ORDINAZIONI

19 dicembre 1920
Quad. XVI, 5
19 Dic. 1920
Ordinazioni del P. Nepote ecc.
Rallegriamoci coi dieci di fresco ordinati, e con noi medesimi. L'onore loro è pure nostro e dell'istituto. Il Signore fece una grazia spe­ciale a ciascuno, ma ne fece pure una grande a noi, al nostro istituto.
Quando Dio sceglie qualcuno a suo ministro, gli dimostra una pre­dilezione, e così alla famiglia, al paese ed alla Congregazione cui appar­tiene. Infelici quei paesi, donde non mai esce un sacerdote; così quegli istituti che mancano di soggetti. Fatto di S. Bernardo e compagni.
Dobbiamo ravvivare la fede, e dire con S. Paolo ai Corinti: Sic nos existimet homo ut ministros Christi et dispensatores mysteriorum Dei. Vedendo i nuovi ordinati come gli antichi riflettiamo a ciò che sono, al­la dignità di cui sono stati insigniti. I profani in loro non vedono che il tale; noi no, ma... Così stimeremo in loro ciò che dovremo poi stimare in noi.
Esaminiamo i singoli Ordini... (V. Quaderni IV p.2 - XI p. 11 e XII p. 17).
P. V. Merlo Pich,quad. 216-222
19 Dicembre 1920 (Ordinazioni)
Il Signore ci ha fatto una grazia particolare: un neo-sacerdote, due diaco­ni, due suddiaconi e vari minoristi. Sapete che allora c'erano due vecchi a Cistercio che temevano di morire e così si spegnesse il loro Ordine, perché eran sol più loro, non venivano novizi... e pregavano il Signore che ne mandasse... Un bel momento arriva S. Bernardo con 22 compagni con una volontà di fer­ro.
Come consola quando il Signore moltiplica gl'individui, e tutta roba buo­na, di prima classe! Il Signore ascolta le preghiere della Chiesa: «mitte operarios in messem tuam...». Perché se non ce ne viene allora noi abbiamo poi paura di morire che non ci sia neppure uno ad assistere alla nostra sepoltura...
Questo neo-sacerdote è una grazia, un segno che il Signore ci vuol bene. Ci son dei paesi in cui non ci è mai nessun prete. Non è che non ci siano vo­cazioni, ma è perché non si è mai stuzzicata... ma si fanno quest'idea, e dico­no: Non è terra da vocazioni. Ebbene questo è un cattivo segno: o che non si coltivano le vocazioni, o che il Signore non ha l'occhio su quel paese... Invece quando da un paese, da una famiglia esce un sacerdote, è un segno particolare della bontà di Dio.
Preghiamo il Signore che moltiplichi l'Istituto e gli ordinati... In tutte le ordinazioni della diocesi c'è sempre una parte dell'Istituto... Così si moltiplicherà il bene... e poi si moltiplicano anche le missioni. C'è Mons. Barlassina che scrive chiamando subito dei missionari... Gliene abbiamo già mandato due... l'appetito vien mangiando ... ce n'è bisogno... So che voi avete deside­rio di partire, ma bisogna desiderare di partire quando il Signore ci vuole: non aver fretta né paura.
Dunque questo neo-Sacerdote è una grazia del Signore, un segno che il Si­gnore vuol bene all'individuo ed alla comunità.
Poi ci son gli altri che hanno ricevuto gli altri ordini, e prima la tonsura. Che cos'è? Non è un'ordine, ma solo una cerimonia ecclesiastica, in cui prima si tagliano i capelli dicendo le parole che diceva già la tribù di Levi nella divi­sione della terra promessa: «Dominus pars haereditatis meae et calicis mei»; è una specie di voto di spirito di povertà, di distacco dalle cose di questo mondo che si fa. Poi si mette la cotta: voi la portate abusivamente: solo ricevendo la tonsura se ne riceve il diritto...
Poi ci sono gli ordini minori che una volta si davano uno a uno, poi si da­vano insieme, e adesso il codice non permette più che si diano tutti insieme.
E questi sono ordini? Sì ma non maggiori... E quali sono? Ricordatevi la parola: O-L-E-A. Non sono ordini propriamente detti: sono sacramentali, non operano ex opere operato ma ex opere operantis... ma voi ne capite niente di queste cose!... Hanno la loro materia e forma, ed hanno degli speciali santi protettori... L'Ostiariato è come l'ufficio di sacrestano; nel Lettorato si deve acquistare un particolare amore alla S. Scrittura;... Coll'Esorcistato si riceve il potere di cacciare i demonii... Vedete l'importanza che dà la Chiesa a queste funzioni! È vero che gli ordini minori possono darli anche gli Abati mitrati, i Prefetti Apostolici... ma in generale si deve disturbare un Vescovo.
Poi il Suddiaconato. Non è ancor Sacramento, ma è un ordine maggiore. L'importanza del Suddiaconato è grande perché ha inerente il voto di castità perfetta: il Suddiacono fa promessa di osservare la castità per tutta la vita; e poi assume l'obbligo del Breviario sotto pena di peccato mortale anche se ne lascia solo una parte. Per ricevere il Suddiaconato bisogna avere un titolo, che per i Sacerdoti fuori possono essere campi o beni del valore di circa 240 lire ... che abbiano un quid da poter vivere insomma; e senza titolo non si può riceve­re l'ordinazione. Il vostro titolo è quello delle missioni. Intanto siete ordinati in quanto che siete nell'Istituto. È per questo che la vigilia prima di ricevere il Suddiaconato si fa una promessa speciale.
Poi c'è il Diaconato. È della massima importanza. Ha per protettori: S. Lorenzo, S. Vincenzo, S. Stefano. Per ricevere il Diaconato bisogna che ci sia­no le cinque condizioni richieste nella S. Scrittura, negli Atti degli Apostoli:
1) Devono essere - viri boni testimonii - devono essere stimati dai compa­gni e dai superiori.
2) pieni Spiritu Sancto — non di peccati e di miserie.
3) pieni fide — che abbiano fede viva, e non solo poco, ma ne devono es­sere pieni, devono essere uomini di fede.
4) pieni sapientia: — e non solo di scienza.
5) pieni fortitudine: — non esser lì come un coniglio, esser capaci a sop­portare qualcosa per Dio... S. Stefano ha sofferto il martirio.
Quindi voi altri dovete prepararvi; e quelli che lo sono già, guardino di avere queste condizioni.
Ma il principale è il Sacerdozio: questo è il nostro culmine... Haec dies quam fecit Dominus.... Questo è il giorno più bello che abbiamo in vita dopo il Battesimo... si ricorderà sempre. Sapete qual'è l'altezza della dignità del Sa­cerdote: egli ha potestà sul Corpo di N.S. e di rimettere i peccati, come dice S. Paolo: «Sic nos existimet homo ut ministros Christi et dispensatores mysteriorum Dei. Quando uno è sacerdote è un altro del tutto, è ministro del Signo­re. «Non guardate a me, diceva S. Paolo: da sé uno ha niente..., ma non solo Paolo: son ministro di Dio!». Quando uno ha preso l'ordinazione, non è più quel là: ha ancora l'aria... cammina ancora come prima... ha forse anche qualche difettuccio... ma è lui e non è più lui... così lui qui è ancor sempre il nostro caro Nepote, ma non è più lui... è ministro di Dio!... Ah! se avessimo fede! E deve essere così! Lo dice S. Paolo: Per carità, non ragionate dalle ap­parenze di terra... come Paolo io son miserabile... ma come ministro di Dio assolvo dai peccati... Bisogna sempre avere questo pensiero: ogni Sacerdote come ministro di Dio è intangibile...
.... Come diceva quel santo alla Madonna: «Scusatemi, sono impertinen­te; ma io sono più di voi: fate discendere N.S. se siete capace!...».
Se si avesse fede non si cercherebbe di confessarsi da uno perché è più santo di un altro: qualunque sacerdote può assolvere!... Anche la madre di S. Francesco di Sales che si confessava da suo figlio, intendeva di confessarsi dal ministro di Dio che era in lui. Un parroco mi diceva: «A me piace di più con­fessarmi da uno che mi conosce che nascondermi in un confessionale...». Si deve essere indifferenti a confessarsi a qualunque sacerdote...
Perciò dobbiamo rispettare il Sacerdote: anche se uno non è degno, il ca­rattere è sempre carattere.
Sic nos existimet homo ... etc...
Preparatevi ad essere poi ministratori degni, meno indegni dei misteri di Dio.
giuseppeallamano.consolata.org