- Dettagli
-
Scritto da Beato Giuseppe Allamano
2 novembre
1916
Quad. XII,
19
Giorno dei Morti
Discorso nel trattato di S. Caterina da
Genova sul Purgatorio.
P.P. Albertone, quad. VII, 173-175
Conf. del 2 Novembre 1916
Ebbene sai dirmi che differenza c'è tra paura e timore?... Sì, bene!...
Così è che il Salmista dice: confige timore tuo carnes meas e non dice paura, ma timore... Siete andati
al Campo Santo, al nostro Campo Santo, ed avete veduto il nostro caro confratello D. Meineri... è un anno ai 28 che ci ha lasciati... E ci ha
lasciati un pochino in fretta... speravamo ancora di guarirlo e invece lui è andato a prendere il premio delle sue
fatiche, di tanti anni di lavori. Davanti a Dio la volontà vera, efficace, ha
lo stesso merito dell'opera. Non la velleità, ma la volontà vera con l'accettazione di tutti i sacrifici
per corrispondere e perciò è in un paradiso di missionario e non solo da un prete.
Ieri
sera ho letto il trattato del purgatorio di S. Caterina da Genova: È una vera teologhessa; ve lo farò
leggere! è ancora scritto all'antica e si vede la difficoltà di esporre le idee, ma leggendolo e
rileggendolo farà del bene. E sapete che cosa dice? Dice che il purgatorio, se il Signore non l'avesse fatto,
le anime lo vorrebbero, e avrebbero obbligato il Signore a farlo. Sarebbe già giustizia il pretendere la
purificazione fino all'ultimo neo, ma ancora sono loro stesse che al presentarsi davanti al Signore, e vedendosi
macchiate anche di piccolissime colpe si gettano da loro stesse nel purgatorio tanto è l'abborrimento che hanno
per la colpa. E perché nel purgatorio c'è maggior possibilità di purificarsi. Da parte adunque delle
anime il purgatorio è volontario. Queste anime nel fuoco si purificano come il ferro si purifica nel fuoco dalla
sua ruggine, e l'oro si purifica dalla sua scoria. E quando queste anime saranno pure, questo fuoco non farà
loro più niente, ma finché c'è la scoria, questa deve bruciare, e deve purificarsi. Queste anime
hanno grandissimo desiderio di purificarsi, perché non possono aver altro desiderio da quello che vuole Iddio;
e di mano in mano che questa ruggine va via togliendosi, sentono cominciare in certo qual modo ad avvicinarsi Iddio, e la
sua presenza; e quando sono del tutto purificate entrano nella visione beatifica di Dio; questa santa esprime bene i
desideri di queste anime. È come uno dei dottori più famosi che abbiano parlato intorno al purgatorio,
e quando si ha da parlare del purgatorio si va sempre a prender lì. E sapete come conchiude? Il Signore per
parte mia poi mi purifica in questo mondo, perché quella scoria che ho il Signore me la toglie tutta in questo
mondo, perché non godo più niente; e difatti ha sofferto terribilmente... tutto quello che ha sofferto
questa santa!... Facciamo anche noi in questo modo e cerchiamo di evitare non solo i peccati, ma anche di viver bene. In
modo di evitare non solo l'inferno, ma anche il purgatorio. Il Signore prima di morire manda qualche cosa che
purifica, malattia o altro; e poi le indulgenze che tolgono il resto... S. Paolo diceva: quotidie morior... e che
cosa vuol dire? S. Paolo stava lì e diceva: tutti i giorni muoio? Come si fa? Tutti i giorni vado verso la tomba;
è certo... ! ma così andiamo tutti: uno più presto e l'altro meno... quelli che sono meno robusti
alle volte durano di più degli altri; come dicono «i piat rut»! sono quelli che durano di
più! Ma non era tanto questo quello che voleva dire S. Paolo: egli voleva dire che tutti i giorni muoio alle mie
concupiscenze, alla mia volontà, a tutto quello che non deve vivere. Perciò se non volete morire nell'altra
vita, morte alla superbia, all'irascibilità;
bisogna morire a questa
mia cattiva inclinazione! Alla mia poltroneria!... Quando sono in istudio e non ho voglia di studiare, sono in chiesa e
non ho voglia di pregare... devo morire a questa voglia o non voglia!!!
Se morissimo tutti i giorni in questo modo in punto di morte ci troveremmo
belle e morti. È comodo dire: prenderò l'indulgenza plenaria!... Ma la prenderai? E la prenderai plenaria?
Perché per prendere un'indulgenza plenaria bisogna che il cuore sia distaccato da tutti gli affetti del
peccato, sia abituale che attuale... e l'hai questo distacco?
Il nostro Venerabile non era mica di quei lì che «Oh! ! prendere
un'indulgenza plenaria!!!». No, no! l'indulgenza plenaria si può prendere; ma bisogna essere
distaccati da tutti i peccati, dall'affetto ai peccati. E non solo in un momento di fervore in chiesa, e poi appena
fuori!... no! ma quotidie, quotidie morior!
Ieri sera avete sentito a
suonare molto le campane! facevano piacere... e orrore! Piacere per chi non ha timore di morire! E poi ecco che ieri sera
dopo di aver suonato un poco non suonavano più ... e allora mando a dire: «suonate più che si
può! continuate a suonare!!!» — «Ma ... brontolano» — «eh! lasciateli
brontolare! penseranno alla morte!». Voi piccolini quando pensate alla
morte... venite col muso lungo? No! chi non ci pensa mai, quando se ne parla, ah!
Il predicatore del Duomo diceva appunto questo: Quando in punto di morte
un padre od una madre dicono al figlio o alla figlia: mi ricorderete? ci teniamo quasi offesi... oh! e pianti sopra
pianti! quasi offesi che la mamma o il padre ci facciano questa raccomandazione! Io non dico che terminato il suono
delle campane, come dice S. Alfonso, sia anche tutto il duolo terminato... se ha lasciati denari si fanno fare funerali, e
messe ecc. più per fare onore ai vivi che per suffragare i morti! E poi non bisogna più parlarne: i
morti son morti ed i vivi si dan pace! Anche molti che in vita vivevano proprio uniti, e si amavano davvero, pure
quando sono morti, ah, non bisogna più parlarne, fa troppo pena! Bisogna aiutare tutti a dimenticare, e poi ai
morti chi ci pensa? Vedete, se si tratta di un padre o di una madre si farà l'anniversario, una Messa
perché nel paese si nominano dal Pulpito... tanto perché si senta a nominare quel morto..» e
poi?
E invece noi per il nostro D. Meineri e per la suora che cosa facciamo? E ... il Signore ce n'ha tolto uno di qua ed una di là, erano
proprio anime sante e le ha tolte perché erano preparate, per collocarle in Paradiso. Li abbiamo dimenticati? No! Non sta nel piangere... non è ciò che ci fa il piangere! ma non
bisogna mai dimenticarli e noi tutti i giorni diciamo per loro l'oremus: fratres, propinquos et benefactores... tutti i
giorni nella santa Messa sempre l'intenzione, e poi l'anniversario; e così tutto l'anno una parte del bene che si fa va per lui e per la suora. Questo è un modo con cui, senza
piangere tanto si suffragano i defunti.
Stamattina nella prima Messa celebrata per tutte le anime dei miei cari, lunga fila; anche quella dei figli
spirituali, più ancora dei parenti carnali, ma non ho dimenticato la mia buona
mamma e mio padre; e poi il nostro più giovane sacerdote dell'Africa, il
caro Manzon... egli avrà piacere di avere della roba in mano, per poter farsi bello in Paradiso: soccorrerà coi nostri suffragi quelli che noi non sappiamo... come è bello nelle
comunità, che nelle vigilie si dice: domani è l'anniversario della morte del caro Confratello... Tutti così restano invitati a pregare per l'anima sua ... e poi tutto quello
che si fa dalla comunità è sempre in suffragio delle anime nostre. E la Madonna distribuirà i
nostri depositi sempre alle anime di missionari. E quando dopo molti anni non si
farà più particolare ricordo dei defunti passati, tuttavia la
comunità si formerà sempre dei vivi e dei defunti, e non si scioglierà questo vincolo non solo
in questo mondo, ma anche in Paradiso ci saranno sempre i missionari della Consolata; e mentre per i parenti non ci sarà più nessuno che ci pensa, per noi ci sarà sempre chi ci pensa e
che prega per noi. Il nonno non l'ho conosciuto, e il bisnonno? E nel mondo chi si ricorda di questi cari morti? Per
questo si raccomanda di pregare per le anime dei più dimenticati.
Alcuni in vita hanno voluto troppo bene, hanno lavorato per lasciare un patrimonio al figlio che lo dilapida, e non
pensa a fargli dire una Messa... Quanta consolazione è per noi di vivere in un Istituto che durerà fino alla fine del mondo... ma bisogna corrispondere; che se non siete buoni, sono io il
primo a dire alla Madonna che faccia saltare... piuttosto uno zolfanello, che non fare quello che si deve fare, e vi
metto fuoco...
Bene, là! Abbiamo parlato di D.
Meineri, del dovere che abbiamo di pregare, e anche di morire ogni giorno a noi
stessi: quotidie morior di S. Paolo, vostro santo protettore (agli studenti); ora
parliamo dell'atto eroico di carità... sapete che cos'è?... (Vedi
conferenze di altri tempi su questo argomento).
Quad. di anonimo, 20-23
XXII. 2 Novembre 1916 — Salone Presenti Chierici e Studenti
Sommario
Della visita al caro D. Meineri, che andò a prendere
il premio di tanti anni di fatiche, è andato a ricevere il suo Paradiso di
Missionario; perché il Signore guarda non solo le opere ma anche la volontà, perciò D. Meineri andò a ricevere il premio delle sue fatiche, che avrebbe sopportato in
missione.
Del Purgatorio. Se il
purgatorio non fosse stato fatto dal Signore per purgare i peccati, le anime reclamerebbero vedendosi così
brutte: sono esse che vogliono andare in purgatorio, dove hanno maggior possibilità di purgarsi. — Le anime
in purgatorio si purgano dai peccati, come si purga il ferro dalla ruggine col fuoco. — La ruggine delle anime sono
i peccati mortali perdonati, e i peccati veniali, di cui non si è ancora fatto penitenza. — Santa Caterina
diceva di non sapere quello che avrebbe dovuto soffrire in purgatorio, perciò faceva penitenza mentre era
ancora in vita, ne aveva ancora il tempo. — S. Paolo diceva: «quotidie morior». Come egli non intendeva già materialmente,
venendo vecchi, andando verso la tomba, ma voleva dire: mi sacrifico ogni giorno, quotidie morior. — Anche
voi dite: «quotidie morior, voglio morire nella superbia, voglio morire in
quella parte in cui sono più poltrone»; se noi morissimo tutti i giorni cosi, in punto di
morte, saremmo già morti, cioè del tutto staccati dal mondo, carichi di
meriti.
Dell'indulgenza plenaria per
acquistarla bisogna avere il cuore distaccato da tutti i peccati veniali. — Quotidie morior; i santi pensavano
più sovente alla morte ed erano più allegri. — Quando muore
qualcuno nel mondo, lo si ricorda finché suonano le campane, sulla tomba si pongono quadri e corone, e sono
più per onor dei vivi che per onor dei morti, poi non bisogna più parlarne, i morti son morti, e questo
succede per quelli che non erano uniti col vero amore. — Non bisogna più parlarne, fa troppo pena. —
Quando muore il padre o la madre, si fa fare un funerale, poi tutto finisce lì. — Noi invece il caro D.
Meineri, una suora, l'abbiamo mai dimenticati. — Dire che non è il
piangere e il contristarsi che fa, e come lui li abbia sempre ricordati tutti i giorni nella S. Messa, e cosi per
tutto l'anno. — Dice che noi siamo suoi figli spirituali allo stesso modo che
siamo uniti ai parenti carnali. — Tutti i giorni prega per D. Meineri, e Padre
Manzon; se D. Meineri non ne avrà più bisogno, soccorrerà gli altri; i nostri parenti i nostri amici
saranno sollevati dalle pene. — La Madonna è contenta di avere la nostra comunità come una
famiglia sola unita da un vincolo. — Quelli che saranno dopo di noi, fino alla fine del mondo, pregheranno per
noi, in questa casa. — Della fortuna di essere in questo Istituto.
— il nostro obbligo di pregare, far sacrifizi: quotidie
morior; — l'atto eroico di carità. — Per farlo bisogna avere
eroismo, e metter tutto nelle mani della Madonna, per le anime del purgatorio. — Tutte le nostre opere
soddisfatorie, i nostri meriti, e non solo i meriti e le soddisfazioni mentre siamo ancora vivi, ma anche tutti i meriti
che saranno per noi, tutti i suffragi che si faranno per noi, ne godremo più nulla, la Madonna, li darà ad
un altro, e noi saremo sempre abbandonati; perciò bisogna che ci pensiate bene prima. — Questo atto
eroico vale già più di tutto, questo atto di carità vale tanto
che lascia neppur più andare in purgatorio. — Invita a fare l'atto eroico di carità, e liberare
tante anime dal purgatorio. — Delle tre comunioni del Sacerdote nel dì dei morti.
— Della preghiera di suffragio alle anime.
— Come non dobbiamo pregare solo in questo giorno, ma per tutto il mese di novembre, dedicato alle anime
sante del purgatorio; e ci esorta a dire sempre bene e di cuore quella breve preghiera: Requiem aeternam.
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 12 Giugno 2006 23:00