DEDICAZIONE DELLE CHIESE

12 novembre 1916
Quad. XII, 20- 22
Dedicazione delle Chiese
(12 Nov. 1916)
Chi entra oggi nel nostro Santuario vede 12 candele accese nei pila­stri sopra le 12 Croci di marmo sparse nella Chiesa. Esse significano i 12 Apostoli che predicando N.S. Gesù Cristo raccolsero come tante pietre i fedeli che costituiscono la Chiesa discente. Oggi la S. Chiesa ci fa solennemente con ottava l'anniversario della dedicazione delle Chie­se consecrate in tutta la Diocesi, eccetto la Metropolitana; che ha altro giorno proprio. Dei templi dedicati a Dio, altri sono Chiese propria­mente dette, che servono al pubblico; altre solamente Cappelle ed Ora­torii pubblici, che non sono pel pubblico, ma per Istituti, Ospedali ecc. Orbene mentre queste e quelle devono essere benedette per servire al Culto divino, varie più insigni, perché Santuarii o Parrocchie vengono solennemente consecrate dal Vescovo (V. A Carpo B. L. e De Herdt.).
Il nostro Santuario da tanti secoli esistente fu consecrato sola­mente in occasione delle Feste Centenarie del 1904, dopo i grandiosi re­stauri. Era bello assistere alla solenne funzione che durò parecchie ore. Sin dalla vigilia digiunarono il Vescovo... (A Capo (sic) 1.e. p. 157 -165).
L'uso di consecrare i tempi, gli altari, i vasi sacri ed i Sacerdoti venne da Dio, il quale prescrisse a Mosè i riti tutti attorno al Tabernaco­lo. Salomone con solennità di 14 giorni celebrò la dedicazione del Tem­pio, e Dio vi discese a prenderne possesso... La S. Chiesa non potè nei primi secoli per le persecuzioni costruire Chiese pubbliche; ma data la pace da Costantino, colla cooperazione di lui eresse le Basiliche del Salvatore e dei SS. Ap. Pietro e Paolo; e Papa Silvestre le consecrò so­lennemente. Volle poi la S. Chiesa, che come già presso gli Ebrei si ri­cordassero tali consecrazioni ogni anno con rito di 1ª classe con ottava.
N.S.G. Cr. come si legge nel Vangelo intervenne alle Encaenia in Geru­salemme, cioè all'anniversario della dedicazione del tempio ricostrutto da Gerobabile [= Zorobabele].
Parliamo dei motivi per cui si benedicono o consacrano le Chiese e le Cappelle. Il Durando (Rationale D. O.) ne enumera cinque: 1) ut dia-bolus, ejusque potestas penitus expellatur; 2) Et ad eas confugientes salventur (asilo, rifugio); 3) Ut ibi orationes exaudiantur (più facilmen­te); 4) Ut ibi laudes solvantur; — 5) Ut ibi Sacramenta administrantur.
Veniamo ai nostri doveri verso questi luoghi consecrati o benedet­ti. Li riduco a tre principali: 1) Tenerli in splendore od almeno con mondezza, sicché ogni sacerdote possa nel suo potere recitare con veri­tà le parole del Lavabo: Dilexi decorem domus tuae, et locum habitationis gloriae tuae. Gli ori ed i marmi più preziosi dovrebbero impiegar­si nelle Chiese, e imitano Giuda coloro che stimano spreco il lusso delle Chiese, come nel nostro Santuario... Per noi poveri missionarii il Si­gnore si contenta della mondezza ed ordine delle nostre Cappelle: pove­ro volontario con poveri. Ma facciamo di tenerlo meglio col 2° dovere;
— 2) Divozione interna ed esterna, come dice la Secreta della S. Messa:
Ut piena atque perfecta corporis et animae devotione placeamus. Quanto si manca in ciò dai cristiani ed anche dai Sacerdoti e Religiosi. Come fa male vedere nelle nostre Chiese entrare tanti, i quali senza ri­flettere alla santità del luogo, e per prima cosa cercare del SS. Sacra­mento, girare curiosi qua e là senza un sospiro a Gesù! 3) Desiderio di accorrere alla Chiesa e trovare le nostre delizie nello starvi. Quam dilecta tabernacula tua...» defecit anima mea in atriis tuis; questi sentimenti del salmista molto più convengono ai cristiani, pei quali nelle Chiese si trova vivo e veroN.S.G. Cristo...
Conchiudo: Gesù due volte parve dimenticare il suo spirito di mansuetudine, in principio ed in fine della Sua predicazione, e fu coi profanatori del tempio...Nolite facere... Domum negotiationis. — Pavete ad Sanctuarium meum: Ego Dominus; — Locus iste sanctus in quo orat Sacerdos. Domus mea, domus orationis vocabitur...
P.P. Albertone, quad. VII, 163-165; 168-169
Conferenza del 12 Novembre 1916
... Chi è che ha fatto la predica inglese quest'oggi?... Sicuro, bisogna che vi mettiate con impegno... Quando avrete fatto la prova dell'Inglese, farete anche la prova del Gekoio, e poi avanti, del Kiswaili, e poi dell'Abissino e via: ce n'è da imparare!...
Vedete, oggi se foste andati alla Consolata, avreste visto intorno alla Chiesa dodici candele accese: quattro in S. Andrea, sei in giro attorno al vero Santuario, e poi due lateralmente: dodici candele accese e per tutto il giorno! Cosa vuol dire questo?... È l'anniversario, non materialmente, ma lo faccia­mo adesso, della consacrazione della chiesa, del Santuario, che si è fatta nel 1904: qualcuno di voi se ne ricorda ancora. Era il primo centenario solenne che si faceva; e allora si è consacrato: non era ancora consacrato...
Questa consacrazione si fa solo alle Chiese principali: come qui a Torino c'è la Metropolitana, il nostro Santuario, e poi alcune parrocchie principali. Invece le altre sono solo benedette, come la nostra Cappella qui, e tutte le Cappelle, gli oratori privati, e via... Vedete si dicono Cappelle delle Chiese che non servono al pubblico e che dipendono da altre chiese; e poi gli oratori pub­blici: gli oratori pubblici sono quelle chiese che possono avere una porta ester­na ma che non è fatta per quello, non è per il pubblico. Di tutte le chiese della diocesi molte sono solo benedette dal Vescovo, molte altre invece sono non so­lo benedette, ma anche consacrate, come il nostro Santuario. E questa è una funzione lunghissima. Già fin dalla vigilia il Vescovo e quelli che domandano la consacrazione, fanno digiuno; si espongono le reliquie del santo a cui sarà dedicata la Chiesa, la sera prima, sull'altar maggiore, in una specie di cappelletta, con dei lumi accesi intorno e li si prega tutta la notte il Signore e tutti i Santi affinchè ottengano sulla funzione che si deve fare un maggior frutto...
Vedete la solennità con cui la Chiesa fa celebrare questa funzione... Al mattino per tempo (perché deve dir lui la prima Messa) vestito delle paramenta va fuori della chiesa per la porta grande, e lì fa tre giri intorno a tutta la chiesa per significare che la chiesa viene consacrata alla SS. Trinità. E ad ogni giro arrivato davanti alla porta grande, batte col pastorale la porta dicendo: Attollite portas, principes, vestras... proprio così; e il diacono che è stato dentro do­manda: Quis est iste rex gloriae? E il Vescovo risponde: Dominus fortis et potens, dominus potens in proelio. E così ad ogni giro batte e l'altro di dentro non apre la prima volta; poi di nuovo la seconda, finché alla terza volta apre; e allora il Vescovo entra col piccolo servizio, sicuro, non devono essere tanti perché devono rappresentare le anime che erano nel limbo, e non erano molti nel Limbo. Entrati in chiesa, cantano i Salmi penitenziali; e poi con la cenere fanno sul pavimento una gran croce di S. Andrea, pregando in greco ed in lati­no, e questo tutto lui il Vescovo col pastorale. E questo è per dimostrare che la Chiesa non la materiale ma la spirituale, la S. Chiesa per intendersi una volta per sempre, è composta di Giudei e di infedeli.
Poi consacra le dodici croci intorno alla chiesa, dove sono accese le dodici candele, per rappresentare i dodici Apostoli che sono i luminari della Chiesa, pieni di sapienza, mandati da N. Signore per illuminarla. Le croci poi sono di pietra, lapide, per significare le pietre spirituali di cui è formata la Chiesa spi­rituale, per significare tutti quelli che entreranno a formare la Chiesa spiritua­le. Dopo questo ritorna all'altare, e continua la funzione... Ma adesso io non ho tempo di passare tutto...
Vedete, l'importanza che dà la Chiesa a questa funzione, tanto che quel giorno e poi ogni anno l'anniversario è festa solennissima: doppio di seconda classe cum octava. La Metropolitana fa in un giorno determinato l'anniversa­rio e allora è stabilito che lo faccia tutto il clero della diocesi, e recitano anche quell'ufficio lì: nel giorno della consacrazione della Metropolitana non si fa altro ufficio in tutte le chiese della diocesi, anche nelle chiese consacrate. E poi c'è un altro giorno (che è appunto adesso) in cui si celebra l'anniversario della consacrazione di tutte le altre chiese consacrate della diocesi. Voi questa qui non la fate più, ma quella della Metropolitana la fate anche voi, tutti; e per la Consolata la facciamo appunto adesso, e si fa proprio solenne cum octava so­lennissima. Nelle altre chiese la fanno solo semplice, invece noi tutta l'ottava e stamattina si son dette tutte le messe della dedicazione della chiesa, sto per di­re che è più solenne che il giorno della Consolata...
Questa festa era solennissima anche già ab antiquo; si ha già nella dedica­zione del tempio di Salomone, quando si è fatta la festa per septem diebus et septem noctibus, e con grande solennità... basta leggere ciò che c'è nella S. Scrittura. Il Signore con una nube ha avvolto tutto il Tempio, il fuoco è disce­so dal cielo ad accendere le vittime... E poi il Signore ha comandato che cele­brassero l'anniversario con feste solenni per sette giorni; facevano l'ottava... Così dopo la schiavitù di Babilonia quando Zorobabele ha fatto ristorare, rie­dificare il tempio, fecero anche la solenne dedicazione del Tempio, e poi tutti gli anni celebravano sempre l'anniversario e l'ottava. Ed anche N. Signore lo celebrava; infatti dice il Vangelo che ambulabat in portico, nel giorno della fe­sta dei Tabernacoli, la chiamavano così: tutti si radunavano a festeggiare la consacrazione e la dedicazione del tempio.
E così la Chiesa, da principio stavano solo nelle catacombe. Poi ai tempi di Costantino, hanno consacrato la basilica del SS. Salvatore che adesso si chiama di S. Giovanni in Laterano. Fu consacrato da Papa S. Silvestre, poi quella di S. Pietro e Paolo, e poi via via le altre. La Chiesa ha sempre dato grande importanza alla consacrazione ed alla benedizione delle chiese; e que­sto per persuaderci della santità del luogo.
E quali sono i motivi di questa consacrazione? Secondo il Durando, i mo­tivi per cui la S. Chiesa vuole che le chiese siano consacrate e benedette, sono cinque: è bene che li vediamo. Il primo è: Ut diabolus ab eis expellatur...: si consacrano le chiese affinchè il demonio non solo non vi penetri più, ma se vi è sia cacciato, expellatur. Questo luogo N. Signore lo vuole tutto per sé, il de­monio non ha più che farci, non deve più penetrare lì dentro, non deve neppur più fare capolino... Questo è il primo fine per cui si consacrano le chiese.
Secondo: Ut ad eas confugientes salventur: affinchè coloro che si rifugia­no in essa siano salvati. Una volta quelli che erano cercati dalla giustizia, che avevano commesso qualche delitto e che si rifugiavano in una chiesa, non po­tevano più essere presi. Era come le città di rifugio che c'erano una volta, dove se qualcuno riusciva a scappare non poteva più essere preso: così nelle chiese. E questo era per difendere i colpevoli dalla ferocia, affinchè non si lasciassero trasportare lì in quel momento, e lasciava che si calmassero le cose; questo è il diritto di rifugio. Da noi dovrebbe anche essere così: nelle chiese la giustizia non potrebbe entrare, aspettare fuori finché esce, ma entro non potrebbe en­trare. C'è una casa in Torino in cui chi ha commesso qualche delitto o ha dei debiti o simili, se va lì dentro, la giustizia non può andarli a prendere, deve aspettare fuori finché esce. Questo è un diritto della Chiesa, lo studierete poi in diritto canonico, un diritto a cui la Chiesa non può rinunziare. Ut ad eas confugientes salventur. Adesso il civile non guarda più a quelle cose lì. Ma co­loro che vanno lì dentro si salvano, se sono in peccato, si confessano e restano salvati.
3°. Ut ibi orationes exaudiantur: affinchè ivi non solo si preghi, ma le preghiere exaudiantur, affinchè siano esaudite più facilmente... Se una perso­na potesse penetrare fino al re, è sicura di essere esaudita, il più è il poter arri­vare fino a lui. Non solo per pregare come si pregherebbe in un altro luogo qualunque, ma affinchè queste preghiere siano esaudite, ut exaudiantur. Lì dentro le preghiere saranno maggiormente fondate sulla misericordia di Dio. Le chiese sono destinate alla preghiera in modo particolare: Domus mea domus orationis vocabitur. E questo va bene...
4°. Ut ibi Sacramenta administrentur. Tutti i Sacramenti se si può. Il Battesimo generalmente si dà in chiesa; così la Cresima, l'Eucaristia; così la Peni­tenza si amministra in chiesa di regola.
5°. ... [ut ibi laudes solvantur].
Vedete i cinque motivi per cui si consacrano le chiese. E noi quali doveri abbiamo verso questo luogo? Vediamo che dalla S. Chiesa viene data tanta tanta importanza a questo luogo, tanto che vuole che sia solennemente consa­crato, dedicato a Dio; una tale importanza che tutti gli anni fa celebrare gli anniversari così solenni, ed in futuro non si può più rinnovare, a meno in certi casi che studierete... E questo viene dalla natura di questo luogo, poiché vi è presente Gesù Sacramentato. E anche indipendentemente da Gesù Sacramen­tato, vi è il Crocifisso che merita di essere adorato. Ma anche senza quello nel­la chiesa vi è l'altare che rappresenta N. Signore Gesù Cristo. Vere locus iste sanctus est: questo è un luogo santo.
Quali doveri abbiamo verso questo luogo? Io li riduco a tre: primo è di procurare che la chiesa sia anche materialmente decorosa. Dev'essere splendi­do; questo è un dovere del prete, deve aver cura della chiesa che è domus Dei; Dilexi decorem domus tuae, dice tutte le mattine nella S. Messa. Ora un prete che non avesse cura della chiesa, e che ci fossero le ragnatele qua e là, direbbe tutti i giorni una bugia, l'angelo custode potrebbe dire: Non è vero.
Non aver paura di spendere per la chiesa. Adesso non dico per noi in Africa, dobbiamo fare come possiamo, siamo poveri; ma quelli che ne hanno, o che ne devono avere, come il Santuario della Consolata, allora bisogna far­sene un dovere. Come quando io faceva restaurare il Santuario (ebbene, c'è andato un bel milione, sapete) qualcuno diceva: «Uh,che spreco!... Perché adoperare del marmo così prezioso? marmo d'Egitto?... Si potrebbe mettere marmo finto come in quell'altra chiesa!...». Ed io dicevo: Per N. Signore, per la Madonna non è mai troppo, non si spreca mai... Volete rappresentare i Giudei che dicevano: Ut quid perditio haec?... Un po' di Santuario che ab­biamo, bisogna ben che sia bello!... Alcuni mi dicevano: perché cambiare il pavimento? Mettere marmo di prima classe? Andavano ancora tanto bene le quadrelle !... Le quadrelle vanno bene per i portici, non per il Santuario; e ap­pena che potremo le toglieremo anche di lì... Non c'è nessun altro luogo che lo meriti come quel lì. Quando si tratta della Madonna non bisogna aver paura anche di fare dei debiti, di fare delle imprudenze, e poi con la Consolata non si fanno delle imprudenze. Per questo non è mai basta. Ho sempre vergogna di vedere quelle paramenta alla Consolata: bisognerebbe averne di quelle un po' più degne... quando si potrà faremo anche quel lì...
Noi laggiù però bisogna che ci contentiamo di quelle che avremo; se N. Signore vuole di più, ci darà i mezzi. Quello che avete datelo pure; e quando si può rubate anche volentieri... Io per la Consolata ho dissipato tutto ... Ma laggiù bisognerà che ci accontentiamo di una capanna; ed allora bisognerà supplire col decoro interno, col cuore al decoro esterno. Altrimenti perderete la fede... è necessario mantenere la pulizia. Essere rappezzati, ma non strac­ciati, che non si vedano i fili che pendono, come dico sempre ai ragazzi. Que­sto qui è necessario, e si è molto più contenti... Si è poveri, ma la pulizia si può mantenere; solo due candele ma ben diritte; e poi che non ci sia la polvere sulla balaustra che non si possa scrivere sopra «sbadato»... Così bisogna raccoglie­re i pezzi di carta che si trovano per terra; questo non è permesso di farlo in nessun posto, eccetto in cortile quando si è soli, ma bisogna sempre sputare nel fazzoletto, e tanto meno si può fare in Cappella; in Cappella non si può sputare per terra. Pazienza alla Consolata! È anche proibito, ma il pubblico sputa sempre, non si può ottenere; e tuttavia quando si vede che è sporco fac­cio pulire; ma voi qui !... Questo è il luogo in cui si deve tenere la maggior puli­zia possibile: poveri ma puliti. Una povera Cappelletta, solo due candele; ma pulizia e ordine... che non ci sia la tovaglia sporca, usandole troppo si logora­no di più ancora...
Adesso non voglio andare a criticare nessuno; ma se andassimo a vedere certe sacrestie... Ma andiamo avanti!... Dunque prima cosa poter dir la verità: Dilexi decorem domus tuae et locum habitationis gloriae tuae. Se non possia­mo dire dilexi la ricchezza, almeno la mondezza, la pulizia della Casa del Si­gnore.
Secondo dovere è di pregare con divozione: Ut piena et perfecta corporis et animae devotione placeamus: pregando, poter piacere a Dio con una piena e perfetta devozione di corpo e di anima... Questo è uno dei nostri doveri ver­so la Chiesa: che noi dobbiamo piacere al Signore esternamente ed interna­mente, per mezzo della devozione, ma una divozione piena e perfetta, non una divozione qualunque, ma una divozione piena e perfetta di anima e di corpo. Quindi stare ben composti, come dobbiamo stare nella Casa di Dio... proprio una divozione perfetta. Ma andiamo avanti, non posso trattare più a lungo di questo...
Il terzo dovere che abbiamo verso questa casa di Dio è di andare in questa casa di Dio con affetto, con amore, sospirare di andarvi sovente, e quando ci siamo starci volentieri, con affetto, con divozione, non muoversi di qua e di là durante la funzione... Ripetere quello che dice il Salmo: Quam dilecta tabernacula tua, Domine virtutum! Concupiscit et deficit anima mea in atria Domi­ni! Provo piacere, provo godimento a stare nei tuoi tabernacoli, o Signore, anche all'ultimo posto, in atria, l'anima mia si liquefa d'amore, di piacere... Ecco, questi sono i sentimenti che dobbiamo avere quando siamo in chiesa.
Quam dilecta tabernacula tua Domine virtutum!...
Dunque questi sono i tre motivi principali che noi abbiamo verso la chie­sa: 1 ° Procurare la mondezza, il decoro; 2° Avere una divozione piena e per­fetta di anima e di corpo; e poi questo amore, quest'affetto di cui vi ho parlato adesso. E questo non solo in una chiesa in cui c'è solo il Crocifisso, ma tanto più dove c'è Gesù Sacramentato, come c'è in molte chiese. E quindi andarlo a trovare con trasporto quando si può, non lasciare mai nessuna occasione. Egli se ne sta là giorno e notte per noi...
Bisogna capire l'importanza di queste cose... Quest'oggi quelle dodici candele sono state accese tutto il giorno e tutta la gente non sapeva che cosa fosse e chiamavano che cosa c'è? E io ho detto ai sacrestani che spiegassero a tutti che cosa vogliono dire. Bisogna far capire anche alla gente l'importanza di queste cose: che cosa vogliono dire quelle croci là... E fa effetto anche a lo­ro quelli... così possono avere un'idea dell'importanza che dà la Chiesa a que­ste cose, alle chiese consacrate... Perché questa consacrazione si fa una volta sola e non si ripete se non quando sia stata profanata con certi delitti partico­lari... ma questo lo studierete poi in diritto canonico.
Finisco citandovi ancora alcuni detti della S. Scrittura che ci fanno vedere quanta importanza dia alla chiesa. E prima di tutto: Domus mea domus orationis vocabitur, la mia casa si chiamerà e dev'essere casa di orazione... N. Si­gnore la chiama la mia Casa... E poi in chiesa dobbiamo dire quello che diceva quel là: Hic domus Dei est et porta coeli: questa è la casa di Dio e la porta del cielo, l'anticamera del Paradiso; locus iste sanctus est in quo orat sacerdos: questo luogo è santo perché in esso prega il Sacerdote. In esso il Sommo Sa­cerdote entrava solo una volta all'anno, semel in anno, nel Sancta Sanctorum. E su questo parla bene S. Paolo, potete andarlo a leggere, che N. Signore en­trò una volta sola nel Tabernacolo :intravit semel in Sancta, aeterna redemptione inventa... Dunque lì prega il Sacerdote in questo luogo, il ministro di Dio offre a Dio il divino sacrificio: Locus iste sanctus est in quo orat Sacerdos...
Conchiudiamo... Due volte pare che N. Signore abbia perduto la pazien­za, la mansuetudine, (non l'ha mai perduta, l'ha sempre praticata da principio alla fine, ma in queste due volte pare a noi quasi che l'abbia perduta) ed è quando ha cacciato via dal tempio tutta quella gente dal tempio: ejecit funiculis vendentes de tempio. Da principio vendevano solo colombe e via per il sa­crificio ma poi c'era venuto l'abuso, e quindi cambiavano anche le monete, nummulariorum, le monete per pagare il tributo... e quindi disturbavano il tempio... E allora il Signore ha fatto un mazzo di corde e li ha scacciati tutti, e diceva: Domus mea domus orationis vocabitur et vos fecistis illam speluncam latronum: la mia casa è casa di orazione e voi volete farne un negozio...
Ora vedete se il Signore dava tanta importanza al tempio dei Giudei, ed ha castigato così severamente coloro che lo profanavano, e là c'era poi solo l'arca... tanto più castiga coloro che commettono irriverenze nelle nostre chie­se, già in questa vita, ma i castighi sono poi peggiori nell'altra vita... Locus iste sanctus est in quo orat sacerdos. Proponiamo di avere una vera devozione di anima e di corpo non solo alla nostra cappella ma anche a tutte le chiese. E se vediamo che una chiesa è mal tenuta bisogna che ci rincresca e compensare con l'affetto del cuore... E se andando in una chiesa troviamo che la lampada è spenta, accenderla... Lo fate ben già?... Bisogna farlo! Non andarsi a cac­ciare negli affari altrui, ma se si può fare, farlo! Accenderla!... Ve l'ho già ac­cennato una volta che Pio IX teneva nella sua cappella quattro lampade sem­pre accese, e le accudiva lui, non credeva di abbassarsi... Non credere di per­der tempo... si avvisa il sacrestano, oppure si fa noi...
Qui si conosce se un prete è di buono spirito o no... saranno povere le chiese ma pulite, ordinate: non per esempio che i vasi di fiori siano tutti appassiti...; pulizia!... E poi non chiacchierare in chiesa! Come certe volte in Duomo ven­gono dei forestieri che chiacchierano forte... Non dovrebbero fare così!... En­trano, non prendono nemmeno l'acqua santa... Dovrebbero cercare subito il Santissimo, cercare dove c'è il tabernacolo... invece van subito avanti, non fanno nessuna genuflessione, e vanno in giro a vedere ... Se non si guarda N. Signore, non c'è niente da vedere! Invece no! Vanno a vedere la SS. Sindone, e non si curano nemmeno di dare uno sguardo a N. Signore. È vero che non è all'altar maggiore come nelle altre chiese, ma tuttavia c'è la lampada che indi­ca che c'è il SS. Signore. E così girano tutta la chiesa senza nemmeno guardare se c'è il SS. Eppure pazienza se fossero solo secolari, ma ci sono anche dei sa­cerdoti... È una vergogna! Perdono la fede!...
Invece, entrando nelle chiese, se si vede che son povere, o via, bisogna supplire con più affetto alla povertà ed al disordine... E se c'è la lampada spenta, avvertire, e magari anche accenderla se si può, è un momento a pren­dere uno zolfanello... così entra nel dovere del Parroco, perché è dovere del parroco il procurare che sia sempre accesa, e se viene a spegnersi, si entra nel dovere del parroco se uno va ad accenderla, e quindi c'è il suo permesso tacito e poi in tutti questi casi potete interpretarlo anche da voi...
Bisogna che stassera facciate tutti questo proponimento di avere e di au­mentare sempre in questa fede ed in questo amore per la Casa di Dio.
giuseppeallamano.consolata.org