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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
Eccellenza. Si tratta di ricevere lo Spirito S. in persona. S. Massimo dice che la Festa di
Pentecoste non è come quella di Natale, Pasqua, ecc. nelle quali si rammenta un fatto
antico, che però non si rinnova più; in questa ogni anno si
rinnova la discesa dello Sp. S. se non visibilmente invisibilmente in quanti sono ben disposti a riceverlo (V.P.
Bruno p. 319).
E notate bene
che lo Sp. S. non discende solamente co' suoi doni e frutti, ma personalmente Egli stesso. Come nella S. Comunione
riceviamo Gesù colla sua divinità ed umanità, così riceveremo lo Spirito S., che essendo
purissimo Spirito non sentiamo come la S. Ostia perché Gesù è anche uomo, ma è tutto Lui la
terza Persona della SS. Trinità. Ed invece Gesù parlando della
venuta dello Sp. S. dice sempre: Vi manderò lo Sp. S., riceverete lo Sp. S.: accipe Sp. S.
ecc.
Necessità di prepararci
— 1) pel comando di Gesù: praecepit eis... ne discederent. 2) la ragione lo vuole. S. Tomm. dice: desiderium
quo-dammodo fuit desiderantem ad susceptionem desiderati aptum et para-tum.
3) Lo esige il nostro bisogno. S. Agostino: quod est anima corpori, est Spiritus
Sanctus animae (V. Siniscalchi p. 22).
Mezzi: Carità vicendevole: unanimiter; - orazione: pers. in orat.;
Div. alla Madonna: cum Maria M.
P.P. Albertone, quad. VI, 129-
135
13 Maggio
Ebbene oggi è la festa proprio di tutto il
Paradiso. Questa festa va proprio al cuore. Questa festa empie l'animo del
paradiso. Delle feste in cui si considera propriamente solo il paradiso, quante sono? (Il giovane a cui fu rivolta
questa domanda rispose: tre). Si, dici bene, sono proprio tre: Tutti i santi, l'Assunta, e l'Ascensione. Sono tre feste che ex professo come si dice ci fanno considerare il Paradiso. Sono tre
feste che sollevano in modo particolare da questa terra gli animi nostri. Quella di tutti i santi ci fa considerare quella
turbam magnam, tutti i santi che godono. Ci fa considerare Nostro Signore che è in Paradiso da tutta
l'eternità. Poi la Madonna che è in Paradiso in corpo ed anima, nella festa dell'Assunta, e gli
Angeli sono tutti intenti, tutti in aria per ricevere la Madonna e per farle
l'accoglienza dovuta. E poi oggi N. Signore conduce gli Apostoli sul monte, prima li lasciava già di tanto in
tanto perché si accostumassero a stare senza la sua presenza corporale, per non lasciarli tutto d'un colpo
che facessero il sacrificio della sua presenza corporale. E così ha dato loro gli altri avvertimenti come avete
udito dalla predica di stamattina, e poi li benedice, si inginocchiano tutti, c'era la Madonna, e tra tutti gli
altri circa 120 persone, lui li benedice, e benedettili, il Signore si è sollevato, e una nube venne a rapirlo ai
loro occhi. E loro rimasero in estasi, entusiasmati, estatici, di modo che non si svegliavano dall'estasi, vedete,
la Madonna, che distacco grande! E stanno così in quell'estasi finché vengono gli angeli vestiti di
bianco che li scuotono: Viri Galilei, che state lì a guardare? Hic Jesus qui assumptus est a vobis, verrà
un'altra volta, e verrà nella stessa maniera che è partito. Vedete come è bella questa
meditazione! Questo è il pensiero del paradiso che Nostro Signore ci fa
meditare. Vado parare vobis locum. Va a preparare il luogo per gli apostoli e per tutti noi. Non solo per me, dice,
ma per voi, vado. Vado parare vobis, vobis locum. Voglio che dove sono io sia anche il mio ministro. Volo ut ubi sum ego illic sit et minister meus. Cioè
tutti i sacerdoti e missionari che lo aiutano: ubi sum ego illic et minister
meus. Anche Lui sederà a giudicare col Signore; proprio là a far parte del ministero di N. Signore. Questo
pensiero sia vivo nella nostra mente.
È il pensiero del paradiso
che ha fatto tanti santi; li ha fatti pronti a fare qualunque sacrificio. Quando S. Bernardo era nel suo monastero vi erano 800 monaci, tutti per una vita di penitenza e di sacrifici. Potevano godersela in
questo mondo e invece no, come diceva S. Francesco, tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è
diletto. E momentaneo tutto quello che è di questa vita: Momentaneum et leve tribulationis nostrae; poco da
soffrire; aeternum gloriae pondus, pondus, operatur in nobis; un peso di gloria. E qualche volta noi ci pare di fare una
carità a N. Signore, perché costa emendarci dai nostri difetti; costa
la disciplina. No, dobbiamo dire: siccome non ho potuto andare in cielo con N. Signore, in paradiso, almeno con la mente
abitare sempre in Paradiso. È quello che dice la Chiesa. Mente in coelestibus
habitemus. Vivere, continuamente in Paradiso. Vedete il pensiero del Paradiso ci fa tre cose: 1° ci stacca da questa
terra. 2° Ci fa vincere tutti gli ostacoli, pene, tribolazioni, sacrifici di questa vita. 3° ci fa esercitare
tutte le virtù. Tutto questo opera in noi la vista del paradiso, il ricordo del paradiso. Queste tre
cose.
1° Come diceva S.
Ignazio: Quam sordescit tellus cum coelum aspicio. Mi fa schifo questa terra, mi fa
nausea proprio, sordescit tellus dum coelum aspicio! Ricordate il fatto dei 7 figli Maccabei, quando per la legge di Dio
furon tutti uccisi. Il più giovane speravano di corromperlo, ma la madre che aveva ottenuto di essere
l'ultima, gli andava dicendo: «peto nate, respicere coelum! Ti domando, o figlio mio, guarda il cielo. Guarda
il Paradiso, ove sono tutti i tuoi fratelli per il martirio, ove sono tutti i santi.
Ecco il pensiero che la faceva operare. Nei momenti di tribulazione, di dolore, cercare di vincere; e poi semper cum
Domino erimus, semper cum Domino erimus! che bella espressione! Questo spirito di fede vivo! Consola sempre lungo l'anno, quando si ha qualche cosa da studiare
e si trova duro, un sacrificio! quando si ha una piccola cosa contro un compagno, vincere; sforzarsi di pregar bene,
subito il pensiero del paradiso. Anche le più piccole cose per il paradiso hanno merito. Questi sono i
pensieri che servono perché si vada avanti, non solo perché si corrisponda alle grazie ricevute, ma
perché cerchiamo di formarci più che possiamo. Ciascuno a se stesso, cercare di essere santo, e subito, e un
gran santo, e più santo possibile; ma bisogna farlo praticamente. Continuare a fare come diceva il Ven.
Cafasso: Quando c'è molto da soffrire pensiamo al Paradiso; il paradiso sarà migliore di là quanto più si soffre, quanto più
costa, tanto più si merita. S. Teresa che dal cielo diceva che se avesse potuto avere qualche desiderio
avrebbe avuto quello di ritornare su questa terra per farsi ancora il merito di un'Ave Maria! Una sola Ave Maria! E questo insegna a noi, che abbiamo ancora tempo
per lavorare per il Signore. Andare in paradiso! Cosa vuol dire andare in Paradiso? Vuol dire vedere, godere, amare N.
Signore. Non andiamo a cercar altro, ma cerchiamo solo di santificarci per formarci, per amor di Dio. Grande pensiero!
Fare bene le cose, e non per fini umani, ma per Dio, tutto per Dio. Niente con fini umani, tutto per il Signore. Come
face-va S. Luigi: Quid hoc ad aeternitatem? Interrogava se stesso: Che mi serve ciò per l'eternità? che
aiuta questo per l'eternità? Quid hoc ad aeternitatem? Serve questo, questa opera, questo studio mi serve, o
dovrò andare invece in purgatorio, per lavorare solo così, senza intenzione? Il Signore non sa che
farne. Vuole che l'intenzione sia di farlo bene e per lui. Il pensiero del paradiso! sono più niente gli anni
passati, pare ieri; ora gli anni paiono lunghi a voi, poi corrono, corrono, passeranno gli anni. E allora direte a
voi medesimi: Ero superbo ed ora no, ora umile, mi metto ai piedi dei compagni; ero un po' maligno, ed ora voglio
bene, ancor più bene. Mi sono vinto per il Paradiso.
D. Bosco aveva scritto sopra
una parto [= porta o parete]: Il Paradiso non è fatto per i poltroni. Io direi
che non solo non è fatto per i poltroni, ma non è fatto neppure per coloro che sono solo lì
lì, solo per metà. Il paradiso non è fatto per i poltroni, io non voglio scriverlo, ma era scritto.
Vedete la pratica che dobbiamo avere, di fare tutte le cose per il Paradiso, per onorare Dio; e in Paradiso poi,
sarà poi tutto pagato. Questo sia il nostro pensiero. In paradiso più niente da soffrire, e sempre
godere.
Ma N. Signore ordinò agli
Apostoli: ritornate in Gerusalemme, e state lì, ad aspettare virtutem ex alto. Ed essi ubbidienti, una volta
riscossi sono ritornati in Gerusalemme nel Cenacolo, e così è cominciata la novena dello Spirito
Santo. E vedete che cosa ha detto degli Apostoli: Erant unanimiter perseverantes in
oratione cum Maria.
Tre cose: per prepararsi a ricevere lo Spirito
Santo. Le sue Grazie, tutti e sette. E poi qualcuno in particolare: bisogno di
scienza, sapienza, domandateli allo Spirito Santo che li dà. Chi non ha voglia, domandi fortezza. Domandi
questa forza. Pietà, non ho voglia di pregare, sento nausea tutte le volte che c'è da pregare, ebbene
domandare pietà. Timor di Dio, temere N. Signore; anche per i peccati veniali avere una vera paura. E cosi per
tutti gli altri doni. Quelle aspirazioni: noi siamo poveri: Veni pater pauperum! Così quando avete delle pene;
Consolator optime, dulcis ospes animae! Pensate lungo il giorno. Erant perseverantes in oratione. Perseveranti nella
preghiera. Per ricevere lo Spirito Santo bisogna domandarlo. Dat spiritum bonum
petentibus se; a chi lo domanda. A chi non lo domanda, il Signore in via regolare non lo dà. Domandare, che
tutta la novena sia come una voce sola: Veni, et creabuntur! Tutto l'interno sarà ricreato. Tutto l'interno.
Cuore, testa, tutto rinnovato. Il Signore rinnoverà la faccia della terra, del cuore; e della testa, e ne
sarà una buona creatura. Pregare, proprio la preghiera che dobbiamo fare, e bene. Dobbiamo fare come facciamo per
le comunioni spirituali di Gesù, così per lo spirito Santo.
S. Filippo diceva i suoi, figli dello Spirito Santo. Divotissimi dello Spirito
Santo, e così anch'io chiamo voi, figli dello Spirito Santo. Siamo missionari
ed abbiamo bisogno di portare frutti apostolici. Così S. Francesco Zaverio,
aveva facilità di convertire perché era ripieno di Spirito Santo. E così S. Paolo diceva a tutti: Predico Gesù Crocifisso. Pregare [in] questa novena. Fare meglio le
preghiere che ci sono già; e poi giaculatorie allo Spirito Santo continuamente.
E poi erano tanti là dentro: non c'erano solo gli
Apostoli; ma c'era la Madonna e i discepoli, ed erano tutti un cuor solo ed una anima sola. Così voi: se
qualcuno vuole mancare di carità: tutti attenti, tutti attenti non lasciare.
Se nel gioco uno ha guadagnato o no, che importa? cercate di essere tutti un cuor solo ed un'anima sola. Unanimiter.
N. Signore non viene in quelle comunità ed in quei cuori nei quali c'è qualche cosa. Lo Spirito
Santo lo paragonano alle api, che si fa il falò per discacciarle, per mandarle
via, così lo Spirito Santo vuole trovare un cuore tranquillo. In questa novena non ci deve essere neppure
grosso così! niente contro il compagno, si deve voler bene a tutti. Non voler bene più ad uno a preferenza
di un altro, ma voler bene a tutti ugualmente. Ricordatevi! Che N. Signore possa dire: Discendo
volentieri.
Cum Maria. La Madonna. È
essa che ha ottenuto colle sue preghiere lo Spirito Santo agli Apostoli. Gli Apostoli
erano buona gente, ma imperfetti;
alla vigilia della passione si
contendevano ancora chi di loro paresse essere il più grande. Quis eorum videretur esse major, che
superbia dopo tre anni di scuola! E la Madonna aggiusta tutto; e così noi
siamo indegni e la Madonna ci aiuterà, ma bisogna farle ossequio ed essa verrà in mezzo a noi,
aiuterà e supplirà essa alla novena. In questo modo tre cose: persistenti nella preghiera; farla anche quando non se ne ha troppa voglia. Poi tutti d'accordo, attenti alla
carità vicendevole, e se qualcuno, c'è qualche cosa la deponga. Terzo:
raccomandarsi alla Madonna e lo Spirito Santo verrà
volentieri.
S. Massimo diceva che la novena allo Spirito
Santo, non è solo come la novena di Natale, e la settimana santa. In quelle si ricorda una cosa che fu, in Natale, la
nascita di N. Signore, affinchè venga spiritualmente nei nostri cuori. Così la passione fu cruentemente
una volta. Adesso invece è una cosa reale, e dice, che lo Spirito Santo viene realmente proprio come sopra gli
Apostoli; colla sua grazia. Sugli Apostoli venne anche colle lingue; ma questa grazia
ve la darà se sarà necessaria: Signa sunt infidelibus: I miracoli sono per gli infedeli; perché
credano; ai fedeli non sono più necessarii. Così le lingue. A S. Francesco non poteva impararle e glielo
(sic) ha dato; e girava tutti i paesi, e ci ha dato il dono delle lingue e tutti capivano anche quelli che erano
lontani.
Così gli Apostoli. Per gli infedeli: per il Kikuiu e
per il Kaffa, quella roba lì la dà anche a voi. Prima imparate il Greco
e poi un po' di Siriaco. O l'Inglese. Ora il Greco e poi un po' di Ebraico. E non dire: Io non posso imparare il
Greco! Raccomandati allo Spirito Santo. Egli dà le lingue. Domandate, fate cosi; otterrete dal Signore. In questa novena tutte le grazie. La prima è
quella di farvi santi; che importa se siete superbi, anche se saprete tanta roba! Come dice l'Imitazione di Cristo:
Quid disputas de Trinitate si careas Humilitate, unde displiceas Trinitati? Sapete di quel frate, di quel monaco che
s'era chiuso in una cella con un buco al disopra; e gli hanno domandato, e ha detto, perché voleva pensare al
paradiso. Sis (sic) meta nostris cordibus! Mente in coelestibus habitemus! Vero gaudio in questa terra non ce n'è
in questo mondo. Fare bene la novena, che lo Spirito Santo viene realmente colla sua grazia nella nostra anima e nel
nostro corpo. Dopo di quel giorno voglio trovarvi trasformati come gli Apostoli che avevano paura, e Pietro?... e dopo? In
faccia al Sinedrio predicano Gesù Crocifisso, senza paura; e Ibant gaudentes quoniam digni habiti sunt
prò nomine Jesu contumeliam pati. Si stimavano fortunati di patire per nostro Signore. Facciamo
così.
Carlo? ...
Vi ho portato i bumbun! Ecco i bumbum! Bisogna pregare... (A Carlo): Oh! che cosa ci hai provvisto? (Ride) — ci sono
i bumbun, quel rosso lo prendo io. Quattro o cinque caduno mi pare che vi siano. Non aver paura che non ve ne siano
più per gli altri.
Al mattino pieno
il santuario, Domenica, pieno di ragazzi come voi. Tutte le scuole della mendicità. Fratelli, esterni ed
interni tutti. Ci sarà la comunione generale e Mons. Castrale celebra. E alla sera alle cinque ritorna tutta
questa gente e il Card. fa l'ora di adorazione. E vengono sapete? Per pregar stamattina le figlie di Maria, e Sabato sera
le Dame di Torino. Vengono una volta al mese, per fare questa ora di adorazione. Si prega. Che il Signore abbia
pietà e cessi tutti questi flagelli. Bisogna pregare che il Signore voglia risparmiare, quante famiglie son
rovinate; e chi lavora a casa... e verrà la carestia. Francia, Germania e Russia. Quando il Signore vuole castigare
manda la guerra, la fame e la pestilenza. La fame... siamo lì, cominciamo a
mangiare il pane integrale...
Contava il Can. Cappella che in un paese
si mulina sempre paglia per mandare non so se in Austria o in Germania. Capite che ben può fare questo...! Insemina
ringraziamo il Signore di questo che ci dà ancora da mangiare... Abbiamo bisogno che il Signore sciolga ben la
guerra. Battersi e morire senza compassione in questa guerra... Ringraziate il
Signore che siete ancora piccoli! (parlava anche ai giovani) — che fanno i vostri anni, vedete, pregate che il
Signore li allunghi come il sole di Giosuè. Aveva da combattere ed il sole andava su, e che cosa ha fatto? ha
allungato il giorno, così pregate il Signore che vi allunghi gli anni. Vien quasi voglia di essere giovani... D.
Bolla ha dovuto partire, ma la Madonna lo fa ritornare. Al momento che arriva ci facciamo della gran festa? eh?
Dunque buona sera!!
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Creato: Venerdì, 09 Giugno 2006 11:28
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Pubblicato: Giovedì, 08 Giugno 2006 23:00