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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
20 gennaio 1918
Quad. XIII, 36
2 Dom. Epif. (20 Genn. 1918)
Vangelino sul Vangelo: Nozze di Cana
Fatto leggere
in italiano il testo, alcune osservazioni sul tempo, usi ecc. (V. Martini); fermiamoci su di un solo pensiero: La
potenza e bontà di Maria SS.
1) Gesù non voleva
ancora fare miracoli, e dice alla madre: Quid mihi...; nondum venit hora mea. Eppure cedette alla domanda di lei,
anzi al semplice annunzio: vinum non habent. E la Madonna era tanto sicura di ottenere il favore, che senz'altro
ne avverte i servitori. Maria SS. dicono i Santi, è onnipotente non per natura, ma per
volontà di Dio che dispose omnia nos habere per di Lei mezzo, come dice S. Bernardo nella nostra
orazione della Consolata.
Se Mosé tanto potè sul
cuore di Dio da sospendere i castighi voluti sul popolo infedele, quanto più Maria può sul cuore di
Gesù!
2) Maria poi è sì buona madre per noi che si
commuove ai nostri bisogni. Non pregata da quegli sposi, perché non arrossiscano ottiene da Gesù un
miracolo. Tanto più farà a noi le grazie se la invochiamo. Maria s'interessò d'una grazia
materiale, molto più si commoverà se le domanderemo grazie spirituali.
In quel vino S. Bernardo vede raffigurata la grazia della divozione ed il fervore della
carità: gratia devotionis et fervor charitatis. Domandiamo queste due grazie alla SS.
Vergine. Diciamole sovente: Vinum non habeo; ed Ella lo dirà pure a Gesù: vinum non habent.
Otterremo quell'affetto nelle preghiere e quell'amore a Dio che ci è assolutamente necessario per farci buoni
e santi. Ci lamentiamo talvolta di essere freddi e svogliati in Chiesa, domandiamo alla Madonna che ci scuota, e noi
da parte nostra scuotiamoci, e così diverremo fervorosi.
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Pubblicato: Lunedì, 12 Giugno 2006 23:00