STUDIO — PREGARE PER EVITARE LA GUERRA

    9 maggio 1915
P.P. Albertone, quad. VI, 124-128
9 Maggio
(Dopo la lettura dei voti degli esami)
Vedete come vanno le cose! E il Signore spero che vi darà tutti 10 e anche lode; è così... ci vuole impegno di fare tutti il proprio dovere. In questi giorni correggevamo le pagine del concorso... faccende! l'altra sera uno ne aveva fatte 76 pagine. Alcuni hanno scritto veramente bene. Il Can. Galletti, quello che mi aveva dato per consiglio di introdurre qui la Teologia del Schouppe, e mi diceva: «So che continuano loro ad avere il Schouppe, noi non l'abbiamo più, ed è un danno; so per esperienza, si sa che chi studia il Schouppe dice le cose più precise; se tanta brava gente studiasse il Schouppe direbbero le cose un po' più precise». E mi diceva, loro hanno due grandi favori: Il primo è di avere il Schouppe e P. Giaccardi per professore; e sapete, è un ingegno scelto, era nel corso dopo di me ed era sempre il primo del corso. E poi di avere la Fi­losofia da D. Paleari. Si possono così prendere idee giuste; e sopratutto nozio­ni giuste e non storte per la natura, capire bene, sostanza essenza. Mons. Bonomelli che ha fatto spropositi ed ha detto le cose non precise, ha sbagliato le cose sostanziali per mancanza di principi sodi. Ho letto qualche cosa e si vede­va che mancava delle nozioni più sostanziali. E mi diceva, insista che la capi­scano bene, che si facciano le idee chiare. «Anche D. Paleari è contento», mi ha detto, vedete, non volumacci e studiarla lì, com'è... qualche cosa si può fa­re... contenti di studiare quello che vi fanno studiare. Cave a lectore unius li­bri. Nei concorsi quelli che studiano il Tangheri (sic), il D'Annibale, e vattala pesca... fan dei grandi pasticci e confusioni. Un libro solo e studiarlo bene. Perché tutti questi autori un po' cambian sempre fra di loro e allora si fa delle confusioni, diretto, indiretto, ecc... un libro solo e che sia veramente autore e non solo un raccoglitore, e così si han gli stessi termini dal principio alla fine, ... ah! si vede subito colui che ha la testa limpida procede tranquillamente da principio al fine, fila...! Idee giuste! E non far dire al Concilio di Trento quel­lo che non ha mai pensato di dire! Specialmente poi de Sacramentis, dire plura, o pauciora, non fa lo stesso, si tratta subito di dire una eresia, di essere eretico... Certo costa lo studio, e anche dare gli esami, tutto costa, ma pure, in hoc natus sum... per fare del bene e lavorare...
Ebbene...! Oh...! La predica sulla preghiera fu l'argomento anche della predica di questo concorso. (Parlando della predica fatta all'Istituto al matti­no da D.Mondino). Il Cardinale, ...noi abbiamo dati i nostri e poi il Cardinale ha dato lui il tema della predica. E il tema era questo: Prendendo occasione dall'orazione di Gesù nell'orto si parli della preghiera dicendo in questi tre punti: 1° Natura e importanza della preghiera, 2° Qualità della preghiera, 3° Frutti della preghiera. Abbiamo già digerito 20 prediche e ne abbiamo ancora da digerire altre otto. È un vero mese di Maria. E se ne sentono di tutti i colo­ri, più o meno ben fatte. Ce n'era uno che è andato su alle sfere alte, tutto vo­li, e... gli abbiam dato subito un voto cattivo e ci siamo riservati di dargli poi una lavata di capo in particolare. Guai se predicasse così!... Pare il Marini del 700.
E stiamo là dalle sette alle nove di sera; tolto il tempo di pranzo. Si fanno passare due casi e poi alla sera la predica. Vedete l'importanza che dà il cardi­nale anche a questo. Egli desiderava che si facesse una specie di omelia, ma non era espresso, perciò... Bisognava dapprima mettere le due definizioni, di S. Agostino e di S. Tommaso: Ascensus mentis ad Deum, e petitio decentium a Deo. E lì, l'importanza. Per ottenere tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. E in generale finivano tutti così, colle parole di S. Alfonso: Chi prega si salva, chi non prega si danna. E è così. E poi, le qualità, avevano quasi tutte le stes­se. Umiltà, confidenza, e perseveranza, o costanza. E poi, bisogna pregare in nome di N. Signore, perciò, bisogna che sia cosa che N. Signore voglia. Ma la predica per il concorso fa solo dieci punti. Poi c'è ogni caso che fa 3 punti per caso... una volta ne faceva 5, ora solo più 3. E così ogni punto chi ha dieci, ha tutto, chi ha solo 6 altri 7, altri 8 ecc. Chi avesse tutto dovrebbe avere 100 pun­ti, ma per la parrocchia più insigne ci vuole 8, per poter concorrere; per l'altra 7 e per l'altra 6. Chi non ha tutti 8 basta che abbia la media di otto, chi non ha almeno la media di otto non può concorrere alla prima parrocchia che suppo­niamo sia Castelnuovo. Dopo questo esame, prendono l'esame delle qualità morali e sono di nuovo cento punti, cose da venir matti! Poi si fa il totale e chi riesce, riesce.
Voi non avete tante difficoltà. In Africa avete tutti una parrocchia.
Dunque sulla preghiera... Natura e definizione della preghiera, qualità, costanza, ecc... avete già sentito tutto stamattina, e non ripeto più. Piuttosto, il motivo particolare che abbiamo di pregare ora. Voi non ne sapete, e
non ne dovete sapere, e se non sapete lo dico io ora, fatto sta che siamo alla vi­gilia della guerra. Si faccia o no, fatto sta che i preparativi ci sono tutti. Chia­ma di qua, chiama di là... pare avranno riguardo un po' ai preti. Hanno chia­mato la nota al Cardinale di tutti i preti della diocesi, parroci e viceparroci, e gli hanno promesso i parroci di disturbarli il meno possibile, e i viceparroci, secondo il bisogno...
È una miseria e una tristizia...
Dappertutto, madri e mogli che vengono alla Consolata a raccomandarsi al Signore, e non si sa dove andremo a finire. E così voi invece di essere curiosi di sapere notizie, pregate, pregare il Signore, fuori tutte queste miseriucce, e poi fare il sacrifizio di non voler sapere tante notizie. Affinchè il Signore ci usi misericordia. E così disastrosa la guerra... se è possibile il Signore risparmii tante anime e tante vittime... Si possibile est, transeat... e se il Signore nella sua infinita misericordia crede bene di permettere... sia più corto possibile.
Un uomo mi diceva, un uomo di Brandizzo: «Avevo due figli e me li han­no presi, avevo tre bestie e me ne hanno prese due...». E ancora diceva che ci aveva dovuto perdere perché secondo lui non gliele avevano pagate come me­ritavano. È uno scompiglio, un malessere generale per la città... soldati che vanno e vengono tutti serii, preghiamo che la Madonna si faccia onore come già altre volte. Vedete non dobbiamo dire che noi siamo tranquilli, questo ci tocca tutti. Non crediamo di poter starcene qui fuori di tutto. Alla Consolata non si può fare tanto anche per non spaventare. Tuttavia qualche cosa si farà. Sabato, vedete, si farà l'ora di adorazione, poi domenica ci saranno al matti­no le funzioni, ci sarà Mons. Castrale, e alla sera il Card. farà l'ora di adora­zione.
Tutti sentono e noi che siamo qui tranquilli, dobbiamo pregare per tutti, pregare il Signore che ci mandi D. Bolla presto, e anche l'altro adesso che ab­bia finito. E che ce lo mandino quanto prima e che non ce ne prendano più nessuno. Perché, vedete, se ci viene la guerra possono prendervi tutti, sono io solo che non mi prendono, almeno credo che a 70 anni non mi piglino più. Tutta questa gente, pigliano tutti. C'era il direttore dell'acqua potabile di To­rino che ha già 59 anni, e l'ho visto vestito da soldato, e fu preso a quell'età. Gli mancano solo pochi giorni a 60 anni, eppure è soldato. E volevano man­darlo via da Torino, e lui ha detto: «ma sono direttore dell'acqua potabile e ho bisogno di restare qui...».
C'è un malessere, vedete, per Torino, sono tutti infastidiati, si vede la gente passare tutti malcontenti,... ah! che il Signore, pregate, che illumini questi galant'uomini.
Stamattina un giovinetto mi diceva: So in confidenza, dove vado. - Oh, come fa a saperlo? — Sì, lo so proprio in confidenza. Adesso andrò a Bari, di là in Albania, e poi ci uniremo alla Grecia, Serbia e Montenegro, e andremo a pigliare Trieste di dietro, contro l'Austria. Basta, conturbatae sunt gentes, in­clinata sunt regna. Dedit vocem suam, solo il Signore può mettere le cose in pace. E non si tratta mica solo della pace, ma questo influisce anche sul vitto, e su tutto, hanno già fatta una legge, che dà il diritto loro di entrare dove vo­gliono e di pigliare quello che vogliono, e perciò anche di abitarvi. Le cose vanno molto male. Pregare per calmare la collera di Dio. Direte: ma cosa sia­mo noi? Ebbene può influire, anche pochi il Signore può guardare anche a po­chi. Sapete la Pentapoli, il Signore si sarebbe contentato che fossero stati an­che pochi, ma non si sono trovati. Là di Mosè, il Signore dava a lui la vittoria sugli amaleciti, e su quei popoli sempre quando pregava e teneva alte le mani, vincevano, e quando non potè più tenere le mani alzate, dovettero andare due a sostenergli le braccia, finché guadagnassero. Così anche noi, preghiere ben fatte, farle ancor meglio, poi giaculatorie, buoni pensieri, che sia come una continua ora di adorazione. Pregare e far sacrifizi con questa intenzione, sacrifizi, quei sacrifizi piccoli di comunità, farli tutti con questo scopo. Si può avere anche le altre intenzioni, che abbiamo messe questo mese, ma in partico­lare questo. Bisogna avere fede col Signore, quasi prepotenza, baldanza. Ma poi dobbiamo fare noi la nostra parte. Il Signore ci ha difesi finora dalla guer­ra, che ci voglia ancora risparmiare, e possiam aspettare alla porta il nostro D. Bolla; mi raccomando tanto... ! Insomma, rinnovare i proponimenti, di vince­re i difetti, le passioni, e così il Signore resta più propenso, più inclinato, e ot­teniamo di più.
Le cose vanno molto male, c'è niente di delineato, chi vince, chi perde, niente... cose che fanno orrore. Parce, Domine, parce populo tuo... Doman­dare pietà, domandare misericordia...!
giuseppeallamano.consolata.org