciato cose molte e grandi e si sono attaccati ad un filo. Una religiosa com­parve ad una sua consorella e le disse: Sono in Purgatorio perché mi sono at­taccata a cosette da nulla, ho mancato al voto di povertà . E molti altri Reli­giosi vi sono pure per lo stesso motivo.
Per questo, vedete, è importante pregare, pregare molto il Signore che vi dia la sua grazia ... e vi dò la benedizione.
giuseppeallamano.consolata.org