UFFICIO DELLA MADONNA

14 marzo 1920
Quad. XV, 16
Ufficio della B. Vergine
(in occasione della stampa ricevuta dal Kenia)
Che cosa è - Importanza - Modo di recitarlo; - Beni che apporta. 1. L'Uffizio della Madonna è una preghiera vocale, e pubblica per l'istituto, composta di salmi, inni, versetti ed oremus a lode di Dio e della SS. Vergine. Sostanzialmente venne composto da S. Pier Damiani o da S. Bonaventura (V. Quad. I p. 26).
I salmi in numero di 150 (ivi). I scelti per l'Uffizio sono applicabili
a Maria SS. e ne proclamano le glorie.
2. È una preghiera speciale dell'istituto, essendo applicata alla Consolata in conformità del Breviario dei sacerdoti nella Festa ed otta­va della solennità. - Ho grande fiducia in questa preghiera pei bisogni e la prosperità dell'Istituto. Desidero che si reciti da tutti possibilmente. Fatti dei Certosini e delle Comoglio (Ivi).
3. Modo di ben recitarlo (Ivi).
4. È una preparazione al S. Breviario; così si fanno frequenti visite al SS. Sacramento. Amarlo e recitarlo a voce da tutti, con attenzione, interna ed esterna (ivi).
P. V. Merlo Pich, quad. 91-97
14 Marzo 1920
Diciamo due parole sull'Ufficio della Madonna. È una preghiera vocale, pubblica: un'imitazione dell'Ufficio divino che recitano i Sacerdoti, o piutto­sto è lo stesso ufficio ma più corto, applicato alla Madonna.
E composto di salmi, inni, preghiere e aspirazioni che sono i versetti: in complesso è un mazzetto di fiori che si regala a Maria SS.
Dopo il Breviario è la più bella preghiera. Il primo che ha recitato l'Uffi­cio della Madonna è S. Pier Damiani. S. Bonaventura l'ha propagato molto.
Per aver un'idea dell'eccellenza di questo ufficio, basterebbe sapere che è composto di preghiere già usate dai Santi e insegnate da Dio stesso.
E anzitutto è composto di Salmi che son sempre stati una preghiera co­mune e generale sia tra gli ebrei che tra i cristiani. Contengono i fatti principali dell'A.T.; il loro scopo è di pregare per il perdono dei peccati. Sono una storia ed una profezia: come storia ricordano le varie grazie fatte da Dio al popolo ebreo, — come profezia parlano di G.C. e del suo regno, la Chiesa.
Son sempre freschi e nuovi! Fan sempre del bene a dirli in Chiesa e da noi!...
Così le altre parti che sono più particolareggiate per la Madonna.
Lo spirito dell'Uff. d. Madonna è spirito della Chiesa, non una preghiera privata. È proposto dalla Chiesa e quindi è la miglior preghiera per la Madon­na.
I Certosini a Grenoble nel principio della loro fondazione erano spronati a seguitare nella loro vita, che è molto aspra, da S. Brunone. Ma dopo un po' di tempo S. Brunone fu chiamato a Roma ad aiutare il Papa che era un suo di­scepolo; ed allora si sono disanimati, e decisero di andarsene. In questo stato, mentre pregavano in coro, è comparsa loro la Madonna a consolarli, e diceva loro: «Perché non ricorrete a me? Oltre l'Uff. divino dite anche il mio Ufficio, ed io vi assicuro della stabilità della vostra vocazione, e che il vostro ordine durerà fino alla fine del mondo senza riforma».
D'allora in poi i Certosini hanno sempre recitato due uffici; ed hanno ot­tenuto di continuare sempre forti e perseveranti. E sebbene non siano molto numerosi, tuttavia vi sono molte Certose e vivono ancora sotto la regola anti­ca. Vedete che importanza bisogna dargli!....
Di una Signorina morta a Torino in concetto di santità si legge nella vita che la Madonna le avea suggerito che quando avea bisogno di grazie particola­ri, si appigliasse al suo ufficio. Una volta si trattava di far ricoverare un am­malato; era andata a battere dappertutto: non c'era verso: sempre no! Ha det­to l'Uff. della Madonna, poi è andata a battere alla porta di un'ospedale e l'hanno subito accettato.
Così se voi avete bisogno di grazie particolari e avete già fatto novene e non potete ottenerle, prendete l'Uff. della Madonna: è il mezzo più potente.
Questa dev'essere la preghiera della Comunità, la nostra preghiera pub­blica. Com'è bello! Tutti i giorni e molte volte al giorno; occorrono di fare tante visite a Gesù Sacramentato.
Perché i principi del nostro Istituto sono stati così benedetti dalla Madon­na? A motivo del suo Ufficio!... Quanta gente ricordano ancora la Consolatina! L'altro giorno una persona mi diceva: Non dimenticherò mai la Consolatina: andavo sempre a sentire e ad accompagnare i Chierici che dicevano l'uf­ficio così bene! coll'asterisco! Ed era un uomo! Prendete affezione a questa preghiera.
E come recitarlo? Con vero sentimento di pietà. Non rimpiangere di rifa­re tante volte quegli scalini: più montiamo degli scalini, più ci avviciniamo al Paradiso. Il Ven. Cafasso andava sempre a visitare gli ammalati in su nelle soffitte; e il domestico gli diceva: «Lasci andare qualcun altro lassù!». Ma il Venerabile rispondeva: «Mio caro Giovannino, ogni scalino è un passo verso il Paradiso!».
Andarvi volentieri, con gioia! e prepararsi salendo, raccoglierci. Comin­ciare a distaccarci da questo mondo, dai pensieri estranei anche buoni, perché sia più facile lasciarli fuori della porta prendendo l'acqua santa come faceva S. Bernardo, per riprenderli poi uscendo. «Ab alienis cogitationibus: anche buoni!».
Voi avete la fortuna di capire il latino che è facile; ma anche se una suora non capisce, non fa niente; lo dice a nome della Chiesa e intende ciò che inten­de la Chiesa. S. Tommaso dice che per chi capisce, anche questa è una refezio­ne spirituale; — refectionem spiritualem habet - è come se mangiasse una pie­tanza: lo spirito gode.
Ma per questo bisogna recitarlo con attenzione. Cosa vuol dire far atten­zione? Non è necessario fermarsi su ogni parola; basta prendere un pensiero qua e là. Bisogna che ciascuno si metta d'impegno a recitarlo meglio che può; mandar via le distrazioni, tener sempre il libro in mano, che aiuta a star atten­ti, — senza macchiarlo colle dita: tener il dito sull'immagine. Sul mio Brevia­rio non c'è mai nessun dito: si tiene un'immagine, e quando non è più decente si brucia. Qualche volta io ho già guardato il libro che avete se c'è qualche di­to!...
Bisogna recitarlo con sentimento, con gusto per ottenere lo scopo.
Anche esternamente bisogna che ci sia un coro: non abbiate paura del mal di stomaco; non c'è mai morto nessuno di mal di stomaco per aver fatto preghiera vocale. Far un bel coro, senza disturbare quei là di fuori. Ciascuno dia il suo contributo; come è brutto, quando nelle sue preghiere comuni non dicono tutti forte! Si faccia un bel coro pieno, in modo che la Madonna sia contenta. Se no cosa direbbe? — Cosa fa quello là? — ...
Il Breviario non basta dirlo solo coll'occhio; bisogna pronunciare! Non è necessario che tutti sentano, ma deve essere vocale; se no non vale e si fa pec­cato. L'Uff. della Madonna non è sotto pena di peccato: tuttavia nessuno manchi, a meno che non stia bene!...
Mi raccomando che lo diciate con vero amore. Se faremo così saremo sempre benedetti da Dio, otterremo delle grazie particolari individuali e alla Comunità. L'Ufficio della Madonna tirerà le benedizioni di Dio sopra di voi sulla vostra preparazione alla professione ed agli ordini.
Se non siamo ben fondati sulla perfezione, in Africa capiterà quello che dice il P. Superiore: nelle cerimonie: in principio le mani si tengono ben unite e diritte... ma poi cominciano a calare... calare... È espressivo questo! Questo non deve capitare nelle mani, e neppure nella perfezione... Quando comincia­no a calare, drizzarle subito!
giuseppeallamano.consolata.org