DOVERI DEI SUDDITI (1)

15 settembre 1920
P.V, Merlo Pich, quad. 138-140
15 Settembre 1920
Ho detto domenica che il primo dovere verso i Superiori è la riverenza e questa la dovete avere anche coi Sacerdoti. Chi non rispetta il carattere sacer­dotale negli altri non lo rispetterà neppure in se stesso...
E poi mai criticare sulle disposizioni date dai superiori. Oh, quanto male si può fare colla lingua! Si può far tanto bene, lodar Dio... ma anche quanto male!... È per questo che Dio ci ha dato due orecchie per ascoltare e una sola lingua... e per di più le orecchie son sempre aperte, e invece la lingua l'ha mes­sa come in prigione, con due porte, un cancello come quelli di ferro delle car­ceri che sono i denti e poi un'altra che sono le labbra. E questo affinchè prima di parlare ci pensiamo due volte e poi prima di aprir le labbra ancor un pochi­no... I vecchi che non son più tanto chiacchieroni, han sol più bisogno di una porta. Ah! guai a colui che mette male in mezzo agli altri! In Africa c'era un coadiutore che faceva così... Anche qui mancava già di sincerità... che se ne facciano, pazienza! ma almeno che ci sia la sincerità da confessarlo!... Ebbene in Africa s'è messo a metter male fra i coadiutori che mi scrivevano poi che so­no venuti tutti ad un filo da perdere la testa... Ebbene, ho mandato a dire che lo mandassero via, lontano, lontano!... Guai al mettimale! È un demonio in­carnato!... Quanta responsabilità avrà al tribunale di Dio!
Ebbene, se ci sono di costoro in mezzo a voi, bisogna isolarli, lasciarli da parte, affinchè si emendino!...
Queste cose ve le dico perché ho il dovere di coreggere: «incumbit neces­sitas!». Non voglio poi mica dover rendere conto per voi al tribunale di Dio! Ho già tanti miei peccati da rendere conto... «ab alienis parce servo tuo!»...
(A un nuovo chierico) Ascolta le parole di questo vecchio, tu che sei giovane, perché quando io non ci sarò più, dirai: «Quel vecchio là era un po' brontolone, ma diceva tante verità!...».
È segno che non ha vocazione chi trova il maestro troppo severo... Chi ha buona volontà, ha volontà di emendarsi non trova mai il superiore troppo ri­gido.
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