REQUISIZIONE DELLA CASA MADRE

                   & nbsp;         16 febbraio 1917
P.P. Albertone, quad. VII, 29-31
Conferenza del 16 Febbraio 1917
(Ai Chierici e Studenti, in cappella)
Come avete veduto, la Madonna non ha creduto bene di fare il miracolo, e ci farà tante altre grazie... Il Signore, come dice S. Agostino, ama meglio permettere il male, per trarne il bene a preferenza che non permetterlo! E non possiamo neppure dire che abbia realmente permesso il male, è piuttosto un nostro fastidio. Massime che dovettero farsi le cose ex-abrupto! Abbiamo pre­gato che non fosse contaminato, voglio sperare che non sia stato per vostra colpa; ho visto un aumento di fervore dopo le mie parole, e anche l'anno scor­so, ma tuttavia per togliere ogni cosa, ciascuno dirà in privato un atto di con­trizione, per essere sicuri... Ma poi, coraggio nella prova; dobbiamo ringra­ziare Nostro Signore che ci ha lasciata la Cappella! L'avessimo un po' dovuta cedere ad uso profano...? Qui dove Gesù sta Sacramentato! Poi ancora mi rallegro con voi, che avete lavorato tutti in questi giorni! Continuate... Così nessuno cerchi di farsi un posticino, nessuno cerca di farsi un nido, perché qui siamo solo di passaggio, il Signore anche quando ci darà la casa intera di nuo­vo, siamo sempre come esuli.
Tuttavia desidero che parlando non diciate fuori che state tanto bene, e che c'è tutto, perché potrebbe venire un momento che prendano anche un al­tro pezzo! In seminario dopo la prima occupazione, han visto che eran pochi e ne han fatta una seconda. E se noi per amor di Dio ci contentiamo di girare un po' di qua e un po' di là, non bisogna che diciamo fuori che stiamo benissimo, si va avanti come si può, e questa è la voce vera.
Vi dico questo perché sono stato stamattina [a] consolare le suore Sacra­mentine, che sono più in angustia di noi, e che è da vari mesi che si trovano al­lo stretto, e c'era uno che diceva che erano tanto tranquille! una persona mi viene a dire che erano contente di avere i soldati lì! Vedete come travisano le cose! Ho detto: Non dite che siete contente, dite che per amor di Dio e della patria piegate la testa! — «Ma s'immagini se siamo contente...! » — Davanti a Dio dobbiamo essere contenti di tutto; più si è poveri e meglio è, ma davanti al mondo bisogna tenere la nostra personalità; la mano, bisogna baciare quella del Signore, e non quella degli altri. Ma diciamo niente di questo.
Ora come faremo? Fare il mese di S. Giuseppe, patrono di tutta la Chiesa e patrono nostro particolare, fare il mese bene. Comincerà Domenica, e tutti in questo tempo, in pubblico e chi non può, in privato, nessuno lasci di dire per tutto il mese i dolori e le allegrezze di S. Giuseppe. Vi sono anche tante in­dulgenze, perciò fatelo con impegno. E poi come sacrificio non curarvi di chi sta di là: gridino, parlino anche bestemmiassero, non lasciarsi tirare da chi parla di là. E poi non guardare dalla finestra assolutamente: e colui che anche per sbadataggine e senza volerlo guardasse dalla finestra voglio che ne chiami perdono in pubblico. Voi non dovete mai mettervi alla finestra, ma ora ve lo proibisco assolutamente di mettervi alla finestra, mai, e questo desidero che sia osservato da tutti, comunque sia, nessuno si metta mai alla finestra, che i soldati non possano dire nulla. Non possano mai dire di avere visto uno alla finestra, e poi non solo adesso, ma mai... E se uno vede un altro alla finestra, lo avverta. Così in ricreazione non dovete più cantare; qui (in cappella) farete come vi dirà il Signor Prefetto, ma quello che desidero in comune è che mai, finché restano i soldati, mai nessuno si metta alla finestra.. e non occuparsi di quelli di là. E se per caso uno sentirà qualche cosa, fate un po' di riparazione, e se siete in due ditelo anche forte: «Gesù mio, misericordia!» — E poi i supe­riori hanno detto che stavano attenti a tutti, e poi hanno l'ordine di non be­stemmiare dal generale in capo, ma non si osserva...
Fate quello che vi ho detto io: riparazione; e se state attenti di dire tante giaculatorie, il Signore li accetterà in previsione... alle volte ve l'ho già fatto notare, quando si vede un carrettiere, che è lì che traffica, che non può passa­re... e si dice subito un: «Sia lodato...» e ... non ha più bestemmiato! È me­glio così che riparare poi dopo. Ci vuole impegno e fervore; e il Signore ce la manderà e al più presto ce la restituirà. Abbiamo la Madonna e S. Giuseppe, e bisogna essere veri missionarii in modo che il Signore, quasi ci rincresca di averci tolti di lì. E poi bisogna abituarsi nella varietà di questo mondo, perché i tempi si fanno brutti! Solo tenendoci col Signore c'è niente da temere. S. Paolo scrivendo agli Ebrei dice: rapinam bonorum vestrorum cum gaudio suscepistis, che lode magnifica! Gli Ebrei sono stati spogliati per la religione, e S. Paolo li esalta e dice che avevano una maggior mercede in cielo. E queste sono pure le parole del P. Giraud quando tolsero una parte dei locali ai Giuseppini, e lui rivolse alla Comunità queste parole, e anch'io le rivolgo a voi ra­pinam bonorum vestrorum cum gaudio suscepistis! e non ce l'han tolti, non ce li hanno presi per sempre... e noi ne facciamo il sacrifizio anche per il bene della patria. Non siamo mica meno generosi degli altri! e diamo anche noi ai soldati, e se non lo sopportiamo con gaudio, almeno con pace.
La Superiora delle Sacramentine mi diceva che aveva mai visto tanto spi­rito come adesso, tanto affetto di tutte verso Gesù Sacramentato, tutte più unite a lui... quasi che dal male ne è venuto davvero un bene. Così anche voi, senza pensare a niente, domani si ripiglia tutto come se fosse proprio stato niente. Il Signore ci consolerà e ne verrà anche del bene. E ne verrà certamen­te.
giuseppeallamano.consolata.org