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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
29 aprile 1917
Quad. XIII, 5
Corrispondenza e Perseveranza nella vocazione
religiosa
S. Alfonso scrive: la grazia della
vocazione e quella della perseveranza sono ben distinte tra loro. Molti hanno ricevuta la prima e si sono
resi indegni della seconda (V. Esto fidelis p. 124).
Principali
tentazioni contro tale perseveranza sono: 1) l'affetto ai parenti ed ai secolari; 2) Gli incommodi della
vita comune, e quindi cercare esenzioni nel cibo, letto ecc.; 3) Desolazioni di spirito più o meno lunghe...;
4) Dubbi sulla vocazione (v. pag. ant.); 5) Fuori io pregava di più, e più mortificazioni...; 6) Si
può fuori fare maggior bene ai prossimi...; 7) Fatto per la vita contemplativa (V. ivi p. 125 -
41).
Mezzi per la perseveranza: 1) Fuggire i difetti ad occhi aperti,
specialmente di superbia...; 2) Apertura coi superiori nelle tentazioni, specialmente sulla
vocazione... 3) Orazione non per conoscere la vocazione già avuta, quindi certa; ma per
perseverarvi. Quindi non: Loquere Domine, ma confirma Deus quod operatus es in me; 4) Pensare alla
predilezione di Dio: singulariter sum ego. — Scelta di Davide —; ed al punto di morte (Iv.
p. 141-145).
Scrive S. Alfonso: È necessario che si entri con
animo risoluto di vincersi in tutto, col discacciare dal cuore ogni appetito e desiderio che non è Dio, neper Dio.
Che si distacchi specialmente da quattro cose: 1) Dalla comodità; 2) Dai parenti; 3) Dalla propria
stima; 4) Dalla propria volontà (Op. Compl. vol. IV p. 405).
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Pubblicato: Lunedì, 12 Giugno 2006 23:00