FESTA DEL S. ROSARIO

3 ottobre 1915
Quad. XI, 1-2
1915 Ottobre
Festa del SS. Rosario
Oggi la S. Chiesa celebra la Solennità del SS. Rosario; ed in questa occasione noi dobbiamo ravvivare la nostra devozione su questa santa preghiera. Tante volte avete sentito parlare dell'eccellenza del Rosario sia in se stessa, sia nella stima che ne fecero i Santi ed i Sommi Pontefi­ci, e dei grandi frutti d'indulgenze e di grazie che porta questa devozio­ne. Vi ricordo solo le Encicliche sul S. Rosario del P. Leone XIII; vero trattato del Rosario.
S. Alfonso, (Glorie di Maria) racconta che una volta la SS. Vergi­ne disse a S. Domenico, parlando del paese Linguadocca, infestato dal­le eresie degli Albigesi: questo terreno sarà sempre sterile sino a che non vi cada la pioggia. Domandò il Santo quale fosse questa pioggia; la Vergine disse: la divozione del Rosario.
S.  Gertrude un dì vide Gesù fanciullino, che seduto ai piedi di Ma­ria SS. raccoglieva tanti grani d'oro, che porgeva alla Madre, ed Essa infilzava e ne faceva una bella corona. Interrogato che ciò significasse, rispose essere le Ave Maria che la Santa recitava nel suo Rosario.
Piuttosto facciamo noi la debita stima di sì gran devozione? Noi che abbiamo il Rosario come secondo Breviario (Le suore intiero i mis­sionarii la terza parte) lo amiamo, e lo diciamo sempre con volontà e gusto? O non piuttosto lo troviamo, come tanti cristiani una devozione nojosa, e potendolo lo lasciamo, perché non strettamente obbligatorio? Disse una volta la SS. Vergine alla B. Eulalia, che più gradiva cinque poste recitate con pausa e divozione, che quindici in fretta e con minor divozione. L'amore, disse Lacordaire, non ha che una parola; più si ri­pete, più è dolce, e sempre nuova.
N. S.G.C. poteva insegnarci tante preghiere, eppure alla domanda degli Apostoli: doce nos orare, non rispose che colle poche domande del Pater noster; e gli Apostoli si tennero soddisfatti. L'Ave Maria poi a comporla intervennero il Padre Eterno coll'Arcangelo Gabriele, S. Elisabetta da Dio ispirata e la S. Chiesa; ed è così corta...
Le due preghiere contengono quanto di meglio possiamo pregare il Signore e la SS. Vergine. Sebbene non siano da riprovare le tante pre­ghiere approvate dalla Chiesa, queste due sono da preferire.
Noi non gustiamo il S. Rosario perché non vi poniamo la dovuta attenzione. È preghiera vocale e mentale; Come vocale dobbiamo reci­tare tutte le parole senza mozzicarle, altrimenti perderemo le indulgen­ze molte annesse alla recita intiera, e le faremo perdere agli altri se soli facciamo una parte incompleta. Come mentale è la migliore meditazio­ne sulla Vita di N. S. e della SS. Vergine; meditazione che rende soave tutta la recita. Quando si annunzia il mistero, pensate subito che signi­fica e proponete d'imitare qualche cosa, o domandare qualche grazia relativa. P. es. nel primo mistero dei Gaudiosi, sapendo che Maria eser­citò in esso tre virtù speciali: l'umiltà, l'amore alla castità e la virtù del sacrificio..., domandate una di queste virtù per voi una volta l'una, al­tra volta altra; e perciò recitate il Pater e le Ave. Così nei dolorosi, nel primo contemplando Gesù che soffre tanto e suda sangue, pensate a quelle parole: quae utilitas in sanguino meo, compatite Gesù, doman­dategli perdono pei peccati vostri e del mondo (S. Carlo a Varallo). Nei gloriosi, p. es. al 3° ponetevi anche voi in mezzo agli Apostoli presso Maria SS. e pregate che anche su voi discenda lo Spirito Santo co' suoi doni di pietà, scienza ecc.
Fate a questo mondo [= modo] recitando il Rosario, e non trove­rete più lunga e nojosa tale devozione; ma invece corta e soave.
Ecco il fermo proponimento di questa sera, non mai lasciare il Ro­sario (non voto come S. Fr. di Sales) e sempre dirlo bene.
P.P. Albertone, quad. VII, 15- 17
3 Ottobre
(SS. Rosario)
Ripigliamo i nostri proponimenti e se c'è un po' di polvere bisogna scuo­tere; sopratutto quando il diavolo viene a tentarci e a dirci che cadiamo più di prima; no; sempre cominciare, anche cadessi cinquanta volte comincio di nuo­vo; come diceva S. Teresa.
Quest'oggi bisogna dire qualche cosa del rosario, tutto il mondo lo ricor­da. Ieri sera il Cardinale siccome al Santuario non si fa solennità e credevamo di non poter fare nulla, e lui ha detto: e, fate qualcosa di più... due candele... la pianeta un po' più bella, e basta. E così fate la festa. E è così: l'intenzione della Chiesa è che questa festa si faccia da tutti. La rubrica dice che per fare solennità non fa bisogno che ci sia la banda; basta che si faccia qualche cosa... una pianeta un po' più bella, e in missione se non l'avrete più bella fa lo stes­so. Se non v'è si suppone. E ... in missione non si cambia perché non si ha da cambiare; io nella mia cappella uso sempre la stessa pianeta e lo stesso calice tutti i dì anche a Pasqua; è quello del Vener. Cafasso: mi piace il bello tutti i dì; ma voi in missione siete poveri e dovete fare come potete.
Dunque il Rosario: come si fa a dirlo bene? Anche in noi può capitare quel po' di noia e così si lascia a poco a poco... S. Francesco ne aveva fatto vo­to ed alle volte stava alzato fino a mezzanotte per non lasciarlo; è una delle di­vozioni più universali, che ebbe le raccomandazioni di tutti i Papi, comincian­do dal nostro; S.S. Leone XIII ha scritto tante encicliche sul Rosario che se si tenessero presenti si farebbero delle buone predicazioni sul S. Rosario. Oltre che questa divozione è una delle più belle. Non è composta di lunghe orazioni; né il Signore vuole che si cambi sempre; oggi questa e domani quella; ma ha detto: Sic orabitis; e bastò; e bastò; e non ne hanno mica domandata un'altra; dunque prima di tutto si compone del Pater. E nel Pater c'era tutto. E poi l'Ave Maria: si misero tra tre per fare una piccola preghiera: l'Eterno Padre, manda a farne un piccolo pezzo; poi S. Elisabetta ispirata ne fa un altro pez­zo; poi la Chiesa il resto: in tre per fare questa preghiera e noi la diciamo come nulla fosse.
Ma veniamo al Rosario coi misteri; l'importanza del rosario non solo per­ché è preghiera vocale, e perché ci sono le indulgenze; ma anche perché c'è la meditazione dei misteri e cosi c'è doppio guadagno; ma come fare per fare bene la meditazione dei misteri? Prima di tutto bisogna non mangiare, non biso­gna lasciare che il diavolo porti via niente. N. Signore ad una santa ha detto: e d'altra parte lo sapevamo già: che era meglio che recitasse una sola parte di ro­sario con le pause e con tutte le parole ben dette che dire un intero rosario. E bisogna dirlo: fa così pena vedere alle volte anche qualche sacerdote che lo borbottano; e le indulgenze se si dice così non si acquistano più perché sono annesse alla preghiera intiera. E chi lo recita in pubblico impedisce non solo a sé, ma anche agli altri; c'era una volta un bravo convittore, sacerdote, che è andato a dire il Rosario e poi si è accorto che aveva saltato un'Ave Maria, od un mistero... si un mistero, e quando è tornato in sacrestia glielo hanno detto, o se ne è accorto, e se l'è presa tanto a cuore, e gli rincresceva tanto che invece di andare a letto ha detto tante Ave Maria, e tutta la sera, per supplire a quello che aveva fatto lasciare agli altri, vedete? c'era spirito: e diceva: non hanno ri­cevuto tutte le grazie che avrebbero ricevuto; era un santo prete, un certo Camisassa; uno che assisteva gli ammalati al Cottolengo; e dormiva di giorno e di notte andava al Cottolengo. Ma via: state attenti; veniamo a noi, non c'è bi­sogno di arrotondare tutte le parole, ma bisogna dire tutto altrimenti si fa tor­to a tutti come quando si recita il breviario con uno che mangia le parole; ciò che per caso è scappato ad uno, via, purché si dica da qualcuno... ; ma bisogna fare attenzione.
E la preghiera mentale? È quella che fa preziosa l'altra; quel quarticello d'ora se si meditano i misteri passa come il fumo; al primo mistero: eh, ... ci viene subito in testa quali virtù ha esercitato la Madonna; l'amore alla castità, all'umiltà, al sacrificio; ebbene anche noi, per l'intercessione della Madonna domandiamola; essa avrebbe potuto lodarsi; e quando l'angelo l'ha annunziata: avrebbe potuto dire: sono una Regina e invece ha mostrato grande amore all'umiltà; e alla purità: quando l'angelo le ha detto che sarebbe stata Madre di Dio, ella: non voglio mica rinunziare alla castità; e allora l'angelo ha dovu­to assicurarla che sarebbe sempre stata vergine, e che sarebbe stato effetto del­lo Spirito Santo, e dire quella terzina lì, quella decina per ottenere sempre più quella bella virtù. E così avanti. Spirito di sacrifizio: perché è certo che nostro Signore eleggendola Madre sua le ha fatto vedere tutti i dolori che avrebbe do­vuto soffrire; e così ella diventando Madre di Dio ha fatto l'accettazione di tutti i sacrifizi; e così noi meditiamo una volta una cosa e una volta l'altra; e domandiamo un po' più di generosità; un po' di spirito di sacrifizio; e così avremo un buon pensiero recitando. Così sarà il secondo mistero: la visitazione; carità verso il prossimo; non è mica andata da S. Elisabetta per divertirsi! ma è andata per servire qual umile ancella; farle da mangiare; farle quello di cui aveva bisogno e noi cosi preghiamo la Madonna per ottenere carità verso il tale e tal altro.
Un'altra volta mediteremo il contegno esterno; quando era là aveva no­stro Signore nel cuore e perciò aveva modestia e contegno ottimo: meditiamo la presenza di Dio; le parole come devono essere; una volta facevo gli esercizi in un convento ed ho trovata una preghiera per ottenere dal Signore la prote­zione sulle parole che si dicono durante la ricreazione: era bella. Meditiamo le sue parole; il suo contegno grave, pio, caritatevole, umile , come di chi porta N.Signore, e poi avanti di questo passo. Nei misteri dolorosi: Gesù nell'orto deve commuoverci; soffre per chi? per i suoi dolori? si, ma anche per me: che varrà il mio sangue? quae utilitas in sanguino meo? io faccio tutto per gli uo­mini ed essi non se ne approfittano, e poi i suoi dolori; e poi gli apostoli che lo abbandonano; un pensiero, non tutti in una volta, ma una volta uno e una volta l'altro.
Nei gloriosi, la discesa dello Spirito Santo: par di essere nel cenacolo nella Pentecoste: e pregare che il Signore mandi lo Spirito Santo; spirito di pietà, di timor di Dio, e domandare così una grazia inerente a quel mistero; e se recite­remo così il Rosario non resta arido e soddisfa e sentiremo così un nuovo im­pulso in noi a quella santa pratica; e se non possiamo dirlo intiero, diciamone almeno una terza parte, ma bisogna che lo diciamo con gusto; come il brevia­rio. Dicono che dicendo il breviario si dice tutto: no! si dice il puro necessario! e bisogna dire ancora altre preghiere. Voglio che leggiamo qui sulla Voce dell'Operaio questo articolo sul rosario.
Vedete: S. Alfonso nelle Glorie di Maria dice queste parole: la Madonna ha detto una volta: Questo terreno sarà sempre sterile finché non vi cada la pioggia: e l'altro gli (sic) ha domandato: Quale pioggia? — «Il S. Rosario».
Qui ci sono anche le parole del Papa che raccomanda il S. Rosario. (Do­po la lettura) Bello, bello, bello! qui c'è proprio il sospiro del Papa; e ditelo anche nostro: c'è tanto bisogno di pace; tutti i giorni dice la preghiera, biso­gna metterci in ispirito col S. Padre. Così il Rosario lo diremo tutti e bene per ottenere la grazia che ci tocca tutti così vivamente: per la pace: ci tocca tutti, perché anche molti dei nostri membri sono lontani da noi. Ringraziamo il Si­gnore che sono tutti infermieri. Andiamo avanti tutti con fervore e spirito. Oggi vi dò la notizia che ho spedito ieri le carte per le ordinazioni dei nostri due cari diaconi soldati...
giuseppeallamano.consolata.org