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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
5 marzo
1916
P.P. Albertone, quad.
VII, 71
5 Marzo
Questa volta non parlo io: leggiamo una lettera del
Papa a S.E. Card. Pompili.
(Mostra
intanto la fotografia sul Momento , del nuovo Vescovo ausiliare di S.E. Card. Richelmy): Vi faccio vedere la
fotografia del nuovo Vescovo ausiliare di S.E. il Card. Richelmy, Mons. Pinardi; parroco di S. Secondo. Non gli
sembra niente... è molto più bello, lui. È stato due anni in Convitto, anche come Assistente, proprio
una brava persona. Il Cardinale non sta tanto bene; adesso sono due o tre giorni che non celebra, ma è nulla di
grave. Proprio una brava persona, ha fatto tutto quello che poteva, ha fatto di tutto per non accettare, ma gli
è stato imposto per ubbidienza dal Papa.
Leggiamo il commosso appello del Papa alle
famiglie cristiane. Scrive a S.E. il Card. Pompili. Vedete? Bisogna che secondo che dice il S. Padre, il nostro punto
di vista sia di ottenere la pace per il Venerdì santo. E che ci prepariamo con questo spirito di
preghiera e di penitenza per ottenere questa grazia. Continuiamo nelle nostre
preghiere a farle tutte e ben fatte. E poi spirito di penitenza. Voi avete già liberamente diminuito il vostro
vitto, e perciò non diminuisco nulla, ma tuttavia si possono fare tanti piccoli sacrifici, mangiare
adagio, con tranquillità, masticare bene; mangiare per vivere. Quel santo che quando mangiava si vedeva a
mangiar spine. Sapete? E un padre ha visto e gli ha domandato: Ma che cosa hai mangiato quest'oggi? Ho mangiato come gli
altri!... — Pure ti ho visto che mangiavi spine... Io mangiando pensava alle spine di N. Signore e N. Signore
convertiva in spine... così anche voi mettete l'intenzione. È l'unico modo di far penitenza per voi.
Studio, lavoro, più interessamento, tutto questo è tutta penitenza
per voi... l'ha detto il Signore ad Adamo: in sudore vultus tui vesceris panem... mangerai col sudore della tua fronte. E
lo studio è più pesante del lavoro; l'uno e l'altro. Fare tutte le cose con buona
volontà e per amor di Dio e non fuggire la fatica.
Uniamoci a queste anime buone; cerchiamo di consolare il S. Padre coll'unirci a tutti a
cooperare; facciamo niente di più, ma facciamo tutto bene. Quelli che possono fare di più fanno; noi col
fare tutto per amor di Dio si può convertire tutto a questo fine. Domandiamo questa grazia che per il
Venerdì santo si faccia la pace. Non sareste contenti? Non est abbreviata manus Domini, il Signore non ha
abbreviato la sua mano. Ma bisogna che facciamo tutto bene per poter avere un po' di pretensione: ho ascoltato quello che
ha detto il Papa, ho fatto tutto bene, ho pregato, e adesso pretendo. E la grazia
deve venire.
Non vuol mica dire che ci sia niente che indichi
questo! Quella guerra diabolica che adesso si combatte a Verdun... se i Francesi
respingono i Tedeschi, dicono che i Tedeschi la tengono come una cosa definitiva. Dicono che c'è una
mortalità tale, che è una vera carneficina. I soldati vanno avanti, spinti avanti, vivi o morti! E non si sa
tutto. E pare che i Francesi tengano sempre buono! Ma non stiamo a guardare questi segni; voi non sapete nulla e non
dovete voler saperne nulla.
Domandiamo e così pretenderemo:
ho avuta buona volontà, [l'] ho rinnovata tutti i giorni, e adesso
pretendo la grazia. Questo è il desiderio del S.Padre che certo implora e fa tutto quello che si può. Se
soffriamo noi, tanto più lui. È già morto di crepacuore Pio X per non aver potuto impedire questa
guerra. E bisogna che questo viva. Mettiamo in mezzo la Madonna e S.
Giuseppe, bisogna chiedere, ma bisogna anche che da nostra parte non ci manchi
nulla.
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Creato: Lunedì, 12 Giugno 2006 06:38
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Pubblicato: Domenica, 11 Giugno 2006 23:00