ESAME DI COSCIENZA

12 ottobre 1913
Quad.IX, 4
12 Ottobre
Consegna dei proponimenti, insistendo sull'esecuzione, perciò mezzo valido gli esami di coscienza particolari, che propongo come proponimento comune dell'anno (V. ott. 1912 - 26 Febbr. 1911).
P.P. Albertone, quad. V, 135-139
12 Ottobre 1913
Vi ho portati i vostri biglietti dei proponimenti. Nessun ha potuto vederli:
sono stati sotto chiave. Questo mi fa piacere che c'è neppur uno che prometta cose troppo larghe, ma ognuno ha fatto il proponimento sulle cose comuni, sul punto più importante per lui. Li ho benedetti ed ora ve li restituisco.
Pare una piccolezza, ma non l'è; e se anche lo fosse, il Signore si diletta delle cose piccole: "Qui spernit modica, paulatim decidet".
Sono contento che sono ben fatti, ma ora vi è di fatto solo una cosa, ora ci bisogna l'esecuzione: come gli ingegneri, non si contentano del disegno di una casa; ma c'è da farla; perciò bisogna tenerli sotto gli occhi, non lasciarci venire su la polvere. Ci vuole anche la materialità di vederli qualche volta, non dire: "ma io li ho a memoria" no, bisogna vedere quella parola particolare, speciale, se l'avete scritta durante gli Esercizi è per qualche cosa.
Oltre a questo proponimento ve ne dò io uno comune da farsi da tutti as­sieme. L'anno scorso avevamo quello di fare bene la Meditazione: bisogna farlo ed eseguirlo, che non arrivi poi un giorno di lasciare la meditazione.
 
Quando si è affezionati si trova il tempo a farla: se non si è fatta al mattino si è come senza cibo; e sempre nella meditazione fare entrare il nostro proponi­mento; fare un esame preventivo: "Mi troverò in questa o quella circostanza, dirò all'Angelo Custode che mi svegli".
Proponimento sui difetti ordinar;. Ed ora continuerete. La meditazione e peccato non possono stare assieme.
S. Teresa diceva che chi non medita non ha bisogno di demoni che lo ten­ti. - L'altro dì venne da me un campagnuolo, che aveva una figlia che voleva farsi suora. Gli dicevo che avrei pregato anch'io che facesse volentieri il sacrifizio, ed egli mi rispose: "Sì, preghi, che ne ho proprio bisogno di preghiere, perché io prego proprio niente, sono sempre in aria: tutto lungo il dì, che non posso tenere la mente..., non posso pensare al Signore". Ed in un momento mi disse tante di quelle cose alla buona, che si vedeva proprio che da tutte le cose sapeva assorgere a Dio.
Non che abbiamo, non dico un mestiere, ma per speciale dovere di medi­tare. Ricordate quel che diceva S. Bonaventura a quella vecchierella: "Tu in Paradiso sarai sopra i Bonaventura."
Continuate adunque: tuttavia ve ne dò un altro, ed è di far bene "L'Esa­me di Coscienza". Vi sono quattro esami. S. Ignazio ci dava grande importan­za. L'esame particolare che è su quel vizio si deve distruggere su quel vizio del nostro foglietto, (dei proponimenti annuali). Due di questi uno al mattino e uno alla sera nelle visite a Gesù Sacramentato; uno di prevenzione nella Medi­tazione e poi il generale nelle orazioni della sera.
Ma nei due delle visite si può anche vedere altri difetti, ma deve predomi­nare la passione dominante, e S. Ignazio diceva che con questo aveva convertite e santificate molte persone, ed ... più che la stessa orazione.
Tutti i Santi parlano dell'importanza di esso, e perciò bisogna che lo fac­ciamo proprio bene. Come si fa? Si ringrazia Iddio dei benefizi ricevuti, si do­manda lume e poi si esamina il proponimento, durante questa mattina, su quel punto particolare, quindi si propone di nuovo. E se non si è adempiuto? Ho promesso di non parlare, di vincermi nella tale occasione, e via via..., si pro­pone di nuovo per la sera, e così alla sera si tirano i conti, addizione e sottra­zione; se si è fatto si ringrazia, se no si domanda perdono.
Questo è il modo di farlo.
Noi ci conosciamo di essere superbi, senza carità, ma solo all'esterno, perché sono sempre il medesimo: sempre mi confesso che sono superbo, mali­gno, sempre lo stesso difetto. "Fode parietem: persequar inimicum donec comprehendam". Andare a fondo. Persuadersi, perché questo o quel difetto è come le acacie, e salta sempre fuori; si taglia tutto eppure si ritorna di nuovo,
crediamo di avere distrutto tutto e poi spunta fuori come la gramigna; andia­mo fino al fondo del nostro cuore, se no, non siamo convinti, e se lo siamo non vediamo i mezzi per vincerci, siamo troppo leggeri, superficiali.
Domandiamone la grazia al Signore: "Signore, aiutatemi! ". "Desolatione, desolata est omnis terra quia nullus est qui cogitet corde"; non vi è chi pensi nel suo cuore e pensi proprio bene.
E’ necessario di rovistare là nel cuore, approfondirci, perché non siamo persuasi dei difetti. Gli Esami devono considerarsi come importanti, persua­derci che abbiamo questo difetto. "Si omni anno unum vitium extirparemus, cito viri perfecti efficieremur". Ci dà il tempo di un anno, e siamo sempre allo stesso punto, ma perché non siamo fermi abbastanza; siamo tenuti a tendere alla perfezione: Dunque: Proponimento comune, attenzione all'Esame di co­scienza.
(Adesso voglio leggervi qualche cosa del nostro Don Ferrero). Vedete egli dice che la gente lo ammirava perché faceva bene gli inchini, ecc... vedete... anche il popolo sa distinguere...
Pregate per una grazia che non vi dico quale sia; è una grazia materiale che ci entra lo spirituale. Il Signore vuole essere pregato, dunque in particola­re, quando ce n'è bisogno, bisogna che preghiate, quando l'abbia ottenuta la dirò.
giuseppeallamano.consolata.org