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Scritto da Beato Giuseppe
Allamano
24 giugno 1915
Quad. X, 32
Solennità di S. Giovanni Battista
S. Giovanni B. fu il tipo e modello del missionario (sic.). Egli
infatti venne da Dio prescelto a preparare la via a N. Signore G.C.; ebbe a questo fine la missione
divina: missus a Deo; non solo come gli altri profeti che ne predissero la
venuta e ne dettero i segni; Egli prossimamente dispose gli animi a ricevere Gesù colla penitenza e
presentatesi il Divin Salvatore lo proclamò presente a tutti, dicendo: Ecce Agnus Dei...; ed a Lui
indirizzò i suoi discepoli ed ammiratori. Così Gesù, ricevuto il Battesimo da Giovanni prese
possesso della celeste missione sulla terra.
Così voi, cari giovani, siete da Dio scelti a preferenza di tanti a preparare la strada a N.S. a
tanti infedeli, a farlo conoscere perché si diano a Lui, alla S. Religione Cattolica: missi. E ciò farete come S. Giovanni, coll'esempio delle vostre virtù, colla
predicazione e coi SS. Sacramenti. Per vostro mezzo Gesù prenderà possesso di quella gente, che pure
creò per sé e pel Paradiso.
Come fu preparato S. Giovanni alla grande
sua Missione?
Per parte di Dio col
santificarlo prima di nascere, dargli un nome singolare che significa grazia o grazioso, e con tanti prodigi nella sua
nascita. - Per parte sua corrispose alle grazie di Dio con tutto l'impegno nel prepararsi idoneo, cioè
colla penitenza, coll 'umiltà, colla castità e collo zelo (V. Chaignon e Hamon).
Anche voi dovete prepararvi con tali virtù, procurando di ben radicarvi in esse...
Di S. Giovanni è detto: erat lucerna ardens et lucens; così voi dovrete essere ardenti di amore di Dio in
voi, e così coll'esempio delle vostre virtù ed il frutto dei vostri studii essere luce a quei popoli
che giacciono tuttora nelle tenebre.
P.P. Albertone, quad. VI. 161-167
24 Giugno 1915 (S. Giov. Batt.)
Non si fa festa di precetto, ma per noi che viviamo sotto l'ombra di Torino è come di
precetto. Stamattina il Card. ha fatto l'assistenza pontificale come nelle grandi feste di Natale, Pasqua, perché è festa della diocesi. E dopo
la Comunione non si è potuto trattenere, e di là ha parlato: «Non posso trattenermi dal [parlare]
al vedere la Chiesa così gremita», e difatti la chiesa era proprio piena, e non dico la metà, ma
certamente un terzo erano soldati. «Non posso trattenermi di rallegrarmi della vostra fede; si vede che volete bene al vostro Santo Patrono della diocesi. E quantunque non sia di precetto,
tuttavia non è tolta, anzi esorta a celebrarla con onore. Questa festa, è una festa di letizia,
perché quando S. Giovanni Battista è nato è stato un grido
generale di allegrezza per tutte le montagne della Giudea. E nella sua nascita vi furono tanti miracoli, dippoi
S. Giovanni fu santificato prima di nascere, fu santificato nella visita della Madonna a S. Elisabetta, perciò
è nato senza peccato originale, perciò fu grande letizia. Ed
è in quel tempo che suo padre muto perché non credeva che a
quell'età sua potesse ancora nascere un figliuolo, aveva diffidato un poco, ed era perciò stato muto, ma
nel pronunziare il nome di Giovanni, ha riacquistata la parola, e ha pronunciato quel bell'inno, o salmo, che
cantate sempre, il Benedictus. Magnifico Salmo Inno, che S. Zaccaria ha improvvisato, come è bello! Et tu puer propheta Altissimi vocaberis. E tu, o fanciullo,
sarai chiamato profeta dell'Altissimo, e andrai a preparare la sua via dinanzi a Lui». E il Cardinale ha detto:
«fu grande allegrezza non solo in famiglia, ma tutti gli amici e congiunti fecero proprio grande festa e grande
allegrezza. Quest'anno la nostra allegrezza è un po' moderata certo da
tutte le presenti condizioni della guerra, ma tuttavia c'è di occasione a
pigliare istruzione su due virtù sue in particolar modo. Due virtù particolari: la prima è la
penitenza, la seconda è il suo amore alla purità, alla castità.
Sino da giovane egli si ritirò nel deserto, per fare penitenza, e si nutriva di cibi selvatici, di locuste. Per la
castità poi, quando riprendeva Erode e gli diceva: non licet tibi, non ti
è lecito di fare la vita che fai. E per questo fu martire della Castità. E non piaceva questo ad Erode, ed a
Erodiade, ed ecco che celebrandosi quel convito, Erode le fé' promessa di darle qualunque cosa avrebbe chiesto. E
allora ella per suggerimento della madre chiese la testa di S. Giov. Batt., e
così lui fu decollato per sostenere la bella virtù. E così fu martire della castità. Ai nostri
tempi pure c'è bisogno di penitenza, e di amore alla purezza, i nostri soldati devono fare tanti sacrifizi, e noi
dobbiamo saper tagliare il non necessario, tagliare, per sollevare i parenti,
ecc. E non sola la penitenza interna è necessaria, ma anche la penitenza esterna. E così praticare anche il
digiuno consigliato dal S. Padre — voi ne avete già fatto uno un altro lo farete domani — e così
anche avrete adempito l'invito del S. Padre. E così per la purezza, e diceva agli uomini e alle donne: andate a
casa, andate a vedere se ci sono delle mode che non vanno, via! libri cattivi, via! abitudini di parlar male, via!
Questo è quello che dovete imparare dalla festa di S. Giov. Batt.; e così attirerete le benedizioni di
Dio, e così ci darà la pace.» Questa è la predica, sebbene, insomma...
Vedete, S. Giovanni si può
dire che fu missionario, primo missionario, quindi nostro modello; fu missus a Deo, e per che cosa? per annunziare la
venuta di Nostro Signore, per mostrarlo, per preparare la strada ecc. Ecce Agnus Dei. S. Giovanni doveva preparare la
via al Messia e così voi: Da tutta l'eternità nostro Signore pensava: Piglierò quei ragazzi, li
farò andare nell'Istituto, e così ne farò tanti S. Giovanni
Battista. Sarete missionari, e prepararete la
strada a Nostro Signore in mezzo ai selvaggi; direte loro: Voi non conoscete ancora il Signore, ecco che Egli viene. Avete
una missione che sembra a quella di S. Giov. Batt. quando l'ha mostrato alle turbe, ecco che viene: Ecce
AgnusDei, così come tanti S. Giov. Batt. Lui aveva la missione perché era mandato da nostro
Signore, e così voi pure. Pare un caso che siate qui, ecc. ma non è un caso; il Signore non fa niente a
caso. È lui che vi ha preso. E così S. Giovanni, santamente ha predicato, ecco che verrà uno dopo di
me, a cui io non sono degno di sciogliere i legaccioli delle scarpe. Lui deve aumentare, ed io, devo diminuire. E
così aveva fatto dei discepoli, e poi li ha mandati a N. Signore.
Ma
però S. Giovanni ha fatta ma preparazione come voi, e come si è preparato? Prima si è
santificato. Nessuno può ascendere se non si viene su con virtù sode, con studio, ecc. Ci sono due cose, due
modi di preparazione. La prima la fa Nostro Signore, col chiamarvi, col tirarvi qui, colle grazie insomma di tutti i
giorni, quelle grazie che servono per farvi buoni, ecc. Ecco la grazia di Dio che qui è abbondante, il Signore
fa tutto quello che può fare perché non manchiate di nulla, sia per
l'anima e anche per il corpo. E adesso sta a voi a fare quello che ha fatto S. Giovanni Battista. Lui è stato confermato in grazia, voi, nel battesimo, se non confermati in grazia
abbiamo ricevuti tanti aiuti per fuggire il peccato e se ci scappa qualche peccato,
lo confessiamo, e poi per tutti quei piccoli difetti abbiamo i Sacramenti, la comunione, ecc. E poi tanti mezzi per
santificarci, prediche, letture, avvisi consigli dei Superiori, stimoli per le virtù, ecc.
Quali virtù ha esercitato S. Giovanni? Di due abbiamo già detto, ne
aggiungo ancora altre due: umiltà e zelo. Queste sono le quattro virtù necessarie per fare un vero missionario.
La penitenza, S. Giovanni era lui solo in famiglia, giovane, ebbene, no, ha lasciato tutto, e si
è ritirato nel deserto, vestiva di pelle e viveva mangiando il puro necessario. E ancora mangiava cibi bassi. Ecco
la penitenza; ma direte: era un santo. Si, ma si preparava per riuscire un buon missionario. E anche voi per prepararvi
dovete fare se non penitenze grosse, dovete avere lo spirito di penitenza, e non solo interna, ma anche esternamente.
Mortificazioni non come quelle, ma lo spirito di mortificazione, sapersi astenere dal
bere fuori dei pasti senza una vera necessità. Chi più beve più berrebbe, non toglie mica la sete a
bere tanto. Come l'ebbro desidera il vino, dice il poeta. Se non avete imparato a tener fermo nelle cose che non
sono necessarie, arriverete in Africa, si vedono dei bei banani, ma belli, non fan mica male, e giù, giù...
col pericolo di andare al creatore, perché sono poi indigesti. Così si vede poi dell'acqua limpida,
così buona, bella ah! e poi invece è inquinata, si piglia il tifo, una malattia di due o tre mesi, con
pericolo di partire per l'eternità, partirete da folli. Oh che sete ..., eh! la sete passa! bisogna fare vista di
non sentirla. Bisogna sapere tenersi da un po' d'acqua. Qui è una piccola mortificazione. E anche a
tavola non berne proprio una bottiglia intera. Se ne beve un poco, non è l'acqua che debba nutrire. Bisogna
sapersi vincere. Ci sono di quelli che sono così ragazzi. Sapete quella capra che ha visto quell'aglio,
sapete la storia della capra, fatevela raccontare. Così ora, d'estate, fa tanta sete. Dite così: Per
quest'oggi non bevo, è Venerdì, voglio fare una mortificazione. Berrò domani. Sono persuaso che
non morrete per un giorno. Così sapersi regolare. Non essere di quei là che oggi mangiano troppo e domani
niente. Non andare a salti. Sapere regolarsi il corpo perché stia bene. S. Giovanni Battista mangiava poco: neque manducans, neque bibens, diceva ai farisei, e i farisei dicevano, demonium
habet. Venit Filius hominis manducans et bibens, il Signore mangiava, questo è quello che consola noi, e i farisei
dicevano: ecco il bevone! Ma pure io son certo che N. Signore ha mica mai fatto indigestione. Il proprio necessario. E poi
mangiare adagio, non di quelli che pensano sempre alla gola. Certe volte si ha una
fame canina, eh... si aspetta, se non è ancora l'ora. Non stare a mediar l'appetito. Basta, mi avete capito.
Il Rettore ripete sempre le stesse cose, sì, ma davanti a S. Giovanni Battista, che ha fatto tanto mi pare che possiamo fare qualche cosa anche noi. Vedete, per la castità nessuno gli ha potuto dire nulla; ed è stato sempre puro, ha avuto sempre un amore grande
alla purità. Si è sempre tenuto alla presenza di Dio, ed era
così fermo che rimproverava Erode. E se non fosse stato lui puro, Erode gli avrebbe potuto dire: cosa vieni a
rimproverare me? guarda te stesso. Ed invece lui era puro ed Erode non ha mai potuto dirgli nulla. Così voi,
bisogna imparare a tener gli occhi a posto, non voler sentire e veder tutto. Non dico di essere scrupolosi, ma che bisogno
c'è di vedere i chioschi, di sentire tante notizie. Non bisogna essere curiosi. Che cosa importano tutte queste
cose? Solo Dio basta. Così anche voi quando ìndrete in mezzo agli altri potrete dire chiara e netta la
verità ai selvaggi. Se no, dicono: «Dici a noi e tu?».E se invece vedono che fate il vostro dovere
dicono: «Come è delicato il padre! È fino!».
Nell'America un missionario protestante era andato in una missione delle montagne
rocciose, ed aveva detto: «Sono un sacerdote di Nostro Signore!». E
allora gli hanno domandato: «E questa che è con te, chi è»? — «È mia
moglie!» — «Allora non sei la veste nera, non sei il Sacerdote di nostro Signore, perché non
hanno la moglie!». Vedete? Il missionario protestante che conduce con sé la moglie, non è il mandato
di Dio, e invece il missionario cattolico che fa puro e solo, è il mandato vero di Dio. E quei là non
l'hanno voluto quel missionario che non era solo.
Certo che ci sono pericoli dappertutto, e più in missione, ma se sarete ben Fermi, sarete tranquilli e
contenti, e terrete un contegno che servirà ad attirarvi a benevolenza dei selvaggi.
E poi umiltà: Vedete
come era umile S. Giovanni Batt. Quando sono venuti a domandargli se era il Messia ha risposto: non lo sono. E allora, sei
tu Elia? Sei tu un profeta? — «No, no.» E allora perché predichi se non sei Elia, né un
profeta? se non sei né questo né quello? E lui, umile ha risposto: Io sono una voce che grida nel deserto.
Una voce! Ecco l'umiltà che fugge la voglia di attribuire a sé molto. Avrebbe potuto dire: «È
vero che non sono il Messia, ma sono stato santificato prima di nascere, sono questo, e quello, farsi il panegirico,
poteva, vedete, farsi il panegirico, e invece? Così quando viene a lui N. Signore a farsi battezzare. Egli
acconsente solo per ubbidienza. E dice: Io non son degno di sciogliere i suoi legaccioli. E poi quando doveva cominciare
nostro Signore la sua vita pubblica, lui è scomparso.
Queste sono le quattro principali virtù di S. Giovanni. La quarta è lo zelo. Faceva di tutto per fare conoscere nostro Signore, fino ad abbandonare la solitudine. Certo i
certosini, trappisti, sono chiusi, possono pregare, no, se il Signore ti vuole missionario, non ti vuole certosino o
trappista. Fallo ora il certosino come te [lo] fanno fare i superiori, e poi farai
conoscere nostro Signore. L'è più merito ancora, perché sacrifica la pace. Certo che è
più facile quando si fa una lunga meditazione, poi la messa, poi la
preparazione alla Comunione, poi altro, poi qualche cosetta di lavoro, poi il
coro adagio, adagio, e poi una visita a tutte le chiese di Torino... qualche volta
m'è venuto già in mente, di non pensare più né a voi, né al convitto, ma non e questa la strada, (il Signore dice): voglio che tu mi faccia conoscere per mezzo di
questi preti, lì; e poi quando sarai in Paradiso farai poi la visita. Allora
semper cum Domino erimus. È un fatto che bisogna tirare per fare la meditazione, alle volte poi mi chiudo in
camera, e se suonano, niente! E per non venire arido. Per non sperperare tutto al di fuori, tutto agli altri. Si fa
quello che si può. Pregate questo santo, S. Giovanni, vuole dire: grazia di Dio, grazioso, perché fu
confermato, fu sempre in grazia di Dio, così voi insistete, voglio sempre essere in grazia di Dio, ora intanto
cercate di perfezionarvi, cercate di praticare le virtù che vi ha detto il Rettore. Queste quattro virtù in
modo speciale. Preghiamo questo santo, fareste bene ad averlo anche come un po' protettore, fatelo, farete
bene.
Ora vi leggo qualche lettera dei
cari confratelli che sono là, diciamolo, alla guerra. Speriamo, non in
pericolo. Prima quella del nostro caro Savino, che risponde al Sig. Prefetto. Austria! Vedete? Ma... va sapere dove sia
l'Austria! in qual luogo dell'Austria.
Qui una cartolina scritta dal
Ch. Borello Giovanni e compagni (Ch. Bo-rello Giovanni, Ch. Borello Mario, Ch. Re, pure soldati, finora restati qui a
Torino). È Ch. Sciolla che scrive a tutti, (data:). Sotto la tenda!...
Qui ce n'è una per voi (giovani) di Ch. Sciolla. Non si sa né come, né quando sia partita, ma
bisogna avere pazienza.
Basta, vedete lì,
ringraziamo il Signore. Sebbene la croce ci sia per tutti, anche per i nostri presenti (chierici-soldati, Borello, ecc.)
potrebbe essere più grave. Fate come vi ho detto per accelerare il loro ritorno. Quando i vostri parenti
vengono a trovarvi, non siate curiosi di sapere notizie, tanto ne sanno niente come noi. Non credo oramai più a
niente, non leggo più giornali, credo che facciano una mistificazione generale. Non voglio più sapere,
prego. Non stare a dire parole fuori di luogo. Come si dice del Vicecurato di Sommariva, io non credo, ma dicono che lui
ha gridato: Viva l'Austria! Ma adesso dicono che fa protesta e che ha i testimoni, che è tutto falso. Non è
mica necessario di sfogarsi a gridacciare... Fate come diceva D. Cafasso: Per chi tiene? E lui modestamente diceva: tengo per la giustizia, per la verità. E tanto il nostro tengo vale
niente. Teniamo per la verità. È naturale che noi teniamo per la nostra patria, teniamo per l'Italia; ma
non andiamo a cercare, noi preghiamo, ecco, bene.
Credeva che ci fosse Carlo, gli avevo dato qualche cosa stamattina... vallo un
po' a pigliare. Sono ciliege, ma ce n'è poche. È come l'altro giorno che avevo dei dolci, ma ce n'era
solo uno ogni tre, e abbiamo diviso le schiere (parla ai giovani) neh? e nessuno l'ha ingoiato giù, ma l'abbiamo
diviso uno ogni tre da buoni fratelli.
Ecco, danne due caduno, sono
poche, non so se ce ne saranno di più. Ma ho un'altra cosa da darvi. Vedete che usanza c'è a S. Giovanni,
c'è quest'usanza che c'è ancora in certi paesi, di benedire la carità. Lì non si benedice, c'è una compagnia che si chiama consorzio... e vengono con un cesto
di biscottini, con un cabaret, viene un signore, e ne dava a tutti i canonici, e al Cardinale. Una volta veniva in coro,
adesso non viene più in coro, si vede che gli hanno detto che non andava bene venire in coro, ma perché non
andava bene? Adesso aspetta fuori e uscendo me ne danno un pacchetto, poi siccome sono della compagnia me ne
danno poi ancora un altro. È quasi benedetto. Mi stupisco che non lo benedicano. A chi non rincresce di non
averne?... E buoni che sono, dicono, perché io non li ho gustati. Ci sono dei piccolini che si fanno mettere nella
compagnia per prendere questi. D. Chiomio farà la spartizione. Ma come fare? Ciliege! ce n'è ancora, danne
ancora due ciascuno. Dunque ditemi, come dobbiamo fare [per] dividere questi (biscottini)? I Giovanni ne hanno
diritto. Cominciamo dal Ch. Borello, D. Chiomio, e dei piccolini chi c'è? D'altri chi c'è? Negri, per
metà, fa l'Evangelista. Più nessuno? li diamo ai due soldati, ecco. Quando si dà tutto quello che si
ha... vengono da Avigliana, son fresche.
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Creato: Domenica, 11 Giugno 2006 20:01
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Pubblicato: Sabato, 10 Giugno 2006 23:00