MORTIFICAZIONE NEL BERE

21 giugno 1914
P.P. Albertone, quad. V, 261-262
21Giugno
(Dopo la lettura della lettera di P. Perlo L.
sul passaggio del Mar Rosso e del forno di Massaua)
Vedete che cosa bisogna pensare! E se c'è un poco di caldo o di freddo, come Missionari, sopportare senza tante esclamazioni, e soprattutto ascoltare i superiori. - Specialmente non bere tanto, sapete: come l'ebbro desidera il vi­no, più si beve e più si berrebbe, e se fosse in Africa dove le acque non sono sa­ne pigliate il tifo. - In Africa non bere acqua se non distillata, e tutte le missio­ni l'hanno. Non bere fuori pasto, ed anche a pasto bere poco, perché precipita la digestione, e non si sta più bene: Volete fare un po' di mortificazione? Sen­za un vero bisogno, e se c'è bisogno si domandi, e si beve poco, non bere fuori pasto, e a pasto poco, se no se ne beve un litro e poi «a ruia». Voialtri giova­ni il cibo va giù di per sé. Fate questo proponimento alla Consolata, tutti d'ac­cordo: non voglio bere fuori di pasto, e a pasto non bere troppo. L'acqua non nutrisce. Vedete, prima della minestra non ce n'è bisogno, e neppure dopo, perché c'è il brodo. E berrete solo durante la pietanza o dopo. Sono solo i bevoni che bevono prima della minestra, e poi è senza civiltà chi mette il vino nella minestra. Se volete fare un fioretto che piaccia alla Madonna e sia comu­ne, non bere fuori pasto e senza necessità, e solo il necessario. In montagna sa­rà gelata, qui si beve come è; dunque durante la minestra non si beve, e neppu­re dopo. Per la pietanza ho conosciuti di quelli che non bevono durante tutto il tempo. Così non si arriverà in Africa a bere senza bisogno.
Io vi lascio: ho da andare a dar l'addio ai convittori, che vanno via: si canta il «Te Deum» e poi gli altri avvisi, e domani mattina se ne vanno.
giuseppeallamano.consolata.org