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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
10 gennaio
1915
Quad. X, 4-
5
2. Della mansuetudine (10 Gennaio
1915)
Altra volta
abbiamo parlato dell'eccellenza della virtù della mansuetudine, diciamo stassera della necessità della medesima.
Essa è necessaria per noi
e per gli altri.
I. Per noi come creature ragionevoli, come cristiani
e quali religiosi che tendono alla perfezione (V. Scaramelli: Tratt. 4. cap. II-IV).
1. Due cose distinguono l'uomo dalla bestia: la ragione e la
figura;
ora l'ira toglie o diminuisce le due qualità.
S. Tommaso: ira inter coeteras passiones manifestius impedit judicium rationis;
— potest esse tanta perturbatio irae, quod omnino impediatur ab uso loquendi. Esempi nelle famiglie. Fatto
di Galeno (Scar. tr. cit. cap. II).
2. Come cristiani, dobbiamo imitare N.S.G.Cr. che a ciò
c'invita. Gesù ai fratelli Zebedei che frati... rispose: nescitis cujus spiritus estis. Fatto di
Alessandria (Ivi cap. III) e di S. Brigida (ivi).
3. Come religiosi.
Non si può avere lo spirito d'orazione nella perturbazione dell'ira: non in commotione Dominus.
V. Fatto di Eliseo (Ivi cap. IV). Esempi di Mosè, Davide, ecc.
II. È necessaria pel prossimo,
per tirarli a noi, e convertirli, e farli buoni. Disse N.S.: beati mites, quoniam ipsi possidebunt terram,
cioè i cuori degli uomini, insieme colla terra del proprio cuore e del Paradiso.
S. Giov.
Gris.: quod igni est aqua, hoc est irae mansuetudo. Fatti di Giacobbe con Esau, e di S. Giov. Grisostomo (Scar. ivi cap. V).
Diceva S. Franc. di Sales che si prendono più mosche
con un cucchiaio di miele che con un barile di aceto. - L'esperienza prova che i nostri
missionari in tanto fanno del bene in quanto sono mansueti; e qualche
fatto d'ira accaduto ha allontanato indigeni, dicendo il missionario padre cattivo, per cui fu necessario anche
rimuoverne e richiamarne alcuno.
Ma si dirà: è presto detto, ma talora
si ha da fare con gente sì dura ed ostinata che farebbe scattare un Santo? Ebbene siate voi santi al punto di
contenervi per così vincere la loro ostinazione. Es. una palla che cade nel cotone.
Ma lo zelo
richiede... ? Sì, come Mosè e N. Signore; ma non inganniamoci, scambiando per vero zelo la nostra
passione. S. Giov. Gris. scrive:
ille est mansuetus qui quibus et ut oportet, et quanto tempore oportet, irascitur. Irascimini et nolite peccare, cioè quanto alla sostanza ed al modo (Ivi cap.
VII).
I rimedi dell'ira e mezzi per
ottenere la mansuetudine sono secondo S. Gregario M.: 1) l'esame al mattino di previsione per le occasioni della
giornata, ponendoci davanti come specchio la mansuetudine di N. Signore. 2) Considerare sovente gli eccessi altrui ed i
nostri passati, di cui nessuno, specialmente i superiori furono esenti, e
come dopo fummo pentiti. 3) Pregarla dal Signore: O Gesù, così mansueto... (Ved. Scaramelli; - Nepveu -
Sp. del Crist.; - La perf. crist.).
P.P. Albertone, quad. VI, 35-39
10 Gennaio
Ho tardato, ché mi sono fermato a raccontare ai giovani la storia della capra. Ve la racconterò.
C'è venuta una ragazzina nella sacrestia del Santuario della Consolata,
e piangeva, e diceva che le era morta la «crava d'la nona. A la mangià na rista d'ai, tut l'ai chi l'aviu
e a l'à mangiala...». È gonfiata e poi è morta. È un bel giorno videro che non c'era
più l'aglio. Ed è morta crepata. Vedete la gola. E questo lo
raccontavo ai ragazzi, e uno mi diceva che non gli piacevano le zucche, i cavoli, le carote, le rape. Ed hanno fatto un
po' di confessione pubblica, ma ora hanno promesso di mangiare di
tutto.
Va bene che ci siamo tutti per continuare l'anno. Diremo qualche cosa di utile. Questa sera... Abbiamo parlato della mansuetudine che modera le
ire secondo i dettami della retta ragione. Guardiamone l'eccellenza. L'esempio di Nostro Signore; ecc.... Ora
parliamo della necessità per noi e per il prossimo.
Riguardo
alla necessità dobbiamo dire prima di tutto che molti credono di averla e non l'hanno; viene un momento in cui
scappa e si accorgono che non era virtù, non c'era l'interno, e quando l'ira viene, e allora...
Questa virtù è necessaria sia come creature ragionevoli; sia come
cristiani, sia come religiosi.
Comunque sia il nostro carattere anche solo come uomini dobbiamo avere questa
virtù. L'uomo, dice S. Tommaso si distingue dalla bestia per queste due cose: primo per l'uso della ragione;
secondo per la forma.
L'ira fra tutte le passioni è quella che
impedisce di più l'uso della ragione, e può venire a tal punto da impedire persino di parlare. Dunque ci
è necessaria la mansuetudine come uomo per non venire una bestia. Si perde proprio il buon senso quando taluno si
arrabbia, viene così trasformato. Galeno contava di uno che se l'era presa contro un uscio e l'ha messo per
terra e lo batteva. Come un cane che morde la pietra. Si viene a quegli atti che fanno perdere la ragione e perciò
abbiamo bisogno di vincere; talvolta si vedono certi padri di famiglia che se la pigliano tanto per qualche cosa che
rompono tutto, perciò anche solo per questo motivo è necessaria la mansuetudine.
I cristiani poi come seguaci di N. Signore Gesù Cristo
debbono avere questa virtù. In Alessandria d'Egitto un cristiano era molto insultato dai suoi compagni, ed
egli stette sempre calmo, e si stupivano; ma quando quei tali incominciarono ad insultare N. Signore Gesù
Cristo, e dire che egli non era Dio, ei disse:. «La più bella prova che N. Signore è Dio è che
per suo amore ho avuto la forza di conservare la mansuetudine, per imitare N. Signore; come prova che ero
cristiano». S. Bernardo una volta che si era lasciato scappare una parola
di bocca un po' forte, N. Signore l'ha avvisato di essere mansueto, e di fare uno studio particolare su questa
virtù.
Come religiosi poi
è necessaria perché senza di essa non si può attendere all'orazione, non si può fare orazione
se non si è in calma, nessuno può farla se non è mansueto e se non sa calmarsi subito.
Vedete la mansuetudine di Mosè, di Davide: «Memento, Domine, David et
omnis mansuetudinis ejus»; e così degli altri che hanno dato esempi di mansuetudine. S. Francesco di
Sales, c'era un'ammalata che sparlava di lui e lui l'ha sempre scusata; se fossimo
stati noi... ah, le avremmo detto: «È così che si fa?» e invece lui, ha sempre continuato a
soccorrerla, e a scusarla.
Questo riguardo a noi medesimi;
ricordiamoci: Beati mites, perché possederanno la terra; la terra, gli uomini; la terra, il loro cuore; la
terra promessa, ossia il Cielo.
E per
riguardo agli altri? Dice S. Giov. Gris. «Non potest ignis igne extin-gui; quod
igni est aqua, hoc est irae mansuetudo. E la S. Scrittura dice: Re-sponsio mollis frangit iras. Se si tira una palla di cannone in una palla di cotonata si
ammorza, se si getta in un muro invece lo rompe, così la mansuetudine calma. Molti santi hanno vinto molto di
più così.
In Africa ce n'è bisogno grandissimo.
Quando si parla una volta e non si ottiene niente, si parla due e poi si vorrebbe dare uno schiaffo; no! guai! lo
ricorderebbero sempre e perderebbero la stima di quel missionario. Ricordate il fatto di Giacobbe quando voleva
ritornare in Palestina, e temeva di andare incontro a Esaù; e come ha fatto? ha diviso tutti i suoi in tre
parti; nella prima i servi; nella seconda gli altri della famiglia e nella terza i beniamini; e poi egli è andato
il primo e gli ha domandato perdono ben sette volte; e questo esempio l'ha frenato e gli è venuto incontro e l'ha
abbracciato e baciato. Ah, se si imparasse bene dai missionarii Ci vuole pazienza, ci vuole mansuetudine. Leggetelo nella S. Scrittura, è un
bell'esempio. C'era un santo Vescovo di Costantinopoli che era odiato da un altro; e per togliere tutto, egli ha
radunato il suo clero e poi è andato a inginocchiarglisi davanti per chiedergli perdono; e l'altro si
è trovato confuso e si è anche inginocchiato lui e così fu fatta la pace.
Non bisogna sempre voler dominare, ma piegarsi anche agli altri.
Quali sono i mezzi per acquistare la mansuetudine? Alle volte si dice: Mi arriva poco; e poi vedo
gli altri che sembrano più calmi, che quando cominciano...
C'era in seminario un chierico che pareva proprio calmo; di quelli che non si muovono, che faceva due passi in una
pianella. E un dì passava con un vassoio di acqua in mano, e l'hanno toccato, e lui si è voltato e gli ha
gettato addosso il vassoio di acqua; vedete, anche quelli che sembrano più calmi; poi si è pentito subito e
ha chiesto scusa, ma intanto...
Mezzi dunque, fare l'esame di
previsione. Massime quelli che sono più nel pericolo. Perché questa ira si accende in un momento e bisogna
prevenirla, specie chi ha il carattere iracondo.
Il secondo mezzo, dice
S. Gregorio Magno, è che appena ce ne accorgiamo, ci richiamiamo alla mente gli esempi di N. S. Gesù
Cristo. E poi pensare agli eccessi a cui ci può condurre l'ira; che si diventa proprio come una bestia; e questo
pensiero deve frenarci. E poi pensiamo che dopo di aver mancato siamo poi sempre pentiti.
Dunque impariamo: Discite a me; certo bisogna insistere e lottare e umiliarci. S. Gregorio
Magno dice adunque di porci innanzi l'esempio di N. Signore e di coloro che invece perdono la pazienza.
E si può
mai saltare in ira senza peccato? Irascimini et nolite peccare. Si può qualche
volta; perché bisogna regolarla secondo i dettami della retta ragione. Quando si tratta di noi medesimi e ...
è meglio lasciar sempre andare..., sovente è il nostro cuore solo che ci spinge sotto pretesto di giustizia.
Ma si può qualche volta, ma raramente. C'era una volta uno che bestemmiava, e un secolare si è messo a
sgridarlo, e l'altro ancora di più; e allora si sono sfidati a duello. Ma colui era un generale... Vedete, non
sempre c'è la gloria diDio.Ma quando c'è la gloria di Dio, anche nell'ira l'uomo è tranquillo.
Mosé era il primo degli uomini per mansuetudine, pure quando è disceso dal monte ed ha veduto il vitello
d'oro, veduto l'insulto fatto a Dio, gettò a terra le tavole della legge e le spezzò, e poi uccise un gran
numero di ebrei. Ma quello era zelo, e perciò Mosé non perse la
mansuetudine, era un uomo mansuetissimo. N. Signore quando ha scacciato i venditori dal tempio non ha perduto la
mansuetudine, neppure per quel solo momento, ma era sempre presente a se stesso;
quello era zelo. Ma non bisogna ingannarci. Ci sono tuttavia
dei casi in cui è zelo. Il Ven. Ancina ha veduto una volta un chierico che ha lasciato spegnere il fuoco del
turibolo e egli l'ha sgridato fortemente in pubblico. E noi c'era Mons. Bertagna che ci diceva che quello era
zelo.
Dunque bisogna portare stima a questa virtù e usarne i
mezzi necessari
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per acquistarla.
Quando c'era stata
la professione del Coad. Anselmo (due o tre anni prima) mi ricordo che avevo fatto un pochino di ... Noi andiamo per
convertire, e se invece si danno delle bastonate essi le ricorderanno sempre, e per qualche cosa che c'era stato di
questo genere ho detto qualche parola, ma io mi credo che quello fosse zelo. Ma
però non dicevo a Coad. Anselmo, che lui era proprio calmo e mansueto, e può dirlo qui il Padre, e va
bene che adesso sia andato nel Kaffa, perché nel Kaffa ci vuole gente
mansueta.
Dunque non credersi di averla già questa virtù:
alle volte si dice che uno è calmo, e poi capita... e guai; dopo si dice poi: «Non credevo che fosse un
brichet parei».
Preghiamo N. Signore, diciamoglielo sovente:
Gesù mite ed umile di cuore, fa il mio cuore simile al tuo. E poi calma in ogni cosa.
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Pubblicato: Martedì, 30 Novembre -0001 00:00