SUFFRAGIO DEI DEFUNTI

1 novembre 1915
Quad. XI, 10
(1 Nov. 1915)
Sui Morti
La S. Chiesa in tre modi particolari c'invita a soccorrere i nostri morti.
1. Col concedere ai sacerdoti di tutto il mondo di celebrare domani tre Messe. (Ved. Decreto di papa Benedetto XV).
2. Coll'Indulgenza Toties quoties concessa da Pio X e conf. da Ben. XV.
3. Coll'Atto eroico di carità (V. Anima Santa).
P.P. Albertone, quad. VII, 26-27
1 Novembre 1915
Sedetevi, sedetevi! Questa mattina il Cardinale ha fatto la predica dei santi e questa sera ha fatto quella dei morti; il Cardinale ha detto: quest'anno derogo la consuetudine degli altri anni e faccio la predica delle anime purgan­ti, non sui santi. Voglio parlarvi delle anime del purgatorio, ha detto, ma non voglio parlarvi né dell'esistenza, né della sostanza del fuoco del purgatorio, ma vi voglio parlare di quello che S. Santità Pio X e Benedetto XV hanno fat­to e fanno per le anime del purgatorio.
Prima di tutto nel dì dei morti sono state permesse tre messe, come a Na­tale, tre Messe, tre, vedete; era questo un privilegio che c'era già nella Spagna e nel Portogallo, S.S. Benedetto XIV l'aveva dato alla Spagna, ma nel mondo no; e si erano già fatte tante suppliche agli altri Papi, perché estendessero questo privilegio a tutto il mondo e il S. Padre non aveva mai creduto bene di estenderlo, non credettero che fosse ancora venuto il tempo di concedere a tut­ti questo privilegio, finché questo Papa, Benedetto XV, concedette per tutto il mondo che tutti i sacerdoti domani possano dire tre Messe, una applicandola loro per chi vogliono, l'altra fissa per le anime e la terza per il Papa, secondo l'intenzione del Papa; e sapete che cosa diceva S. Eminenza commentando il decreto del S. Padre? Il S. Padre è stato indotto a questo per tre motivi. Pri­mo, le molte messe che si dovrebbero dire e che non si dicono perché gli eredi che hanno ricevuto e che dovrebbero farle dire non le fanno celebrare, e così molte messe non restano dette che si sarebbero dovute dire; non si deve parla­re contro il governo, ma molti legati che sono stati rubati dal demanio o de­monio, che prende di qua e di là e non pensa agli oneri, così alla Consolata quanti e quanti, si è fatto ricorso, e hanno risposto: ci pensiamo noi! ma poi che cosa si è fatto? Primo motivo adunque è l'incuria nel fare celebrare le mes­se, per cui molte non restano celebrate, e poi quelle che sono state rubate ecc.
Il denaro ora, le imposte e tutte le cose costano di più per cui quello che una volta costava la metà adesso costa il doppio, e se il prete una volta aveva bisogno di un tanto per mangiare e per vivere, adesso non gli basta più. Ed ec­co perché si è aumentato le limosine delle messe e quelle che una volta ne face­vano dire tre, adesso ne fanno dire una, e quando una volta anche per legati si dicevano 5 o 10 messe adesso se ne dicono solo più tre o quattro, e questo solo il Papa può farlo, perché sono diminuiti i denari e sono aumentate le spese, e i bisogni, e quando è così si ricorre a Roma, e allora a Roma tagliano, perché non c'è più il sufficiente; e che ne nasce? Che molte messe che una volta si di­cevano non si dicono ora più e il S. Padre vede i granai un po' vuoti, e cerca di riempirli facendo dire due messe di più per tutte quelle che non si dicono, e af­finchè le anime non siano obbligate a stare in purgatorio. Il terzo motivo è la guerra. Vedete un po' quanti muoiono adesso per la guerra. Ci sono tanti e tanti che sono mesi e mesi che non si sente più nulla e non si sa se siano morti o vivi, o prigionieri; e il Santo Padre intende di applicare a questi poveri giovani questi suffragi che tutti i cattolici fanno per le anime del purgatorio. Il Papa ha allargato la mano, ma bisogna che i fedeli mentre si dicono vadano ad ascoltarle, altrimenti è inutile, ma però di precetto non ve n'è neppure una. Ma dice che chi può ed ha cuore verso i suoi defunti perché non andrà a sentire queste tre messe? Non bisogna essere indifferenti. Ecco il primo privilegio che il S. Padre ha concesso in questo giorno dei morti; il secondo è quello dell'in­dulgenza plenaria toties quoties che si entra in chiesa a pregare per il Sommo Pontefice. Cominciando dal mezzodì antecedente a tutto il dì dei defunti. E queste indulgenze plenarie si possono solo applicare per le anime del Purgato­rio. Guardate di andarvi anche otto o dieci volte; e queste indulgenze plenarie possono anche servire in suffragio al nostro buon D. Meineri, e così farlo an­dare in Paradiso per amore o per forza se non ci è ancora andato. Se il Signo­re sente tante importunità è impossibile che non applichi e che non mandi in Paradiso. Questo era stato stabilito dal Papa Pio X di S.M., ed è stato confer­mato ora da questo Papa; e voi guardate di guadagnarne più che è possibile.
La terza cosa poi, non è più il Cardinale che l'ha detta ma son io che ve la dico, è l'atto eroico di carità, e sapete in che consiste? Nell'offerire nelle mani della Madonna tutte le opere satisfatorie che facciamo noi e che faranno per noi dopo la nostra morte, ossia ci spogliamo e ci priviamo di tutto in favore delle anime del purgatorio. E così quando uno viene a morire il Signore ha di­ritto di non applicargliele; il Signore ha diritto, ed è perciò che è eroico. Pri­varsi insomma di tutto e sta poi a lui a liberarci dal purgatorio; è come chi va a liberare uno schiavo e si dà per lui per ischiavo. Così facciamo noi, ma ci vuo­le eroismo e perciò pensateci prima di farlo.
Sapete, S. Geltrude aveva fatto questo atto eroico di carità e poi ecco che c'è comparso il demonio e le ha detto: «bene! hai fatto un bel lavoro! hai dato tutto agli altri, e cosi starai tu nel purgatorio, fino al dì del giudizio». E quello le ha fatto un po' pena, e allora le è comparso nostro Signore, e le ha detto: «Hai fatto tanto bene a fare quest'atto, perché questo atto vale più di tutte le cose che tu potresti fare per te». N. Signore farà in modo che non ci lascierà andare in purgatorio per il che fa lo stesso che noi diamo via tutto, perché non ne abbiamo più bisogno.
Pensateci un poco, e poi chi lo fa, bene, e non abbia paura di perderci, che cosa importa che non possa più applicare a me se non ne ho più bisogno?
Ieri alla Consolata è avvenuto un miracolo, cioè una grazia visibile; dicia­mola solo una grazia; venne male a un soldato, e si sbatteva, e smaniava, e fu subito portato in convitto e fu chiamato il medico dell'ospedale che lo visitò, e potè rimettersi, e lui disse poi che aveva il male caduco, e siccome alla visita non si vedeva non l'hanno mai voluto riformare, e così la Madonna ha fatto sì che gli venisse male in pubblico e così l'hanno constatato e il medico ha subito preso nome e cognome e ha detto che lo avrebbe riformato. Così la Madonna l'ha fatto vedere in faccia a tutti. E ora trionfalmente sta, e trionfalmente lo riformano. Questa è una grazia e la gente tutta lo diceva che era la Madonna:
«non l'hanno voluto riconoscere e la Madonna l'ha fatto venire ammalato di­nanzi a tutti».
Qui c'è delle lettere di D. Sales e ce n'è per tutti; carissimi fratellini del
ginnasio! Ce ne sono due per voi (per i giovani). (Mentre si leggevano le lettere indirizzate dal P. Sales ai giovani arrivò un telegramma dall'ospedale militare al fronte, in cui si dava la proroga del permesso per cinque giorni ai due ordi­nandi D. Garrone e D. Mauro).
Abbiamo disturbato un poco, perché c'è arrivato un telegramma in cui i nostri bravi suddiaconi avranno sei giorni di più di permesso, così potremo fa­re le cose più con calma. «Concesso soldati Garrone e Mauro proroga permes­so cinque giorni». Voialtri siete ancora nuovi e non vi conosce!... scrivete co­me scrivono loro, guardate che bella calligrafia! scrivono bene!
Pregate; guardate di ottenere delle grazie dai santi; di vincere il carattere, poi lo studio e la pietà; e così...
giuseppeallamano.consolata.org