S. GIUSEPPE E S. FEDELE DA SIGMARINGA

23 aprile 1914
P.P. Albertone, quad. V, 240-242
23 Aprile 1914
Domani comincia la novena di S. Giuseppe. Il 19 Marzo non è la princi­pale solennità, ma è al patrocinio. Noi dobbiamo farla bene, perché dobbia­mo esserne divoti, e anche, se volete, perché io ne porto il suo nome. È un gran santo - bisogna che ci aiuti spiritualmente e corporalmente. S. Giuseppe è per tutte le grazie. S. Giuseppe è per tutti i bisogni, perché, avendo avuto da custodire il Bambino e la Madonna, in Paradiso ha certa padronanza. Ciò che non ha in potenza ha in desiderio, e si compiacciono esaudirlo come in terra, perciò facciamo piacere a Gesù e alla Madonna,
In pratica, è utile nostro; non molto, ma faremo una preghiera per gli Africani. Non basta pregarlo, bisogna imitarlo, e in quale virtù? Proponimen­to dell'anno che abbiamo fatto in principio. «Ad majorem Dei Gloriam», non dimentichiamolo. Rinnovarlo e praticarlo. Tutta questa novena per la gloria di Dio, che il Signore sia contento, se studiate: non per un bel voto, per essere il primo; ma perché con questo potete onorare più il Nostro Signore e guada­gnare più anime; se perdete il tempo, non con impegno, non date gloria a Dio. Nella ricreazione allegri, ma via quei puntigli. Nell'ubbidienza sia che sia su­periore o no. Vorrei che lo riconfermaste e lo metteste in pratica. Cominciamo dai pensieri, parole — quasi sermones Dei — carità — opere — piacciono al Signore? Qualche giaculatoria ogni tanto. In tutto intendiamo onorarlo, ma più imitarlo. Fate un po' di esame. Da mattino a sera avete sempre in mente Deus meus et omnia. Se qualcosa c'è da tagliare, bisognerebbe fare una specie di esercizi spirituali, in questa novena.
Domani è anche S. Fedele da Sigmaringa. Era fedele di nome e di fatto in tutto, ha lasciato tutto e si è fatto cappuccino. È il nostro Protettore che se non sapete il perché, chi non lo sa lo chiama al Sig. Assistente che glielo dirà. Domandategli di essere fedele nel mettere in pratica il vostro proponimento:
non basta un giorno; che bontà c'è lì dentro? Bisogna essere costanti, essere fedeli: quindi raccomandatevi durante l'anno e ditegli che vi conservi fedeli in tutto.
Per la mia festa non desidero, non voglio che perdiate molto tempo; che preghiate per me è vostro dovere; ma voglio che mi scriviate una lettera tutti, voglio che mi apriate il vostro cuore, dirmi tutto quello che avete in cuore; non i peccati, beninteso, ma tutto il resto. Non avrete a pentirvene, la darete a me, nessuno la vedrà; io la leggerò e la restituirò a voi. Dite tutto ciò che pensate, difficoltà, miserie, pene, come a un padre, in privato vale molto di più quello che vi dico. Dite proprio ciò che sentite nel vostro cuore, i vostri pensieri, così voi mi aiutate a darvi quei consigli che devo; le malinconie, le debolezze... e io vi aiuterò; mai nessuno si è pentito di avermi scritto, ricordatevelo. Quello che scrivono a me, nessuno lo vede; io le lettere, qualcune le distruggo, altre le ten­go sotto chiave, le lettere confidenziali sono in segreto, quasi confessionali. Siamo intesi.
V'aiuterò ad esser più raccolti interiormente, a far tutto per amor di Dio. - Anche qualche grazia particolare, preghiamo vicendevolmente. Deus meus et omnia! saremmo felici se facessimo solo pel Signore. Egli solo può benedirci, consolarci. Siamo intesi! Con impegno!
Un missionario scrive che da principio uno è zelante, poi se non stiamo attenti, si comincia a raffreddare, preghiera fredda, si fa tutto senza quella vi­ta, anche nelle parole, per fortuna vi sono di tanto in tanto gli esercizi, il supe­riore e il Signore ci scuote. Guai a chi continua ad andar giù. Parla di sé, non dice quello che capita.
giuseppeallamano.consolata.org