PATROCINIO DI S. GIUSEPPE

17 aprile 1921
P.V. Merlo Pich, quad. 378- 380
17 Aprile 1921
Patrocinio di S. Giuseppe Festa dei Coad.
S. Giuseppe è protettore di tutti, chierici, coadiutori e sacerdoti: guai a chi non ha divozione a S. Giuseppe! Dopo la Madonna egli è il dispensiere di tutte le grazie. Perciò bisogna celebrarne bene la festa. Dopo la festa del 19 Marzo la Chiesa ci fa celebrare questa solennissima per supplire a quello che non si è potuto fare allora che era in tempo di quaresima.
Questa festa però bisogna celebrarla bene, bisogna gustarla. E poi biso­gna sempre essere divoti e tutti in tutto l'anno, specialmente il mercoledì: allo­ra ci meriteremo la sua protezione, il suo patrocinio, e tante grazie sia spiritua­li che materiali.
In particolare avete fatto bene ad inaugurare questa festa, come quella particolare dei coadiutori. Non c'è esempio migliore di S. Giuseppe: egli è il nostro maestro, e ci deve proteggere in modo particolare. È il più gran santo. La Chiesa lo ha costituito il patrono universale di tutto il mondo: pare perfino che abbia fatto un torto a S. Pietro ed a S. Paolo che erano sacerdoti mentre S. Giuseppe non era sacerdote. Per voi coadiutori deve essere un santo orgoglio, che la Chiesa abbia preferito un santo che non era sacerdote per costituirlo pa­trono di tutta la Chiesa.
Questo vi deve insegnare ad amare il lavoro, a fare bene il vostro lavoro, a corrispondere alla vostra vocazione. Se corrisponderete bene alla vostra vo­cazione voi potrete anche essere superiori ai Sacerdoti, avrete più merito e chissà che in Paradiso non avrà più merito un coadiutore di tanti sacerdoti!
Quanti coadiutori si sono fatti santi! S. Pasquale Baylon, S. Alfonso Rodriguez non erano mica sacerdoti eppure si sono fatti santi, mentre per es. l'al­tro, P. Alfonso Rodriguez, che era sacerdote, e che ha scritto molto bene, sarà anche lui in Paradiso ma non è stato canonizzato.
Dovete pensare che siete missionari, e dovete avere un santo orgoglio di appartenere alla classe di S. Giuseppe. È vero che qui in comunità facciamo una cosa sola, siamo tutti uguali, tutti fratelli. Ma voi coadiutori avete meno responsabilità, mentre i sacerdoti e chierici avranno da rendere più conto a Dio.
Voi se lavorate per obbedienza, secondo l'obbedienza, fate il vostro do­vere, non perdete il tempo, lavorate per mezzo degli altri, partecipate al bene spirituale che fanno i sacerdoti, mettiamo tutti nella stessa borsa.
In una Congregazione c'è questo di bello che si coopera tutti insieme a fa­re il bene, meritano tutti lo stesso tanto chi scopa come chi lavora e chi studia, purché si faccia quello che l'obbedienza ci comanda.
Per quanto poi riguarda i Sacerdoti ed i chierici, devono essere anche loro orgogliosi di potere lavorare quando hanno un poco di tempo. Quando sarete in Africa avrete ogni tanto bisogno di fare qualche lavoruccio, anzi certe volte bisognerà sapere lavorare veramente, sapersi aggiustare le scarpe, e poi fare qualunque lavoro. Infatti adesso a capo della Fattoria c'è un Padre. Quindi i Sacerdoti che hanno tempo di lavorare devono essere contenti, non disdegna­re... E fortunati voi coadiutori che potete abitualmente avere il lavoro in ma­no!...
In particolare ricordiamoci di questa cosa che se noi saremo veri devoti di S. Giuseppe egli ci farà molte grazie; ed io vi posso dire che S. Giuseppe ci vuole bene, e ci fa tante grazie. Egli è sempre stato il nostro provveditore ma­teriale. Egli provvedeva il necessario alla sacra Famiglia, ed anche a noi egli provvede il pane e tutto il necessario... Vi posso dire che egli ha sempre prov­veduto molto bene. Adesso il Sig. V. Rettore vi racconterà un vero miracolo che S. Giuseppe ha fatto nelle nostre missioni. (La concessione della missione di S. Giuseppe di Limuru, per cui ottenere si facevano pratiche presso la S. Se­de, fin dal 1909, contro le pretese dei PP. dello Spirito Santo, ora concessaci con una striscia di terreno che la unisce al Vicariato del Kenya).
Conchiudendo, a S. Giuseppe dobbiamo chiedere delle grazie, ed amare il lavoro. Un missionario che non abbia questa parte di preparazione, che non sappia e che non abbia voglia di lavorare non è un vero missionario. Infatti in principio che si va giù e che non si sa ancor la lingua che cosa si fa? Si lavora un poco e lavorando un poco quegli uomini là, ci dicono delle parole e ci inse­gnano la lingua... Non si può andare a predicare senza lavorare... Come se un missionario andasse giù e dicesse: «Ah, io voglio solo predicare e non lavora­re...» e difatti tutti i nostri sacerdoti che vanno giù cominciano a lavorare...
E poi ce n'è bisogno sempre del lavoro. Se in una missione c'è un superio­re che non sa lavorare che cosa farà? Se non sa a lavorare lui, come farà a fare lavorare gli altri?... Quindi il lavoro bisogna saperlo e volerlo fare... Ai chieri­ci poi è anche necessario il lavoro. Io credo che per prepararsi a partire per l'Africa la migliore cosa da fare è quella di imparare a prendere amore al lavo­ro: imparare e saper fare un po' di tutto...
Dunque ringraziamo e preghiamo S. Giuseppe. Ed ora resta approvata la festa dei coadiutori e fissata pel Patrocinio di S. Giuseppe.
giuseppeallamano.consolata.org