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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
28 giugno 1914
Quad. IX, 26
Tronson p. 18 -
19, punt. 2 - 6 indizi
P.P. Albertone, quad. V, 262-266
28
Giugno
S. Pietro e S. Paolo è nostra festa particolare. L'Istituto professa
piena devozione alla S. Chiesa, non solo a Pio X, ma al papa come papa. Le istituzioni durano tanto
in quanto si attaccano fortemente alla rocca, perché quella là è indefettibile.
E non solo nelle cose di fede, ma quando
comanda, consiglia, manifesta i desiderii, mettersi col Papa, e non dire: «Il
Papa in ciò non è infallibile. Non si intrighi nella politica ecc. ...». Il 4° comandamento dice
di ubbidire, e questa occasione deve eccitare la nostra fede nel capo della fede. Noi vediamo le cose più o meno,
egli le vede da Papa, e perciò dobbiamo avere un particolare affetto alla S. Sede di ciascuno e di tutti. Il
Papa, anche umanamente parlando vede le cose dall'alto. Roma locuta est; tutti quelli che si sono attaccati al
Papa sono riusciti tutti bene. Chi si distacca cade, come fanno tante di quelle
gazzette: cominciano dalle cose libere e vanno alle cose di fede. Vogliono essere cattolici e poi: «Il Papa,
qui, il Papa là!». Gli eretici sono venuti tutti in questo modo, col mancare di devozione alla S. Sede.
Preghiamo che questi apostoli ci diano, sia a ciascuno, sia a tutti collettivamente di essere attaccati alla S. Sede.
Questa grazia darà stabilità al nostro Istituto.
Sapete che il governo Italiano ha mandato un rappresentante all'esposizione di
S. Francisco, l'ebreo Natan, il quale aveva tanto insultato il Papa. Tutti i
cattolici di lassù si sono messi a boicotare: o via lui, Natan, o via noi.
13 milioni di cattolici che non volevano quell'essere lì; e ha dovuto partire indietro; ed i
cattolici dicevano: Quelli che hanno insultato il Papa, non devono entrare
nell'Esposizione. Quel là che era presidente degli Stati Uniti ed ha insultato il Papa, e fu sbattuto da
presidente, e lo hanno fatto per l'insulto al Papa.
Pio X ci vuole
tanto bene; è lui che ci ha messi su; ecco quello che dovete fare. Io partirò presto per S.
Ignazio, si può andare giù, diventare freddi, e invece si deve
sempre proficere; non lasciarsi andar giù. Voglio farvi considerare sei cose per non andare in basso. Per vedere se
uno va indietro ci sono questi motivi:
1° La facilità di
lasciare gli esercizi di pietà, meditazioni, letture: si fa? C'è questo impegno di trovare modo di fare la
lettura, quando non si è fatta cogli altri? Non si può di un quarto
d'ora? farla di cinque minuti. Dunque la facilità di lasciare gli esercizi di pietà è un segno che
si va giù; se è possibile avere quasi una pena di non supplirvi.
2° Negligenza nel compierli. Nelle orazioni stare attenti a quello che si dice; non parlo
d'aridità o di distrazione, parlo di volontà: Laetatus sum in his quae
dicta sunt mihi, in domum Domini ibimus. Essere contenti di andare in chiesa, non trovare un peso di montare le scale. E
poi è così facile fare la meditazione. Così nella
confessione avere un dolore vero. Vi sono di quelli che sono sempre gli stessi,
dicono sempre le stese cose. No, diminuire, o almeno avere una diminuzione nella volontà. Così la
comunione. È vero che non si fa sacrilegio, ci vuol poco; ma non basta non fare sacrilegio. Non dire:
«Non ci bado». - Devi badarci.
Tutti i giorni quel
breviario... è così lungo... se si parla col Signore! è un
aiuto...! E non bisogna mettere un salmo sull'altro. Pregare, pregare bene, bene l'esame di coscienza. Dunque un altro segno di deperimento è la negligenza nel fare gli esercizi di
divozione.
3° Espandersi troppo esteriormente. Bisogna sempre che
vi sia qualche cosa inferiore, sia nello studio che nella ricreazione ecc... poco per volta pigliare l'abitudine. Le
anime sante hanno sempre tante cose da fare, pure erano sempre calme: lavoravano, vivevano in unione con Dio. In verbo tuo
laxabo rete. Ci vuole la rete da quella parte; e in verbo tuo, e poi quanti pesci! ma in unione con Gesù. Da soli,
non c'era nostro Signore ed hanno fatto niente: nihil capimus.
4°
Operare senza riflessione: non per lo scopo. Tocca a me, non tocca a me... Ma c'è il superiore che guarda,... No,
fare tutto pel Signore, con fine soprannaturale.
5° La
mancanza di vincere le passioni. Vedete, ci pare che vogliamo vincerci; e poi ci manca la volontà di ferro. Il Signore la grazia ce la da, ma non bisogna che siamo sempre superbi, sempre gli
stessi.
6° Noncuranza nelle cose piccole. Dobbiamo usare il
coroncino. Non facciamo abbastanza conto delle piccole cose. I falli leggeri, le più piccole osservanze,
non disprezzare niente. Qui spernit modica paulatim decidet.
Io vi
metterò ai piedi di S. Ignazio. E voi fate profitto. Essere santi, dotti,
laboriosi. Se sarete santi farete del bene e sarete buoni missionari. Quando si fa un
sacrifizio, essere contenti, come gli Apostoli: quoniam digni habiti sunt pro nomine Jesu contumeliam pati. Tutto era
gaudio per loro. Fare tutte queste piccole cose per piacere a Nostro Signore. Preghiamo S. Paolo che ci dia un po' di spirito apostolico.
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Creato: Venerdì, 09 Giugno 2006 07:34
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Pubblicato: Giovedì, 08 Giugno 2006 23:00