LETTURA DEI VOTI SCOLASTICI

17 dicembre 1916
Quad. di anonimo, 39-41
XXVI. 17 Dicembre — Studio Presenti Studenti
Questa sera guardiamo il vostro voto, o i vostri voti di questo bimestre. Prima bisogna interrogare il Signore, e vedere se Egli vi da il voto che avete; vedere se vi dà dieci, o che cosa vi dà, se S. Paolo vi dà anche lui tutti dieci. E se invece non vedesse meritato quel dieci e vi desse qualche cosa di meno, che vorrebbe dire questo? Vorrebbe dire che non si è sempre fatto il proprio dove­re. Alcuno potrebbe dire: «Ma io non ho tanto ingegno, non ho tanta memo­ria, non riesco tanto». Ebbene pazienza! Se invece non fossi stato negligente avrei potuto prendere tutti bei voti tutti 10 invece! Massime poi 10 di condot­ta. Tutti dovreste avere 10. Nessuno è scusato nella condotta: il Signore dà la grazia a tutti di essere tutti buoni; nessuno è scusato di non esser buono e di far bene il suo dovere. Massime poi per quella lingua. Prima di tutto a studio siete un po' abituati a studiare forte; non si può in una Comunità fare come si faceva a casa; studiare forte, gridare in che tutti sentissero, i parenti, i vicini, ecc. Se tu studi forte disturbi il compagno che hai vicino, e l'altro ha bisogno anche lui di studiare e grida più forte, così si fa un baccano. No. Bisogna stu­diare piano, e non disturbare altrimenti si disturbano i compagni e questa è mancanza di carità. Perciò i vostri superiori sono stati molto benigni per la vo­stra condotta. Ad alcuno avrebbero dovuto togliere e togliere. Ma io spero che vi metterete con più impegno specialmente nella condotta, diligenza, e Reli­gione a prender tutti 10. Perciò, siamo solo ai primi tempi, e vi metterete sul serio, i voti li ricompenserete e come effetto di queste feste vi metterete con impegno in modo che al II Bimestre possiate poi dire: «Ho fatto un buon pro­gresso» e cosi sarò contento anch'io. Bene, si! Dunque adesso leggeremo i vo­stri voti, state bene attenti a notarli, li manderete poi a casa ai parenti insieme con gli auguri delle feste, se non avete ancor scritto. (Segue la lettura dei voti). Oh bene, e adesso vedete, bisogna fare una meditazione per questi voti, e non vantarsi come se fosse tutta roba nostra. Vi mostrerò io come dovete fare que­sta meditazione. Prima di tutto diciamo: Questi voti sono quelli che mi meritavo — e non dire: Il professore non mi ha dato il voto che mi meritavo, qui c'è un'ingiustizia, là mi han fatto un torto, là doveva darmi di più, là un'altra cosa; no, no. Mi ha dato il voto che mi meritavo né più né meno, così attribui­rete niente alla superbia. Io sarei contento che fossero generosi. Io avrei piace­re di vedervi tutti promossi.
Posto questo guardiamo i proponimenti che dobbiamo fare sui nostri vo­ti. Chi ha 10 proponga di conservarlo; sii perseverante, tenga il posto che ha, sempre 10 senza mai discendere. E dovreste arrivarci tutti, massime di condot­ta, diligenza, religione. O Religione poi, mai meno di 10. E questo denota co­me mai certi voti sono perfetti e gli altri non sono perfetti? Non pretendo tutti 10, ma perché non fare uno sforzo, anche quando ci costi qualche cosa, a prender 10? Questo è il 2° proponimento. Il 3° proponimento è di riempire tutti quei 5, e 4, e 2, e chiunque può aumentarli; per quanto dipende da sé, può darsi che uno abbia 4, o 5, e il Signore gli dà 10. Uno che ha 8 ha lavorato meno di quel che ha 6, e il Signore a quello che ha 8 da 6, e a quel che ha 6 da 8. Ebbene allora fate questo proponimento; fatelo per Gesù Bambino, ed ot­terrete tante grazie per i parenti, per voi e per tutti. E poi ricordatevi sempre, bisogna fare anche dei sacrifici: solo pregare è troppo facile pregare; bisogna fare qualche coroncino (sacrifizio), e principalmente osservare bene il silenzio. Vedete: come vi ho già detto altre volte il Signore ha posto due porte alla lin­gua, le orecchie invece l'ha fatte spalancate, la bocca è chiusa prima dai denti poi dalle labbra: e questo che cosa vuol dire? Vuol dire che prima di parlare, bisogna pensare a quel che si vuol dire. Un giorno una persona mi diceva che aveva fatto questo proponimento: quando voglio parlare taccio. Volete parla­re pensate se si possa parlare, se non trasgredite il silenzio, se non parlate con­tro la carità, se non parlate per superbia, e così via. Il Signore vi insegna a mi­surare le parole. Si assomigliò agli altri bambini nell'infanzia, anche nella pri­vazione della parola; Gesù Bambino quando era sul Cuore della Madonna, doveva fare silenzio; e cosi, per tutta quell'età in cui gli altri bambini non par­lano ancora, quantunque Egli già lo potesse, ma non voleva, e questo anche per darne a voi l'esempio. La conclusione sia questa: Ringraziate il Signore per l'aiuto che vi ha dato, e intanto voi mettetevi sempre con maggior impe­gno per riuscire meglio nel II Bimestre. Dite proprio: Voglio cominciare a mettermi proprio sul serio, ma cominciare subito adesso, stassera. Rinnovate il vostro proponimento — Nunc coepi; — ma adesso, nunc, ora, ora ... subi­to, neppur aspettar due momenti e poi sempre montare più in su. Quelli che monteranno al secondo Bimestre dovranno montare a 10. Quelli poi che han­no 10 procurino di mantenervisi sempre; qualcuno cadrà, ma bisogna mai ca­dere o neppure star fermo: perché: «Non progredi, regredi est». Chi sta fermo retrocede, invece bisogna sempre andare avanti. Dunque siamo d'accordo, siamo intesi: voi vi metterete con buona volontà, e spero che il II Bimestre sa­rete più contenti voi e sarò più contento io. In questi due mesi, i vostri superio­ri sono stati un po' discreti; si capisce; è solo il principio; e poi non siete anco­ra tanto abituati, ma un altro Bimestre pretenderò poi un po' di più, vorrò poi tutti 10, massime di condotta, massime di diligenza e massime di Religio­ne: in questo dovete fare proprio tutto quello che potete, dovete giungere tutti al 10. Speriamo, e intanto voi metterete anche tutto l'impegno vostro, e le cose andranno bene, e sarete tutti contenti intanto che io vi do la mia benedizione a voi ed ai vostri studi.
giuseppeallamano.consolata.org