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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
10 ottobre 1915
Quad. XI, 3-4
10 Ottobre 1915 Sulla perfezione
Non cesserò mai di eccitarvi alla
santità, fine per cui siete entrati nell'istituto, e vi siete.
Ricordate sovente a voi stessi: ad quid venisti di S.
Bernardo. Stassera vi dirò
dell'obbligo che ne avete; - di attendervi qui; e degli ostacoli ordinari che vi si
oppongono. Vedremo in seguito i mezzi per riuscirvi.
1. Siete tenuti alla
perfezione e santità:
1) perché Dio la esige da voi. Disse: Estote perfecti ecc.: haec
est voluntas Dei sanct. vestra. Se a ciò sono tenuti tutti i cristiani ai quali sono dirette le parole, quanto
più voi che pel vostro stato di religiosi, (sacerdoti) e missionarii
dovete avere maggior santità: vos elegit, ut essetis Sancti:
Sanctificabor in his qui appropinquant ad me. - 2) Perché questo è il fine primario delle nostre
Costituzioni; non di fare bene agli altri; ma prima a noi e poi agli
altri;
altrimenti non riusciremo neppure a conseguire il
secondo fine, di evangelizzare gli infedeli. Dio ordinariamente non concede di toccare i cuori dei pagani a chi non
è unito con Lui da gran carità, da potere quasi
pretendere miracoli. Ah! che: qui non ardet, non incendit;
l'esperienza lo dimostra. 3) Anche pel benessere in questo mondo. Chi attende veramente a perfezionarsi non ha
rimorsi, che lacerano la vita; gode la pace del cuore, quae superat omnem sensum; pax multa diligentibus legem tuam
Domine. E lo vediamo in tante anime che si danno alla virtù; godono tanta pace e gioja da riversarsi sullo
stesso volto e parteciparne anche agli altri. Del Ven. Cafasso il C. Nasi ed
il Giordano dicevano che la sua presenza e poche sue parole tranquillavano l'animo loro. Così tanti
altri. Beati qui sitiunt justitiam...
2. Dovete attendere alla perfezione
subito qui. 1) perché se non lo fate qui, salvo miracolo, non lo
farete più in missione. Dice il Dubois, che dei Chierici del Seminario, uscendo sacerdoti, i soli che vanno perfezionandosi coll'età, sono quelli che già da
seminaristi erano in via di perfezione; non è raro il vedere cattivi
seminaristi essere preti peggiori;
tiepidi farsi cattivi;
buoni diventar tiepidi, e fervorosi ancora scendere basso, e restarsene al grado di buoni (la Guida del Sem. p. 15 e 429).
2) per la facilità che qui avete, essendo tutte le pratiche della casa in sé facili, e non difficili
come talvolta s'immagina; — perché facili rende le regole l'amar di Dio, pel quale motivo devono
osservarsi; — e perché Dio ci fornisce di molte e speciali grazie che non da fuori di qui. 3)
perché ne dovrete rendere strettissimo conto a Dio: cui multum datum
est, multum quaeretur ab eo. Di Giuda sta scritto: melius si natus non fuisset homo ille; ed io dico
piuttosto di vivere sì negligente, sarebbe stato meglio non foste venuti nell'istituto.
3. Ostacoli a
perfezionarvi e farvi santi sono in comunità: 1) lo spirito del mondo, non lasciato, ma coltivato coi compagni
ed in parlatorio... Diciamo quid ad me delle notizie del paese ecc., ed anche dei
parenti. .. 2) lo spirito di critica, e di ridicolo riguardo alle
prediche, letture ecc., invece di parlarne bene e volentieri in ricreazione. I discorsi di
religiosi dovrebbero essere quasi
sermones Dei; eppure quanta difficoltà a dire una parola di fede durante le ricreazioni! Tutti ne vorrebbero parlare, ma non c'è chi abbia il coraggio di fare il primo; e
forse altri sentono con freddezza, e si lascia cadere facilmente l'utile discorso. - 3) Lo spirito di partito per
invidia, antipatie, diversità di carattere; come di simpatie che sono
la peste delle comunità e generano le amicizie particolari. Siete tutti fratelli, che dovrete vivere insieme
tutta la vita; quindi per virtù di carità fraterna non
pretendere che gli altri non abbiano difetti, ma noi emendiamo i nostri, e sopportiamo gli altri: amorem fraternitatis habueritis ad invicem.
P.P. Albertone, quad. VII, 17-20
10 Ottobre 1915
(Sorridendo)... Già, quel là non è stato buono a farsi
riformare... se si accorgono che facciamo storie, dicono che non siamo italiani. Ce ne sono che si
mettono ad esclamare... esclamare... ed invece c'era uno che era venuto alla visita ed era zoppo, e diceva: mi rincresce
che non posso andare! - «Lo dice di cuore?» - non credo! Se lo dicono solo così... non dico che sia una
bugia... Ieri alla Consolata vennero molti a confessarsi e li esortavamo a star
buoni... «S'immagini, diceva uno, che ho la moglie e un bambino a casa e penso sempre ad essi» -
«Bravo è un pensiero buono!». Son tutti soldati del bergamasco e sono istruiti; si confessano molto
bene!
Ma veniamo a noi; sempre lo stesso:
che vi facciate santi, e dobbiamo es-serlo. Prima di tutto perché è volontà di Dio che ci facciamo tutti santi: haec est voluntas Dei sanctificatio vestra. Questa è la
volontà di Dio di farci perfetti tutti nella virtù. Estote perfecti sicut et Pater vester coelestis
perfectus est: se abbiamo di mira la santità del Padre Eterno abbiamo da
correre; e se è così per i semplici cristiani, che cosa sarà per noi sacerdoti e
religiosi? Quindi abbiamo un motivo di più per farci santi.
Un altro motivo poi è lo scopo particolare del nostro istituto, che è
la nostra santificazione; e questo non è mica stato messo lì nelle regole per mettere una parola! ...
No! prima di tutto la nostra santificazione e poi le missioni. La prima cosa che dobbiamo fare adunque è questa e
se non facciamo questo ... niente. Se uno vuol fare del bene agli altri senza essere santo egli stesso è
impossibile. Nemo dat quod non habet. Per fare un sacramento può farlo anche uno che non sia santo, ma per
convenire le anime no; il Signore generalmente non si serve di quelli che non sono santi loro stessi. I cuori si
convertono solo con la parola di quelli che son pieni di amor di Dio. Ma chi non ha quasi un potere sul Signore, quando si
è davanti a un vecchio che non vuole convertirsi, e... ci vuole un miracolo e chi non è santo lui...
possiamo pretendere questi aiuti? ci vuole un miracolo. Dobbiamo dunque farci santi per questi due fini, e poi per un
terzo che mi pare ancora più sensibile, che mi pare ci tocchi di più ancora, non solo dai tetti in su, ma
anche dai tetti in giù, ed è: che è più fortunato anche su questa terra chi si dà
al Signore con tutto l'ardore possibile, quelli che sanno vincere ogni sorta di ostacoli, che godono nella malattia e
così via. Di modo che lo stesso nostro benessere... quando noi ci sentiamo infervorati, lo stesso corpo
risente di questo stato d'animo. Di modo che vi sono tanti santi che erano sempre ilari. Del Ven. Cafasso diceva il Can. Nasi bastava vederlo e stargli assieme per provarne un'allegrezza tutta
speciale. Pax multa diligentibus legem tuam. Solo un piccolo sacrificio di amor proprio, solo quell'atto che davanti
al mondo è nulla, eppure dopo si è contenti di aver fatto quell'atto per il Signore. Il vero amore si prova
col sacrificio e per provarlo bisogna sacrificarsi per l'oggetto amato. E perciò non si ha nessun rimorso: si
ha una pace al cuore. Sapete di quel santo a cui non si sapeva che cosa fare: mandarlo in esilio? Ma tutta la terra
è per lui un esilio. Spogliarlo dei suoi beni? Si sarebbero rubati ai poveri e non a lui. Lo uccidiamo?
È quello che domanda per andar più presto in Paradiso. Vedete?
Sono i più felici. Quando uno sente che ha il cuore tranquillo, che ha il Signore che gli vuol bene. Per questi tre
motivi adunque dobbiamo farci santi: il primo per tutti, il secondo per la natura stessa dell'Istituto; il terzo poi per godere anche in questo mondo. Come si diceva di S. Vincenzo in mezzo a
tutti gli avvenimenti, a qualunque disgrazia, sempre il Signore. Vincenzo è sempre Vincenzo. Non gode
troppo e non si scompiglia: vedeva la volontà di Dio in tutte le cose, e
così era sempre tranquillo. Non è mica che si sia indifferenti, e che non si senta, ma si è
indifferenti davanti alla volontà di Dio. Vedremo più avanti le virtù necessario per la
perfezione: per adesso ricordiamo i motivi per cui dobbiamo farci santi. Tre motivi
seri da considerarsi bene. Supposto che uno dovesse andare a fare il soldato anche se è preparato. Oggi ci è
venuto un soldato prete e diceva: Ah, se avessi saputo da chierico che cosa è il mondo! Non ho mai sentito tante
bestemmie, è un qualche cosa che fa orrore; anche vicino alla morte! Non
parliamo di moralità eppure si va alla morte in quel modo. E poi una cosa che mi fa ancora più paura si
è che anche noi, diceva, anche noi sacerdoti non teniamo il nostro posto troppo bene, e mi contava delle
particolarità; qui dunque dobbiamo farci santi e subito. Sapete quel detto della sacra Scrittura: Adolescens juxta viam suam etiam cum senuerit non recedet ab ea. Ora avete facilità di
farvi santi, ma allora costerà molto di più. Il Signore soccorrerà quelli che si sono resi degni di
essere soccorsi. Senza un miracolo là si cadrà giù, ma non si monta. Il Dubois dice che dei preti che
entrano nel ministero, di quelli cattivi non ne parliamo; di quelli che chierici
erano tiepidi diventano cattivi. E dei buoni? molti tornano indietro; e gli ottimi vanno avanti, sì, e non tutti,
si va cadendo e non crescendo e chi non è ad un bel punto non si farà santo, salvo un miracolo. Ci vuole un
miracolo e bisogna meritarlo; e chi non ha usato qui tutti quei mezzi che poteva, salvo un miracolo si discenderà,
e perciò dobbiamo montare adesso.
Questo è il primo motivo particolare, ma ve n'é un altro e si è che dobbiamo rendere
strettissimo conto di tutte le grazie che abbiamo ricevuto. Cui multum datum est
multum quaeretur ab eo. E quante grazie ricevute qui! Cominciando da Gesù
al mattino: quante grazie in mezzo a noi. Quante buone ispirazioni, quante grazie interne ed esterne, è una pioggia
continua di grazie! avvisi dei superiori, letture, visite, meditazioni! Cui multum
datum est...
Terzo motivo particolare di farci santi adesso qui
è la grande facilità che ne abbiamo ora. Tutto qui è indirizzato a quello; tutto, tutto; tutto quello
che c'è qui dentro, cose piccole o grosse; cose materiali e cose spirituali; le nostre stesse pratiche non hanno
altro scopo che questo. Tutto è diretto ad amare nostro Signore. Perciò ecco la gran facilità
che abbiamo di qui farci santi perché tutto è diretto a Dio, tutto si fa per amore di Dio. E Gesù ci
da molte speciali grazie che non dà agli altri, cominciando dalla vocazione; e
poi tutte le altre presenti; perciò è un vero profluvio, un vero turbinio di grazie; e bisogna che noi
facciamo fruttificare i talenti: chi uno, chi due e chi cinque ecc. non sotterrare la grazia di Dio. Le grazie di Dio
sono così che portano santificazione o condanna a seconda se si corrisponde o no; e quando il Signore dà la
sua grazia noi non dobbiamo lasciare nulla di intentato per santificarci.
Questi sono i tre motivi particolari che abbiamo di santificarci subito qui.
Una terza cosa poi sono gli ostacoli che in una comunità generalmente si oppongono alla
santificazione nostra. E ci portano danno o in parte o in tutto.
Primo è che in una comunità si ha sempre paura di essere singolari; è il
rispetto umano che tante volte ci spinge, ed è un male, e abbiamo paura che ci dicono: guarda quella!
perché dice una parola buona, (ci dicono:) ma sogni tu? - «No, non sogno!», ah, quanto è
difficile trovare uno che faccia il primo; eppure bisogna farlo anche in ricreazione; alle volte si dice: «Non sono
anziano!». E che importa? È anche quello un tempo da consacrarsi al
Signore. E se uno dice, gli altri silenzio! lasciano morire! I trappisti quando si
passano vicini dicono: Ricordati che hai da morire! E un folle rispetto umano quello che ci fa aver paura di dire una
parola buona per paura che gli altri credano che uno vuol darsi dello spirito, e voglia essere maestro degli altri! ma
che! quello è sempre un ostacolo nelle comunità; questa paura! bisogna scacciarla!
Un altro ostacolo sapete? è lo spirito del mondo! quando si
parla, una smania di sapere! e poi se si può avere un pezzettino di giornale! ah! ci sarebbe l'occasione di fare
un fioretto! che bisogno c'è di sapere? se c'è qualche bisogno di sapere ci sono i
superiori: e anche loro due minuti, come il Venerabile; egli diceva all'economo
quando glielo portava: «c'è qualche cosa per me?» -no! - e allora non stava neppure a guardarlo. Una
vera smania. Sopratutto in parlatorio: si parla troppo umanamente; invece di mostrarsi religioso! neppure la famiglia
non ne è contenta! Purtroppo che vengono a portarci sempre i fastidi e le cose buone non ce le portano mai. Si va
in parlatorio e si va via colla testa piena del mondo e così colla testa piena si va a studiare e a pregare.
Non bisogna desiderare di avere la testa piena di notizie umane! e basta! questo è spirito del mondo.
Togliere!
Un altro ostacolo è lo spirito di critica: non dico
che ci sia qui, grazie a Dio; ma se non c'è il vero spirito di critica ci può essere qualche parola. Ci
sarà una predica! c'è questo vezzo: nel mondo invece di lodare si guarda subito quel filo!
È parola di Dio! vedete come siamo fatti, invece di prendere il buono prendiamo il resto e così
perdiamo tutto! S. Antonio Abate stava attento, si dice, a tutte le virtù dei suoi religiosi, di tutti gli altri frati, e da uno pigliava una virtù e da un altro: e dei difetti non se
ne occupava. Attenti! così in certe comunità c'è di mettere in ridicolo... lo spirito di sarcasmo!
si ha il vizio di gettare sempre anche solo una parola là in mezzo! e fa più male quello!... e
così c'entra anche in questo un po' d'invidia. Sono tutte queste
cosette che sono ostacoli!
Un altro poi è lo spirito di partito:
Si va con questo e non con quello. Così in Seminario, partito canavesano,
partito astigiano: folli! Non era mica poi una cosa cattiva, si parlava sempre del paese! ma lo spirito di partito vero...
si viene poi allo spirito di amicizie particolari! attenti! Si parla a uno e non all'altro! è un disordine! e poi
sensim sine sensu... attenti a queste cose! nessun partito: tutti eguali; e disposti a passeggiar con tutti e saper
vincere anche questa ripugnanza; e poi vi sono tanti inconvenienti e tanti disturbi per cui non si tende più alla
perfezione!
Ricapitolando: i
motivi generali che abbiamo di farci santi sono questi tre: primo, che il Signore ci vuole tutti santi; secondo che questo
è il fine primario del nostro Istituto; terzo, il nostro benessere in
questo mondo ci fa desiderare di farci santi.
I motivi particolari
per farci santi poi sono: Primo: se non si fa adesso, senza un miracolo non si farà poi; secondo: e il terzo e via.
E poi vi sono gli ostacoli. E vedremo altre volte i mezzi che abbiamo per farci santi che vi suggerirò. Dunque
impegno e desiderio e poi pregare il Signore che ci dia vivo desiderio di farci santi.
Ricordate quello che aveva domandato a S. Tommaso come farvi
santo:
dì così: voglio farmi santa, voglio farmi gran
santa, voglio farmi presto santa!». Così dobbiamo fare noi!
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Creato: Lunedì, 12 Giugno 2006 06:10
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Pubblicato: Domenica, 11 Giugno 2006 23:00