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Scritto da Beato
Giuseppe Allamano
6
gennaio 1916
Quad. XI,
19
Solennità
dell'Epifania (1916)
Epifania è voce greca, che
significa manifestazione o apparizione. Gesù Bambino dopo essersi manifestato ai Giudei nei S. Pastori per
mezzo di un Angelo, si fece conoscere alle genti pagane nei S. Magi per mezzo di una stella (V. Durando I. VI, cap. 16). -
La S. Chiesa festeggia oggi questo fatto, e lo fa con ogni solennità, perché è una stessa festa col
S. Natale, di cui è come il compendio e la
perfezione; nil enim profuit
nasci, nisi apparuisset (Id. l.c.); e Gesù non era venuto solo per gli Ebrei, ma anche per redimere le
genti; qui vult omnes homines salvos fieri. Tra le Feste celebrate con ottava privilegiata due sono di primo
ordine. Pasqua e Pentecoste,
due di secondo ordine Epifania e Corpus Domini, e due di terz'ordine.
Natale ed Ascensione (Ved. Rub.). Ecco lo spirito della
Chiesa.
Quali sono in questo giorno
i nostri doveri? Di ringraziare nostro Signore: 1) pel dono della Fede che diede a ciascuno di noi, che nei S. Re Magi
siamo stati chiamati a partecipare alla Redenzione, per essere noi nati gentili, ma convertiti, quindi in paesi cristiani,
da parenti cattolici ecc. 2) Dobbiamo ringraziarlo a nome di tanti
infedeli che pure chiamati come noi alla Fede, ancor non lo conoscono, pei quali rendiamo grazie, affinchè
anch'essi e presto conoscano Gesù, lo amino e si salvino; 3) In particolare ringraziamo Gesù che ci volle a
parte della vocazione delle genti con eleggerci a suoi missionarii,
come i Re Magi, i quali secondo la tradizione ritornati nei loro paesi non si contentarono di essere veri adoratori di
Dio, ma lo predicarono nei paesi d'Oriente, e per questo fine anche subirono il martirio; e i loro corpi si venerano in
Colonia. Impariamo dai S. Magi a corrispondere alla chiamata di Dio, alla S. nostra Vocazione. La stella stessa comparve
non solo ai tre Magi, ma a tutto l'Oriente; ma tre soli si mossero, partirono e giunsero a Betlemme: vidimus, venimus. Gli altri non si mossero. Di tre sorta videro la
stessa (V. Chaignon - Epif.). I Magi ebbero fedeltà pronta, generosa
e fervente. Applichiamo a noi, alla nostra corrispondenza le tre qualità: siamo noi...
(Chaignon l.c.). Sono per noi
stelle speciali in ordine alla prima della vocazione apostolica le
divine ispirazioni, le direzioni dei superiori, le S. Regole, gli
esempi dei compagni, le letture... Stiamo attenti ad ascoltarle. S. Agostino dice che la grazia ha i suoi
momenti: tempus steliae...
P.P. Albertone, quad. VII, 54-57
6 Gennaio
Avete sempre fatto una festona gli altri anni...! Quest'anno invece avete
fatto solo in Chiesa a N. Signore, ma faremo poi di nuovo una festona quando torneranno gli altri dalla
guerra. Mi hanno mandato anche essi gli auguri. D. Mauro ha scritto a nome di tutti e
dicono che anch'essi partecipano in ispirito a questa festa dell'Istituto.
Siccome tutto il mondo è in aria avete concentrata tutta la festa in Chiesa. Questa bella festa deve suscitare
in noi ringraziamento verso N. Signore e Gesù Bambino. Dobbiamo essergli riconoscenti di quello che ha fatto
prima verso di noi. Noi siamo stati chiamati a conoscere N. Signore per mezzo dei Re Magi; essi rappresentavano tutti i
Gentili e perciò anche noi. Noi siamo di quella razza lì, siamo mica Ebrei; credo che nessuno di voi sia
Ebreo, siamo nati tutti da gente pagana; gli Ebrei ormai sono pochissimi e concentrati tra loro. Noi non siamo Ebrei,
ma discendenti dagli antichi pagani. N. Signore si è fatto conoscere prima agli Ebrei di Palestina: i Pastori che
furono chiamati i primi, rappresentavano la gente Ebrea. Subito dopo vengono i Magi, che rappresentano tutto il mondo
pagano. N. Signore omnes homines vult salvos fieri. Quindi dobbiamo ringraziarlo di essersi fatto conoscere ai nostri parenti,
e da essi poi noi anche abbiamo ricevuta la fede.
Un altro ringraziamento che in questo giorno dobbiamo dare a N. Signore è non solo di
aver chiamato noi alla fede, ma di averci scelti a portarla agli infedeli che non lo
conoscono ancora, cosi siamo più uniti ai Re Magi. Sapete che essi appena arrivarono di nuovo al loro paese,
propagarono subito il Vangelo; è certo che subirono il martirio, ed i loro corpi adesso sono nella
città di Colonia. Voi anche siete stati chiamati a spargere la fede, a far
conoscere N. Signore. Perciò ringraziatelo non solo per aver chiamato voi alla fede, ma ancora di avervi
chiamati a portarla ad altri, e ringraziatelo anche per quelli là che non lo conoscono ancora, che lo possano
conoscere presto; essi ve ne saranno poi riconoscenti. E in questa festa ringraziate anche N. Signore che il nostro
Istituto va avanti... L'avete sentito nelle lettere che vi avevo letto l'altra
volta.
Oggi domandiamo grazie per noi, per i Missionari che possano
convertire bene gli infedeli, convertirne tanti, convertirne molti. Questa è una festa non solo per
l'Istituto, per noi, ma è solenne ancora in sé. Vedete nell'ordine
delle feste, la Chiesa divide in tre le feste che hanno l'ottava privilegiata. 1° Pasqua e Pentecoste che hanno l'ottava privilegiata di 1° ordine, 2°
l'Epifania e Corpus Domini, con l'Ottava
privilegiata di 2° ordine; 3° Natale e Ascensione che hanno l'ottava privilegiata di 3° ordine. Pasqua è la prima naturalmente, perché
la risurrezione di N. Signore è il fondamento della fede; così pure
Pentecoste perché è il principio della Chiesa, quando è
disceso lo Spirito Santo sopra gli Apostoli. Poi viene subito l'Epifania. E
perché l'Epifania è ancor prima di Natale? Anzi dicono che l'Epifania è la perfezione del Natale. Perché dicono che sarebbe stato inutile che N. Signore fosse nato se poi non
si fosse manifestato.
La parola Epifania vuol dire appunto manifestazione, perciò l'Epifania è il compimento, la perfezione del Natale. Anche qui in Torino si fa festa in questo
giorno, non solo perché si mangia la focaccia... ma una vera festa. Per tutta l'ottava vi è la S. Messa, il
Breviario tutto proprio dell'Epifania. E meglio che le sappiate queste cosette, perché possiate dare
importanza.
Perciò, come vi ho detto, ringraziamo il Signore di
aver compita la nostra fede; in secondo luogo, di averci chiamato come i Magi ad
essere strumenti per portarla agli altri, terzo ringraziamolo per quelli che non lo conoscono ancora, che lo possano
conoscere presto. Dobbiamo dire sovente: «Laudate Dominum omnes gentes, laudate eum omnes populi»! Che tutti i
popoli conoscano N. Signore, e che tutti lo lodino. State tranquilli, quando non vi sarà più posto
nell'Africa, che tutti siano già convertiti, per voi ve ne sarà ancora. E non convertirete ancora tutti.
Sapete che S. Francesco Zaverio è andato prima nelle Indie, poi quando ha
convertito tutti voleva passare nella Cina, poi non ancora contento andar su nella Russia, poi venire a convertire quelli
di Europa, poi andar giù nell'Africa, così fare tutto il giro del mondo. Perché era pieno di
zelo che tutte le anime conoscessero N. Signore, sentiva come S.
Paolo: Omnibus debitor sum. Ringraziamo il Signore per quelli che non lo
conoscono ancora. E veniamo al pratico. Imitiamo anche noi i S. Magi nella fedeltà con cui corrisposero alla loro vocazione. Appena hanno visto la
stella, siccome erano Sapienti, sapevano che a quei popoli alla nascita del Messia doveva apparire una stella,
appena l'hanno vista, illuminati internamente dalla grazia di Dio, riconobbero che era quella la stella che li invitava
ad andare ad adorare il Messia. S'incamminarono e vennero fino vicino a Gerusalemme quando la stella è scomparsa.
Potete immaginare in che bel fastidio si trovarono!... Tuttavia si son mica lasciati spaventare, hanno chiamato, e
dopo Gerusalemme, la stella è ricomparsa di nuovo, e trovarono la Madonna e S. Giuseppe e il Bambino. Questi Magi sono esempio della maniera di corrispondere alla
vocazione.
Quanti hanno visto la stella!... Ma gli uni avranno detto:
Oh, è una stella più bella delle altre!... altri l'avranno creduto un segno che ci doveva venire la
guerra, ma non si sono mossi, hanno fatto dei casi...; altri ancora che l'hanno
vista avranno ricevuto l'invito come i Magi, ma perché intrigati negli affari, hanno detto: Che dirà il
mondo di noi?... E son rimasti là. Solo questi tre hanno sentita l'ispirazione, e risoluti sono andati. Anche
tra noi quanti ve ne sono che hanno queste qualità. In certe Comunità certi individui sono sempre lì
molli, vanno avanti né caldi né freddi, non son capaci a fare un passo più lungo dell'altro.
«Ecce dixi, nunc coepi!». Dicono sempre: Cras, cras!... S. Agostino diceva: State attenti al
«tempus stellae» quando il Signore passa colle sue grazie. Quel punto è importante!... Bossuet dice che
la stella è l'ispirazione del Signore. Tanti aspettano, aspettano, intanto il tempo passa, e la grazia non c'è più. Grazie a Dio non si fanno mica peccati gravi, ma si sta lì
tiepidi!... si va via via barcollando, qualche giorno si sente tutto infervorato che direbbe come quello là:
«Ego dixi in abundantia mea: Non movebor in aeternum»! forse nel giorno della Confessione, pare che nessuno
più lo debba smuovere. Poi dopo un po' di tempo, basta che vada in ricreazione, s'incontri con quel compagno, un
po' di mal di capo, tutto il fervore di prima è tutto passato, è di nuovo caduto.
La nostra corrispondenza deve avere tre qualità: Pronta, fervente,
generosa. Prima di tutto deve essere pronta, come hanno fatto i Magi che hanno subito seguita la stella. Per noi sono
molte le stelle.
Stelle sono le ispirazioni che il Signore vi manda
tutto il giorno.
Stelle sono le meditazioni, le letture
spirituali.
Stelle i compagni.
Stelle gli avvertimenti dei Superiori, sono tutte stelle per voi.
Vedete quante ce ne sono: Enumera stellas, si potes!... Un
giorno mi è venuto in mente di contare tutte le buone ispirazioni che il Signore mi mandava durante quella
giornata. Mi sono messo al mattino, e contavo, contavo, guardando anche di trame profitto e metterle in pratica, ma
sì... arrivato a mezzogiorno ne avevo già un buon numero, potevo mica più andare avanti. Tutte
le grazie che riceviamo dalla mattina alla sera!... Stella è anche il suono della campana che vi chiama alle
diverse occupazioni. Alzatevi subito, troncate la riga a metà. C'è pericolo che ritornando la troviate
scritta l'altra metà in oro. È già avvenuto. Quel santo che era tanto pronto a far l'ubbidienza,
troncava la parola a metà, e quando ritornava erano passati gli angeli a scrivere l'altra parte in oro. Fate
così, e può essere che il Signore lo conceda anche a voi. Sapete come faceva quel santo al quale
compariva il Bambino. A un Santo compariva sempre il Bambino, e una volta l'aveva lì nelle sue braccia. Ed
ecco che suona il campanello. Poteva dire: Ho in braccio il Bambino, posso mica lasciarlo da solo, il Superiore mi
scuserà. No, no, è mica stato lì... ha messo il Bambino per terra, ed è corso a vedere che
cosa voleva il Superiore. Quando poi è ritornato ha visto che il Bambino era divenuto più grande, e N.
Signore l'ha mica sgridato, ma gli ha detto: «Hai fatto bene, e se non andavi via tu, sarei andato via
io». E alla B. Margherita Alacoque che aveva la Superiora che la contrariava sempre, N. Signore diceva: «Tu
fai quello che ti dice la tua Superiora, se io poi voglio tirare a fare la mia volontà, tirerò la volontà della Superiora». Anche se a voi mentre siete in istudio
venisse un Angelo da parte del Signore a dirvi che andiate in Chiesa invece di studiare, non dovete andare, perché
l'ubbidienza in quel momento vi vuole in istudio. I Santi ubbidivano prontamente, non dicevano mai: no, ma... È
così bello appena si dice una cosa: è fatta! ... Ai soldati l'ubbidienza pronta sì che gliela
fanno fare!... chiamate un po' ai quei lì che lo provano (ad alcuni chierici mobilizzati presenti). Uno che va in istudio, dice già preghiera molle,
prende un libro, poi un altro, perde cinque minuti... È ubbidienza pronta quella lì? No... Pronta è
quando si dice bene la preghiera, poi si prende un libro e si studia subito.
I Magi hanno mica detto dobbiamo lasciare i parenti... Conosciuto che abbiamo
che è volontà di Dio, avanti!... si voglia, o non si voglia, bisogna
farla.
II. Generosa. I Magi quando è scomparsa la stella si
son mica messi a pensare di tornare indietro. No, no... Potevan dire: «Adesso siam belli, ci manca la guida!
...». Quando manca l'ispirazione di Dio ci sono i Superiori, si chiama. Così essi sono andati da Erode e poi
quando [si] sono messi in cammino, fuori di Gerusalemme la stella è di nuovo venuta. La loro
volontà era generosa. Una volta una Missionaria che era partita per
l'Africa, mi scriveva, e mi diceva: «Se debbo dire la verità, quando sono stata a metà viaggio,
già sul bastimento, un po' per il mal di mare, un po' per altra cosa, quasi mi pentivo di essermi fatta
Missionaria, ed avrei voluto tornare indietro. Non che non avessi voglia di andar missionaria, ma la tentazione era
così forte...». Ebbene costei si è fatta coraggio, tanto il bastimento non poteva mica tornare
indietro solo per lei, andava avanti, era inutile star là a lamentarsi, e adesso è ancor là in Africa
e le è mai più venuta l'idea di venir via. Cosi è per voi, se una materia non vuol entrare
bisogna farla entrare. Se farete tutto quello che potete di per voi il Signore vi darà poi la grazia d'imparare
anche quello per cui non aveste avuto tempo. Sapete che S. Francesco
Zaverio non sapeva le lingue che parlavano gli
indigeni, ma da parte sua aveva fatto tutto il possibile per impararle, studiava quanto poteva, e il Signore
quand'era necessario, suppliva lui. E non son mica sempre quegli ingegnoni che riescono!... Generalmente tra i parroci
che vengono al concorso riescono sempre i mezzi ingegni, non i primi. Perciò non scoraggiatevi: Quando fate la
lettura spirituale, si legge qualche cosa, applicatelo a voi. Chi non è capace
a fare quello? un po' di meditazione?... Le vecchierelle meditano tutto il giorno.
Lavorano nel campo, custodiscono in casa e riferiscono tutto alla gloria di Dio.
III. Fervente: Se si ha buona volontà di studiare, non
si lascerebbe più. Non è mai succeduto? Subito dopo l'esame, uno che abbia voglia veramente, incomincerebbe
di nuovo; massime se l'esame è andato bene.
Il B. Chanel quando
si trattava di partire per l'Oceania, non ne aveva più voglia. Qualcuno gli aveva detto: «Lassù?...
Di preti ce n'è bisogno anche qui. Cosa andare là in mezzo ai selvaggi? Ti mangeranno: non andare».
«... Ma ora ho incominciato!» - «Lascia lo stesso»! Questi maestri che insegnano così son
del diavolo: si capisce, viene mica lui in persona; se no è tanto brutto che farebbe subito paura. Così pure
i parenti vengono lì, piangono: «Non hai ancora preso posto sul
bastimento, sta qui». Lasciamoli piangere, si rimetteranno di nuovo. E il Chanel si lasciava già
vincere, fu poi una suora che l'ha di nuovo messo a posto. «Come? forse hai già in mano la corona del
martirio, vuol lasciare?...». Egli è poi partito, è andato nell'Oceania, ed è morto
martire dopo poco tempo, e alla sua morte
è apparso un raggio dal cielo a dimostrare che era santo, e gli hanno fatta la canonizzazione mica tanto tempo
dopo che era morto. Hilarem datorem diligit Deus. N. Signore gradisce l'opera che è fatta di buon cuore.
Perciò preghiamo i Re Magi che ci diano questa grazia di corrispondere alla nostra vocazione, di essere fedeli, di vincere tutte le difficoltà a forza di sacrifizi: fate
così, e il Signore vi benedirà.
Abbiamo qui varie lettere, tra le quali una per D. Ferrero (presente) il quale mentre era
soldato ci ha consolato con le sue lunghe lettere. Facessero tutti così!... Però voi (ai soldati) che siete
qui a Torino, non ne avete bisogno, quello che avete da dirci, venite a dircelo in persona. Ora ne leggeremo una
dell'Africa, in cui è descritta una gara catechistica.
Vedete, c'è qui un regalo, un po' di ben di Dio per voi. Io non avrei
denari, e li avessi anche non li spenderei in queste cose. Vi aveva detto che quest'anno a motivo della guerra avremmo fatto un sacrifizio ma è un regalo
che ci fa la Provvidenza, si può accettare. (Intanto fa leggere una lettera
del Cd. Tommaso). Quando questo Coadiutore è partito, poco tempo prima io
avevo raccontato il fatto che è capitato al B. Sebastiano Valfrè.
Sapete quello che è capitato a questo Santo?... (Racconta il fatto, quando al Beato fu permesso di andare a
Roma, ed arrivato sul Po, un biglietto del Padre Superiore lo richiamava immantinente a casa). Ebbene quando è
partito questo Coadiutore giunto sul treno è andato a cacciarsi in un cantuccio, e stava là tutto solo
senza parlare... Temeva che gli dessero qualche biglietto, a mio nome, in cui gli dicessi di ritornare a
casa.
Venite (ai soli chierici) andiamo a benedire le casse sotto i portici, che domani finalmente le spediscono. Da quanto
tempo è già che sono lì pronte per partire? — Dai primi di
Novembre — Eppure è meglio che siano lì che in fondo al mare. Diamo la benedizione prima che
partano, perché possano arrivare salve... si sa mai... a questi tempi!... Intanto vi dò un'immaginetta
(mentre si aspetta cotta, stola e asperges), qualcuno forse l'avrà già, ma vuol dire che la darà ad
un altro, le immagini, massime quando non sono scritte di dietro si possono regalare; quando vengono i vostri
parenti potete darle, fan sempre del bene. Adesso diamo la benedizione alle casse, ma
poi bisognerà che preghiamo durante tutto il viaggio. State tranquilli, il demonio l'ha contro quelle casse, non meravigliatevi se ne sentirete a dire di tutti i colori. Dite già ben
sempre una Salve Regina per tutti i giorni? — «Sì, quella per il
Kaffa» — Ebbene continuatela ancora. (Si benedicono colla
«Benedictio ad omnia del rituale»). D'ora in avanti finché siano arrivate sul posto, dopo la
Salve Regina tutte le mattine aggiungerete ancora un Angele Dei. Cosi l'Angelo della Comunità andrà a
guidarle che possano arrivare presto, e senza disgrazie.
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Creato: Lunedì, 12 Giugno 2006 06:31
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Pubblicato: Domenica, 11 Giugno 2006 23:00