SECONDO ANNO DI NOVIZIATO - UFFICIO DELLA MADONNA

28 settembre 1914
P.P. Albertone, quad. V, 279-281
28 settembre
(ai soli chierici in Cappella)
Gli esercizi sono quasi finiti; se parlassi ai giovani direi che si facciano co­raggio, ma parlando a voi, dovete provarne un vero dispiacere, dovete trovare cosa dolce in trattenervi con Gesù nel silenzio; e procurate di fare bene questi ultimi giorni, se non avete passato tanto bene gli altri. Vedete: gli esercizi si compongono di tre parti: della via purgativa, illuminativa ed unitiva: ora siete nella via unitiva, e dovete proprio cercare di trarne frutto tenendovi uniti a Gesù, nel silenzio. Vedete: quest'anno; la regola dice che per la professione è assolutamente necessario un anno, assolutamente alla validità, proprio come dice la Chiesa: almeno! Ma le costituzioni dicono che il Superiore può allun­gare questo tempo per un secondo anno. Io avrei scrupolo di non fare eseguire tutta la regola, ond'è che finora per mancanza d'individui non si poté, ma ora si va ordinando le cose a poco a poco. E questo ve lo dico perché nessuno giu­dichi, non dobbiamo essere giudicati da voi, ci abbiamo pensato avanti al Si­gnore, e perché nessuno pensi: «ma... forse qui, forse là...», no; ve l'ho detto come padre in famiglia, e si farà così: si farà l'eccezione per uno che sia già avanti negli studi ecc. così potrete prepararvi meglio e poi insieme alle ragioni che vi ho dette ve ne sono cento altre che non dovete sapere, e basta. E poi stante la necessità: d'or innanzi i professi non reciteranno più l'uffizio; vede­te, mi rincresce molto, doverlo togliere, perché da esso aspetto molte grazie per la comunità. Ma la necessità così vuole e voi farete così, e lo reciteranno solo più i novizi e quelli del primo anno, e procurino quelli che lo recitano di recitarlo bene, con attenzione, e gli altri dovrebbero sentirne dolore e quasi se fosse possibile qualche volta non dico tutto, ma recitarne qualche parte. Sape­te il fatto dei monaci di S. Brunone. S. Brunone fu chiamato a Roma, ed i suoi monaci si scoraggiavano a poco a poco, e si perdevano d'animo e allora com­parve la Madonna che promise che avrebbe benedetta la comunità ed i monaci sarebbero durati sempre ove avessero recitato il suo uffizio.
Vedete dunque, io attribuisco a questo ufficio molte grazie e ne aspetto molte, questo uffizio s'era sempre recitato nell'Istituto fin da principio, quan­tunque non vi fosse nelle costituzioni, ma ora si farà così. Dunque facciamo il possibile per farci santi, e il Signore ci benedica.
giuseppeallamano.consolata.org