DOPO LA PARTENZA DEI MISSIONARI

    26 gennaio 1919
Quad. XIV, 21-22
(26 Genn. 1919)
Ai Chierici e giovani dopo la partenza
dei missionari: PP. Chiomio, Cavallo, Mauro e Spinello
Miei cari, avete assistito alla partenza dei nostri quattro missiona­ri... avete detto: quam speciosi pedes evangelizzantium... Colla pena della separazione da tali ottimi sacerdoti si suscitò in voi ognor più la brama dell'apostolato, e sentii in varii il lamento di dovere ancora ritar­dare tanti anni. Bene; ma avete voi riflettuto alla sublimità del ministe­ro, a cui anelate, e come dobbiate prepararvi per essere tranquilli nel giorno della vostra partenza? E ciò che stassera voglio farvi considera­re.
1. La vocazione all'apostolato è opera divina, di cooperazione alla Redenzione e di ministri della Chiesa (V. Vocaz. Apostolica del Miss. III).
2. Nel giorno della vostra partenza sarete tranquilli di esservi ben preparati. Perciò considerate quale in quel giorno sarà il giudizio dei vostri superiori, dei compagni e di voi stessi, e di Dio (V. Quad. IV, 20).
3. Viene talvolta ad inquietare gli alunni missionari il dubbio di non essere chiamati all'Apostolato, pena dolorosa, che fece perire mol­te vere vocazioni, od almeno intiepidì il fervore per ben prepararsi.
4. Ho io questa vocazione? Rispondo, che per sapere non è neces­sario avere segni straordinarii come S.Paolo e gli Apostoli chiamati da N. S.G.C, direttamente; e tali segni non bisogna pretenderli. Venisse anche un Angelo dal Cielo, potremo dubitare che sia un'illusione. Ba­stano per essere sicuri della vocazione i segni speciali, ed io vi dico che quanti siete qui li avete questi segni, eccetto il giudizio contrario indica­tevi dai vostri superiori, per inettitudine fisica o morale, o piuttosto per mancanza di corrispondenza.
Tutti avete avuto qualche segno speciale, piccolo forse, parve ca­suale, ma da Dio ordinato alla S. Vocazione. Fu un libro della Prop. della [Fede], la festa della S. Infanzia, una parola del parroco o del confessore, anche una disdetta e la stessa povertà, per cui non potere prendere altra via. La vocazione missionaria è la disposizione... (V. I. cit. Vocaz. Apost.).
5. Si è obbligati a seguire tale vocazione, o si potrà lasciarla per vi­vere nel secolo, anche come semplice sacerdote? S. Alfonso dottor mo­ralista benigno scrive (Op. IV p. 597) che chi non segue la vocazione difficilmente si salva, e reca il D. Habert: Licet absolute loquendo, salvari possit, difficulter et non sine magnis difficultatibus poterit saluti suae consulere. S. Agostino: Bene curris, sed extra viam. Es. un orolo­gio cui manca la ruota maestra, così il P. Granata (Ivi p. 596). S. Pao­lo: Unusquisque proprium donum habet ex Deo (Ivi p. 596). Es. uno invitato a ministro (Ivi p. 596). Un medico od ingegnere...
Conchiudo con S. Agostino: Qui spreverunt voluntatem Dei invi-tantem, sentient voluntatem Dei vindicantem (Ivi p. 398).
giuseppeallamano.consolata.org