- Dettagli
-
Scritto da Beato
Giuseppe Allamano
13 marzo
1921
Quad. XVI,
8
(13 Marzo 1921)
Per le Messe
dei padri Botta ed Occelli
Sulle S. Cerimonie (V. Quad. III, p. 1 e 15 in breve)
P.V. Merlo Pich, quad. 362-366
13 Marzo 1921
(Ordinazione
sacerdotale PP. M. Botta e O. Occelli)
Vedete: «Quam bonum et quam
jucundum habitare fratres in unum!». Questo è un giorno proprio di festa nostra; e specialmente per i due
sacerdoti che sono stati ordinati; ma è anche roba tutta nostra. Adesso saranno 14 Sacerdoti (compreso un
diacono e suddiacono). In Africa domandano sempre tanti Missionari, e ne aspettano. Il Signore ci fa vedere che non manca
di provvederci di personale a tempo e luogo, per soddisfare ai bisogni della Chiesa e dei fedeli. Questa
perciò è una grazia di Dio alla Chiesa, ma specialmente al nostro Istituto.
Il numero aumenta:
e son vere vocazioni coronate col Sacerdozio. Invece ci sono certi Istituti in cui il Signore li lascia mancare, e devono
piangere la deficienza di individui: devono chiudere case, lasciare Missioni, per mancanza di soggetti. Invece da noi
non è così. Se non mi sbaglio, adesso siete 56 chierici: è un bel numero: è già un
Seminario Maggiore, il nostro. È una grazia di Dio.
Sebbene non sia il numero che faccia, tuttavia il
numero fa molto, tanto più quando c'è anche il resto.
Ricordo un fatto della vita di S.
Bernardo. Quei poveri frati piangevano che non avevano personale, e avevano paura che morti loro, si dovesse chiude-
545
re il monastero. Allora è venuto S. Bernardo con tutti i suoi compagni... e
dopo son cresciuti tanto che il monastero di Chiaravalle, contava circa 800 individui...
È
una grazia per i due Sacerdoti, ma anche per l'Istituto e per le Missioni... perciò vi dico che dobbiamo essere
contenti. «Gaudete, iterum dico: gaudete».
È una gloria e una grazia nostra di cui
dobbiamo ringraziare il Signore. È segno che il Signore ci benedice, e che noi facciamo il nostro dovere,
perché il Signore ci prepara le provviste quotidiane, il necessario per vivere... perché se no, non ci
manderebbe personale, o ci lascerebbe morir di fame.
E voi, bisogna che incominciate a prepararvi. Non
aspettare all'ultimo anno... allora ciò che uno sarà, sarà. Chi ha ancora tempo si metta subito di
proposito a santificarsi. «Hodie si vocem Domini audieritis, nolite obdurare corda vestra...». Allora sarete
fortunati se farete così, e sarete contenti come i nostri due bravi Sacerdoti. Il Signore li ha provati ben bene;
ma essi sono sempre stati saldi nello spirito della Vocazione e nei costumi. Perciò il Signore adesso li ha
consolati: e una corona che il Signore dà loro... mentre che le pene che furono furono... essi sono stati alquanto
martiri... ma il Signore li ha aiutati.
Io voglio lasciarvi un ricordo della Ordinazione di oggi: ed
è quello di fare bene le Sacre Cerimonie. S. Giuseppe da Copertino una volta interrogato da un sacerdote come
doveva fare per farsi santo, gli rispose: Procuri di celebrare sempre bene la S. Messa e di dire sempre bene il
Breviario: così fanno i Sacerdoti santi. Non bastano queste due cose per essere santi; ma se si fanno bene queste
cose, si faranno bene anche le altre.
Come si fa a celebrare bene la Messa? Prima di tutto ci va la
preparazione: se occorono già certe condizioni per la S. Comunione, tanto più per la Messa. Bisogna
star sempre ben attenti alle Sacre Cerimonie, ai santi riti, prendere una vera affezione, sempre far bene le S. Cerimonie,
di qualsiasi genere: con cuore, bene, a tempo, con spirito. Se non cominciate a far bene fin da adesso le piccole
Cerimonie che avete da fare, si arriverà Sacerdoti che si faranno poi male, o almeno materialmente.
«Oh, sol questa genuflessione, questo segno di Croce!». No, fatele bene, anche le cose piccole! Questo
è anche un segno di vocazione: se uno non fa con affetto le Cerimonie, è segno che non è chiamato. Il
Signore a coloro che chiama al Sacerdozio, infonde per le Cerimonie una affezione, un amore speciale, uno spirito.
Perciò vi raccomando questa cosa, specialmente in questi giorni, in cui ne farete molte (settimana santa).
Studiarle, prepararsi a farle bene... non credere di perdere tempo a studiare le Cerimonie: è volontà del
Signore di essere glorificato colle sacre Cerimonie: come diceva nell'A. Testamento: «Sanctificabor in iis qui
appropinquant mihi, et glorificabor coram populo».
Tante volte nel Levitico e tante altre volte
ancora, lo raccomandò ai Sacerdoti nell'antica Legge...
Ed io, ho già detto anche altre
volte, vi dirò che è un mio gusto speciale che si facciano bene le Cerimonie nell'Istituto: è mio
volere. Queste cerimonie si devono far bene secondo lo spirito della Chiesa, e tutte: sia le principali, sia anche le
più piccole. Fortunati voi se farete così. Non bisogna credere mai di perder tempo anche ad occuparsi delle
cosette più piccole: sono piccole, ma grandi; perché fan del bene a noi, glorificano N. Signore, e dan buon
esempio al popolo.
S. Teresa diceva: che per la minima Cerimonia della Chiesa, avrebbe dato la vita. Questo
ricordo vi lascio a memoria di questo giorno fausto delle S. Ordinazioni .
Fortunati i Sacerdoti che
arrivati dall'altare possono dire di non aver precipitato le parole, di non aver mescolato, di aver fatto tutti i
segni ognuno a suo posto!... E non guardare al tempo lungo o corto!... il pubblico si annoia quando assiste a una Messa
mal detta; ma quando vedono un prete che fa bene, allora si che son contenti...
Questo fa del bene.
Mons. Gastaldi diceva che aveva ricevuto la Vocazione vedendo un Sacerdote a dir bene messa alla Consolata: quella
vista gli ha fatto così del bene, che è stato un principio della sua Vocazione.
Invece
ricordate quel fatto capitato a Roma. Un protestante vi era andato per fare l'abiura e farsi cattolico. Andato ad
assistere ad una Messa, quel sacerdote la diceva senza questo spirito di raccoglimento, senza amore. Ebbene, questo
ha bastato per farlo tornare indietro. Dopo la Messa, andò in Sacrestia, e disse a quel Sacerdote: «Noi
andiamo proprio d'accordo: io non credevo, volevo convertirmi, ma ho visto all'altare che neppure lei non
crede». Che scandalo!...
Dunque in questi giorni dovete fare questo proposito, o almeno avere il
desiderio continuo di farle bene...
E oggi, vedete che combinazione! Dall'Africa mi è arrivata una
lettera di un chierichetto: Giacomino, e parla appunto delle Cerimonie. Avevo mandato loro un paramentale per il Seminario
e avevo scritto una lettera in cui dicevo che volevo che anche loro imparassero bene e amassero le S. Cerimonie ... e
adesso lui a nome di tutti i Seminaristi mi ringrazia, e dice che le amano...
Adesso si stampa in Africa il libro di Cerimonie, li daranno a loro e li manderanno anche a noi... questo è il
ricordo di oggi... fa del bene... bisogna studiarli i riti... farle con spirito... non credere che si perda tempo a
studiarle... tutto ciò che si fa davanti a Dio e a suo onore, non è piccolo.
Il Signore aveva prescritto nel Levitico come dovevan farle... e minacciava loro dei castighi, e prometteva
dei premi a chi le osservava, oppure osservava la legge, e le Cerimonie...: li metteva sempre vicino, anzi, certe volte
mette rima le Cerimonie, e poi la legge... e sì che allora era solo la figura di quel che adesso.
Dunque mettetevi d'impegno a studiare le S. Cerimonie, e a sempre farle bene anche le
più piccole: niente è piccolo davanti a Dio.
- Dettagli
-
Pubblicato: Martedì, 13 Giugno 2006 23:00