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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
24 maggio 1914
P.P. Albertone, quad. V, 249-254
24 Maggio 1914
(Dopo la lettura dei voti)
Ecco il frutto di
questi due mesi. I professori non sono stati tanto generosi, ma è meglio. Il Signore si è contentato di
dare un bene a S. Tommaso. Se qualcuno fa l'ubbidienza, per questo non abbia scrupolo se ha sottratto qualche cosa
allo studio. Col materiale ha supplito molto bene: altro è adesso, altro è lassù, là in
certo modo è principale il materiale. Non bisogna perdere tempo, si fa quello
che si può e il Signore benedirà tutto: studio e lavoro. E poi
energia a studiare se verrà un po' di caldo.
Bene, bene, è un po' di tempo che non ci vediamo
più, un po' per la mia testa ecc... è stata un po' prolungata (l'emicrania) si dà gloria a Dio
quando viene, si prova quello che siamo. Tanquam nihilum ante te. Quando uno ha quei mali si sta nella passività, si offre subito al Signore quello stato
passivo. Si potrebbe fare del bene, e invece, fanno vedere quello che siamo, il Signore tocca quando crede bene, vuole
consumare questa testa.
E questa notte?
(N.B. la notte dal 23 al 24 maggio, avvisati per isbaglio di
estranei penetrati dalle Suore, si era saltati giù dal letto alle 2,30, si era chiamata la polizia e fatto
subbuglio generale, e poi ... si constatò che era nulla. Una suora aveva acceso per lo scalone ed era uscita per
qualche cosa in cortile e... faceva temporale...).
C'è stato un po' di
guazzabuglio. Avete perduto un po' la testa! Dicono persino che avete sparato (s'era sparato un colpo in aria) non
bisogna, non si usi mai nessun'arma, ci vuole il porto d'arme! Possono persino darci una multa... Nessuno sapeva di
nulla, nessuno aveva veduto, bei Missionarii vi spaventate per un'ombra! Capisco, non si ragiona più in quei
momenti, anzi si sragiona, ma bisogna far attenzione, che queste cose non succedano mai più, non si può mica
sapere cosa può poi capitare; tirare mai, mai, mai più, e poi tutto il resto. E uno grida, e sente a gridare
e corre...- Va bene, è per vostra istruzione. - Se si riassume in sé si vede che non c'era niente, ed
allora tutto finito. - Sia per la prima volta... quel che è fatto è
fatto! Ma bisogna stare attenti a non sconvolgere la comunità. Un'impressione è una cosa, ma non di
più; possono pubblicare, pubblicano tutto a questi giorni, e se fosse pubblicato?! Avete il telefono, io l'ho in
mia camera, mi alzo per lo meno due volte ogni notte, non posso dormir molto; prima di fare dite a me, e allora posso dire
se è il caso di chiamare la polizia — avranno compatito la vostra semplicità, — si pensi prima
— non bisogna star lì a dormire quando fosse il caso. — Ma non è il caso. La comunità
spaventa sempre, credono che ci sia sempre qualcuno che non dorma, che patisca l'insonnia. Ha anche spinto il fatto dei
ciabattini, ne? (Alcuni mesi prima i ladri avevano svuotato completamente la ciabattineria che era in portieria, torcendo
la inferiata della finestra che dà in via Circonvallazione) ma non è il caso; la comunità
spaventa sempre.
Abbiamo buone notizie dai nostri naviganti (P. Perlo,
P. Meraviglia, Coadd. Domenico ed Eugenio, partiti la settimana prima). Hanno seguito tutti i paesi per salutarli,
cioè per salutare Gesù in Sacramento, e un Requiem. C'è niente di particolare, fanno tutti gli
esercizi di pietà, come qui, messa del Sig. Economo, meditazione ecc...
(lettura d'un brano della lettera). Le notizie sono buone e speriamo che continui, e
noi continuiamo a pregare perché il mare sia tranquillo... e quando verrà poi quel giorno, ecce venio...
facciamo quel che possiamo per esser una comunità sola.
Ed ora
che non c'è più il Sig. Economo, vi rivolgerete per tutto al Sig. Prefetto, Meineri sarà Assistente dei coadiutori e aspiranti, in tutto, e consigliere, e tutto insomma:
per ordini dal Sig. Prefetto, per pulizia, e tante altre cose, — e ci sarà il Ch. Gallea che piglierà
tutte le altre cose, dei lavori ecc. non si diminuisca di un et per tutte le cose della casa, e così si faccia come
s'è scritto (Norme dei vari uffizi della casa) e servirà a far parte del direttorio. Tutto quello che ha
scritto, tutti questi vari lavori, li sorveglierà tutti il Ch. Gallea, e guardate di essere ubbidienti e
rispettosi. Mi ricordo di Mons. Gastaldi che ha avuto a combattere da principio perché si cantava vespro tutto dai
cantori, ed i canonici se ne stavano là tranquilli, e tante altre cose; e poi quando è morto salta fuori
qualche canonico, che voleva ripristinare tutto, ma il Vice... Can. Bogliotti protestò: Ciò che fu stabilito
da Mons. Gastaldi va benissimo e non permetto che si tolga un et. Non bisogna dire non c'è più
l'Economo lì; mi ha raccomandato, quando è andato via le chiavi, e qualche volta vengo a vedere se ci
sono. — Intendo che la comunità cammini come un orologio. E se uno non è cambiato dai
superiori, e se c'è qualche osservazione a fare, si fa col Sig.
Prefetto. Non come in Africa che alcuni si andava in una missione, si faceva l'orto in questo modo, poi veniva un
altro a cui piacevano le carote, e cambiava tutto, un terzo cambiava di nuovo, e s'è dovuto dire che quello che
trovava uno lasciasse. Modificarlo in ciò che è necessario, sì, ma non toccare. Questo è il
capriccio di voler vedere meglio degli altri. Il meglio è nemico del bene. Bisogna conservare, vedere,
perfezionare. E mi rincresce che certe cose non sono state scritte per intero. Un dì o l'altro deve saltare
fuori il direttorio, e deve andare al minuto, perché si faccia così. Non dire: «Ma quel
tale...», non siete più ragazzi, tanto è quello che è occupato a scrivere a macchina come chi
aggiusta le scope, è tutto lo stesso, è l'ordine dell'ubbidienza. E si fa quello, e si continua
sempre con quello spirito, sempre secondo l'ubbidienza, secondo le norme. Tenete traditiones vestras — ci tengo
— si continuerà, e chi è da calzolaio, da lingerista e ha da fare, ma adesso ha un aiutante, quando
viene a domandare, non a me ma a altri, pare tempo che le cose debbano ancora
servire, e deve aggiustarsi con due stracci... e tutto camminerà bene; e il Signore ci
benedirà.
Vedete: una suora scrive: Sono supplente a governare
le galline e dice che ne ha 169 e si crede già fortunata a supplire, vuol dire che se è supplente ci
sarà altri a governarle. Certo, queste sono poi su in Paradiso, e qui non
apparivano. Can. Re prima di morire diceva: Tutto quello che ho fatto l'ho sempre fatto pel Signore. Dunque
tutto pel Signore, avanti, continuiamo; Consolamini in verbis istis: ecce venio.
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Pubblicato: Giovedì, 08 Giugno 2006 23:00