DEVOZIONE ALLA MADONNA

2 maggio 1915
P.P. Albertone, quad. VI, 121-124
2 Maggio 1915
Non ci parliamo tanto perché sono anche un po' stanco; ho bisogno di star bene tutta la settimana perché ho bisogno di perseguitare un po' quella brava gente del concorso. I lavori sono stati un po' lunghi, e se ne può fare passare solamente due al giorno e si lavora dal mattino alle 9 fino alle 12 e poi subito dalle 3 alle 7 al dopo pranzo. Perché bisogna avere occhio a tutto per essere giusti, dal primo all'ultimo. Vi sono tre parrocchie e i concorrenti sono 28, come si fa? Voi invece in Africa avrete tutti una parrocchia anche i coadiu­tori, come scrivono che hanno anche loro la parrocchietta.
Tuttavia due parole bisogna dire sulla Madonna. Vedete sulla Madonna ci sarebbe tanto da dire. Come dice S. Gregorio in certe solennità c'è troppo da dire, e non si sa più eppure qualche cosa bisogna dire. E bisogna che abbia­mo l'intenzione di crescere sempre più nella divozione alla Madonna. Nessuno si fa santo se non è devoto della Madonna. Tutti i cristiani per vivere da buoni cristiani devono essere devoti alla Madonna e tutti i santi lo furono fino dai primi secoli. E tanto più i religiosi. Questo è il carattere distintivo di tutti i san­ti. Leggetene pure tutte le vite. E questa divozione serve non solo per vivere da buoni cristiani, ma anche per salire a perfezione è necessario essere divoti della Madonna.
La Madonna, dice S. Bernardo, è un acquedotto e una fontana. Una fon­tana perché tutte le grazie ci vengono di lì. Omnia nos habere voluit per Mariam.
Così abbiamo nell'oremus della Consolata. Non che il Signore non possa darci le grazie senza di Maria, ma Egli ha stabilito che tutte le grazie passasse­ro di lì. È una disposizione di Dio che tutto avessimo di lì. Tutto da questa fontana. De plenitudine ejus accepimus omnes. Si può quasi dire. Lì ce n'è finché si vuole.
E poi un acquedotto perché tutto deve passare di lì, è come una diramazione di acqua, che porta l'acqua. La Madonna è questo canale che porta a noi la grazia di Dio. Alla Consolata vi è un quadro sullo scalone. Anzi due quadri. Uno di S. Benedetto, un altro dell'ordine cistercense; non proprio fondato ma moltiplicato da S. Bernardo. Ebbene c'è rappresentato la Madon­na che ha uno sgorgo di latte che va ad empire una gran vasca; e poi ci sono zampilli su tutto l'ordine cistercense. E poi va per tutto il mondo a portare tut­te le grazie. Dunque la Madonna è insieme fontana e canale. Da essa dobbia­mo ricevere tutte le grazie; persuadiamoci che senza una vera divozione alla Madonna non possiamo farci veramente santi. Non che il Signore non possa darci le grazie; ma non vuole e noi dobbiamo stimarci ben fortunati di non do­vere ricorrere sempre al trono di Dio per ottenere le grazie; ma di avere un mezzo. La Madonna, vedete, è più tenera, e la divozione alla Madonna non è solo un segno di predilezione, ma anche di santificazione. E chi non ha una ve­ra divozione alla Madonna non si farà santo sacerdote, religioso e missiona­rio. Bisogna leggere le glorie di Maria per conoscere questa divozione. Tutti i Santi furono sempre di voti della Madonna anche quelli dei primi tempi. Come si dice di S. Dionisio areopagita che fu condotto davanti alla Madonna, e quando le fu dinnanzi ne fu così preso che se la fede non l'avesse trattenuto, fu così preso dalla contemplazione della Madonna, che se non avesse saputo, l'avrebbe venerata quasi come una divinità. E questa divozione comincia con Nostro Signore. Quasi tutta fondata sul Vangelo. Chi ha onorato di più la Madonna che Nostro Signore? Alle nozze di Canaan ha fatto il Miracolo suo primo per intercessione della Madonna. E persino tutti gli eretici e scismatici del primo tempo hanno onorato la Madonna. In Abissinia ci sono euticchiani (sic), ecc. un po' di tutto, eppure sono divotissimi della Madonna. Non c'è un Santo che abbia scritto, e che non abbia scritto della Madonna. S. Giov. Berchmans era divotissimo; S. Filippo Neri, fino da bambino fu sempre divo­to della Madonna, e si fermava delle ore a conversare davanti a un quadro del­la Madonna; se fosse stato davanti al SS. Sacramento, direi, lì c'è la realtà, ma davanti a un quadro... lo faceva proprio per la tenerissima devozione che ave­va verso la Madonna. E se essa soccorre anche i peccatori che le danno qual­che segno di devozione, tanto da ottenere loro la grazia della conversione un bel momento, almeno in punto di morte, che cosa farà per quelli che la onora­no? che la venerano? Dunque questo mese tutti siamo d'accordo per aumenta­re sempre più la divozione alla Madonna; e poi dopo continuare poi. Le pie pratiche, l'angelus, il Regina coeli, e le altre recitare con affetto, tutte e sempre, il Rosario con cuore, con entusiasmo. Quel che dobbiamo fare poi ancora in questo mese è di ricorrere a lei in tutti i nostri bisogni: dat omnibus affluenter. Ciascuno faccia il suo fioretto, e poi tutti aumentare la divozione. Domandia­mola al Signore una divozione alla Madonna, costante, forte, confidente come ad una madre. Che bella vita se si è divoti della Madonna, e poi quante grazie ci otterrà; è essa che converte i cuori. Quella o quella là che non voleva saperne; e il Missionario ha pregato un momento... e si è intenerito, si è con­vertito e fu battezzato.
S. Alfonso era divotissimo di Maria; e, sapete, che mentre predicava sulle glorie di Maria un raggio si è partito dal quadro della Vergine, e è andato a colpire lui sul pulpito. Non voleva poi che si facesse nessuna predicazione sen­za fare entrare la Madonna, e lui la faceva sempre entrare.
Questi sono i pensieri da meditare e lavorare in questo mese. Essere divoti della Madonna, e aumentarla, e tenerla ferma poi per tutta la vita.
Un'altra cosetta: Questa settimana ci fu alla Consolata quel colonnello di Mondovì... Colonnello Pirri... per fare le sue divozioni..., è in relazione con D. Burzio, ed era lì venuto in sacrestia, ed ha detto «parto domattina». — «E... quando l'ha saputo? Per che direzione?» — «E ..., ha detto, certo non lo sapremo prima di essere nel convoglio». E sapete che cosa abbiamo detto? Che ubbidienza! ubbidienza cieca! Non sa dove andrà! E si va con una lettera, un biglietto da leggere poi, il generale, e non [so] se il generale lo leggerà al co­lonnello. E lui lo diceva con tanta tranquillità come se fosse la cosa più natu­rale di questo mondo. Vedete che ubbidienza cieca: Ve la facessimo un po' fa­re noi questa ubbidienza cieca? (non domandereste): ma dove andiamo? Co­me? ecc. ... E abbiamo domandato a lui: E la famiglia? «Ma, scriverò poi...». Vedete? si fa esercitare l'obbedienza. E obbedienza cieca. E loro, ut corruptibilem coronam accipiant... noi invece per amor di Dio. E così voi, quando vi costa fare l'obbedienza, perché questo? perché quello? ricordatevi del colon­nello che parte senza sapere nulla. E se non lo sa il colonnello non lo sanno i capitani, i maggiori, nessuno lo sa. Si va a Tripoli? Ma!... O Tripolitania, o Turchia, o Austria certo... Impariamo ad ubbidire ciecamente e senza perché dalle cose umane. E quello che mi ha fatto più impressione, è quel dire la cosa come se fosse la più naturale di questo mondo. E la famiglia? E ... è finito, si parte! Proponiamo anche noi nelle cose spirituali e in tutto ubbidienza senza ragionamento, senza discussione di questi soldati, e trovano naturalissimo. Ah! se noi facessimo per la nostra santificazione quello che fanno in questo mondo forse per la loro dannazione ci faremmo santi in fretta. Essi fanno sacrifizi per questo mondo e per cose cattive, e noi molto meno! Tuttavia biso­gna avere la disposizione, il desiderio di fare così.
Preghiamo in questo mese, che il Signore ci benedica e in tutto l'istituto.
E in questo mese di Maggio divozione verso la Madonna, che ci otterrà bene­dizione per la nostra missione, per santificarci e per salvare tante anime.
giuseppeallamano.consolata.org