DEMONI (LE OSSESSIONI)

29 ottobre 1916
Quad. XII, 17-19
Delle ossessioni (29 Ott. 1916)
Per completare la materia delle infestazioni diaboliche, dopo aver parlato delle tentazioni, diciamo stassera alcun che delle ossessioni. Servirà per farci una giusta idea, e trarremo anche bene per l'anima.
I demonii possono, permettendolo Iddio, non solamente nuocere all'anima degli uomini, ma anche al corpo ed ai beni materiali, e questi mali si chiamano ossessioni. Quando il demonio prende possesso d'un corpo, dove entra, vi risiede, lo muove, lo agita e lo vessa, questo è vera ossessione od insessione, ed il paziente si dice energumeno. Se si con­tenta con atti transeunti, e direi esterni, di molestare l'uomo nel corpo o nei beni materiali, è questa ossessione impropria. Es. Giob.
Noto che sotto l'ossessione restano intatte le facoltà dell'anima, intatto il commercio tra l'anima e il corpo; quindi il demonio non è so­stanzialmente unito a loro, ma solamente estrinseco (Peyretti l.c.).
Quattro questioni: Sono possibili le ossessioni diaboliche; — Esi­stettero ed esistono ancora; — Segni per conoscerle; — Perché Dio le permette.
1. Che siano possibili si prova: 1) A facto ad posse valet illatio;
succedono, come vedremo, dunque sono possibili; 2) Come gli uomini più robusti possono imporsi ai più deboli; cosi il demonio potendo va­lersi colla permissione di Dio di maggior forza... 3) Essendo spiriti pos­sono entrare nei corpi, e quivi più robusti... 4) Moralmente lo possono perché desiderosi di fare del male all'uomo anche quanto al corpo.
2. Esistettero in antico, come si legge nella S. Scrittura, special­mente nel N. T.; ed i Vangeli e gli Atti Apostolici ne raccontano molte. Presso S. Marco I, 34 è scritto di N.S.G.C.: Curavit multos, qui vexabantur variis languoribus;et daemonia multa ejiciebat,et non sinebat ea loqui. E notate che qui si distinguono i malati dagli ossessi, contro gli increduli che dicono trattarsi non di energumeni, ma di ammalati. Die­de pure tale potestà agli apostoli; ed ai loro successori, i quali la eserci­tarono in tutti i tempi, e perciò la Chiesa istituì l'Ordine dell'Esorcistato. — Anche al presente si vedono vere ossessioni e vessazioni minori. Es. l'indemoniata guarita dalla medaglia della Consolata; e certa perso­na maltrattata dal demonio e trasportata altrove, dei quali io fui testi­monio.
3. Segni per discernere se si tratta di ossessioni o solo di ciarlatane­ria o malattia epilettica sono: 1) di sospetto, i costumi ferini, consecra-zione fatta al demonio ecc... 2) di probabilità, vociferazioni insolite, urli da belva, contrazioni strane delle membra ecc. 3) di certezza, mani­festazioni di cose occulte, parlare lingue ignote e cose sublimi, orrore a toccare cose sacre e ad invocare i nomi di Gesù e di Maria.
4. Il Signore può permetterle: 1) Ut justi exerceantur, et mali pu- niantur. 2) Ad salutarem instructionem, ut ex malis corporalibus discant homines timere mala moralia; 3) Ad manifestandam Dei virtutem in liberandis. Per questi motivi il Signore castigò gli increduli collo spi­ritismo, operando in essi non le anime dei defunti, che Dio proibì di evocare, ma il demonio che li inganna. — Così in Africa e presso i pa­gani, sono più frequenti le ossessioni, perché il demonio si oppone quanto può pel secolare suo possesso ad esserne cacciato; e raccontano i nostri missionarii di liberati al ricevere il S. Battesimo: — Come ai tempi diN.S. e della primitiva Chiesa, queste liberazioni più frequenti Dio le permise come argomenti della verità della N.S. Religione secon­do il detto di G.C.: si in digito Dei ejicio daemonia, profecto pervenit in vos Regnum Dei.
Conclusione per noi da quanto dicemmo sui demonii, sia conser­varci puri di anima e di corpo, specialmente liberi dai peccati dello spi­rito immondo, che in questa vita può facilmente possedere anche il no­stro corpo, in aspettazione di averli nell'eternità anima e corpo.
P.P. Albertone, quad. VII, 167-168; 169-173
Conferenza del 28 Ottobre 1916
Ebbene la predica inglese su che argomento?... Ah, il tempo... bene! fili, conserva tempus! Questa mattina veramente, parlando coi sacerdoti là alla Consolata ho detto questo versetto, ed uno mi ha fatto osservare che sulla S. Scrittura c'era: fili, serva tempus! e non: conserva tempus. E allora sono an­dato a vedere proprio nella S. Scrittura e ho veduto che c'era proprio: conser­va tempus, e non serva: conserva ha più forza. E nell'Ecclesiastico: c'è pro­prio conserva. Servare il tempo è troppo poco... il con appoggia la forza della parola lì; dice qualche cosa di più. Ma diciamo qualche parola anche questa sera: ho pensato di continuare quel tristo, cattivo argomento dell'altra volta... Perché bisogna che lo prendiamo in ira il diavolo; lui ha in odio noi, e noi dobbiamo prenderlo in odio; e così saremo d'accordo con N. Signore. Diceva bene il Signor Prefetto, che aveva udito da un predicatore la differenza che passa da quando N. Signore dice agli eletti: venite; e nel dire invece:
discedite... ma non ho tempo a ripeterlo... fatevelo spiegare dal Sig. Prefetto.
Ma veniamo a noi. Abbiamo parlato di quello che i demoni fanno all'ani­ma, rimarrebbe a dire di quello che i demoni fanno al corpo, che dicesi osses­sione. Di questa parola e di questo argomento è bene sapere netto quello che la teologia insegna. Ciò che insegna la dottrina cattolica: perché si va ai due ec­cessi opposti: uno nega tutto; l'altro crede tutto. Alcuni troppo in qua, altri troppo in là, e in mezzo niente...
Ossesso e ossessione, è il possesso che il demonio prende di un corpo: vi intra, vi risiede; lo muove, lo agita e lo tormenta in tanti modi. Nell'energumeno il demonio fa tutte queste cose: entra, risiede, agita, muove e vessa in tanti modi.
Altre volte poi il demonio non fa tutto questo; ma direi che attornia il corpo, e lo molesta quasi direi esternamente... sia nel corpo, sia nei beni temporali. E se volete degli esempi, la S. Scrittura ne porta molti. Nel Vangelo e negli Atti degli Apostoli si legge di molti sia ossessi impropriamente detti, di quelli della seconda specie. Di quelli molestati esternamente nel corpo e nei be­ni temporali c'è Giobbe, egli non fu un vero ossesso... ma fu vessato nel corpo nei suoi beni temporali. E lo potete leggere nel libro di Giobbe...Il Signore lo permise per provarlo. Ha permesso che fosse tentato sia nei suoi beni, sia nella sua stessa persona che in quella dei suoi figli. Questa non fu una vera ossessione, ma una esterna vessazione della persona ecc. Nella vera ossessione il de­monio si impadronisce del corpo, ma le facoltà dell'anima restano libere, e l'anima ha ancora tutto il suo commercio col corpo, solo che il corpo nei suoi movimenti è diretto dal diavolo. Così il diavolo non è il principio vitale del corpo; l'anima è sempre sostanzialmente unita col corpo. L'azione del demo­nio è estrinseca; come uno che fosse entro e che facesse lui, da estraneo, per cui l'uomo ha la sua cognizione, ed il demonio impedisce solo di parlare, o lo fa parlare ed agire come vuole lui... Questa è la vera ossessione; ed intorno ad essa diciamo varie cose: e prima di tutto: è possibile questo? È possibile che un uomo resti padroneggiato così dal demonio? Secondo: quali sono i caratteri, i segni distintivi di essi? Come fare a conoscere se alcuno sia indemoniato? Ter­zo: Perché Iddio permette queste ossessioni?
E primieramente: è possibile che il demonio entri in un corpo e vi faccia da padrone? Si, è possibile, e proviamo che esistettero e che esistono ancora: e a facto ad posse valet illatio... E poi ragionando: non può un uomo robusto, un colosso sforzare un piccolino... tu Antonio per esempio, non potresti sfor­zare quel piccolino li?... E il demonio è molto più forte di qualunque uomo, e perciò posta la permissione di Dio può fare tutto quello che potrebbe fare un uomo, e se può farlo un uomo esternamente per prova della sua robustezza e fortezza, il demonio che è uno spirito può farlo internamente, perché è molto più forte e robusto. Come spirito può entrare e come più forte può eseguire tutte queste miserie sul corpo umano. Può ed è tanto maligno che si diletta di farlo; è suo pane questo; sia per l'odio che porta a Dio, sia anche in odio all'uomo. Quindi è possibile sia la prima specie di ossessione che la seconda.
Ed esistettero veramente questi indemoniati? Basta vedere la S. Scrittura, e si vedrà come N. Signore ne abbia curati; presso S. Marco si legge: al capo primo: curavit multos variis languoribus, ricordatevi... et daemonia multa ejecit... ricordatevi: et daemonia multa... Certi increduli dicono che qui non si tratta di ossessione, ma di una malattia. Non è vero: N. Signore faceva sempre distinzione fra le malattie e i demonii... ed agli apostoli ha data la facoltà di curare gli infermi e di scacciare i demoni. Curare et ejicere. E perciò questi os­sessi non sono epilettici come vorrebbero alcuni, ma sono veramente indemo­niati. Perciò questi indemoniati ci sono stati e ci sono anche al presente, quan­tunque una volta ci fossero più che non al presente. Vedremo poi il motivo per cui una volta c'erano di più ed al presente ci sono di meno. Per ora diciamo che si prova dalla S. Scrittura che questi demoniaci esistettero ed esistono al presente ancora. N. Signore ha liberati parecchi per mezzo dei suoi apostoli, li ha fatti stare zitti quando volevano manifestarlo... ha usato questo argomento come prova della sua missione... Quando i Giudei gli hanno detto che in nome di Beelzebub cacciava i demonii, egli ha risposto che il demonio non si caccia­va da sé, e che se perciò egli cacciava i demonii, si ego in digito Dei ejicio daemonia profecto regnum Dei venit ad vos... certo che è venuto a voi il regno di Dio: l'ha dato come segno perciò della sua missione divina. E le parole biso­gna prenderle come sono qui, e poi... è chiaro. E N. Signore ha dato agli apo­stoli la facoltà di cacciarli, e li cacciavano veramente giacché da principio della Chiesa c'erano di più questi indemoniati che non al presente.
Ma anche al presente ci sono; ed io vi conto due fatti, voi non ne avete an­cora visti, ma io vi conto due fatti che ho veramente visto: uno è un miracolo della Consolata... ed aveva tutti i segni dell'ossessione. Ed un altro fatto anco­ra di una persona che fu vessata dal demonio in tutti i modi. Per esempio da Torino il demonio la trasportava a S. Pancrazio, ed altre volte la trasportava sulle colline, è un fatto sono andato proprio ad accertarlo. Una notte questa persona è stata trasportata dal demonio a S. Pancrazio, ed il domani essa è an­data da quei padri di S. Pancrazio a farsi dare alcuni soldi per poter prendere il treno e venire giù a Torino. E quel Padre non ha voluto credere, e le ha dato alfine dieci soldi per venire a Torino... E allora essa ha preso il tram, quanto poteva prenderne con dieci soldi ed è venuta a Torino, ed il resto della strada l'ha fatto a piedi. Ed io ho voluto accertarmi, ed ho scritto a quei Padri, se era vero che il tal giorno alla tal ora era stata una tal persona da loro dicendo così e così, a cui avessero dato dieci soldi, e mi hanno risposto che era tutto vero. E così con quei dieci soldi ha potuto prendere il tramvai fin dove la portava, e poi è venuta a piedi ed è arrivata a casa di mattino e nessuno se ne è accorto. Altre volte poi la stessa persona era trasportata sulle colline di Moncalieri, e questo è durato degli anni, una vera vessazione diabolica esterna... ed era molto tribolata; certo il Signore lo permetteva questo per santificarla, ma il fatto sta così...
L'altro fatto poi di vera ossessione è pure verissimo: era una donna, e le furon fatti gli esorcismi e rispondeva parole che non ho mai sentito in questo mondo. Era una vera ossessione diabolica: veniva da Masse (?) d'Ivrea. Fu mandata a Torino perche creduta posseduta dal demonio, e venne con una let­tera di Mons. Riccardi, dov'egli dichiarava a Mons. Gastaldi che aveva esplo­rato il caso e la riteneva come un vero caso di vera ossessione diabolica, e la mandava quindi alla Consolata per vedere che Ella facesse la grazia. E mi mandarono a dire che le avessi dati gli esorcismi, e intanto si tentò di farla en­trare alla Consolata, ma non ci fu verso, in quattro uomini non ebbero la for­za di trasportarla entro il santuario. E allora fu ricondotta in una famiglia che la teneva per quel tempo, e non si sapeva come fare. E allora mi mandarono a chiamare perché fossi andato a farle gli esorcismi. Ma io ho subito risposto:«io non ci vado». — E allora sono andati da Mons. Gastaldi che mi mandò di­re che ci andassi anche per consolare un po' quella gente. Ed io allora ci sono andato: e quella povera donna aveva veramente tutti i segni di essere veramen­te indemoniata. E vi dirò poi quali siano questi segni.
Appena entrato con una medaglia benedetta, della Consolata, essa si av­venta contro di me, e se non la tenevo bene mi sarebbe saltato addosso. Quan­do venivo senza di niente era allegra e non si accorgeva di nulla, ma quando venivo colla stola, anche l'avessi in tasca, essa si voltava subito verso di me, e mi indicava ai circostanti, anche che io fossi in altre stanze; ed abbiamo fatte parecchie prove, ed essa sempre stava voltata verso di me se avevo la stola, e se non l'avevo non si accorgeva più che io ci fossi. E se entrava da lei senza stola, era niente. Ma guai se entravo colla stola, anche in saccoccia.
Dopo qualche prova, visto che non potevamo niente, ci siamo messi a pregare e fare gli esorcismi colla stola; e allora essa si indispettiva, mandava grida ed urla... diceva nomacci, e parolacce tali che io non aveva mai sentito ne sentirò mai più in vita mia. Dopo di avere pregato molto, entrando di tanto in tanto nella stanza per vedere se fosse tranquilla, la trovavo sempre come prima... Ma alfine ho detto: entriamo un poco! Possibile? Bisogna che la Ma­donna la faccia questa grazia, sono venuto qui per questo, e la Madonna la de­ve fare: prendo la medaglia della Consolata, mi getto nella camera, gliela im­pongo lì sulla bocca, dicendo: «Riconosci la tua Padrona! ». Era fatto: ella è caduta come morta! Allora sono venuti gli altri, le hanno dato alcuna cosa per farla ristabilire, ed è rinvenuta, ed ha ringraziato tanto la Consolata, e tutti gli anni è sempre venuta in pellegrinaggio alla Consolata a ringraziare la Madon­na. E questo l'ho visto io... e questo è avvenuto nel secoloXIX, questi sono fatti e nessuno ha potuto spiegarli naturalmente.
E come fare a riconoscere se uno è vero ossesso o se è solo dubbio? Alcu­ni sono solo sospetti, altri sono segni certi dell'ossessione, a) Istinti ferini, gu­sti di mordere, di urlare come le belve, mangiare tutto... sebbene questi non siano ancora segni veri. Neppure consacrarsi al demonio, per sé non è ancora un segno di ossessione... sono segni possibili, ma non sono veri caratteri di os­sessione. Voci di belve, contrazioni, ecc... possono essere anche malattie.
Ma i segni certi della presenza del demonio in un corpo, sono quando il posseduto dal demonio parla delle lingue che prima non conosceva; quando un individuo è rozzo e dice cose che assolutamente superano la sua capacità, la sua scienza, allora si deve dire che siccome quell'individuo non può dire tali cose, è il demonio che le dice. Quando parla di cose sublimi, spirituali, e la persona che parla non è per nulla una persona santa. Oppure dice cose occulte che essa non può sapere. Quando queste persone non vogliono invocare il nome del Signore e della Madonna, anzi ne provano un orrore, quando non voglion toccare cose sante. Tutti questi sono indizi certi che c'è il demonio che opera in lei. È certo che deve essere un altro essere che opera in quella persona e non può essere ella medesima; ora quest'altro non può essere che il demonio, e non possono essere le anime dei defunti poiché il Signore non vuole che si evochino e non permette loro di essere lo zimbello dei viventi, come vorrebbe­ro gli spiritisti. E così il Signore permette che coloro che sono tanto impudenti da volerlo disubbire in questo, cioè nell'evocare gli spiriti dei defunti, siano in­gannati, e venga invece il diavolo. Tutto quello che si dice sia magnetismo o spiritismo, per cui si chiamano gli spiriti del padre o della madre, è sempre in­vece il demonio che parla con finzione. E vengono i demonii per negare l'eter­nità delle pene, ecc. si fanno vedere per angeli buoni, tutto questo vero spiriti­smo, e tutti questi segni, sono veri caratteri della presenza del demonio. E se si trovano in una persona indicherebbero che uno è un energumeno, come questi fatti che ho raccontato io. Il primo caso invece è un caso di vessazione del de­monio: l'essere trasportato qua e là ecc... E quella donna che era così vessata dal demonio è poi andata a fare un pellegrinaggio a Lourdes, ed è stata libera. E queste cose è bene saperle per non credere tutto quello che si dice: una volta in Val della Torre c'è stato anche un caso di questo genere, di una persona così perseguitata, che aveva sempre uno che le tirava pietre, e non la lasciava né giorno né notte: certe volte sono solo inganni, ma dei casi veri ce ne sono. Ma il fatto è che sia anticamente sia anche al presente i casi di questo genere ci so­no e coloro che al presente vogliono saperne di più degli altri, si lasciano min­chionare di più degli altri dal demonio.
E perché il Signore permette queste cose? Il demonio cacciato da N. Si­gnore sta lì, e vuole simulare l'Angelo Custode; e perciò dice il Suarez: che il Signore permette queste cose: utjusti exerceantur, et mali puniantur. Il Signo­re nella sua provvidenza permette queste cose a riguardo dei buoni per eserci­tarli nella pazienza, affinchè si facciano santi; e al riguardo dei cattivi per pu­nirli. Non vogliono più credere agli spiriti veri, non vogliono più credere a Dio, ed il Signore permette che siano messi nelle mani del demonio; con lo spi­ritismo.
La seconda ragione per cui il Signore permette questo è affinchè l'uomo ne abbia salutare insegnamento: et ex malis corporalibus discat timere et praecavere malum morale.
La terza causa è: ad manifestandam Dei virtutem nel liberarli. Lascia pri­ma che il demonio si sbizzarrisca nel corpo e poi il Signore lo frena, e così ma­nifesta la sua virtù e la sua forza; e questo spiega anche perché nel principio del cristianesimo ci fossero di più costoro; perché il Signore doveva manifestare la sua virtù, far vedere la forza sua e dei suoi mandati contro la potestà dei demonii. Quando dai caratteri conoscevano che uno era indemoniato, e poi lo vedevano liberato conchiudevano che doveva essere una forza straordinaria quella che vinceva anche i demonii. Si in digito Dei ejicio daemonia, profecto venit ad vos regnum Dei. Questo è anche il motivo per cui qui succedono più poco, e succedono invece molto nelle missioni: si legge nei bollettini della Pro­pagazione della Fede che vi sono ancora molti di questi indemoniati, ma ba­stava dare loro il battesimo perché fossero liberi. E questi casi si avverarono anche nelle nostre missioni, tanto che Mons. Perlo ha domandato a Roma se in questo caso era lecito battezzare; ed hanno risposto che se erasi certo che guarisse, che prima dell'ossessione desiderasse il battesimo, e ne avesse suffi­ciente istruzione, istruzione necessaria a conservare la grazia del battesimo, si potevano battezzare. Perché anche nel battesimo, prima del battesimo ci sono gli esorcismi contro il demonio. Il demonio strepita, massime ora che vede che andiamo ad interrompergli il suo regno millenario in quelle anime; e così fa tutti gli sforzi possibili, e si trovano degli ossessi di prima e di seconda classe: e si accorgono bene i nostri che c'è il demonio che opera sulle anime ed anche sui corpi di quei poveretti.
Conclusione? Bisogna pregare che il Signore lo cacci nell'inferno: in in-fernum detrude. E lo cacci non solo dalle anime, ma anche dai corpi. Il Signo­re permette queste cose, massime a uno che si dia a questi vizi dell'incontinen­za, perché il diavolo è tanto goloso di questo vizio. Neppure gli apostoli non avevano potuto cacciare il demonio dell'incontinenza: il demonio si pasce di queste cose... E quindi bisogna stare ben attenti che il nostro corpo sia sempre immacolato! come un vaso di liquore bisogna trattarlo con ogni delicatezza. Massime poi che deve essere consacrato col crisma del sacerdozio! Evitiamo perciò il peccato, perché chi è in peccato mortale è in vero possesso del demo­nio: il Signore permette che coloro che si danno ai vizi dell'incontinenza siano umiliati in questo modo.
Ancora una cosa: alcuni anni fa un giovane era tutto rattratto da malattia di nervi, dal nervoso; e non si sapeva che cosa fosse questo; e non si poteva guarire, si provarono tutti i rimedi, ma non giovarono a nulla! Ed è venuto a fare gli esercizi a S. Ignazio; ed io ho voluto interrogarlo: «ma mi dica un po', parliamoci chiaro... questa è una malattia fisica?». E allora mi rispose: «lei ha indovinato!...» — a forza di darsi ad ogni sorta di questi peccati... sarà anche stato debolezza fisica, ma fatto è che per queste cose il Signore ha permesso che venisse in questo stato; e di mano in mano che si è messo a posto ed ha co­minciato a fare le cose bene stava sempre meglio, ed il corpo si è ristabilito un po'.
Non dico che questa sia ossessione, ma da questo dobbiamo imparare a tenere non solo l'anima, ma anche il corpo puro ed immacolato: certi santi co­noscevano parlando con le persone, se una persona era casta o no. Come S. Filippo Neri, S. Giuseppe da Copertino. Bisogna stare attento che se il demo­nio si impossessa di un'anima in questo modo, si trova veramente nel suo cen­tro e ci vuole una virtù straordinaria per cacciarlo. Questi peccati sono il suo boccone favorito: et hoc genus daemoniorum non... Neppure gli apostoli che potevano cacciare gli altri demonii, quel lì no!
Così avrete una piccola idea di queste cose: perché non bisogna disprezza­re tutto e non bisogna credere a tutto. Bisogna ammetterne la possibilità e la realtà e anche i motivi per cui il Signore permette queste cose. E perciò stare attenti per noi, e nella Comunione pregare il Signore che ci santifichi, che fac­cia sì che il nostro corpo sia casto; massime per la bella virtù che è il bell'orna­mento sacerdotale. Se non c'è questa virtù in un sacerdote c'è niente. Chi non ha questa virtù ha niente. Si non es castus nihil es.
Se andiamo a cacciare il demonio dagli altri e non siamo casti il demonio può dirci: ma hai il coraggio? Bisogna essere puri ed allora si può intimare al demonio di andarsene: questa è la conseguenza di questa sera. Preghiamo che il Signore scacci lontano da noi il demonio; e cessino queste tristi condizioni di cose che sono conseguenza dei nostri peccati. Che finisca questa guerra, per­ché è certo che lì dentro oltre ai nostri peccati è la massoneria che fa... E che cos'è la massoneria? È una cosa tutta del diavolo; che si diletta delle uccisioni e delle stragi, disordine e annientamento. Ha fatto la sommossa da cui proce­de la guerra; ha obbligato noi ad aderirvi, ad andar dietro; e adesso invece cer­ca di agire al contrario, per sollevare confusione, per distruggere qua e là tutto quello che può; cerca di far guerra ai troni; la framassoneria è quella che ha intenzione di annichilare molta parte del clero; così è la framassoneria che protesta contro le divise dei cappellani militari; ma è lui, Cadorna, lui che ha voluto che i cappellani portassero l'abito, la talare, perché potessero esercitare meglio il loro ministero... tutto questo è la massoneria! E la massoneria è il diavolo; e il diavolo e la massoneria sono la stessa cosa, la stessa cosa!
giuseppeallamano.consolata.org