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Scritto da Beato Giuseppe
Allamano
25 gennaio 1914
P.P. Albertone, quad. V, 206-210
25 Gennaio 1914
Adesso c'è il freddo e quest'anno ci sarà il caldo;
finché non si è in Paradiso...
Dunque S. Paolo, conversione di S. Paolo. Non si deve mai
dimenticare l'Apostolo delle genti. E il Protettore naturale nostro, e li difendeva i gentili. Quando i Giudei tenevano
per la necessità della Circoncisione e si tollerava, anche S. Paolo tollerava, ed ha fatto circoncidere Timoteo, ma
quando ha veduto la discordia ha parlato chiaro, che non ce n'era nessun bisogno.
Sua conversione: egli «Emulator paternarum traditionum» servì da emulatore
delle tradizioni, e custodiva la veste non potendo egli gettare i sassi contro Santo Stefano. Ma quando il Signore l'ha prostrato là sulla via di Damasco, e ... «Durum est
centra stimulum calcitrare», e tanta energia aveva contraria, tanta ne ha
messa per Nostro Signore. «Quid me vis facere»?
Così per noi, se non una conversione di questo genere, almeno una
conversione dal bene in meglio: «Quid me vis facere»? Dopo i ritiri mensili ditelo: Quid? Ma direte:
«E Lui che lo teneva fermo». Oh, non credete che tutto fosse rosa, il Signore alle volte lo lasciava:
persecuzioni... «ter... ter...» interno «a falsis fratribus» e doveva dire che era andato al terzo
cielo per difendersi. Quante tribulazioni interne. Quella della carne! Vedete: il Signore l'ha fatto passare per tutte le
peripezie — ed ha sempre tenuto fermo. E così tribolato che diceva: «Quis me liberabit de corpore
mortis huius?».
Noi siamo sempre i medesimi, non siamo capaci a
fare quel profitto, e ci pare che sia il Signore, ma da parte del Signore, ci dà a noi tutto quello che ha dato a
S. Paolo, a S. Francesco Zaverio.
Il Signore dà a tutti proporzionatamente. San Paolo l'ha messo vicino a S. Pietro, ha tanto lavorato e convertito «multitudinem gentium in
universo mundo». Si credeva debitore a tutti (Rom. 1).
Tutto
questo deve animarci, noi abbiamo il diritto. «Voglio fare un vaso di elezione». Questi sentimenti li abbiamo
quotidianamente, quando si parla di questi santoni: se costui, perché non io? E vero che il Signore fa di vario
genere, «mansiones multae sunt» ma nel nostro genere dobbiamo essere tanti santi Paoli
Apostoli.
Il Signore a uno dà
quattro talenti, a un altro due, ad un altro uno, ma se noi avessimo la corrispondenza, la sua mano è larga!
Tener fermo, fermezza nei
proponimenti. «Quid vis me facere?». Se non c'è il lustro di S. Paolo che ci sia la
santità.
E ai 29 San Francesco di Sales? E’ uno dei nostri
Protettori, non dei primi, perché c'è San Francesco Zaverio.
San Francesco di Sales va
onorato specialmente in questo tempo. Fu Missionario degli eretici. È
sempre stato considerato come un santo di Torino;
una volta è
stato tre mesi alla Consolata, quando la Savoia era unita al
Piemonte.
Deve essere il
Protettore della virtù specialmente della mansuetudine, dolcezza, unita alla fermezza; ma una cosa particolare,
ripetiamo quella espressione: «Se nel mio cuore vi fosse un filo che non fosse tutto del Signore, io lo schianto
senza pietà».
Alle volte noi crediamo di
fare tutto pel Signore, poi alle volte diciamo:
credo di non essere
superbo, poi se andiamo al fondo un filo c'è, un filo di gelosia, di immortificazione, un filo di
tiepidezza, alle volte un filo un po' grosso. Cerchiamo se non c'è dei
fili o delle corde; guardiamo di fare unicamente le cose pel Signore. Domandiamo a Lui, a S. Francesco.
Quando l'hanno eletto Vescovo, per un anno non ci fu verso di farlo accettare. Il Vescovo vecchio lo supplicava ma Egli non si credeva
obbligato ad una dignità simile. Un giorno allora il segretario del Vescovo gli ha detto: «Vuole andar contro
la volontà di Dio?» — «No, ma non so se questa è
volontà di Dio». Allora egli gli ha fatto vedere le ragioni ed
all'indomani gli ha detto: «Andiamo a dire Messa; ed io gliela servo, e a vicenda» e durante il lungo
ringraziamento apparve in estasi, e dopo accettò. Così ha cercato solo di piacere a Dio.
Così le sue Suore in testa alle lettere
hanno scritto: «Dio solo».
Domandargli di amare il Signore con tutto il cuore, ed il prossimo per amor suo, ed allora questi amori ci
porteranno a fare quello che vuole Lui: La salute delle anime.
Beato Sebastiano Valfrè!... Fedele Sacerdote ha
corrisposto; e voi dovete essere fedeli e corrispondenti: queste feste si sentono in Torino e c'è la novena tutti
i giorni.
Dunque 1° Mese: dodicesima parte
dell'anno. - Un canonico diceva:
Quand'ero giovane il tempo pareva lungo, ora passa in fretta. - E sì!
Quando si ha 60 anni se ne desidera 70 e poi ... 80, e un Canonico diceva: C'è morto uno di 60 anni ed un altro
diceva: «L'è n'cura nianca tant vei»! (Lui ne aveva 80) e gli altri hanno fatto un
sorriso.
Dunque: studio, lavoro,
animo tranquillo. - Oggi Mons. Barlassina ha fatto il discorso degli operai nell'Adunanza annuale generale, e l'ha fatta
sui Missionari. Così si fa del bene. E anche andato alla Trinità che si
fa S. Gaudenzio. I Valsesiani fanno una Festa annuale di S. Gaudenzio e S. Panacea ed il nostro Mons. si chiama Gaudenzio.
E si fa del bene.
Anche questa gente, purtroppo, non sanno molto delle
Missioni; se sanno che si fa dei sacrifizi, essi vengono fervorosi cristiani, vengono a scuoterci.
Così si farà molto bene, quando venga l'ora dell'esecuzione il
Signore ci manderà nella sua vigna.
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Pubblicato: Giovedì, 08 Giugno 2006 23:00