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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
5 novembre
1916
Quad. XII, 19-
20
(5 Nov. 1916) La Madonna del Suffragio; e De
profundis
Tutti i titoli onorifici convengono a Maria SS., e la pietà cristiana attribuì a Lei tutti gli uffizi di Madre pietosa e misericordiosa.
È quindi anche onorata ed invocata Vergine del Suffragio, cioè protettrice del [le] S. Anime del
Purgatorio. È veramente la SS. Vergine Regina,
Madre e Consolatrice di quelle anime, specialmente delle sue divote. Maria è Regina del Cielo e della terra, e
perché non del Purgatorio, dove può esercitare il suo dominio su anime dilette a Dio? E lo scrive il devoto
S. Bernardino da Siena: Beata Virgo in regno Purgatorii
dominium habet. — Essa è Madre di misericordia, e come tale deve aver cura delle anime del Purgatorio,
non dell'Inferno, dove non può più fare nulla. Maria SS. disse a S. Frigida: Ego mater omnium, qui
sunt in Purgatorio. — Essa è la grande Consolatrice, ed in Purgatorio c'è tanto bisogno di
consolazione. S. Brigida intese che Gesù diceva alla Madre: Tu consolatio eorum qui sunt in
Purgatorio.
La SS. Vergine rende più lievi e
più corte le pene di quelle anime come descrive S. Bernardino da Siena: Leviores, sed et breviores. Che se la Madonna soccorre a tutte anime purganti, ha particolare cura
dei suoi divoti. Il Novarino: licet omnibus opem et refrigerium ferat, id tamen praecipue erga suos praestat.
Il Gersone: Ab his tormentis liberat maxime devotos. — In particolare è pia credenza
approvata da varii Sommi Pontefici, che la SS. Vergine solatur et quantocius in coelestem patriam afferat gli
ascritti allo Scapolare del Carmino, ed i Santi, come Ven. Cafasso, lo speravano. (S. Alf. Glorie di M.).
DE PROFUNDIS
Sono 150 i Salmi, e sebbene molti li credano composti tutti dal Re Davide, pare tuttavia che
alcuni vennero scritti posteriormente, come tiene S. Gerolamo, anche per la materia che trattano. Tra questi è il
patetico salmo: De profundis, il
quale, secondo S. Alfonso ed il Can. Re, è attribuito ad un esule di Babilonia. La S. Chiesa lo pose tra i Graduali
ed i Penitenziali, ed a chi lo recita per le Anime del Purgatorio, per
bocca di Papa Clemente XII, concede l'Indulgenza di 100 giorni, se
detto genuflessi al suono della Campana della sera coll'aggiunta del Requiem aet.
In tre sensi dobbiamo considerarlo: letterale, come supplica degli Ebrei schiavi in Babilonia, esortati a sperare la liberazione: Speret
Israel in Domino. — In senso mistico, applicandolo alle Anime del Purgatorio, come ci propone la Chiesa, a queste anime che si trovano in quel baratro profondo, e di esilio
sospirano e chiamano la loro liberazione confidando intieramente nella misericordia di Dio e nei meriti della
Redenzione di N. S. G. C. Dicendolo noi facciamo le parti di quelle anime, che essendo già fuori di questa vita non
possono più meritare.
Il
terzo significato è per noi; preghiera di pentimento e di massima fiducia per noi peccatori pentiti, confidati nel Sangue diN.S.G.C. Il
Bellarmino: Tria continet: orationem ad Deum, — exhortationem ad populum,
— praedicationem Redemptionis futurae.
Col primo versetto chiama udienza, come da un pozzo ad un monte; dallo stato di miseria e di cuore pentito a
Dio alto nei Cieli.
Il salmo ha due
parti, come un duetto, nei quattro primi versetti parla il tributato a Dio; negli altri quattro parla ai compagni di
sventura, ai peccatori, magnificando con sicurtà la misericordia e Redenzione.
Lettura del salmo con amplificazione del
Martini e del Bellarmino.
P.P. Albertone, quad. VII, 175-178
Conf. del 5 Novembre 1916
(dice alcune parole dei nostri soldati e del dovere di pregare
per loro).
Oggi è la
Madonna del suffragio; ma non si fa dappertutto; anche noi una volta la facevamo, adesso non la facciamo più. Tutti
i titoli convengono bene alla Madonna, ma questo le conviene molto. Se la Madonna è Regina del Cielo e della terra
lo è anche del purgatorio: la Madonna è Regina di tutto: del Paradiso,
della terra, e del Purgatorio. Essa è la Consolatrice, la consolazione del
Cielo, della terra e del Purgatorio; ricordate i tre titoli che abbiamo meditato un giorno sulla Salve
Regina. Valgono questi titoli anche a riguardo delle anime del purgatorio e lo provo
col detto di un qualche santo: perché la nostra divozione deve essere istruita per noi e anche per gli altri. Dei
Dottori: S. Bernardo dice: In Regno purgatorii B. Virgo dominium habet. Questo santo
dice che la Madonna nel Purgatorio ha vero dominio. Ha dominio; è Regina, e impera nel purgatorio; fa come
vuole. B. Virgo in regno purgatorii dominium habet.
Dippiù Maria
è anche Madre delle anime che sono nel purgatorio: un giorno Maria SS. disse a
S. Brigida: Ego sum Mater eorum qui sunt in Purgatorio: Io son la Madre di
coloro che sono nel Purgatorio. E nessuno eccettuato: Mater omnium qui... Madre di tutti. Ed è anche la
Consolatrice di coloro che sono in Purgatorio come dice S. Brigida: Tu consolatio eorum qui sunt in Purgatorio. Basta
questo per far vedere che la Madonna ha una vera autorità nel Purgatorio. E questa autorità la usa e se ne
serve. E S. Bernardo dice che le fiamme del purgatorio, che le pene del purgatorio
sono rese da Maria leviores et breviores; ella ne alleggerisce le pene e da sollievo alle anime; ella ottiene che quelle
pene vengano alleggerite, che più presto finiscano, che siano proprio leviores et breviores.
La Madonna usa poi per tutti i suoi devoti che si trovano nel purgatorio dei riguardi
speciali. E dice: ab his tormentis liberat maxime devotos. Ecco; ed il Novarino autore classico d'ascetica dice: etsi
omnibus opem et refrigerium ferat, id tamen praecipue erga suos praestat. Specialmente verso i suoi divoti. E questo in
modo particolare lo fa verso quelli che portano l'abitino della Madonna, che hanno quasi una certezza che la Madonna
nel primo sabato dopo la loro morte va a liberarli dal purgatorio. Questa è
una sentenza comune, ma non è di fede. Si racconta che N. Signore apparve al
Papa Giovanni XXII mentre era perseguitato, e che gli disse di prendere la difesa con
amore dell'abitino; e che il popolo cristiano può pienamente credere che il primo sabato dopo la loro morte
la Madonna sarebbe venuta a liberarli dal purgatorio; e c'è nel breviario:
pie creditur... quantocius in coelestem patriam afferri quelli che sono vestiti dello scapolare del Carmine. Ed il
Signore ha stabilito che la Madonna fosse Regina non solo in cielo ed in terra, ma in particolare anche del
purgatorio.
E sapete quella storia che si racconta che la Madonna fa
entrare in paradiso per la finestra quelli che non passerebbero per la porta: si racconta che un giorno S. Pietro
girando per il Paradiso vedeva delle facce brutte; che lui certamente non aveva
lasciate passare per la porta... e allorché è andato da N. Signore ed ha detto: «Ma non so!
c'è gente in Paradiso che non so di dove sia passata... hai dato le chiavi solo a me, le ho io solo...». E
«Non sapevo dove passassero e poi ho capito che è la Madonna tua Madre; sono stato a vedere bene ed ho visto
che è proprio Essa che li tira su dalla finestra; purché abbiano una medaglia o uno scapolare, e poi essa li
tira su! questo qui non va!». Ed allora il Signore ha detto a S. Pietro... «Ma! che cosa vuoi farci...
mia madre è Madre! lasciala un po' fare...!».
È
una storia, ma è una bella espressione che fa vedere quanto grande sia la potenza della Madonna nel paradiso. E non
teme di fare anche un po' di dispiacere al buon S. Pietro! La Madonna è buona verso di tutti!
Stamattina c'è venuto un
soldato da D. Brizio e gli ha detto: voglio una messa di ringraziamento alla Madonna, perché mi sono trovato in
mezzo a tutte le macerie, in mezzo ai colpi e alle bombe, e la Madonna mi ha sempre protetto, finché sono stato
scalfitto e così mi ha servito a togliermi per un poco di là. Sono sempre stato divoto della
Consolata ed ero sicuro che la Madonna mi difendeva. Le ho viste tutte, ed avevo
bisogno che mi cavasse di là, e lo ha fatto. Mi dica una messa, ed io verrò ad assisterla con tutta la mia
famiglia. Anche noi dobbiamo essere molto divoti della Madonna: e dobbiamo dirle che quello che farebbe in purgatorio lo
faccia subito qui, e cosi non avrà poi più da farlo in purgatorio...
Una osservazione ancora. C'è una
preghiera che recitiamo sempre, e che bisogna che spieghiamo un poco. Il De Profundis.... che la Chiesa ha consacrato per i
defunti.
Questo Salmo è di David? Pare certo a quanto dicono anche S. Gerolamo e S.
Alfonso che questo salmo non sia di Davide, sebbene sia un salmo stato scritto durante la cattività di Babilonia:
perché esprime così bene i dolori dell'esilio...! I salmi sono 150, ma sono tutti di Davide? Non è
probabile. Qualcuno è posteriore a Davide, e questo qui appunto pare posteriore a Davide. È uno dei
Salmi penitenziali, graduali, e basta dirlo come si deve dire per sentirsi commuovere!
E questo salmo può prendere tre sensi, e così che ci possono essere tre modi di
recitarlo. Il primo senso è quello medesimo col quale è stato scritto. Espone adunque il suo stato, e le
miserie di uno che era nella schiavitù di Babilonia. Le miserie sue e dei suoi compagni, e la confidenza che
aveva in N. Signore, che il Signore desse loro la liberazione per la sua misericordia, e se voi vi mettete a leggerlo
con questo pensiero vedete che va bene.
Un altro senso sta
nell'applicarlo a noi; a noi miserabili peccatori. Va così bene per un'anima infangata, schiava dei peccati... e
che voglia andare a Dio. E che esclama: De profundis... come da un profondo pozzo,
pieno di miserie... de profundis, cerca un sollievo nelle nostre miserie.
Clamavi, gridiamo per esprimere la preghiera proprio del cuore?
Affinchè il Signore tenda bene le orecchie per salvarci: fiant aures tuae intendentes... E questo è per
esprimere il grande desiderio che abbiamo di essere esauditi. Tutto questo è il preludio del salmo, il
preludio della preghiera. Molte cose anche tra noi le facciamo precedere da un preludio e così anche questo salmo
ha il suo preludio, perché è una cosa di importanza, e affinchè il Signore non si offenda se osiamo
domandargli quello che desideriamo. Così dice il Bellarmino, che questo è il preludio di tutto il
salmo.
E poi avanti. Queste varie cose non si tengono a memoria e le
leggerò per andare con ordine. Così potremo recitarlo sempre con vera divozione, se ci immaginiamo di essere
proprio lì nel profondo della nostra miseria, come in un pozzo. Noi al fondo ed il Signore come sopra una montagna.
Diciamo dunque al Signore che stia attento alla nostra preghiera, che non ci
lasci (fiant aures...). Questo esprime la vivacità della preghiera, la speranza, la sicurtà di essere esauditi: e perciò prega che ci ascolti quello che diciamo
dopo.
Il Card. Bellarmino dice che in questa preghiera si dicono tre cose: vi sono tre sentimenti espressi. Il primo è l'orazione a Dio; il
secondo sentimento è una esortazione al popolo, il terzo sentimento è una preghiera, un'espressione di
desiderio verso la futura redenzione di N. S.G.C.
E prima di tutto fa
una preghiera al Signore: Si iniquitates observaveris Domine, Domine, qui sustinebit?
Noi siamo pieni di miserie, o Signore, se tu dai retta a questo, noi non facciamo più niente! Quia apud te,
propitiatio est... presso di te vi è propiziazione, la clemenza è la tua proprietà; e perciò
perdonando i miei peccati, tu fai solo il tuo uffizio. Et propter legem tuam sustinui
te. Domine! Ed io sto fermo su questo, sulla tua misericordia, perché tu
l'hai scritto nella tua legge che basta che uno venga a te contrito per essere perdonato: quia apud te propitiatio
est! Tu ne hai un magazzino di misericordia... «et propter», e per questo, perché tu hai un magazzino
di misericordia, io ricorro a te. Sustinuit anima mea in verbo ejus! sperò l'anima mia nella tua parola;
nella tua parola tiene fermo, è a posto, si sente forte nella tua parola. La seconda parte di questo versetto
è solo in altre parole, la ripetizione della prima. Ho diritto di pensare così, perché tu sei tutto
misericordia, e l'hai detto tu stesso. Quia apud te propitiatio est et
propter...
E in questo primo pezzo prega lui, come lui; e credo che si
cantasse da solo questa prima parte... e poi ecco che entra tutta la turba; non so, ma ... dico; m'immagino
così. Prima è lui che parla, e poi si rivolge ad Israele, e dice appunto che presso del Signore
è la misericordia; che il Signore è come la misericordia incarnata, e che la redenzione presso di lui
è copiosa, massime la redenzione futura... perché tutte le anime buone dell'antico Testamento si
salvavano in virtù dei meriti futuri di N. Signore.
A custodia matutina usque ad noctem speret Israel in Domino. Quia apud Dominum misericordia est,
et copiosa apud eum redemptio. Tutti si salvavano per i meriti di N. Signore, con un atto di fede almeno implicito in nostro Signore, perché: non est aliud nomen datum (hominibus) in
quo (oporteat nos salvos fierit) ecc... non si può sperare di essere salvi in altro modo. E così fecero
tutti i patriarchi e gli altri: e lo studierete poi in teologia. Era necessaria la fede in un Redentore, in un liberatore,
almeno implicita. Si rivolge adunque al popolo e dice la sua ragione: se parlo così è perché presso
il Signore è copiosa la redenzione; et ipse redimet Israel ex omnibus iniquitatibus ejus. E prima c'era: a
custodia matutina usque ad noctem, dal mattino fino alla sera. Israele speri nel suo Signore.
Vedete come è bello questo salmo! Applichiamolo a noi
medesimi: è anche così bello se lo recitiamo applicandolo a noi stessi; ascolta, o Signore, le nostre
miserie, e poi su! apud Dominum misericordia est! e serve questo per confortare le anime degli altri, e per animare noi
medesimi in questa speranza.
E a riguardo delle anime del purgatorio? La Chiesa da 100 giorni di indulgenza a recitarlo
col requiem. Tenete a mente. Poi vedete, l'applicazione alle anime del purgatorio conviene proprio molto bene. Esse sono
proprio dal profondo, de profundis, delle miserie e dei tormenti. Esprime bene il desiderio delle anime che anelano
la gloria del Paradiso: prima pregano il Signore che faccia loro attenzione, poi
pregano per sé, e poi con tutti gli altri. Su coraggio, dice, ipse redimet Israel ex omnibus iniquitatibus ejus!
coraggio anime care, il Signore farà tutto, vi cancellerà tutti i vostri peccati, ed estinguerà
questa fornace.
Queste cose tenetele a mente, perché questo
salmo non deve servire soltanto per le anime del purgatorio, ma anche per noi; e così tutto questo
servirà a farci riflettere, e reciteremo meglio tutte le nostre preghiere; l'Ave, la Salve, ed anche il De
profundis. Spiegando questo alle Suore dicevo: vi compatisco che non potete
comprendere il latino, che ha tante belle espressioni! «Ma il De profundis lo capiamo anche noi!» —
Tuttavia noi siamo fortunati di comprendere il latino: è così bello! Così anche recitando
l'uffizio! Sebbene non sia necessario che capiamo tutto per recitare il breviario; e
così possono anche le donne recitare il breviario, e l'ufficio. E sapete le tre attenzioni che si possono avere
recitando le preghiere. Attentio ad Deum, ad sensum e ad verba. E basta una di queste tre attenzioni per recitare tutto
bene ugualmente. E le donne fanno attenzione alle parole, fanno attenzione di dire tutto e di non mangiare nulla; e noi
è tanto bello che ci fissiamo anche su qualche espressione più bella!
Del modo di dirlo si vede chi dice meglio. È come nel dire
messa, alcuni sono troppo corti! S. Filippo si chiudeva in camera... ma non aveva da dire messa per gli altri. Sapete la
risposta che ha dato il nostro Venerabile a suo nipote che gli domandava: «Ma, come va che certi preti dicono
messa in un quarto d'ora ed altri sono molto più lunghi?». E il Venerabile: «Quelli che la dicono in
fretta hanno desiderio di ricevere presto N. Signore, hanno tanto desiderio che non vedono il momento della Comunione
e perciò vanno in fretta; quelli che la dicono adagio è perché desiderano di trattenersi con N.
Signore un po' di più!...». Almeno, dovrebbe essere così! Ad ogni modo procurate di capire, e anche
voi coadiutori fatevi spiegare quelle preghiere latine che non capite. «Voglio sapere che cosa voglia dire questo
miserere, ecc.» ma non fa mica bisogno di sapere tutto quello che vogliono dire i salmi; neppure i
chierici, e neppure i preti alle volte non sanno. E quando uno deve avvicinarsi
alle sacre ordinazioni faccia passare tutti i salmi.
Io mi ricordo che
nelle vacanze avevo sempre per principio di leggere tutti i salmi: non dico d'averlo
sempre fatto... ma l'avevo stabilito. Ma ho sempre trovato che c'è da imparare; e tuttavia ci sono ancora dei
pezzi che non capisco.
Così belli! Beatus vir qui timet
Dominum! Così bello! in mandatis ejus volet nimis! [Per] Certe espressioni
bisogna andare a leggere le note, andare a vedere, perché non sono tradotte esatte.
Bene, vedete, procuriamo di recitare bene anche il De profundis e non soltanto per voi, ma anche per le anime. Immaginatevi di essere là, e fate una vera
meditazione lì sopra.
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Pubblicato: Lunedì, 12 Giugno 2006 23:00