FESTA DI PENTECOSTE E NOVENA DELLA CONSOLATA

11 giugno 1916
Quad. XI, 38-39
Pentecoste Festa
Questa solennità è detta la seconda Pasqua, la nascita della Chiesa cristiana. S. Giov. Gris. la disse il compimento e la metropoli di tutte le solennità della Chiesa. Già la celebravano solennemente gli Ebrei, of­frendo in questo giorno le primizie dei frutti della terra.
La S. Chiesa la festeggia per otto giorni con Messa speciale ogni giorno, escludendovi le Feste dei Santi, di cui nei tre primi giorni non si fa neppur commemorazione. Entriamo in questo spirito.
Noi dobbiamo essere figli dello Sp. S., come affermava S. Filippo de' suoi Filippini, e come figli dobbiamo secondo S. Paolo fare tre co­se: non contristare lo Sp. S.; — non estinguerlo; — e risuscitarlo (V. Pentecoste 15 Maggio 1910).
Ancora un bell'avvertimento di S. Paolo. Scrivendo ai Corinti di­ce: An nescitis quoniam membra vestra templum sunt Spiritus Sancti, qui in vobis est? E vuol dire che noi siamo templi. Chiese, Cappelle dove abita lo Spirito Santo: Templum Dei estis.
Ora in ogni Tempio o Chiesa si cerca la nettezza, si fa silenzio, si prega, si fanno sacrifìzi, si sente la parola di Dio, si celebrano feste con apparati. — Tutto ciò dobbiamo fare noi dentro noi stessi (V.P. Bruno — Conf. p. 252 - 4).
P.P. Albertone, quad. VII, 119-121
Conferenza dell'11 Giugno 1916
Bravi! là! Bene! Eccovi come nel cenacolo. Quanti siete voi? S. Agostino dice che erano cento e venti. La S. Scrittura dice: circa. Li ha persin contati. Lo Spirito Santo non ha voluto dirlo preciso. E se voi non siete tanti crescete! E ce ne fu per tutti: repleti sunt omnes, omnes! Per oggi e per tutta l'ottava vuotarci dello spirito del mondo e riempirci dello Spirito Santo. Anche antica­mente quest'oggi, questa festa si faceva solennemente e si offrivano a nostro Signore i frutti, i grani, come primizie al Signore, si portavano a N. Signore nel tempio. E per questo si faceva gran festa. E poi bisogna ancora che conti­nuiamo a invocare lo Spirito Santo tutta l'ottava.
Ebbene, che cosa dobbiam fare verso lo Spirito Santo? Tre cose: conosce­re, amare e ascoltare lo Spirito Santo.
Primo, conoscere, per quanto è possibile, il mistero inaccessibile della SS. Trinità, un Dio in tre Persone e realmente distinte, mistero inaccessibile, in­scrutabile; che col solo lume della fede possiamo conoscere. Tre Persone delle quali lo Spirito Santo a cui si attribuisce la santificazione delle anime. N. Si­gnore morendo ci ha provveduti i meriti necessari, e lo Spirito Santo è quegli che li applica. Lo Spirito Santo è l'amore del Padre e del Figliuolo, spirito santificatore. Perciò quando sarete in Africa e vorrete fare del bene, è lui che pos­siede i sette doni. Vedete il fatto di N. Signore ha tenuto tre anni di scuola agli apostoli, eppure alla fine parlavano ancora di dominare e di sedere alla destra. Persin un Giuda potè continuare tre anni alla scuola di N. Signore. Ma lo Spi­rito Santo li ha subito cambiati, e da paurosi com'erano si son messi subito a parlare e a predicare N. Signore senza rispetto umano. Così il motivo per cui si propaga la fede nelle anime è l'effetto dello Spirito Santo nelle anime di quelli in cui entra. Questo è un buon pensiero per metterci sul serio, per conoscerlo ed amarlo. Lui è amore e può darcene finché vogliamo. Raccomandiamoci al­lo Spirito Santo: accende lumen sensibus! Lui è ignis, charitas... Lui è amore... e amore vuole corrispondenza di amore. Poi ascoltarlo. Questo è il terzo dovere che abbiamo verso lo Spirito Santo. Bisogna che ascoltiamo le ispirazioni dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo ci manda delle ispirazioni, ma noi non le ascoltiamo, bisogna che lo ascoltiamo. Quando diciamo una buona ispirazione intendiamo quelle che ci possono venire dal Padre eterno, o dal Fi­gliuolo, o dallo Spirito Santo o dall'angelo Custode, ma ci possono venire anche direttamente dallo Spirito Santo. Perciò allora bisogna scuoterci, ascoltare, perché questo peccato appartiene al peccato dell'impenitenza fina­le, della disperazione della salute, e perciò non ascoltarlo fa parte di quel gran peccato contro lo Spirito Santo, che ci ispira direttamente ed indirettamente. Non bisogna che lasciamo passare questa settimana senza che siamo pieni del­lo Spirito Santo.
Ma dello Spirito Santo possiamo dire anche un'altra cosa. Ed è quello che dice S. Paolo, che lo Spirito Santo non bisogna contristarlo, non bisogna estinguerlo, bisogna risuscitarlo. Scrivendo agli Efesini s. Paolo dice che non dobbiamo contristare lo Spirito Santo, e scrivendo ai Tessalonicesi dice che non dobbiamo estinguerlo. Spiritum nolite exstinguere. E poi scrivendo a Timoteo gli dice: admoneo te... ut resuscites ecc. Ti avverto, ti ammonisco, guarda di risuscitare la grazia che ti fu data per l'imposizione delle mie mani.
Prima cosa adunque consiste nel non contristare lo Spirito Santo. E come si contrista lo Spirito Santo? Sono i peccati veniali che contristano lo Spirito Santo, ed ogni diminuzione di grazia. Quando potremmo e non facciamo op­pure quando l'offendiamo contristiamo lo Spirito Santo, gravemente coi pec­cati gravi e leggermente coi più leggeri. Perciò bisogna che evitiamo tutti i pec­cati veniali volontari, tutte le diminuzioni volontarie di grazia. Poi: spiritum nolite exstinguere. Dice bene S. Giovanni Grisostomo che lo Spirito Santo è velut lumen si ventum vel parum olei non infundas. È come la lampada se il sacrestano si dimentica di mettervi sempre un po' d'olio, se la lascia senza, al­lora si spegne e così pure se viene una folata di vento. Tutte le sere bisogna mettervi l'olio. Così per il vento bisogna fare attenzione quando si va avanti con un lumicino in mano, fare attenzione che il vento non ce lo spenga. Due cose che lo spengono: il vento, la mancanza d'olio. E che cosa significa il ven­to? Il vento significa l'amore alle cose di questo mondo, l'amore umano. Biso­gna che stiamo attenti a non avere pensieri mondani, sguardi, desiderii... L'olio poi, sono le opere buone. Per non estinguere lo Spirito Santo bisogna stare attenti dal vento cattivo del mondo, dalla roba mondana, roba che non è di Dio, sia di vista che di parola umana, mondana; e così pure la mancanza di opere buone, opere che tengono vivo in noi lo Spirito. Leggiamo delle vergini del vangelo, che aspettavano lo Sposo, le une avevano l'olio, le altre stolte ne erano senza. E quelle che c'erano sono entrate, le altre sono rimaste fuori. Co­sì serve questo per noi, che dobbiamo moltiplicare in noi la grazia, senza la grazia non possiamo fare nulla; e se si corrisponde alla grazia ricevuta, si mol­tiplica. È come seminare un granello di grano, quanti ne fa?
Terza cosa poi è risuscitare lo Spirito. Che cosa vuol dire risuscitare la grazia? Non vi pare una contraddizione: resuscita gratiam quae est in te. Se aveva la grazia non era morto, ma il suo prediletto apostolo l'aveva certamen­te questa grazia, la grazia di Dio nel suo cuore; admoneo te ut resuscites gra­tiam quae est in te... dunque? Quando c'è il braciere che pare che muoia, allo­ra si ravviva, così lo stesso quando il lume fa il «muc», e pare che voglia mori­re, allora si piglia uno spillo, e si ravviva, ossia si fa vivere di più di quello che viveva prima.
Domandiamoci un po': rattristiamo noi lo Spirito Santo? Mi manda delle ispirazioni, ed io mi perdo in altro spirito mondano? Ho voglia vera di scuotermi? Facciamo l'esame. Bene!
Facciamo bene anche tutta l'ottava. Lo Spirito Santo è anche spirito di scienza, chi è un po' indietro e non può imparare, quel greco, quell'aritmetica, quel latino... e state lì, e non potete imparare, allora è il tempo di pregare lo Spirito Santo, sursum corda, veni Pater pauperum! Vedi che non mi entra nulla! Così per tutte le altre cose: la fortezza: anche adesso abbiamo da resi­stere a tante tentazioni, o sono «mulanciù»... avanti, anima mia, fatti corag­gio! Invochiamo lo Spirito Santo allora per ottenere un po' di dono di fortez­za, così se sarete santi qui, lo sarete anche in avvenire. Facciamo così: doman­datelo tutti e per tutti, anche per i nostri che son via, hanno tanto più bisogno di spirito di fortezza... quei lì non sono trattati così graziosamente come voial­tri.
Vi farei torto a parlarvi di fare bene la novena alla Consolata, della vo­stra cara Mamma, il cuore stesso vi deve insegnare. Noi siamo Consolatini, i figli prediletti della Consolata. Vi sono stati, lo sapete, due che volevano fon­dare delle suore e tutti e due volevano dare il nome della Consolata, e sono ve­nute da me perché decidessi la questione; ed ho detto loro: io sono il proprie­tario di questo titolo e non voglio che lo prendiate voi, né una né l'altra. E una si è messa a dire: prima non conoscevo questo titolo, e poi l'ho conosciuto ed ho veduto che era bello e non lo voglio lasciare. L'altra mi ha detto che lo vo­leva, insomma... Dunque ho detto: «io vi proibisco di tenerlo», e l'hanno vo­luto tenere ugualmente e hanno fatto un po' di prepotenza, e sapete che cosa è avvenuto. Non avevano la benedizione della Madonna, e... l'una è stata quel­la che ha dato tanti dispiaceri, ed era una suora (la Fumagalli!); l'altra una certa signora.. che voleva fare delle suore che son poi andate in aria anch'esse. Ma vedete come apprezzavano il nome della Consolata? E noi lo stimiamo?
Dunque non vi esorto perché crederei di farvi torto. È la vostra novena, la vostra novena e ciascuno s'ingegni a fare tutto il meglio che sa.
Quad. di anonimo, 2
IV. 11-6-16. Sotto i portici — ore 6,30-7,30 pomeridiane
Presenti Chierici e Studenti — Sommario
Solennità di Pentecoste — Come gli Apostoli nella discesa dello Spirito Santo furono proprio ripieni di Spirito Santo, che li trasformò intieramente — Per ricevere i doni dello Spirito Santo bisogna «conoscerlo — amarlo ed ascol­tarlo». Lo Spirito Santo è come un lume che si spegne o per un buffo di vento o per mancanza di petrolio — Le Vergini prudenti e le stolte — Come, secon­do insegna S. Paolo bisogna non contristarlo (lo Spirito S.) non estinguerlo e ravvivare la sua grazia in noi — Tutte le ispirazioni e conversioni vengono dal­lo Spirito Santo.
Importanza della novena della Consolata, che per il nostro cuore, se non per dignità è la prima — Egli non ci esorta a farla bene, ma ci lascia alla nostra pietà. — Cita il fatto di due Suore che erano andate a lui bisticciando per otte­nere il nome di Consolatine alle loro future figlie spirituali — Ci raccomanda di pregare per poter nel giorno della Consolata assistere alla Messa del cardin. Cagliero.
giuseppeallamano.consolata.org