- Dettagli
-
Scritto da Beato Giuseppe Allamano
5 agosto 1917
Quad. XIII, 14
Le prove presenti
(5 Agosto 1917)
Ritornato da S. Ignazio, dove attesi ai SS. Sp. Esercizi, voglio farvi partecipi dei frutti che ne
conseguii. Una verità mi occupò principalmente, ed è la conformità alla S.
Volontà di Dio. E ciò non solo quanto alla mia persona, ma anche per l'istituto. Pensando alle
prove, a cui al presente siamo soggetti verrebbe la tentazione di scoraggiamento. La casa in parte occupata con sempre
nuovi pericoli; molti membri divelti per la milizia; difficoltà nei viveri. Aggiungasi anche qualche defezione
dolorosa... L'istituto è opera di Dio e passerà tutte le prove per meglio rifiorire; e le attuali miserie
dopo averne purgato i membri, cesseranno, e vi rimarrà il buon grano. Dovete considerare che la presente tremenda
guerra è un castigo anche per noi, che forse non corrispondiamo bene alla S. Vocazione, non
viviamo da fervorosi per calmare la giusta collera di Dio. E se vi fossero tra voi e nei nostri soldati alcuni che
s'intiepidissero; allora il castigo sarebbe proprio nostro; e guai a coloro che lo provocassero. Io temo sempre di
voi e dei lontani. Sebbene in mezzo alle fatiche può darsi che godano di poter essere più liberi;
poveri infelici! cadranno in tiepidezza o peggio. Noi non cessiamo di sostenerli nei pericoli; tocca loro essere
forti in Dio, come i Santi Martiri. Dio non manca a chi lo cerca: cum ipso sum in tribulatione: eripiam eum et
glorificabo eum. E noi consoliamoci con S. Paolo ai Romani: Scimus quoniam diligentibus Deum omnia
cooperantur in bonum. Con lui diciamo: Quis nos separabit... (cap. VIII).
P.P. Albertone, quad. VII, 47-48
Conf. del 5 Agosto 1917
(Furono lette parecchie lettere d'Africa). Ora dunque una parte partite per S. Ignazio e un'altra parte resta con
me, e partirete poi dopo: e bisogna che siate contenti sia quelli che vanno che quelli che stanno, ad ogni modo
andrete tutti. E vi raccomando varie cosette: Prima di tutto nessuna disubbedienza al Sig. Prefetto. E poi andando a
passeggio non fare i «cavalàs» e non passare nei posti erbosi: perché quei là se ne
confessano quando passano nei posti dove c'è l'erba, confessano come un peccato. E una volta c'era un
peccato che io non capivo, e poi era questo, hanno un termine speciale per dire questo, e se ne confessano. E
poi anche non lasciarvi tirare a mangiare susine ecc... ma quest'anno c'è niente! ad ogni modo lasciate stare,
anche le nocciole, lasciarle. Il Parroco là mi diceva che uno ha detto: Vengono i missionari e portano via
tutto... «Ma non dite quello che non è vero! ». Ha detto lui, ma intanto dicono così. I
«brunsum», i funghi, sì, quando ci siano, e dove hanno tagliato il fieno; ma non fare come le pecore
matte! Bisogna dare buona idea alle popolazioni.
Un'altra cosa la sapete
già: il caro-viveri è già una brutta cosa, ma il peggio è che è anche caro non si
trova niente, non si trova la roba, il pane per esempio; l'altro giorno erano chiuse le panetterie. Mio domestico a S.
Ignazio per due giorni non ha trovato né pane né carne. E non siamo ancora alla fine, e non so come si
faccia! Una Signora l'altro giorno è venuta in sacrestia alla Consolata e mi diceva: «Non trovo pane, vado a
vedere se al Cottolengo vogliono rimettermene una pagnotta», e andava al Cottolengo, perché aveva avuto
un fratello prete lì, che aveva lasciato qualche cosa... Siamo a questo punto e mica che si dica questo
perché non mangiate, ma perché comprendiate. Si è pensato a tutto, e se non troverete pane le
suore faranno più minestra, e ne prenderete due piatti. Se non c'è pane mangerete polenta e non bisogna che
nessuno faccia il niffolo! Ai tempi di nostro Signore si parlava sempre solo di mangiar pane, niente altro: manducare
panem! Questo non è per togliervi il pane, non è mai mancato il pane a nessuno di noi, e non è
questione di dire di non mangiare, ma di dire che abbiate pazienza che non ce n'è, quando non ce n'è
... e senza tanti parlamenti, senz'altro. Quando non ce n'è, quare conturbas me?
Bisogna fare di necessità virtù, e fatelo per amor di Dio; è il governo che fa quello,
e non è il Papa. Anzi il Papa adesso ha persin tolto qualche digiuno ecc... ma noi non cerchiamo il Governo,
è la Provvidenza di Dio: guardate un po' se la Madonna e S. Giuseppe avessero detto: questo (il Signore) è
superiore al governo, e perciò non andiamo! No! È la Provvidenza. Sapete che cosa hanno fatto
all'Ospedale Martini? Hanno requisito tutto il carbone che avevano e adesso si contenta di fare una sola minestra
per tutti gli ammalati, e chi può mangia...
S'è provato a diminuire le spese per il mangiare,
e grazie a Dio si riesce. La minestra per esempio, si fa cuocere un po' e poi si mette in quel recipiente e a mezzogiorno
è cotta, e ben cotta! E così anche la carne: il Signore ha provveduto. Al mattino si fa cuocere un
poco, poi si mette lì e a mezzogiorno si tira fuori, vedete che bella invenzione! si fa di tutto per poter spendere
un po' meno.
Lassù a S. Ignazio ho provveduto un po' di formaggio, pensando che non si trovava
altro, e si mangerà un pezzettino di formaggio, tanto per non mangiare il pane asciutto. Vedete, ho speso 96
lire di formaggio, e l'ha ancora fatto per farmi un piacere a venderlo. E così se per caso non troverete
niente mangerete questo. Siamo a questo punto. Adesso c'è il grano, si taglia, si batte e poi vengono a
prenderlo e lo portan via! Così il fieno, patate ecc. e c'è poca roba. Il Sig. Vice-Rettore a Ceresole
Reale gli costava lire 16 al giorno e senza caffè, senza questo, senza quello!
Quello che voglio
conchiudere è «mai il musu»! contentatevi e fatevi tanti meriti. Contenti? Prendetevela contro il
governo, come i socialisti! No! Contro nessuno. Non cade foglia senza che Dio lo voglia. Fate come faceva Davide
quando Assalonne si rivoltò a lui e Davide scoraggiato fuggiva; ed ecco che un certo Semei è andato
lì, e perché era perseguitato lo insultava e uno dei suoi soldati ha domandato a lui il permesso di
tagliargli la testa. Ma Davide: «È mica lui! È il Signore che gliel'ha comandato! È il Signore
che lo fa gridare!» Vedete Davide che aveva buon spirito, prendeva tutte le cose dalla mano di Dio. E quando manca
qualche cosa dite: È nostro Signore che mi dà questo pezzetto di pane! Bisogna riconoscere nel bene e nel
male la mano di Dio a nostro bene!
Quelli che stanno qui abbiamo ancor tempo a dirci tante cose. Quelli
che partono si ricordino di pregare là a S. Ignazio per i soldati. E così verrete giù carichi di
grazie, anche se non grassi. Come si fa? Vi alzerete presto, andrete alla Stazione farete colazione là e piglierete
aria buona. E spiritualmente? Che cosa dicevo di fare gli altri anni? Bisogna che in tutti i paesi ove passate,
salutiate nostro Signore, che diciate un requiem, per le anime del purgatorio di quel paese che facciate la Comunione
spirituale. E partendo prenderete la benedizione della Consolata affinchè vi protegga da ogni male spirituale e
corporale. E poi avere viva fede, anche quando non siete in chiesa, nei corridoi del Santuario, si gira sempre
attorno alla chiesa, e anche quando si va giù dal monte si fa tanti giri e giri si è sempre attorno a Nostro
Signore. E così bisogna ritornare più buoni di quello che si era quando si è partiti.
- Dettagli
-
Creato: Martedì, 13 Giugno 2006 11:17
-
Pubblicato: Martedì, 30 Novembre -0001 00:00