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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
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sp; 4 marzo 1917
Quad. XII, 39-40
Alle Suore: Ep.la odierna: Rogamus vos (V. Conf.X, p.l3) Pratica.della carità fraterna (Suore
professe)
S. Francesco di Sales nelle
Costituzioni per le Suore della Visitazione, al N. XXV scrive: «Perché il costume porta che non solo le
sorveglianti, ma anche le altre sorelle avvisino nel refettorio dopo il rendimento di grazie dei falli ch'esse
avranno notati, lo che giova mirabilmente, sarà questo inviolabilmente osservato, come anche quello di
dire le colpe, e di fare le mortificazioni avanti al Benedicite». Dalle quali parole si deducono tre pratiche:
Pratica delle colpe — che voi fate in Cappella — Pratica delle mortificazioni che si usa in Refettorio,
— e Pratica della carità fraterna, che si fa in speciale adunanza delle sole professe. Parliamo ora
solamente di questa ultima: Prat. di C.tà Fr.a.
S. Francesco dice
tale pratica essere già in uso presso le Suore della Visitazione prima che egli la prescrivesse nelle Costituzioni;
e soggiunge che giova mirabilmente, perciò prescrive che sia inviolabilmente osservata.
Ma perché riesca bene e di vero profitto sono necessarie alcune
cautele da tenersi ben a mente e da osservarsi prima — nel mentre — e dopo l'adunanza, da chi fa gli avvisi,
da chi li riceve e da tutte.
1. Prima dell'adunanza tutte
ravvivino la fede, pensando di essere alla presenza di Dio, che si trova fra loro congregate; si
purifichi l'intenzione di cercare unicamente il maggior bene della Comunità e delle care
sorelle.
Nel mentre si vinca con fortezza la naturale ritrosia
all'umiliazione, e si ecciti il desiderio di essere nel numero delle avvisate e corrette.
Dopo l'adunanza non pensino più a quanto fu detto se non
per praticarne le correzioni e le ammonizioni, come fatte a tutte. Si rigetti come
tentazione il ricordo individuale; ed è proibito severamente di parlarne, con punizione di domandarne perdono
alla Superiora e di confessarsene rea nella prima seguente adunanza.
2. Le
sorelle avvisatrici nell'esame della Comunità e
delle mancanze delle sorelle pensino prima ai proprii difetti e con vera confusione facciano l'esame delle sorelle,
non mosse da invidiuzze o d'altre passioni. Non devono dire i piccoli difetti non abituali e già emendati (S.
Franc.), ma le deficienze generali della Comunità e le abituali delle sorelle perché pensino ad
emendarsene. Prima espongano alla Superiora ciò che intendono dire.
Le ammonite stiano
pronte a ricevere con molta superiorità di spirito le correzioni; cosa certamente molto sensibile
all'amor proprio, specialmente se nominate a, giudizio della superiora, non dando luogo ai risentimenti della natura,
né ad abbattimenti di cuore. Dice la Chantal: «Le figlie della Visitazione più vengono umiliiate e
più si umiliano».
Tutte le sorelle pensino che ciascuna avrebbe motivo di essere
ammonita e corretta se fossero intimamente conosciuti i molti suoi difetti.
La preziosa
adunanza avrà luogo ogni otto o quindici giorni, preferibilmente il Venerdì, in luogo appartato, e
presieduta dal Padre Superiore o dalla Superiora, e v'interverranno le sole Suore professe. Si recita
alternativamente il Veni Creator colle giaculatorie: O
Gesù così mansueto ed... — E SS. Vergine della Consolata. Si fa l'esame per qualche minuto. Chi presiede inviti la avvisatrice una dopo l'altra, dicano,
nominando solamente i nomi delle sorelle se dal superiore viene chiesto. Quelle che si riconoscono invitate o colpevoli
dei difetti s'inginocchino domandando perdono e ricevendone la penitenza. Chi presiede farà le debite
osservazioni per l'emendazione.
Infine si recita il De profundis in comune colle braccia in
croce, quindi baciata terra ognuna si ritira in silenzio e santa compunzione.
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Creato: Giovedì, 18 Settembre 2014 10:35
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Pubblicato: Lunedì, 12 Giugno 2006 23:00