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Scritto da beato Giuseppe Allamano
26
ottobre 1913
Quad. IX,7
Sulla bontà
della vita
(26 ott.)
Se la scienza è necessaria ai missionarii, sia
sacerdoti, come coadiutori, e non possono farne senza per fare il loro dovere, la bontà della vita
è loro molto più necessaria. Diceva S. Agostino: amate scientiam, sed anteponile charitatem.
Perciò il R. Salmista prima di domandare la scienza c'invita a chiedere la bontà: Bonitatem...
doce me. - Questa bontà per noi consiste prima nell'esenzione dai peccati mortali e loro abiti, e ciò
si capisce; ma ancora nello studio di diminuire in noi i peccati veniali, sia quanto al numero, sia quanto
all'avvertenza e volontà.
Dice Mons. Rossi (V. Manuale del Sem. p.
140) coi Teologi, che i peccati veniali possono essere tali o per...
Questi peccati veniali pregiudicano (ivi p. 141-2).
È
un pregiudizio (ivi 143). Conclusione, diamo molta importanza, poniamo ogni impegno...
P.P. Albertone, quad. V, 144-
148
25 Ottobre 1913
(Parlò della funzione di Martedì p.v.
che doveva svolgersi alla Consolata della imposizione dei Crocefissi alle prime 15 Suore).
Ma torniamo a noi; poche parole perché ci sono le Elezioni e
bisogna ritirarsi presto. Ritorniamo agli studi in generale anche pei Coadiutori, e per loro bisogna aggiungere lo studio
della loro arte.
Se si trattasse di fare degli Eremiti lo studio non sarebbe
necessario troppo, ma per Missionario senza scienza sono lucerne spente, e qualche santo mette allo stesso livello lo
studio e la pietà, e Santa Teresa diceva che tra un Confessore santo e uno dotto avrebbe preferito il dotto per
confessarsi perché non voleva che la conducessero male e chi non ne sa non può insegnare.
Vedete adunque l'importanza che c'è nella scienza. Così il Papa ha
cominciato dalla scienza, perché anche per noi è molto necessaria, come Missionario e come
Coadiutore; ma tuttavia è prima la bontà: Certi Santi con meno scienza e più santità hanno
fatto molti miracoli.
Due sorta di Bontà: Bontà positiva e
Bontà negativa.
a) Negativa: Fuggire il male e peccato, s'intende il
mortale; ma veniamo al veniale.
C'è Bontà col peccato veniale?
"Septies in die cadit justus". Ma non è di quello che voglio dire; queste sono quelle miseriucce di cui
non possiamo andare senza. "Si quis dicit se non peccare ipse mendax est" Se qualcuno dice che è
puro, limpido, s'inganna, ma non sono queste miserie che c'impediscono di farci santi, anzi alle volte ci aiutano;
vedete, voglio dire del vero peccato veniale che può essere, o per mancanza di materia o di volontà.
Quando si tratta di qualche inavvertenza allora è peccato involontario, atto
primo primo, uno sfogo d'impazienza, un momento di sorpresa, c'è un pochino di volontà, ma poco e non
impediscono la santità. Quando la materia è piccola, ma si fanno con piena volontà a occhi aperti,
dicendo: "È solo un peccato veniale!". Quando si tratta di quelle mezze bugie che si dicono con piena
volontà, questi sono peccati che c'impediscono di farci santi.
Gli altri
si cancellano coll'acqua benedetta, ma i deliberati distruggono la santità. È lo stesso come un servo che
fa un servizio di cattivo garbo, non lo fa completo. È come una penna che abbia un pelo, così lo paragona
Monsignor Rossi, una penna che non dà più, c'è qualche cosa in mezzo, c'è un'ingiuria che
si fa a Dio, uno schiaffeggio, è male.
va in Paradiso, (sic)
2° = Diminuiscono il fervore, la castità, non si può amare e
fargli dei dispiaceri: non lo uccido ma lo schiaffeggio, diminuisce l'amor di Dio, e dispone al peccato
mortale; non sono mai un peccato mortale, anche 20, ma "qui spernit modica, paulatim decidet"; si prende
l'abitudine di far dei peccati e si arriva ad un punto che si passa al di là, non ottiene più le grazie, e
per la mancanza delle grazie si viene a perdere la vera carità.
Bisogna stare attenti al peccato veniale. Si dice che la regola non obbliga sotto pena di peccato, ma molte volte
pecco di ubbidienza, scandalo, disprezzo della regola.
Vorrei vedere uno
che dicesse: Voglio osservare tutte le cose grosse, e le piccole via. Gode di tutte le cose della Comunità, e tutto
trasanda. Costui, secondo me, non è esente, perché sebbene non ci sia peccato nella cosa, c'è
nell'abitudine, perché manca ad un contratto colla Comunità, o quasi. Io sono libero di andarmene, ma
se sto, devo starci come si deve, così come un servitore.
Stiamo
attenti alle abitudini, perché essa stessa è colpevole, o perché si manca a questa o a quell'altra
virtù, allo scandalo, ad un contratto. Se mi sono obbligato, se voglio godere dei beni della Comunità,
devo stare alle regole.
Ma non basta fuggire il male, dobbiamo passare al
"fac bonum".
La virtù come Chierici, Sacerdoti, Religiosi esige
molto più santità, grado maggiore. Pel Cristiano: "Serva mandata" ma pel Religioso di più:
consigli.
Quel giovinetto del Vangelo: ci manca ancora una cosa, osserva anche i
consigli. Maggior bontà non solo negativa, ma positiva, superiore a quella dei semplici fedeli, o, proporzione di
quella che esige il Signore.
Un Missionario, un Sacerdote, deve essere in stato
di perfezione acquisita, se vuole la grazia per poter convertire, bisogna essere santi.
San Vincenzo de' Paoli non pare abbia fatto miracoli, ma quanta virtù, e quanto bene fece.
Dobbiamo pregare il Signore che ce le insegni: Doce me! Allora si va avanti, si riesce a quella perfezione che il
Signore esige pel Sacerdozio. Questi obblighi bisogna riandarli sovente.
Quando si radunò quel grande capitolo di Frati Francescani così detto delle
"Stuoie" (perché erano in celle divise da stuoie) e S. Francesco diede ordine di portare
tutti gli strumenti di disciplina; il diavolo fece anche un concilio, e dicevano: "Come dobbiamo fare adesso che
si mettono sul sodo, lasciano questa penitenza esterna, e cominciano veramente la pratica delle regole e delle
virtù?". Ma un diavolo più furbo: "Lasciateli fare, noi poi faremo entrar nell'ordine
qualche nobile, studioso, superbo, e tra la superbia e la comodità distruggerà tutto
l'ordine".
Vedete il diavolo come fa; non fu poi così perché
vi furono dei studiosi e anche Santi, ma tuttavia con qualcuno superbo e amante dei proprii comodi intendeva di
distruggere tutto. Ma se ci sono entrati dei dotti erano umili e per questo hanno durato e durano ancora.
Dunque oltre la scienza ci vuole la santità della vita, ed il Santo Padre diceva
non solo: Non solo esteriore, ma anche interiore, e non solo ordinaria, ma eccellente.
Tutti i dì insistere sui proponimenti: è uno svegliarino. Poi diciamolo: Signore, voglio essere
buono: "Bonitatem et disciplinam et scientiam doce me" e non solo che io lo sappia, ma anche che lo
faccia.
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Pubblicato: Mercoledì, 07 Giugno 2006 23:00