LA SCIENZA E LO STUDIO

                       14 ottobre 1917
Quad. XIII, 25- 26
La scienza e lo studio
(14 Ott. 1917)
La pietà sola può formare un buon eremita; ma solamente con­giunta colla scienza potrà un dì renderlo buon sacerdote (P. Giordano, Eserc. p. 57).
Dando principio all'anno scolastico esaminiamo cinque cose: Ne­cessità della scienza e quindi dello studio per acquistarla - materia degli studi; - Modo di studiare; - Fine con cui si deve studiare.
1) Che la scienza sia necessaria (V. Conf. fasc. IX p. 5). Nell'antica Legge il Sommo Sacerdote portava sul petto il Razionale (V. Giordano l.c.). S. Paolo a Timoteo: Attende tibi et doctrinae. Non bisogna aspet­tarsi la scienza infusa come gli Apostoli; i quali però stettero prima alla Scuola di N.S. per tre anni; e solo dopo lo Sp. S. supplì alla loro man­canza.
Alle Suore solo le parole di N.S.: Euntes...
Credetemi; farete molto o poco bene, od anche male secondo lo studio.
2) La materia del vostro studio è quella propostavi dai vostri supe­riori. Letteraria pei giovani; —filosofica e teologica pei chierici e sacer­doti; — per tutti catechistica e professionale di arti e mestieri perché fu­turi missionari e missionarie. In particolare è necessario lo studio delle lingue antiche e moderne (V. Conf. — Fasc. IV p. 5).
3) Sul modo, dovete studiare con profondità, con temperanza e piamente. Studiate i trattati che vi sono proposti dai superiori, fate di ben comprenderli e portare a memoria, e non studiarli solo per la recita della scuola e gli esami. Se resta tempo approfonditevi su libri certi e solidi (V. Conf. f. IV p. 5). — Con temperanza, non voglio dire, massi­me pei giovani, che abbiate paura di studiare troppo, interpretando malamente il detto di S. Paolo: Non plus sapere, quam oportet sapere, sed sapere ad sobrietatem. Significa occupare tutto il tempo assegnato allo studio, e non rubare il tempo della preghiera e quello destinato ai lavori manuali (V. Conf. fasc. IV p. 5; C. Bona: Si nullam, V.l.c.). Es. Card. Baronio.
Piamente ricorrendo al Signore per lume ecc. Il Card. Bona: Inter studendum saepe ad lumen aeternum confugies, atque ad Deum per creaturas ascendas. Aspirazioni, giaculatorie.
4) Fine dello studio per voi dev'essere la gloria di Dio, la utilità propria ed il bene dei prossimi. S. Bernardo: Ad suam et proximi utili-tatem, et ad Dei gloriam. Il che spiegando il Santo distingue gli studenti in cinque categorie: Sunt qui... (V. Mack p. 84).
Voi fortunati se subito e di seguito...
P.P. Albertone, quad. VII, 59; 62-63
Conf. del 14 Ottobre sullo Studio (1917)
Quatro cose da dirvi:
1°) La necessità dello studio.
2°) Che cosa studiare; la materia dello studio;
3°) Il modo;
4°) Il fine per cui dobbiamo studiare.
È necessario lo studio? Il Signore mi favorisce il modo, il tempo, i mezzi per poter studiare... per acquistarla, agli apostoli prima ha fatto lui scuola tre anni, e poi non bastava, e allora è disceso lo Spirito Santo sopra di loro e ha compito quello che non sapevano. E anche voi se farete tutto quello che potete il Signore aggiungerà del suo direttamente, ma, aiutati che il Signore t'aiuta;
siete qui per questo solamente. Che cosa ha detto il Signore agli Apostoli? Euntes docete omnes gentes! Ora è chiaro che non possiamo insegnare se non abbiamo imparato! Ma voi direte: andremo mica a insegnare le declinazioni! — No, ma questo è il principio, per imparare il resto, quello che si dovrà inse­gnare!
Adesso studiate rosa rosae, ma è come quando si fabbrica un palazzo: si sotterra anche tanta roba, ma quello è poi che sostiene su tutto! Così voi se imparate bene potrete poi dire il Breviario, e la S. Messa! Anche se noioso, questo principio bisogna metterlo. Se uno facesse l'eremita non avrebbe biso­gno di sapere tanto, ma uno che venga missionario, che voglia farsi sacerdote, bisogna che studii. Bisogna non solo farsi santi, ma anche dotti. S. Francesco diceva: sapete perché Ginevra cadde in mano dei Calvinisti? Perché appunto i preti molti mancavano della scienza necessaria per combatterli!
Così anche il Signore nella S. Scrittura richiede sempre la scienza dei sa­cerdoti suoi: Il Sommo Sacerdote nell'antica legge aveva sempre sul petto un quadro dove aveva dodici perle colle dodici tribù d'Israele, e si chiamava il ra­zione [ = razionale o pettorale] ed indicava che egli doveva istruire e dire la ve­rità: doctrina et veritas! Ed il Signore diceva: Labia sacerdotum custodiant scientiam, et legem requirant de ore eius! E in Osea il Signore dice: Quia repu­listi scientiam ego quoque repellam te ne sacerdotio fungaris mihi.
Perciò questo è un dovere, una necessità, e non dobbiamo aspettare do­po, dobbiamo farlo subito! In proporzione che il sacerdote studia farà molto bene, e se non studia farà molto male!
2° Studiare che cosa? Fate l'ubbidienza! Studiate quello che i superiori vi mettono davanti! ecc. (v. conf.ze degli anni scorsi sulla medesima materia).
3° Come studiare? Profondamente; 2° con temperanza; 3° piamente!
a) studiare profondamente: è il più importante: in generale si legge la le­zione, e poi si dice: la so! la so! e così invece rimane poi lì attaccata con la sali­va. E poi si balbetta, si aspetta il compagno che suggerisca... Non bisogna mai suggerire; non è carità; dica ognuno quello che sa, e basta. Questo non è cari­tà. E un po' duro questo lo studiare profondamente, eppure bisogna battere finché entra! Chi ha troppa facilità a imparare in generale poi non sa la lezio­ne o non la ricorda. Quando ho dato l'esame per la vestizione c'era un giovane vicino a me, che ha finito tutto in pochissimo tempo. E lo invidiavo un poco... Si è messo lì e ha già finito, ed io sono ancor qui intanato. Ma poi sapete l'ef­fetto? Io sono passato, e lui ha dovuto ripetere! Non mai prendere un libro per leggere quando non si ha tutto finito quello che si deve fare. Bisogna fare prima il dovere, è più duro, ma bisogna stare lì!
(Quanto allo studiare con temperanza e piamente vedi conf.ze passate sul me­desimo argomento; così pure riguardo al fine dello studio).
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