FESTA DELLA SS. TRINITÀ

30 maggio 1915
Quad. X, 29
Festa della SS. Trinità
Vedi Repertorio; — e sul Gloria Patri il Siniscalchi: il Cuore... p. 321.
P.P. Albertone, quad. VI, 139-143
30 Maggio (SS. Trinità)
Quest'oggi la stessa solennità è una predica. Che cos'è? (c'erano anche i giovani). La festa della SS. Trinità. Non dovrebbe essere solennissima? È la festa della SS. Trinità, del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo? Più solenne di tutte le altre... e invece non è celebrata tanto solennemente come Natale, Pasqua, Pentecoste. Perché? La festa della SS. Trinità è tutte le domeniche. Tutte le domeniche, la domenica è dedicata a onorare la SS. Trinità; un Dio, in tre persone. Festa della SS. Trinità è tutte le volte che ci segnamo, tutte le volte che diciamo il Gloria Patri... tutti i salmi terminano sempre col Gloria Patri... La Chiesa non ha stabilito una festa speciale per la SS. Trinità fino al secolo XIV perché tutti i giorni sono festa della SS. Trinità. Dopo cominciò in qualche luogo a celebrarsi; a Torino vi è là Chiesa della SS. Trinità, così in Chieri, i pellegrini della SS. Trinità, e a Roma, e cominciarono a celebrarla per onorare il loro mistero, e la Chiesa l'ha poi sparsa, l'ha allargata a tutta la Chiesa, e così si sparse poi a tutto il mondo. Ed è sempre stata solo una festa di 2ª classe, ed è solo ultimamente, Pio X, che l'ha messa di prima classe. E non intende di fare una festa grande, ma solo una festa, per soddisfare la di­vozione particolare, perché tutti i giorni è già festa della SS. Trinità.
La SS. Trinità è il fondamento di tutta la nostra santa religione. I Teologi dicono che questa verità è necessaria di necessità di mezzo, che cioè ignoran­dolo anche involontariamente uno non può salvarsi... Vedete, è necessaria al­la salute.
Ma è meglio venire a qualche cosa di pratico.
E prima di tutto, quando si ... c'è l'usanza al nome della SS. Trinità, la Chiesa ha dichiarato lodevole l'inchino, quando si pronuncia questo nome. Così tutte le volte che diciamo il Gloria, che facciamo il segno della santa Cro­ce, piegare la testa. Tutte le volte che si nomina la SS. Trinità facendo l'inchi­no, è un atto di fede, è un atto di voler credere questa verità.
Continuate questa pratica, tenete l'inchino per tutte le Persone, non ta­gliare a metà lo Spirito Santo. Hanno tutte eguale diritto allo stesso onore;
perciò l'inchino fino al Sancto «o», fino all'«o».
Quel generale che veniva al duomo, vorrei che l'aveste visto. Quando sen­tiva noi a recitare l'ufficio, nei salmi, o nella Messa, come pregava bene! e l'inchino fino al Sancto. E si alzava solo su all'«o». E se lo faceva lui che era un militare, un generale,... Fare proprio questo atto come lo faceva S. Maria Madd. de Pazzi, che pensava facendo l'inchino di avere la testa troncata in ossequio alla SS. Trinità... E alle volte dicono che veniva tutta pallida, perché aveva la volontà, il desiderio di dare la vita per questo mistero. Come tanti santi che desideravano di darla per nostro Signore nel SS. Sacramento, ed essa desiderava di darla per questo.
E di questo Gloria, volete sapere la storia? Viene dagli Apostoli. Sono gli Apostoli quelli che lo hanno stabilito. Sono loro: e se non lo sapete c'è qui che dice... (lesse da un libro). E la seconda parte, dal Concilio Niceno, che fu ra­dunato per combattere gli Ariani. E così hanno messa questa seconda parte, per confutare gli Ariani che avevano quel detto: «Erat quando non erat». Che vuol dire: «erat tempus quando non erat filius». E allora il Concilio Niceno ha aggiunto: Come era nel principio, et nunc et semper, e per tutti i secoli dei se­coli. È bene sapere, perché serve a fare dire con divozione. Questi eretici, non volevano dirlo con noi, e facevano dei pasticci, dicevano: Gloria al Padre, per Filium, in Spiritu Sancto. Pasticciavano. E quando i cristiani volevano cono­scere se uno era Ariano gli facevano dire il Gloria, e se pasticciava, diceva le cose diverse, lo conoscevano.
È tanto potente, dice qui, che qui conta un fatto: dice che c'era un mona­co che era spesso visitato da un altro, e un giorno gli ha detto che sarebbe stato bene di recitare il Gloria prima di cominciare le loro conversazioni e ha veduto che l'altro lo borbottava invece di recitare bene, e allora gli ha detto di recitare chiaro, ohi! e l'altro allora che era il diavolo, è scomparso. Vedete! Conta ancora varie altre cose a questo riguardo. Serviva molto in tempi passati con­tro la simonia. Gregorio VII l'ha fatto recitare ad uno che era simoniaco, e non ha potuto recitarlo. E ha dovuto confessare che era simoniaco. Questo per l'importanza che dà la Chiesa a tutte queste piccole devozioni. Che cos'è il Gloria?! Cose piccole! Che cos'è? E un atto di amor di Dio perfetto. Fa vede­re che siamo contenti che Dio sia grande, lo lodiamo, e diciamo, perché sia lo­dato da tutti, questo è un atto perfetto di amor di Dio.
Questo basta per un piccolo predichino, ora leggeremo una lettera che il Santo Padre ha mandato al Card... è il Santo Padre che ce la manda. (Segue la lettura della lettera).
Eh! che bella lettera! Che belle parole! È bene che lo sappiate anche voi, pregare e far penitenza, come vi dicevo. Quello che vi ho detto tante volte, non basta pregare, ci vuole anche il sacrificio, la penitenza. E volentieri, li faremo anche noi questi tre giorni di digiuno. E poi fate tutto quello che pote­te, non venir mai meno. Poi particolari penitenze, ciascuno, anche in istudio, ora che comincia a far caldo, e lo studiare costa un po' di più. Per aiutare un poco anche noi, tutti d'accordo. E così attireremo le benedizioni di Dio, che ha fatto sanabili le nazioni. Il Signore adesso va fino ad un punto, e poi... Ho detto questo perché foste preparati, anche nel vitto, qualche cosetta, come si è fatto per il pane, pane nero, proibito altro pane. E dal Cardinale si mangia pa­ne nero, «gnecco»! A voi qui per tolleranza viene un pane che non è ancora quello del governo. Ma se verrà non bisogna fare il niffolo. Lo mangia il Cardi­nale, cara grazia averne. E se quest'anno non si può tagliare il grano, se non si può seminare il grano come in Francia, ed in Germania? E allora si farà anche più che il digiuno. Mangiare tanto per vivere e non morire. I medici hanno la facoltà di prescrivere per tre giorni un pane diverso. E' così, e ho detto: vado a Casa e lo dico! Andate a vedere in Seminario che cosa si mangia: e dovete es­sere contenti anche vi tagliassi la pietanza.
Il pane ve lo lascio, ma la qualità... Tuttavia voi dovete essere disposti a qualunque sacrificio. Anche a mangiare pane asciutto. Il governo ha ritirato non solo i buoi, ma anche vacche e non più latte, mangeremo pane asciutto, così! I preti che hanno chiamato sotto, c'era anche il Rettore del Seminario di Novara, dovettero dormire sulla paglia per terra, senza coperta, e da principio bevevano un po' di branda; poi il capitano ha detto: ah, che! devono accostu­marsi senza branda! E la prima notte dicevano, faceva un freddo enorme. E voialtri il vostro letto! Siete disposti a togliere il vostro materasso? Disposti? dovete essere disposti a tutto.
Studiate! Non abusatevi della mancanza dei professori! Spero che per l'esame ci saranno: (questa speranza non pare troppo reale, secondo quello che disse alcuni di innanzi; se pure la parola «esami» vuole indicare quelli di quest'anno!). Guardate che non abbiano a dire: Si sono abusati che non c'era­vamo noi. (Da notarsi che parla ai giovani)... I professori nuovi, che la bontà del Sig. Prefetto vi darà li abbiamo ingannati, e così... No, ma più impegno ancora. Studiate da voi,  quelle scuole che si potranno fare si faranno, ma do­vete sapere a studiare da voi, ormai, ci vuole buona voglia! Impegno! Impe­gno di non perdere tempo; fate anche qualche sacrifizio; gli esami devono an­dar meglio di quelli dell'anno scorso.
Ci vuole più ingegno ancora, e disposti a qualunque sacrifizio, per seguire la voce del Papa. La Madonna ci farà delle grazie, ma bisogna meritarsele. Domani è la chiusura del mese di Maggio; fioretti, fatene un bel mazzo, e quello che non avete fatto, fatelo almeno domani, andate ancora a cogliere questa sera e domani, tutti quei piccoli sacrifizi che potete; bisogna rimetterci non più per metà, ma caldi, ma volontà di ferro, attivo con nessuna eccezione; esemplari in tutto. Vedete i soldati contro gli Austriaci alla baionetta, sono... tremendi! Molti o pochi, non so, e anche dei morti, fatto è che quei là sono scappati! Ah! che spettacolo! Che gusto l'infilzarsi l'un con l'altro! Ma... Preghiamo! E i cappellani militari hanno tutte le più ampie facoltà! E così an­che tutti i scerdoti che sono fra le file. Tutti quelli che lo desiderano, purché promettano di confessarsi, e poi possono dargli l'assoluzione di tutti i peccati, e anche per quello hanno facoltà straordinarie. E anche così si perdonano realmente i peccati; e se muoiono vanno in Paradiso. Fate così: pregate per tutti, preghiere e sacrifizi, prima perché la Madonna così li favorirà col: non lasciarli andare in battaglia, vedete, come conviene aver studiato; quando ve­dono che uno sa bene... così nell'Africa, non si va a combattere, ma è necessa­rio sapere. Così per il francese. Così anche il greco, e non parlo del latino. E anche, ma... anche un po' di Tedesco. Sono stati fatti partire tutti i medici, per la guerra, che volere o non volere ce n'era bisogno, fortunati che i nostri possono essere contati come semimedici. Pregate la Vergine Consolata, che abbia pietà, che disfaccia questi imbrogli, che aggiusti se la carità deve essere verso di tutti, anche per loro. Dunque tutti d'accordo. Io dirò alla Consolata che voi la importunate molto, molto.
Che impressione faceva la sacrestia, avete letto: la Compagnia della Con­solata, è una compagnia che difende i soldati dalla morte; di qua e di là è un continuo accorrere, e noi che siamo i beniamini lascieremo scappare tutte le grazie agli altri? No! Ringraziate perché si è ottenuta la grazia del Kaffa, dopo tanti sforzi, abbiamo ottenuto il permesso di entrare, di penetrare finalmente, dopo tanti sforzi, si vede che si comincia a far strada. (Ai soli chierici) Facciamo così: per condiscendere al desiderio di tutti a mez­zodì si darà solo più una pietanza con carne, e la frutta, e alla sera una pietan­za con carne; così... Essere contenti, facciamo tutto quello che dipende da noi e il Signore ci benedirà.
Ch. Sciolla ha già scritto una lettera, ha incominciato a fare da missiona­rio: hanno trovati due malati, (al Sig. Prefetto) leggigliela poi.
giuseppeallamano.consolata.org