COME ASSISTERE ALLA S. MESSA

14 novembre 1915
Quad. XI, 11-12
(14 Nov.)
Come assistere bene alla S. Messa
Per ben assistere alla S. Messa bisogna avere fede viva e carità ar­dente. Imit.: Fides et amor ibi maxime praecellunt. Riflettere che nella S. Messa si rinnova, non rappresenta, lo stesso sacrificio della Croce. Dice l'Imit.: Ita magnum, novum et jucundum tibi videri debes quum celebras, aut Missam audis, ac si eodem die Christus primum (in utero Virginis descendens, homo factus esset; aut) in Cruce pendens, pro sa­lute hominum pateretur et moreretur.
Vogliono i Teologi, scrive S. Alfonso, che conforme alle parole di N.S. Gesù Cristo: hoc facite in meam commemorationem, i Sacerdoti in celebrar la Messa siano tenuti a ricordarsi della Passione e Morte di Gesù. Lo dice S. Paolo.- Quotiescumque... mortem Domini annuntiabitis; e S. Tommaso chiama la S. Messa: Memoriale Passionis. Lo stesso devono fare gli assistenti al Divin Sacrificio.
S. Giov. Gris. e S. Gregario dicono che quando si celebra si apro­no i cieli e discendono schiere di Angeli per assistervi; e ciò dice di aver veduto S. Nilo Ab. discepolo del Grisostomo quando questi celebrava. Dice un autore che gli stessi Angeli prendono il tempo della S. Messa per ottenere le maggiori grazie per gli uomini; e la cosa è naturale, per­ché allora è Gesù stesso che interpellat pro nobis. Ciò ci servirà a stare raccolti e non distrarci; modesti e riverenti.
Veniamo ai modi di ben ascoltarla. S. Leonardo da P.M. ne sugge­risce uno facile e conforme ai fini del S. Sacrificio ed ai debiti che ab­biamo con Dio. Tal metodo venne approvato da Papa Pio VI, ed arric­chito dell'Indulgenza di 300 giorni. Lo stesso Santo attesta che portò copiosissimi frutti. Lascia posto pure a fare le nostre speciali preghiere e quelle della Comunità, diriggendole [sic] ai singoli fini. Il Santo divide in quattro parti la Messa (Vedi Man. di Pietà dei Sem. p. 122).
Altro metodo confaciente ai Chierici, sarebbe accompagnare le preghiere del Sacerdote. Queste preghiere e riti stabiliti dalla Chiesa so­no le più atte a farci partecipare alla Santa Azione dei Sacerdoti.
Faranno bene i chierici, principalmente, avvicinandosi alle S. Or­dinazioni, a studiarle, e comprenderne i sensi letterale, mistico e storico (V. Le Brun).
Conchiudo coll'Imit.: Debes temetipsum voluntarie in oblationem puram et sanctam quotidie in Missa cum omnibus viribus et affectibus tuis, quantum intimius vales, offerre. Beatus qui se Domino in holocaustum offert quoties celebrat.
P.P. Albertone, quad. VII, 30-31
14 Novembre
Ieri il nostro Cardinale diceva: Io ho idea che questa guerra dovrà finire presto. È un sant'uomo. Io non gli ho chiamato se aveva l'ispirazione. Oggi i soldati sono stati in corpo a S. Filippo a Messa. La Chiesa era proprio piena. Vi è anche stata la predica, ma solo di sette minuti. Sono tutti in corpo, si fa andar via la gente, come abbiamo fatto alla Consolata, si fa interrogare quei che desiderano, gli altri poi se possono... Se sono graduati, si accettano subi­to, se semplici, quei che possono stare. È una devozione pubblica. C'è da rin­graziare il Signore, che sa cavare il bene da tutto. Stamattina la Duchessa di Aosta è stata alla Consolata, e naturalmente dopo Messa è passata in parlato­rio; ha parlato con me, e col Can. Cappella, che ... per lei è tutto. E stata a Palmanova, va e viene, dice che ha bisogno di Suore. C'è molte figlie, quelle dette Samaritane, ma i soldati non le vogliono. All'Ospedale S. Giovanni dice che vogliono assolutamente le Suore. Anche i Cappellani militari dice che fan­no un vero servizio. I soldati certe volte non osano, ma se hanno il Cappellano insieme vanno. E ... ringraziamo il Signore, Savino è tra i primi, ma non in pe­ricolo: dice che ha sempre da andare a prendere i feriti. Bisogna pregare il Si­gnore. Ieri la Stampa diceva che l'Imperatore di Germania di fare la pace (sic).
E il Papa ha risposto: Sì, ma che rendesse il Belgio indipendente. Sia vero, o no, certo è per far dire. Certo è per far dire. La Duchessa diceva: Noi preghia­mo per la vittoria nostra, ma rincresce agli altri, i quali naturalmente pregano per la loro. Che importa se vinciamo noi, o vincano gli Austriaci? Tutti i Cri­stiani pregano per la pace. Bene, preghiamo. Ricordate che un mezzo facile è la Santa Messa. Vi ho già detto qualcosa sull'eccellenza della S. Messa. Dicia­mo ora il modo di assisterla. Un bravo Sacerdote che conoscete già, D. De Maria, tutti i giorni quando può, che non sia impiegato altrove, viene al S. Giovanni ad assistere alla Messa Canonicale. Prendetelo per esempio. E viene di lassù, dalle colline. Vi è lui e il P. Bert, quello che fondò la chiesa dell'Ad­dolorata, il quale tutti i giorni dell'anno veniva al S. Giovanni, assisteva alla Messa cantata, e poi montava su alla S. Sindone e là se vi erano delle Messe le prendeva ancora. Noi diremo: Che bisogno di venire qui di laggiù? Ma costo­ro capivano cosa vuol dire sentire una Messa di più. Supponete che il Signore avesse dato a S. Pietro il permesso di celebrare una Messa sola, tutto il mondo correrebbe a sentirla. E perché non corriamo noi a sentire le Messe, mentre se ne dicono tante? L'essere molte, non ne diminuisce l'importanza, e se il Signo­re ce ne ha date molte è perché vuole che ne appreziamo molte. L'Imitazione dice che realmente nella Messa si rappresenta il Mistero della Croce, ancor più che a Betlemme, dove ci era anche N. Signore, ma non proprio come qui, qui lo stesso Signore che patisce, dice l'Imitazione: Ammiriamo, eccitiamoci a ca­pire il gran Mistero che si celebra. È vero, non un'idea, una novità, novum et jucundum, dopo il cuore è pieno di gioia, è un pensiero consolante. Bisogna così ravvivare la fede, parla così bene. Se ravvivate la fede, che cosa principale (sic), stimerete una fortuna se potrete assistere a più Messe, perché ogni Messa ita magnum, novum et jucundum. S. Gregorio dice che durante la Messa scen­dono a schiere gli Angeli per questo, per assistere alla morte di N. Signore. S. Nilo discepolo di S. Giovanni Grisostomo aveva visto l'altare tutto circondato di Angeli mentre si celebrava Messa. Se tutti i fedeli capissero con che mode­stia si deve assistere alla S. Messa! Invece si conosce ben poco. Certuni duran­te la Messa sono là... non si sa se adempiono al precetto. La divozione esterna non c'è. E l'interna? Ci vuol molto a distinguerla. Uno che resti là impalato, non chiaccheri, come sono i soldati alla porta del re,questo non è il modo... Se si parlasse poi... Vedete, S. Leonardo, lui predicava in paesi israeliti, e ha sta­bilito un metodo facile per assistere alla S. Messa. E anche approvato dalla Chiesa, e Pio X di santa memoria, ha concesso l'indulgenza di 300 giorni a chi lo pratica. Divide la Messa secondo i quattro fini, così preghiamo per i quattro debiti che abbiamo verso N. Signore. Mentre il Sacerdote va all'altare sino al­la recita del Confiteor si fa un breve esame di coscienza, domandiamo perdono, e intanto chiediamo la grazia di assistervi con frutto. Poi fino al primo Vangelo abbiamo il fine latreutico cioè di lodare N. Signore: Magnus es Tu! Il 2° fino alla consacrazione domandiamo perdono di tutti i nostri mancamenti. Poi c'è il 3°: Dalla Consacrazione alla Comunione del Sacerdote, ove ringra­ziamo il Signore di tutte le grazie che ci ha fatte, facciamo la Comunione Spi­rituale, e fino alla fine domandiamo grazie. Ecco: il fine latreutico, propizia­torio, impetratorio, eucaristico. Si può anche in mezzo recitare altre preghie­re, come dire il Rosario. Ma fissate le quattro parti bene con i debiti fini, allo­ra resta più facile. Così l'Uffizio lo dite con quello scopo lì, i Salmi contengo­no benissimo questi sentimenti. C'è il Manuale del Seminarista che insegna anche questo metodo, e dice tante belle cose. Di più per i Chierici, massime per quelli che sono già vicini a prendere gli ordini, è bene che andiate dicendo le parole che dice il Sacerdote. Sapete sono parole messe lì dalla Chiesa, ispira­te dallo Spirito Santo, sono per dire.
Io vorrei che faceste grande stima della S. Messa... È certo che nella cele­brazione della Messa si ricorda la Passione di Nostro Signore. S. Tommaso lo chiama un memoriale della morte del Signore. E nostro Signore stesso l'ha detto hoc facile in meam commemorationem, prima di andare a patire. Perciò c'è obbligo; purché in qualche modo si pensi. Anche S. Paolo lo dice, mortem Domini annuntiabitis donec veniat, dunque è sempre il pensiero della Passio­ne, ed è perché bisogna ricordarla sovente la Passione del Signore.
Questo obbligo tocca e il Sacerdote che celebra e colui che assiste, è pro­prio il Calvario, dove un Dio patisce per noi. Si ricordano tanti fatti di grazie ottenute per avere assistito bene alla Messa. E tra gli altri sapete quello del Ge­nerale Sobieschi. Costui, prima di andare a combattere, ha voluto andare a sentire la S. Messa, e disse poi che se aveva vinto lo doveva alla Messa che ave­va sentito prima. Il Signore ci benedica. Sopratutto ricordate quello che dice l'Imitazione: Beatus qui seipsum in olocaustum... Beato chi si dà tutto in olo­causto al Signore mentre assiste alla S. Messa. Facciamo così, che la S. Messa sia la prima delle nostre devozioni. Se abbiamo fede la troviamo mai lunga.
giuseppeallamano.consolata.org