- Dettagli
-
Scritto da Beato Giuseppe Allamano
10 settembre
1916
Quad. XII, 8-
9
Nome di Maria (10 Sett. 1916)
La più eccellente preghiera alla SS. Vergine
è senza dubbio l'Ave Maria.
Ciò risulta dalla sua natura, dall'insegnamento della Chiesa e dei Santi, dai beni che apporta. — Chi
compose l'Ave Maria? Lo dice il Catechismo... È dunque preghiera ispirata da Dio all'Arcangelo Gabriele, a
S. Elisabetta ed alla S. Chiesa. È preghiera divina.
La S. Chiesa la stima tanto che ce la propone a
recitare molte volte al giorno: al mattino, al mezzodì e la sera per tre volte; nelle Orazioni del mattino e della
sera, e tante volte nel SS. Rosario. I predicatori la recitano prima d'incominciare. Ma specialmente la Chiesa obbliga i
suoi ministri a dirla prima d'ogni Ora canonica. Vedete in quanto conto la tiene la Chiesa. — S.
Bonaventura: libenter salutat (Maria) cum grafia si libenter salutamus cum Ave
Maria. Fatto di S. Bernardo (V. IX,
p. 28).
L'Ave
Maria è specialmente potente contro le tentazioni sulla virtù
della Castità e della vocazione. Il B. Alano: Satan fugit cum dico Ave Maria. Fatto del B. Alberto Magno.
Dopo la preghiera
Ave Maria la più bella ed utile è la Salve Regina. S. Franc. Zaverio prima di predicare diceva l'Ave Maria, dopo la Salve Regina. Venne
probabilmente composta dal monaco Ermanno Contratto. S. Alfonso la dice: divotissima orazione, in cui si trovano a
meraviglia descritte la misericordia e la potenza della SS. Vergine. Il Santo per scrivere l'Aureo libro delle
Glorie di Maria commenta la S. Regina;
S. Bonaventura ne fece
una magnifica parafrasi, che costituisce le lezioni del nostro Uffizio della Madonna. Più ancora la S. Chiesa
l'approvò, e prescrisse nel terminare il Divino Uffizio dalla Festa della SS.
Trinità all'Avvento.
Questa
preghiera si divide in tre parti: 1) Salve Regina... Salve;
2) Ad te clamamus... ostende; 3) O Clemens... Maria. Le parole Dignare... sono un versetto
aggiunto.
È come una supplica alla SS. Vergine. Nella prima parte come proemio si fa appello al Cuore di Maria
SS., chiamandola con cinque titoli onorifici, di cui
quelli di Regina e Madre le convengono per proprietà, come dicono i teologi; gli altri tre per appropriazione.
La SS. Vergine è vera Regina perché figlia, madre e sposa del Re dei Re; e così le Regine di questa
terra. Perciò nelle litanie ripetiamo: Regina ... Come pure è nostra vera Madre, dataci da N.S.G. dalla
Croce.
La nostra vera vita, dolcezza e speranza
è Gesù; ma Essa ne partecipa essendo Madre di Gesù e per volontà di Dio dispensiera...
Il corpo della supplica è costituito
dall'esposizione dei nostri bisogni per questa terra e più pel Paradiso, che supplichiamo. L'ultima parte è come la conclusione per muoverla ad
ascoltarci: O Clemens... Queste parole si dicono
aggiunte da S. Bernardo al canto della
Salve.
Facciamo tesoro di queste preghiere e dei sentimenti che le compongono. Così facendo non le
troveremo nojose, le reciteremo con fervore, e ne otterremo tante grazie. Alla fine della vita
quante Ave e Salve avremo detto, fortunati se
sempre bene.
P.P.
Albertone, quad. VII, 130-131
Conf. del 10
Settembre 1916
Ma ...!
aspettiamo la pace; sta per venire... L'altra volta avevo detto che quando morirete, ciascuno di voi fra 60 o 70 anni,
ciascuno di voi dovrà avere scritto sulla tomba: bene omnia fecit! Ma! non
voglio mica scrivere una bugia, bisogna che si debba scrivere una verità!... Vedete... sui camposanti sono tutti
eroici, tutti perfetti, sapientoni, ma queste sono falsità! Ma invece io voglio che si possa dire con
verità, «quel tale, quel tal altro, ha fatto tutto bene!». Cominciate fino d'adesso, in modo che
quell'iscrizione li sia poi vera, e poi continuate tutta la vita; non solo fare tutto bene l'ultimo anno della vita, perché allora si è peccatoracci, che si sono convertiti l'ultimo
anno della vita. Di nostro Signore hanno fatto questo elogio, di aver fatto bene tutto, le cose grosse e le piccole, non
solo al fine, ma sempre, tutta la vita. Fare veramente come diceva il nostro Venerabile, «il bene, farlo bene!
». Non sarebbe bene che stessimo a pregare tutta la notte, che digiunassimo tutti i giorni... non è buona
cosa il digiunare? — ma se lo facciamo senza l'ubbidienza, contro l'ubbidienza... si potrebbe dire che una
cosa è ben fatta se è fatta contro l'ubbidienza? E poi fare le cose bene, con retto fine; bene, nelle
circostanze tutte. Ma direte: Ora è già qualche anno che sono qui, e non ho sempre fatto le cose bene...
mettetevi subito; qualche anno passato non è nulla; si potrà dire lo stesso, anche senza menzogna, il resto
se sarà ben fatto coprirà gli anni passati. E il Signore poi aggiusterà tutto. Ma basta!
È solo perché quelli che non c'erano l'altra volta abbiano sentito anche qualche cosa.
Quest'oggi è la festa del Nome
di Maria, non si fa l'uffizio, perché c'è quello della Domenica, che
la Chiesa vuole che non si lasci; ma popolarmente e dove vi sono chiese dedicate
al Nome di Maria si fa oggi. E questa festa mi dà l'occasione di parlarvi di due preghiere che facciamo tanto
sovente, e sono l'Ave Maria e la Salve Regina.
Quante volte si recitano queste due preghiere; quante volte si recita l'Ave Maria! Si dicono subito al mattino; poi
si dice l'Angelus, che contiene tre volte l'Ave Maria; poi a mezzogiorno l'Angelus, altre tre volte l'Ave Maria;
poi alla sera di nuovo l'Angelus... poi il Rosario... Oh! quante volte si recita l'Ave Maria nel Rosario! E poi per
quelli che dicono il breviario ogni ora c'è da recitare il Pater e l'Ave, e
quelli che recitano l'Uffizio della Madonna ad ogni ora c'è sempre solo l'Ave Maria. Vedete dunque quante
volte si recita l'Ave Maria in un giorno, quante volte in una settimana, in un mese, in un anno! Quante Ave Maria in tutta la vita vostra reciterete!
Questa preghiera dopo il Pater, è la preghiera
più eccellente; la preghiera della Madonna, la più eccellente che vi sia. E questa preghiera è la
preghiera più eccellente che vi sia, in sé; la più eccellente per la stima che ne fa la Chiesa, e la
più eccellente per i vantaggi e le grazie che ne riceviamo. Ecco, l'eccellenza di questa preghiera risulta da tre
cose: esaminiamole.
È la preghiera in sé più eccellente per quelli che l'hanno composta. Chi è che ha composta l'Ave
Maria? Sai dirmi chi sia che l'abbia composta? Non sai dirmi chi è che ha
composta l'Ave Maria?! (A un giovane). Dillo un po'... forte!... fatti sentire da tutti... Sono le tre parti che ci
sono anche nel catechismo? Nel mio catechismo l'ho sempre studiato così! Credevate che io andassi a dirvi delle
cose dell'altro mondo... una disquisizione troppo alta... no! solo quello che vi è anche nel catechismo. Sono tre
che hanno concorso a formarla. È una preghiera divina, vedete! L'Arcangelo
Gabriele ha fatto la prima parte;
ma l'Arcangelo Gabriele l'ha mica
fatta a capriccio, era mandato dall'Eterno Padre perché le dicesse: Ave Maria
gratia plena, Dominus tecum... E poi chi è che ha aggiunto ancora qualche cosa? Che cosa ha detto S. Elisabetta?
Bene-dicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui...
(Passa frattanto un uomo che stava uscendo, e il Sig.
Rettore mostrandolo dice che è il campanaro della Consolata e poi
aggiunge): Facciamo una digressione: quando andate alla Consolata, e sentite suonare le campane, con tanta
allegria... quel suono cosi allegro... è quel lì che suona! quando sentite suonare a festa ...! Gli dico
sempre che suoni con energia, che scaldi i cuori, che tutti i cuori in Torino si
sentano scaldati!... Ma... veniamo a noi.
Eccellente adunque,
perché la prima parte viene dal Paradiso; la seconda parte è pure
ispirata dallo Spirito Santo; e la terza parte è posta dalla Chiesa, la quale
è anche ispirata dallo Spirito Santo, e non l'ha aggiunta a capriccio. Così capite quanto questa
preghiera sia eccellente in sé.
Quanto poi sia eccellente per la stima che ne fa la Chiesa: vedete, la Chiesa dimostra in quanto pregio tenga
l'Ave Maria col farcela recitare tutti i momenti. E che cosa vuoi dire con
questo? La impone ai sacerdoti nel breviario; e poi il rosario che è pieno di Ave Maria, quanto ce lo inculca coll'unirvi tante indulgenze...! e questo per esortarci a recitarla sovente, cosi la stima la Chiesa.
Per noi poi la sua eccellenza ci viene dimostrata dagli effetti che essa produce
e dalle grazie che per mezzo di essa possiamo ottenere.
S. Bonaventura
dice: Libenter (Maria) salutat cum gratia, si libenter salutamus cum Ave Maria. La
Madonna saluta volentieri con la sua grazia quelli che volentieri la salutano con l'Ave Maria. E il fatto di S.
Bernardo lo sapete. Egli aveva quella bella abitudine che quando incontrava nei
paesi, nelle città, in tutti gli angoli insomma, una immagine della Madonna, aveva l'abitudine di salutarla: Ave
Maria! E la Madonna una bella volta gli ha risposto, sapete, gli ha risposto: Ave Bernarde! — Ah, se la Madonna
rispondesse una volta anche a noi! neh? — Ma non fa bisogno: salutat cum gratia!... Mai che noi la diciamo questa
preghiera, che essa non ci dia subito una grazia. Oggi dunque in memoria del nome di
Maria proponiamo di dirla sempre bene: avere i sentimenti dell'Angelo nel dire la prima parte, quelli di S.
Elisabetta nella seconda, e poi nella terza parte quelli della Chiesa.
Questo saluto viene dal cielo. State attenti di non recitarla masticando, affinché il diavolo non abbia a
prenderne tanti pozzetti e che andiamo «sfurgionando» così, che il diavolo non li raccolga poi contro
di noi. Perché questa è una preghiera eccellentissima in sé, e
poi per la stima che ne fa la Chiesa, e per tutte le grazie e favori che ottiene a noi. Sapete di quella santa che diceva
che se in Paradiso avesse potuto desiderare ancora qualche cosa... era felice e non
poteva desiderare nulla, ma se avesse potuto desiderare ancora qualche cosa, avrebbe desiderato di ritornare sulla terra a
lavorare e soffrire per guadagnare ancora il merito di un'Ave Maria!
Ma sopratutto voi recitatela per ottenere due grazie: la grazia di
conservare la santa purità, la castità; e la grazia di
corrispondere alla propria vocazione qualunque essa sia... (Sono presenti pure alcuni
soldati non dell'Istituto) — Se uno vuole essere sicuro di vincere contro
queste tentazioni, ricorra sovente alla Madonna; il B. Alano dice: Satan fugit, cum dico: Ave Maria! — Ed è vero. Tutti i confessori e maestri di spirito suggeriscono per tenersi
sempre casti la divozione alla Madonna. Se si è divoti della Madonna essa ci otterrà la grazia di mantenerci
sempre casti: satan fugit, cum dico: Ave Maria! — Questo è il suggerimento di un santo, e di tutti i santi.
S. Bernardo sapete, diceva: in periculis, in dubiis,... ecc., respice stellam, invoca
Mariam! Questo riguardo alla bella virtù, se vogliamo conservare la castità e vincere le tentazioni contro
questa virtù bisogna essere divoti della Madonna. E in particolare recitare bene quella preghiera che piace di più alla Madonna, che è l'Ave Maria.
Riguardo poi alla vocazione bisogna ricorrere alla Madonna,
qualunque essa sia la vostra vocazione, per perfezionarci in essa, nella via in cui ci chiama. Per esempio, nello studio:
sapete di quel fatto del B. Alberto Magno o di un altro, non so: da principio non poteva andare avanti, e non capiva, e si
era disanimato tanto che voleva uscire dal convento. Non aveva pensato di pregare la Madonna, ma ecco che mentre lui
ha tentato di scappare dal convento gli è apparsa la Madonna e gli ha detto: «No! ritorna indietro!». E
poi l'ha aiutato tanto che è diventato il B. Alberto Magno, magno, vedete, e fu poi maestro di S. Tommaso
d'Aquino. Ricorrerete alla Madonna!
Adesso veniamo alla Salve Regina. Dopo
l'eccellentissima preghiera dell'Ave Maria, la
più bella è la Salve Regina... Bisogna dirla bene! Alle volte si dice invece così currenti calamo!...
giù! tanto per andare alla fine dopo la S. Messa. No! Bisogna proprio dirla con sentimento. L'ha composta Ermanno
Contratto, un monaco; e non manca della sua importanza. Tolto l'ultimo versetto si compone di tre
parti.
Ma prima di tutto diciamo dell'importanza che essa ebbe sempre
presso tutti i santi; S. Bonaventura ne ha fatta una parafrasi; e le nostre lezioni dell'Ufficio della
Consolata sono appunto un pezzo del commento di S. Bonaventura. E nelle altre
lezioni del breviario c'è l'intera Salve Regina. S. Alfonso ha scritto le Glorie di Maria, le quali sono nient'altro che una spiegazione della Salve
Regina; più vi sono alcuni discorsi, ma la parte principale delle Glorie di Maria sono la Salve Regina. Questo
libro a cui tutti ricorrono per le prediche ed i discorsi della Madonna, è una fontana, una vera sorgente per
la predicazione ed non è nient'altro che una spiegazione della Salve Regina. S.A.L.T. dice che questa
è una devotissima orazione, e vi si trovano a meraviglia dimostrate la potenza e la misericordia della Vergine. E
S. Francesco Zaverio diceva sempre un'Ave Maria prima di cominciare e una Salve Regina dopo le prediche.
Questa
preghiera dunque si divide in tre parti: la prima parte comincia la preghiera: Salve
Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo, et spes nostra salve! Questa è la
prima parte. La seconda parte è: ad Te ecc. fino a ostende. La terza parte va fino al fine: o clemens, o pia, o
dulcis Virgo Maria. C'è poi ancora l'appendice che è un'altra cosa. Ma la chiesa fa dire solo la Salve
fino a dulcis Virgo Maria. E il resto non si dice più nel breviario, invece il
resto si dice da dopo il tempo pasquale fino all'Avvento. E invece di avere il
versetto:
Dignare ecc., la chiesa fa dire il versetto: Ora pro nobis
ecc.
Ma vediamo un po' che cosa dice in
queste tre parti alla Madonna.
Nella prima parte abbiamo cinque titoli:
si danno cinque titoli, cinque appellativi alla Vergine. Il primo è il titolo di Regina, il secondo è
il titolo di Madre, il terzo è il titolo di: vita; il quarto dolcezza, il quinto speranza nostra. Quindi c'è di nuovo un saluto: salve!
Ma questi titoli non convengono tutti alla Madonna nello stesso modo:
due titoli, i due primi, dicono i teologi, che sono veramente propri di lei, ossia le convengono
per proprietà, invece i tre seguenti non le convengono per proprietà, ma per appropriazione. Voi lo
studierete.
Per proprietà i due primi:
cioè sono proprio titoli che le convengono per sé. La Madonna è Regina? Sicuro! Ella è la
figlia del Padre, che è Re, e sposa dello Spirito Santo; Madre del
Divinò Figlio che è Re dei re. E la nostra Regina (d'Italia) perché è regina? Bella!
Perché il Re è Re. Ed essa resta regina vera;
così
anche la Madonna è regina vera! E nelle litanie quante volte si invoca la Madonna col titolo di Regina: Regina
Virginum; Regina Martyrum; Regina sanctorum omium! lo cantate quante volte nelle litanie! Essa è vera Regina e
questo titolo perciò si conviene a lei per proprietà.
E
anche Madre? È madre di tutti; madre di misericordia; ce l'ha data Nostro Signore: Ecce Mater tua! là
sul Calvario. Perciò è la nostra madre vera.
È
nostra madre, e deve dirsi vera Madre, che ci ama con amore materno. Salve Regina
Mater, non per castigarci, ma per farci del bene, e calmare le ire del suo Divin Figlio.
I tre altri titoli sono dovuti alla Madonna per appropriazione; cioè non sono più
tanto suoi. Vita si dice di N. Signore, e secondariamente si dice della Madonna che come corredentrice fa una cosa sola,
in certo qual modo con N. Signore per volontà di Dio, e perciò questi
titoli di N. Signore possono applicarsi anche a lei. Vita, dolcezza, speranza:
guardate come è bello! Ricordate adunque questi cinque titoli che diciamo alla Madonna nella Salve
Regina; titoli che le convengono bene! Il resto, la seconda parte è un
po' lunga, ha la forma di una supplica, il corpo si direbbe di una supplica; nella prima parte prepariamo la supplica,
nella seconda facciamo le nostre domande, come si fa quando si deve fare una lettera di supplica a qualcheduno. Dapprima
si dice: «lei che è tanto buona, che può, che so che è nel caso ecc... quindi mi permetto di
esprimere il mio stato». Così con la Madonna, noi diciamo: «Tu che sei Regina, Madre, dolcezza,
speranza, ecc... io mi permetto di dire le mie miserie. Ad te clamamus exules filii
Evae, ad Te suspiramus gementes et flentes in hac lacrymarum valle... Io che sono
tanto peccatore mi permetto di metterti davanti le mie miserie. E così dico tutto, e poi... guarda un po'
aiutaci! ...». Ecco la vera supplica che è la Salve Regina; e questo è il corpo della supplica. E
in questo corpo diciamo che Ella ci aiuti e ci dia tutte le grazie che domandiamo, ma sempre inteso che siano in
relazione col paradiso, perché se fossero contro alla nostra salute, no. Et
Jesum benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exilium estende!
Quindi ne viene la terza parte: dopo di aver detto le nostre miserie cerchiamo di commuovere: come si chiama la
terza parte?... Ecco! si cerca di toccare il cuore di colui al quale è indirizzata la supplica. Così
facciamo noi col dire alla Madonna che è clemente, pia, dolce: o clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria. Esposto che
tu sei questo e quello, e che noi abbiamo tante miserie, ci raccomandiamo alla sua clemenza. E questo per commuoverla
affinchè ci conceda questa o quest'altra grazia. E quest'ultima parte viene da questo: Un giorno si cantava in
una chiesa la Salve Regina, e giunti alla fine S. Bernardo che era presente, ispirato dal suo amore grande alla Madonna, ha gridato: O clemens, o pia, o dulcis Virgo
Maria! Era un santo e il popolo ha preso quelle parole e le ha aggiunte alla Salve Regina. Ecco come è composta la
Salve Regina. Voi siete Regina, Madre, questo e quello, e perciò conto
tutte le mie miserie, e poi per tirare l'ultimo colpo dico: O clemens, o pia... Vedete come è bella! Ed
è per questo che i santi non erano innamorati solo [dell'] Ave Maria, ma
anche della Salve Regina.
Poi c'è: dignare me laudare te!
Degnatevi, o Vergine santa, di aiutarmi, affinchè prima di tutto faccia santo me e poi ancora aiuti tanti altri a
farsi santi. O Vergine Santa, degnatevi di concedermi che io possa lodarvi, poi darmi forza contro i vostri
nemici.
Mettiamo adunque in pratica queste
poche cose su queste preghiere della Madonna, cerchiamo di recitarle veramente bene, e la Madonna ci otterrà molte
grazie. Quando recitiamo la Salve Regina, bisogna che ci pensiamo che cosa vuol dire,
e che cosa è. È una supplica che facciamo tante volte al giorno... e quando si fanno le suppliche si sa quel
che si dice: ecco non bisogna che il Signore abbia da dire; come se uno dovesse fare una supplica: «Scrive e non sa
quello che scrive, fa un guazzabuglio!». Bisogna che i titoli siano ben fatti, ecc. Quando facciamo una supplica,
facciamo così? Mi dia questo o quello?! Come quando si scrive una supplica al Re, si comincia dire: Sono
figlio del tale ecc. mio padre fu impiegato nel tale o tal altro ufficio ecc... io imparai a conoscere Sua
Maestà, con tutte le doti ecc... è così che si scrive, con più o meno ortografia, e
grammatica, secondo chi scrive, ma sappiamo aggiustarci; e sappiamo a mettere il preludio e la finale. E invece col
Signore diciamo delle cose, e non sappiamo quello che diciamo: stiamo sempre distratti... direte che non sono
volontarie; ma... non usiamo i mezzi! non dico di meditare proprio parola per parola, ma se uno cerca... i sentimenti
vengono da loro.
Così per l'Ave Maria! Non diciamo come alcuni: Nel Rosario vi sono tante Ave Maria, tutto uguale, una dopo l'altra,
perché non si cambia?! Sempre ripetere le stesse cose!... Quando dicono così è segno che non la
recitano col cuore. È una preghiera tanto bella, e poi non ce n'è una
più bella, e perciò ripetiamo sempre quella. È come per il «Pater noster». Nostro
Signore, quando gli hanno domandato che insegnasse a pregare, poteva dare agli Apostoli un libro di preghiere, e invece
no! Sic orabitis: Pater noster ecc. poteva darne molte, ecc., ma si è contentato di questa; perché qui
c'è tutto. Ditele sempre bene! Là, bene!
Vi annunzio che mercoledì verrà a trovarci S. Em. il Card.
Cagliero. Verrà qui prima di partire per Roma. Il nostro periodico lo
legge dalla prima parola all'ultima... Mi ha mandato ad annunziare che se mi faceva comodo sarebbe venuto a
visitare l'Istituto mercoledì. E mi diceva: sono andato una volta fino
al Nazareno, ed ero lì in dubbio di venire fino all'Istituto... Ho risposto: «No, non voglio senza di
me... non voglio un'improvvisata! Io andrò a prenderla». E non sono mai andato, perché in questi
giorni non c'eravate tutti. Ho sempre aspettato che il numero fosse completo. E ieri il suo segretario è
venuto e mi ha detto: «Se le pare bene, S. Em. verrebbe mercoledì a visitare l'Istituto!».
Lo vedrete: È un apostolo; il
vero tipo del missionario! e qualcuno si infervorerà; qualcuno?! tutti!... Quanto zelo per gli infedeli, e per gli altri;
quanto bene
fatto in tanti anni di apostolato! Il Cardinalato è stato come un premio a tutto quello che aveva fatto. E
sentiremo tutto quello che ci dirà. Aveva fatto una profezia: «Canonico, guardi di fare una casa più
vasta!» — «Ma...» — «No, no! ... guardi di fare una casa più vasta!...».
Capisco che ha un affetto tutto particolare a noi e all'Istituto. Ereditato da D.
Bosco. Nessuna gelosia che facciam del bene! Vedete!? Così! Perché
quelli nello studio riesce meglio,... Oh, i santi non eran così! Erano santi per sé e per gli altri.
Sapete di Mosè, quando sono venuti a contargli che vi erano altri fra gli Israeliti che profetavano, e
dicevano: bisogna impedirglielo! — Volevano impedirlo per invidia... ma
Mosè, al sentire che vi erano altri...: Utinam! omnes prophetent! Utinam, che tutti profetassero; vorrei che
fossero tutti profeti. E S. Paolo quando gli dicevano che anche altri
profetavano, e lo facevano per invidia che avevano di lui, per invidia! e lui che cosa ha risposto? Omnimodo! Dummodo
Christus glorificetur! Lo facciano in qualunque modo... anche lo facciano per invidia! omnimodo! purché sia
per la gloria di Dio! Qualunque modo lo facciano! Così quando vedo che quel là prega bene, devo voler
imitarlo, ma sono contento! E invece di imitarlo si è gelosi. Se non siamo capaci noi di fare il bene,
purché ci sia uno, che copra i nostri difetti, e tiri le benedizioni di Dio. Un uomo di Dio gode del bene altrui
come di cosa propria. Quelli (il Card. Cagliero) è proprio un uomo di Dio. Ma
... lo vedrete, non voglio anticipare.
Quad. di anonimo, 11-12
XIV. 10-9-16 — Sotto i portici —
Presenti Chierici e studenti — Sommario
Desiderio espresso dal nostro amat.mo Padre di potere alla fine della nostra vita
mettere sulla tomba di ciascuno di noi «Bene omnia fecit». Delle molte bugie che s'incidono sulle tombe
dei morti e come Egli non vuole punto mentire nel farci l'iscrizione.
Festa del nome di Maria — Dell'Ave Maria e Salve
Regina — L'Ave Maria è la più eccellente preghiera della Madonna per tre motivi: 1° per l'eccellenza in se stessa, 2° per la stima che ne fa la S.
Chiesa, 3° per le grazie che ci ottiene — Delle molte Ave Maria che si dicono durante la giornata e come non
bisogna recitarle macchinalmente — Riporta il fatto di Santa Teresa che se avesse potuto avere qualche desiderio in
cielo, sarebbe stato quello di scendere in terra, soffrire fino alla fine del mondo per avere il merito di una sola
Ave Maria.
San Bernardo
usando salutare un'immagine di Maria, si sentì una volta da quell'immagine stessa rendere il saluto — I tre
che concorrono a formare l'Ave Maria — Divinità di questa
preghiera — Riporta il fatto di Alberto Magno, gran divoto di Maria che
essendo stato tentato, per la cattiva riuscita negli studi di uscire dal
monastero, mentre stava per uscire si portò nella cappella all'altare di Maria, fu liberato dalla tentazione
e ricevette assieme molta scienza — Soprattutto bisogna ricorrere a Maria per la santa castità e per corrispondere alla vocazione, qualunque si
sia.
Della Salve Regina — Sua divisione in tre parti — La prima parte esalta Maria
per prepararle il cuore, come si usa fare nelle lettere quando si presenta una supplica a qualche personaggio importante
— La 2ª parte contiene il corpo della supplica, ove esponiamo tutte le nostre miserie — La terza
parte è la chiusa che si dice per maggiormente eccitare Maria a concederci le grazie richieste — Delle
molte grazie che non si concedono perché si recitano macchinalmente l'Ave Maria e la Salve Regina — Come fu composta la 3ª parte della Salve Regina.
Annunzia la prossima visita di Sua E. il Card. Cagliero.
- Dettagli
-
Creato: Lunedì, 12 Giugno 2006 11:52
-
Pubblicato: Domenica, 11 Giugno 2006 23:00